Ma qual'è il meccanismo che aziona l'orecchio assoluto?
Potrebbero intervenire i circuiti neurali che hanno il compito
di analizzare l'altezza o una connessione tra questi circuiti e le
rappresentazioni mnestiche.
Le basi neuroanatomiche di questa capacità non sono ancora
ben chiare, da un lato sembra che la corteccia uditiva
dell'emisfero destro sia più abile nella codifica frequenziale ma
una sede più probabile è il collicolo inferiore che codifica più
precisamente la periodicità e invia informazioni alla corteccia
uditiva basate su alcuni precisi oscillatori neuronali.
Lo studio dell'orecchio assoluto è ancora aperto e in continua
evoluzione, esso attira molti ricercatori e rappresenta un
modello interessante per lo studio più ampio dell'iterazione tra
geni e cultura.
I disturbi in ambito musicale.
La musica è un processo cognitivo o meglio un insieme di
processi cognitivi piuttosto complessi. Anche in ambito
musicale c'è stato un un grande sviluppo delle conoscenze
legate all'anatomia e al funzionamento del cervello (area di
studio comunemente definita come neuroscienze cognitive). Ci
si è avvicinati così anche allo studio dei disturbi cognitivi legati
alla musica con la consapevolezza che essi riflettono non solo
una generica incapacità musicale ma anche un'espressione di
un qualche malfunzionamento cerebrale legato alle funzioni
musicali.
Lo studio parla di disturbi acquisiti, congeniti o legati a
qualche popolazione di individui con abilità musicali
largamente superiori alla media, questi ultimi non hanno
ovviamente un deficit ma la presenza di una funzione di molto
superiore alla media è un indizio di un funzionamento
cognitivo alterato.
Disturbi acquisiti.
Sono legati a condizioni patologiche capitate durante la vita e
che hanno causato uno specifico problema cognitivo, un danno
cerebrale dovuto ad esempio ad una malattia o un trauma.
Alcuni di questi danni interessano solo certe abilità lasciando
intatte tutte le altre funzioni.
Il disturbo più conosciuto consiste nell'incapacità di
riconoscere suoni e melodie e si chiama "agnosia musicale".
Esso è associato a lesioni nella corteccia temporale di entrambi
gli emisferi. Viene meno la capacità di riconoscimento
nonostante il canale sensoriale sia intatto quindi il problema
non è legato alla percezione ma all'incapacità dell'individuo di
riconoscere gli stimoli come suoni e parti di una melodia. Per
quanto sembri assurdo alcuni riescono ad individuare una
nota sbagliata in una melodia ma non riescono a riconoscere la
melodia stessa inoltre essi non sono in grado di riconoscere
delle melodie familiari ma rimane intatto il riconoscimento dei
testi. Un musicista affetto da questa patologia è in grado di
leggere lo spartito e suonarlo ma non di riconoscere la melodia
prodotta.
L'agnosia musicale è un disturbo selettivo in cui la capacità di
riconoscere altri suoni ambientali (il rumore di una porta, di
un treno ecc.) risulta normale.
Disturbi congeniti.
Sono quelli presenti in una persona con normale livello di
capacità intellettiva ma con capacità musicali inferiori alla
media e per il quale non è possibile individuare il perchè di
questo deficit. Ci sono persone che non hanno alcuna capacità
musicale pur avendo avuto stimoli musicali. In loro è presente
una "sordità tonale" definita tecnicamente col termine
"amusia congenita" . Questi disturbi non sono la conseguenza
di una patologia e si notano già in età precoce: presentando al
soggetto prima delle melodie familiari e poi le stesse
modificate in alcuni punti egli non riesce ad identificare le
melodie sbagliate pur riconoscendo normalmente i suoni
ambientali. L'amusia è l'incapacità di percepire l'altezza dei
suoni musicali.
L'amusia congenita è attribuibile ad uno sviluppo anomalo di
alcune strutture cerebrali indispensabili all'elaborazione
musicale, le stesse che sarebbero danneggiate nei casi di
amusia acquisita.
Talenti musicali.
I soggetti con talento musicale fuori dalla norma vengono
individuati fin dall'infanzia. In genere fin da piccoli questi
talenti riescono a superare i loro maestri.
Cos'è un genio musicale? Il talento innato esiste? Si può
affermare con certezza che spessissimo i resoconti su bambini
prodigio sono altamente influenzati dai genitori o sono
postumi. In realtà per poter raggiungere alti livelli di
esecuzione servono migliaia di ore di studio e i bambini
suonano meglio in proporzione ad esse.
Parecchi musicisti dicono che suonare lo strumento era
difficile all'inizio ma che avevano tanta voglia di suonare
quindi la motivazione è molto importante affinchè i progressi
siano più rapidi perchè lo studio sarà più concentrato e la
memorizzazione sarà maggiore rispetto a quello di un
bambino non totalmente preso dalla musica. La passione del
bambino nei confronti dello strumento e della musica dipende
grandemente dall'ambiente che lo circonda.
Il talento musicale innato lo troviamo invece in soggetti che
non hanno mai ricevuto alcuna forma di educazione musicale,
che a volte hanno livelli intellettivi piuttosto bassi ma che
presentano prestazioni musicali superiori alla media fin da
piccoli.
Un discorso a parte merita l'"autistic savant" cioè colui che ha
un basso livello intellettivo ma possiede straordinarie capacità
in una determinata area cognitiva nella quale ha prestazioni
eccezionali. Fino a qualche anno fa la descrizione di questi
soggetti era legata ad aneddoti ma ora questi casi si studiano
in maniera sistematica e si è giunti alla seguente ipotesi:
esistono individui che hanno gravi ritardi cognitivi ma che
possiedono una sola capacità che non solo è conservata bene
ma addirittura è superiore alla media forse questo è un segno
della codifica genetica di tale capacità.
Negli ultimi 20 anni sono stati molti i soggetti studiati e si è
visto che alcuni bambini riescono a suonare perfettamente e
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