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(CI):

CI. 1 → Disturbo che coinvolge uno o più specifici domini di abilità di apprendimento

(utile indagare tutte le aree dello stesso dominio e dello stesso gruppo di competenze, ad

esempio linguaggio orale e scritto e numero).

CI. 2 → Significativa interferenza del disturbo con adattamento scolastico e attività

quotidiane (ad esempio autonomie, risultati scolastici).

CI. 3 → Trend evolutivo caratterizzato da una diversa espressività del disturbo

(soprattutto nelle situazioni di disturbo di grado lieve e con buone risorse cognitive): è quindi

utile avere due misurazioni nel tempo della stessa variabile.

C1. 4 → Considerare la frequente compresenza o comorbidità tra diversi DSA.

CI. 5 → Uso di batterie e test standardizzati, con adeguate proprietà psicometriche,

campione ampio, norme aggiornate; presenza di indici di attendibilità e validità.

CI. 6 → Compromissione statisticamente significativa: 2 ds per la misura della velocità o

rapidità (quando la distribuzione normativa è di tipo gaussiano); al di sotto del 5°

percentile per la misura della correttezza o errori (quando la distribuzione non è di tipo

gaussiano, ad esempio rettangolare, a «J» rovesciato, ecc.). Si invita inoltre a considerare

l'errore standard di misura, quando si ragiona sul punteggio ottenuto dalla prova. Possiamo

considerare la compromissione clinicamente significativa anche nel caso in cui la

prestazione si aggira attorno al 10° percentile (oppure - 1,8 deviazioni standard) ma con

livelli di adattamento valutati da fonti diverse particolarmente compromessi.

Nel caso in cui dovessero riscontrarsi difficoltà nell'assegnazione di uno o più di questi

criteri, potrebbe essere il caso di riformulare le nostre ipotesi diagnostiche, così da

comprendere la natura delle problematiche espresse dai genitori e/o dagli insegnanti, e

verificare che non si tratti «più semplicemente» di una difficoltà di apprendimento: un

quadro evolutivo di natura transitoria con caratteristiche che si avvicinano alla

condizione clinica, ma che presentano una prognosi di sviluppo favorevole.

Non sono rari quei casi in cui la lettura appare stentata eppure il bambino nelle prove

strumentali legge con una fluenza tipica di una fascia problematica (ad esempio meno di

1-1,5 ds dal valore atteso) ma non deficitaria (meno di 2 ds dal valore atteso o al di sotto del

5° percentile) e, dunque, non risultano soddisfatti i requisiti dei criteri di inclusione. In questa

situazione, anche se non tutti i criteri sono soddisfatti, ma si osservano delle difficoltà tali da

condizionare in modo negativo il normale apprendimento e non abbiamo individuato altri

fattori che possono avere una relazione con il problema, la proposta è la seguente:

a.​ non forzare la diagnosi di DSA, ma studiare l'andamento delle prestazioni nel tempo;

b.​ procedere con un intervento specialistico che veda coinvolto il miglioramento delle

abilità problematiche (anche se non deficitarie);

c.​ prevedere il recupero dell'automatizzazione nella lettura entro uno o due cicli di

intervento specialistico.

Criteri di esclusione.

CE. 1 → Disabilità intellettiva.

CE. 2 → Disturbi neurologici, traumatici o malattia.

CE. 3 → Disturbi sensoriali, visivi o uditivi.

CE. 4 → Condizioni di svantaggio psicosociale (da approfondire in relazione alla storia del

bambino o con i servizi sociali del territorio).

CE. 5 → Inadeguato ambiente educativo.

CE. 6 → Non adeguata conoscenza della lingua d'insegnamento (ricostruire nel tempo

l'esposizione alla lingua madre, LI, in relazione a lingue diverse).

Il percorso diagnostico nei Disturbi specifici di apprendimento.

La richiesta di consulenza

Le motivazioni che possono spingere genitori e insegnanti a richiedere un approfondimento

specialistico per DSA possono essere molteplici.

Inadeguato apprendimento rispetto al livello della classe

I genitori alle volte tendono a fare paragoni con i fratelli e con i compagni, in maniera

empirica e approssimata, attribuendo spesso la responsabilità delle problematiche di

apprendimento del figlio all'atteggiamento svogliato, poco motivato, talora conflittuale con

l'insegnante. Il punto di vista dell'insegnante risulta importante: sapere cioè come descrive

le difficoltà dell'alunno, come questo ha risposto ai tentativi di correggere le problematiche,

ecc.

In tal senso, la Legge 170/10 Art. 3 comma 3 richiama l'attenzione del docente su questo

aspetto, ovvero che:

-​ È compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia,

attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi

tempestivi, idonei a individuare i casi sospetti di DSA degli studenti. L'esito di

tali attività non costituisce, comunque, una diagnosi di DSA.

Ogni scuola, di qualunque ordine e grado, ha a disposizione il decreto ministeriale n. 5669

del 12/7/2011 linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA, che

fornisce indicazioni operative all’insegnante (onere di mettere in atto prima che

intervenga un certificato sanitario, interventi di supporto e di potenziamento sulle difficoltà

evidenziate a scuola).

Descrizione delle difficoltà scolastiche

Le difficoltà scolastiche possono manifestarsi in maniera diversa a seconda dell'età del

soggetto, delle caratteristiche del problema, della gravità del disturbo, del contesto, ecc:

possono anche assumere forme in parte differenti a seconda del grado di scuola

frequentata,

Le problematiche che con più frequenza vengono riscontrate nella scuola primaria sono

riconducibili a una lettura molto lenta, stentata, a volte anche molto scorretta; i genitori

segnalano spesso una grande fatica nell'eseguire i compiti scolastici pomeridiani, anche

se eseguiti con l'aiuto dell'adulto di riferimento.

Nella scuola secondaria di primo grado vengono segnalati studenti che hanno incontrato

difficoltà sin dalla scuola primaria: a volte dalla terza classe, quando cioè si cimentano

con lo studio vero e proprio; in altri casi la lentezza nell'alfabetizzazione è presente fin dal

primo anno. La responsabilità, nella fase di raccolta della causa della richiesta di

consulenza, viene attribuita a scarsa motivazione, problemi di attenzione, difficoltà nella

relazione sociale, oppure a un eccessivo carico di lavoro.

La seconda tipologia di richiesta riguarda ragazzi che hanno avuto un andamento nella

scuola primaria senza particolari difficoltà. Anche in questo caso i genitori possono

attribuire la responsabilità a diversi fattori: l'alunno frequentava un ambiente scolastico in cui

le sue difficoltà di apprendimento erano «protette» (pochi alunni, insegnamento che teneva

conto delle differenze individuali, ritmi e richieste scolastiche non elevate, scarsa abitudine a

un ritmo di lavoro costante), oppure, al contrario, l'impegno e il sostegno da parte dei genitori

ha favorito un buon esito, anche se modesto in relazione allo sforzo profuso.

In entrambi i casi, l'aumento delle richieste in relazione al livello di scolarità (scuola

secondaria di primo grado) ha fatto sì che i fattori di «protezione» venissero meno.

Il salto alla scuola secondaria di secondo grado non è semplice; un'altra variabile

importante è l'indirizzo di studio: dagli istituti professionali, agli istituti tecnici, alle scuole di

lungo corso (ad esempi i licei) l'impegno e lo sforzo è notevolmente diverso e può mettere in

difficoltà lo studente → affaticabilità nell’adempire alle richieste di studio e necessità di tempi

più dilatati per affrontare nuovi contenuti di studio.

La caratteristica dominante che sembra accomunare tutti i DSA, di ogni ordine scolastico è

la mancata automatizzazione di alcuni processi di base (attivati senza il coinvolgimento

dell'attenzione o senza un particolare sforzo nell'esecuzione).

Aspetti emotivo-motivazionali

A volte capita che la richiesta di consulenza nasca dal rilevare che l'alunno non ha

motivazione allo studio e alla scuola in generale; in altri casi, possono essere descritti

sintomi quali crisi di pianto di fronte a un compito impegnativo, o comportamenti di

evitamento, a volte oppositivi o provocatori di fronte allo sforzo protratto, a volte lamenti

somatici o problemi nella regolazione dell'umore. Dal punto di vista clinico tutte queste

situazioni fanno aumentare il campo delle ipotesi diagnostiche da verificare.

Nelle ipotesi di disturbo della lettura, la richiesta di consulenza può nascere

dall'osservazione del comportamento del bambino, caratterizzato da lettura lenta e dalla

presenza di un numero elevato di errori di varia natura (ad esempio visivi, fonologici,

lessicali, ecc.). Nelle ipotesi di un disturbo della scrittura (disortografia), gli errori prodotti,

oltre ad essere numerosi, vedono la realizzazione di grafemi che non corrispondono al

fonema, a volte fusioni illegali, errori fonetici (doppie e accenti), visivo-ortografici, ecc.

Nell'ipotesi di disgrafia risulta quasi impossibile comprendere quanto scritto sul quaderno a

causa di un pessimo controllo motorio durante la scrittura. Nelle ipotesi di disturbi del

calcolo la richiesta di consulenza può essere determinata dalla spiccata difficoltà

nell'apprendere concetti relativi al numero e alla quantità, nel conoscere la sintassi del

numero, o da problemi nell'acquisire le corrette procedure di calcolo aritmetico.

Il consiglio è quello di valutare con i genitori i prodotti scritti del bambino così da definire gli

errori ricorrenti, o le tipologie di errore con significato sul piano dell'interpretazione della fase

di apprendimento che sta affrontando il bambino.

La raccolta delle informazioni anamnestiche

Una volta definito il quadro iniziale della problematica presentata, è importante indagare i

dati riportati nella scheda clinico/anamnestica, prima in generale e poi relativamente ai

singoli ambiti dello sviluppo.

Ciò al fine sia di indirizzare il clinico nella scelta degli argomenti più adatti da approfondire,

sia di assicurarsi di estrarre tutte le eventuali ipotesi che si possono presentare nel caso in

esame.

Le ipotesi diagnostiche nei DSA

Il DSM-5 raccomanda di valutare con attenzione le seguenti possibili diagnosi differenziali,

al fine di distinguere le condizioni effettive di disturbo specifico dell'apprendimento da altre

condizioni che causano difficoltà negli apprendimenti ma non ne sono la causa specifica:

-​ variazioni dai normali risultati scolastici;

-​ disabilità intellettiva;

-​ disturbi di apprendimento dovuti a disturbi sensor

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
195 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Isabel_01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Basi cognitive dei disturbi del neurosviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Carretti Barbara.