Storia delle Forme e Repertori Musicali 1 - Appunti
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MOTTETTO
XIII sec.:
Sviluppatosi nel XIII sec. era la più importante forma polifonica in
ambito sacro.
La distinzione tra organum e mottetto era la politestualità di
quest'ultimo: spesso il mottetto era scritto con testo in greco e
latino, in francese, oppure combinando le tre lingue.
Era composto da 3 o 4 voci:
- Tenor : muoveva a valori larghi, ma metricamente
(voce inferiore) definiti. A volte eseguita anche da uno
strumento
- Motetus : procedeva più mossa
(voce mediana)
- Triplum : intessuta di valori brevi
(voce superiore)
- Quadriplum : non sempre presente
Il Tenor era dato e la composizione girava intorno ad esso. In
seguito il basso venne sostituito da strumenti.
Ars Nova
3. [1300-1400]
Spinta verso "area profana".
Fino a tutto il XIII sec., la società medioevale era stata governata
dal principio del primato della Chiesa.
Concezione che terminò con :
- Ordini Francescano e Domenicano (1200)
- "Summa" di Tommaso d'Aquino
- "Divina Commedia" di Dante
- Bonifacio VIII e Stato sottomesso a Chiesa
Dopo questi fatti si avviò un processo di secolarizzazione, ovvero di
laicizzazione della società, che portò a una distinzione netta tra
sacro e profano.
Influì molto la crisi politico/religiosa che portò al trasferimento
della curia papale ad Avignone.
Produzione sacra divenne percò meno importante di quella profana.
Notevole peso ebbero anche le critiche alla pratica del contrappunto
mosse dalla Chiesa :
- distoglie dalla preghiera
- inintelleggibilità della parola
Nel '300 prevalse l'ispirazione profana
Mottetto isoritmico [XIV sec.]
Il mottetto si avviò ad essere sempre più monotestuale e si sviluppò
il mottetto isoritmico.
La forma musicale assunse autonomia rispetto al testo.
Il tenor ripeteva più volte la stessa struttura ritmica (talea) e
spesso la ripetizione riguardava anche la melodia (color).
La figura del musicista non era più il monaco che cercava altre vie
per esaltare Dio, bensì il musicista che applicava regole armoniche
più consapevoli e matematiche.
POLIFONIA FIAMMINGA [XV sec.]
Guerra dei Cent'Anni (1339-1453 causò declino cultura francese.
Il baricentro della produzione musicale si spostò in Inghilterra
(specialmente in Borgognona, e poi nelle Fiandre).
Fiandre : regione con situazione di prosperità che
consentiva lo sviluppo delle arti in genere
Borgognona: trasse vantaggi dalla guerra tra il re di Francia
e quello d'Inghilterra. Fecero fiorire il
commercio e le arti
Crebbe l'importanza della musica sacra e si sviluppò contrappunto e
polifonia.
L'esecuzione delle composizioni a più voci presentava ormai
difficoltà rilevanti, che solo cantori professionisti potevano
fronteggiare.
Si formarono così cappelle musicali al posto delle
Scholae Gregoriane (una delle prima Capella di Avignone).
Si affermò il ruolo del musicista professionista.
Nel XV sec. la triade ebbe centralità nella composizione.
Si pose attenzione allo sviluppo verticale della polifonia e vennero
imposte nuove regole di composizione:
- dissonanze solo come note di passaggio
- divieto dell'uso di quinte e ottave parallele
- uso di triadi consonanti.
Il testo era solo in latino, venne abbandonata l'isoritmia e venne
inserita la voce del controtenor fino ad arrivare alla scomparsa del
tenor.
Venne introdotto anche il concetto di imitazione = canone.
Nel canone la voce principale era detta Dux mentre la voce imitativa
era detta Comes.
L'imitazione poteva essere contemporanea o in successione, della
stessa altezza o su un altro intervallo.
Il canone semplice aveva un unico soggetto mentre il canone composto
presentava più soggetti.
La codificazione del canone era:
- diretta
- retrograda: la voce conseguente inizia dall'ultima nota della
voce antecedente e prosegue all'indietro,
terminando con quella iniziale
- inversa: la voce conseguente si muove in moto contrario
rispetto alla voce antecedente
- inversa-retrograda
- mensurale: la voce conseguente imita l'antecedente con una
certa proporzione ritmica
Guillame Dufay (Scuola Borgognona) [1397-1474]
"Nuper rosarum flores" (1436)
Un esempio di mottetto isoritmico mensurale.
Composizione per 4 voci, di 4 sezioni(3/2, 2/2, 2/4, 6/8) ognuna da
28+28 battute.
Compose tutte le forme musicali in voga ai suoi tempi (sia sacre che
profane).
Superò angolosità e asprezze "gotiche" del contrappunto, esprimendosi
in uno stile di maggior naturalezza melodica.
La sua opera ha dato il via al periodo rinascimentale in musica.
Josquin Depres
"Miserere mei" (mottetto "a motto")
Composizione a 5 voci in cui viene ripetuto:
"Miserere mei, Domine" lungo tutta l'opera dopo ognuno dei 19 versi
(ogni volta su altezza diversa).
Si nota una grande intelligibilità del testo ma uno stile austero,
senza virtuosismi o ornamentazioni. Il suo merito infatti fu quello
di porre grande attenzione alla coerenza espressiva tra testo e
musica.
Durante il Rinascimento crebbe la necessità di curare
l'espressività e il rapporto tra testo e musica.
Le cadenze divennero più chiare e le voci vennero distribuite con
maggiore attenzione e ci fu un progressivo abbandono dei modi.
La musica divenne espressiva e non più speculativa.
LA CONTRORIFORMA E IL MOTTETTO [XVI sec.]
Il Concilio di Trento (1545-1563) contrastò gli eccessi del
polifonismo in favore di una serietà artistica, separando la visione
sacra e profana della musica.
Impose:
- piena comprensibilità del testo
- abolizione delle sequenze
- divieto uso cantus firmi profani in musica liturgica
- abolizione Sequenze
Il mottetto del XVI sec. fu la forma per eccellenza della musica
sacra.
Utilizzò tutte le tecniche contrappuntistiche e accordali e fu il
terreno di applicazioni dei dettami del concilio di Trento.
La scuola Romana si sviluppò nelle Cappelle Papali (Sistina, Giulia,
Laterano) e nacque la cosiddetta coralità "a cappella" in cui era
vietato il canto femminile.
Era un canto senza strumenti con pari importanza delle voci (cantus,
altus, tenor e bassus).
Giovanni Pierluigi da Palestrina
Il più famoso compositore della Scuola Romana.
Il suo nome venne associato, per oltre quattro secoli, con la più
pura perfezione polifonica.
Curò molto il rapporto tra testo e musica rispettando valori ritmici
e accentuativi.
"Tu es Petrus" fu il mottetto meglio riuscito di Palestrina che venne
cantato nella Cappella Sistina.
XVII sec.:
Nel '600 il Mottetto perse centralità a causa dello sviluppo di altre
forme musicali come la Monodia Accompagnata.
Tuttavia restò una forma vocale liturgica che combinava voci e
strumenti.
I testi erano biblici (salmi o cantici).
Nel mondo cattolico si mantenne la lingua latina mentre nelle chiese
protestanti si adottarono le lingue nazionali.
Il "Nuovo Mottetto" che andava delineandosi in quel periodo era:
- concertato e più parti,con arie e recitativi.
- Grand Motet (Francia)
- Anthem (Inghilterra)
- Cantata Sacra (Germania)
Tutte varianti del mottetto barocco.
J. S. Bach
Scrisse 6 mottetti (BWV 118, 225-230):
- 4 per doppio coro
- 2 per coro a 4 voci
- 1 per coro a 5 voci
Pose grande attenzione alla corrispondenza musica-parola integrando
modelli strumentali nella vocalità .
MESSA POLIFONICA
XIV sec.:
La prima messa polifonica fu "Messa di Tournai", a 3 voci, scritta da
più autori.
Guillaume de Machaut
Scrisse la "Messe de Notre-Dame", prima messa scritta interamente da
un autore, a 4 voci per l'incoronazione di Carlo V di Fiandra.
Era composta in 6 parti:
- Kyrie (mottetto isoritmico)
- Gloria (Conductus)
- Credo (Conductus)
- Sanctus (mottetto isoritmico)
- Agnus Dei (mottetto isoritmico)
- Ite missa est (mottetto isoritmico)
XV sec.:
Caratteristiche della messa del XV sec. furono l'unità tematica delle
varie parti (un unico cantus firmus), l'enorme sviluppo
contrappuntistico, gli eccessi di artificiosità e la spartizione del
testo.
Messa Ciclica
Unico Tenor (Cantus Firmus) sacro o profano, per ogni parte
dell'Ordinarium Missae.
Abbiamo 3 generi diversi:
- Messa Parodia: impiegava modelli di opere note (frammenti di
mottetto o di una chanson profana) presentandoli diversamente
per le varie sezioni che la componevano.
- Messa Parafrasi: aveva una costruzione più libera rispetto alla
messa parodia. Veniva composta partendo da una
composizione nota ma con maggiore libertà di invenzione.
- Missa Sine Nomine: basata su un cantus firmus inventato.
A volte era usata per nascondere un tenor di
origine profana.
Guillame Dufay
Scrisse uno tra i primi esempi di messa ciclica: la Missa L'homme
armè fu la prima messa che usò questo cantus firmus profano (usato
fino al XVII sec. circa 25 volte).
Johannes Ockeghem
Scrisse 14 messe di cui la metà basandosi su cantus firmi. Compose
anche senza l'utilizzo del cantus firmus: Missa prolationum, Missa
"cuiusvis toni" e il primo requiem, la Missa pro Defunctis. La Missa
prolationum di Ockeghem, considerata il massimo capolavoro
contrappuntistico del XV sec., per a 4 voci, senza cantus firmus era
costruita completamente a canone.
Josquin Desprez
Scrisse 18 messe a 4 voci su soggetto cavato (Cantus firmus inventato
scegliendo le note partendo dalle lettere di una parola), 2 su
soggetto dell'Homme armè (già usato da Guillame Dufay), e diverse
messe parodia.
XVI sec. (seconda metà - Palestrina):
Nella prima metà del XVI ci fu un predominio dei musicisti
fiamminghi. Dalla seconda metà del XVI sec. si adottò il modello di
messa proposto da Palestrina: messa polifonica a cappella, la musica
seguiva lo spirito del testo e il contrappunto veniva utilizzato in
tutte le sue possibilità.
XVIII-XIX sec.:
J. S. Bach
Compose la Messa in Si minore per il duca di Sassonia. Era composta
da 25 parti e l'organico era monumentale:
- Coro: 2 soprani, contralto, tenore e basso
- Orchestra: 2 flauti, 3 oboi, 2 oboi d'amor, 2 fagotti, timpani e
archi.
Come di consuetudine per il periodo barocco, la messa faceva uso del
basso continuo.
L. V. Beethoven
Compose la “Missa Solemnis (op. 123) in Re maggiore”:
- Coro solo: soprano, contralto, tenore e basso
- Coro misto
- Orchestra: con corno di bassetto, controfagotto, 4 corni, 4
tromboni e organo
Per Beethoven il testo aveva un significato profondo, che influenzava
la forma e i motivi musicali: non erano solo parole per musica. Hunte
definì questa Messa un opera antica ma al contempo rivoluzionaria
(trattamento provocatore di materiale tradizionale). Fu un opera
diversa dallo stile prettamente beethoveniano: spunti tecnici
compositivi presi dai Fiamminghi del XV sec.
[XIV sec.]
FRANCIA
(Canso(trovatori)/Chanson(trovieri) Forme polifoniche fisse
Chanson fiamminga)
Rondeau
:
Nel rondeau le strofe erano di 8 versi e venivano ripetuti con
ricorsione (versi 1-2=7-8, verso 4=1). La parte musicale era
caratterizzata da due parti che si ripetevano per determinati versi
(A per 1-3-4-5-7, B per 2-6-8)
"Dix et sept, cinq, trese, quatorse et quinse" (rondeau a 3 voci)
Ballade
:
Nella ballade le strofe avevano lo stesso numero di versi, stesse
rime, stesso verso finale.
La musica era uguale per ogni strofa ed era composta da 3 parti: A-
A'-B=A'
“Plourez dames“ - Guillaume de Machaut (ballade a 3 voci)
Virelais
:
Simile al Rondeau, e con la stessa forma della ballata italiana, era
composta da 3 strofe di 4 versi (Aaab, Aaab). La parte musicale
seguiva la struttura Abba, Abba,
ITALIA
Madrigale
:
Nel madrigale il testo poetico era breve e di carattere agreste
composto in terzine (2 o 3) di endecasillabi in rima e ritornello in
rima baciata. Nella parte musicale a 2-3 voci, il cantus faceva
fioriture melodiche mentre il Tenor eseguiva note tenute (il cantus e
tenor erano cantati con possibili raddoppi strumentali).
L'intonazione era uguale nelle terzine e diversa nel ritornello
mentre l'inizio e la fine di ogni verso erano in stile melismatico.
Ballata
:
Si sviluppò dalla metà del XIV sec. e fu la forma preferita dei
compositori del '300 italiano. Poesia e musica presentavano affinità
con il Madrigale.
Era composta da:
Ripresa (A), Piede I (B), Piede II (B'), Volta (A'), Ripresa(A),
ecc..
"Ecco la primavera" - Francesco Landini
Caccia
:
Nella Caccia, il canto dato venne abbandonato e ogni parte della
composizione era frutto di invenzione. Si migliorò l'effetto armonico
con l'introduzione di fioriture melodiche vocali e strumentali,
crebbe la libertà ritmica.
Gli strumenti diventarono parte integrante della polifonia.
FRANCIA [XVI sec.]
Chanson
Canzone strumentale Sonata
Modello di musica descrittiva, generalmente a 4 voci, con
contrappunto imitativo e coralità omoritmica. Erano presenti suoni
onomatopeici di rumori fatti dagli strumenti musicali.
“Ce jour de l’an” - Dufay
“La guerre” - Jannequin
“Fuyons tous“ - Lasso
ITALIA
Frottola
Nacque a Mantova alla Corte dei Gonzaga ed era a carattere melodico,
strofico, in stile omoritmico, a 4 voci (la voce superiore era
cantata e le altre spesso eseguite da strumenti come il liuto)
“Chi la castra la porcella” - Cara
“El grillo” - Desprès
Madrigale (corrispettivo profano del Mottetto)
Nel madrigale del '500-'600 il testo era di ricercato valore poetico
(diverso per ogni voce) e non vi erano strofe (forma aperta). Era a
4-6 voci (successivamente venne preferito il modello a 5 voci) con
varietà di combinazioni tra voci.
Erano presenti episodi concatenati ed un arricchimento della
struttura armonica. Lo stile contrappuntistico era alternato a
passaggi omoritmici ed erano presenti parti in cui il senso del testo
veniva rappresentato musicalmente (madrigalismi). Il primo libro di
madrigali fu "Madrigali de diversi musici" scritto nel 1530.
“Solo e pensoso” - L. Marenzio
“Ecco mormorar l’onde“ - C. Monteverdi
Madrigale cromatico :
Nel madrigale cromatico venne introdotto l'uso di note brevi e di
alterazioni ai fini espressivi.
[XVII sec.]
L'evoluzione del madrigale portò una forte ricerca interpretativa del
testo e al contempo, una raffinazione della scrittura
contrappuntistica. Si sviluppò l il cromatismo espressivo e vi fu un
allontanamento dalla modalità, propria dell'ambito sacro.
Il madrigale si diffuse anche al di fuori dei territori italiani come
in Olanda, Germania ed Inghilterra.
In Francia non riscosse molti favori data la presenza della Chanson.
Madrigale Drammatico
Commedie armoniche che rappresentavano situazioni o avvenimenti a
carattere popolare o caricaturale. Era usato anche per accompagnare
azioni sceniche.
“Contrappunto bestiale alla mente” – Banchieri
OLTRE LA POLIFONIA: XVI sec. --> XVII sec.
Tra il XVI sec. e il XVII si sviluppò una nuova esigenza di
espressività, nobilitando la funzione degli strumenti e speculando
sulla musica greca.
Questo portò allo sviluppo di nuove forme narrative: il teatro.
L'evoluzione e l'influenza dell'opera in musica fu:
- Italia Francia, Inghilterra,
Germania Austria, Russia
- Firenze Camerata de Bardi (1600) Roma
- Venezia Teatro pubblico Napoli
- Mantova Corte dei Gonzaga
MONODIA ACCOMPAGNATA
Era una composizione in cui la linea melodica solista (vocale) era
accompagnata da uno o più strumenti.
BASSO CONTINUO (basso cifrato)
Il basso continuo era l'accompagnamento strumentale che conduceva
seguiva la parte più grave della composizione. Sul rigo non erano
indicati gli accordi da suonare insieme alle note del basso, ma solo
dei numeri che davano all'esecutore indicazioni sul modo di
improvvisarli. Il basso continuo era affidato ad uno strumento ad
arco che seguiva solo la parte scritta e ad uno strumento polifonico
(quasi sempre clavicembalo o organo) sul quale l'esecutore suonava
anche gli accordi.
RECITATIVO
Lo stile recitativo aveva la funzione di narrazione, esposizione dei
fatti, svolgendo il dialogo dell'azione. Il testo veniva intonato
(recitar cantando) con declamazione modulata. Il testo di solito era
in prosa o in versi sciolti.
- Recitativo secco : voce + basso continuo
- Recitativo accompagnato : voce + orchestra
ARIA
Creando momenti di maggiore effusione melodica era usato per
l'espressione lirica delle emozioni. Era composto da una quadratura
musicale, stroficità ed era molto riconoscibile.
Si svilupparono gli interventi orchestrali nelle introduzioni e nei
ritornelli.
Monteverdi
Sviluppò un modello basato su particolari identità metriche e
melodiche (arie strofiche e variazioni su basso ostinato). Le arie
potevano assumere forma bipartita (AB) o bipartita con variazione
(ABB')
Cavalli
Introdusse la forma tripartita:
A (prima strofa), B (ritornello strumentale), A (seconda strofa).
In alternativa la forma tripartita poteva assumere il carattere ABA
(ritornello strumentale) ABA.
La prima raccolta di arie con basso continuo fu "Le nuove musiche" di
Giulio Caccini del 1602.
IL MELODRAMMA (IL CANTO ACCOMPAGNATO PROFANO)
Verso la fine del XVI sec. ci fu una moltiplicazione di circoli e
accademie di nobili, letterati, poeti e musicisti. A Firenze, presso
il palazzo del conte Bardi, iniziò a riunirsi un gruppo di nobili per
discutere di musica, letteratura, scienza ed arti, gettando le basi
di quello che sarà il recitar cantando o melodramma. La parola prese
il sopravvento sulla parte musicale e si abbandonò il contrappunto in
favore della semplicità melodica e della recitazione intonata.
Il primo dramma interamente musicato fu "Rappresentazione di Anima e
di Corpo" di Emilio de Cavalieri su libretto di Agostino Manni. Era
composto da un prologo e da 3 atti.
Nell'”Euridice” di Peri su libretto di Ottavio Rinuccini, lo stile
vocale si divideva tra parlato e cantato, variando le soluzioni e
seguendo l'azione. Erano presenti arie strofiche con ritornelli (nel
prologo), e arie non strofiche, melodiose, incorniciate da sinfonie.
Il basso numerato era in supporto alla voce recitante.
L'Orfeo di Monteverdi, basata sul modello dell'Euridice di Peri, era
composta da un prologo e da 5 atti. Il recitativo rigido e poco
espressivo dello stile fiorentino venne abbandonato in favore del
recitar cantando. Il fraseggio melodico venne curato maggiormente e
vennero introdotte arie solistiche, duetti, complessi madrigalistici
e danze. Venne creata una personalità lirica dei protagonisti e venne
espressa la passione dei sentimenti tramite musiche diverse:
- archi e organo : carattere tenero e patetico
- trombe e tromboni : scene infernali
- pizzicato e tremolo degli archi : emozioni violente
Nel periodo del melodramma e nei successivi anni, il cantante assunse
un ruolo di protagonismo divinistico e ci fu l'affermazione dei
castrati per i ruoli di soprani e contralti. Gli interpreti più
acclamati e illustri di quel periodo furono:
- Farinelli
- Nicolino
- Caffarelli
- Senesino
CANTATA PROFANA (IL CANTO ACCOMPAGNATO PROFANO)
In Italia, da metà XVII sec., si sviluppò la cantata profano,
un insieme di brani strumentali e vocali (recitativi, arie, duetti e
cori). Trattava temi mitologici e la lingua usata era dipendente dal
paese.
ORATORIO (IL CANTO ACCOMPAGNATO SACRO)
L'oratorio era una forma musicale a carattere drammatico-narrativa
che trattava episodi biblici o vite dei santi. La prima testimonianza
di oratorio avvenne nel 1640. L'historicus era il narratore e
descriveva personaggi biblici o storici in termini allegorici. Fu la
naturale evoluzione del mottetto e veniva eseguito tutti i venerdì di
quaresima. Caratteristici dell'oratorio erano il recitativo sobrio e
di grande espressività , le arie di grande emozione e spiritualità ,
il basso continuo variato e mobile e il coro che assumeva un ruolo
importante di dialogo e fusione tra i solisti.
Gian Giacomo Carissimi scrisse numerosissimi oratori sia in latino
che in italiano, oltre a svariate messe.
ORATORIO IN VOLGARE
All'oratorio in latino (Giacomo Carissimi ne fu uno dei massimi
esponenti) seguì presto una produzione in volgare che si diffuse
oltre che a Roma, luogo di origine di questo genere musicale, anche a
Firenze, Bologna e Venezia. Presentava l'assenza dell'historicus ed
era attribuito un ruolo di minor importanza al coro.
AUSTRIA
L'oratorio in Europa si diffuse dal 1650 partendo da Vienna che
adottò lo stile italiano. L'oratorio viennese era rivolto
all'ambiente di corte e all'alta aristocrazia.
FRANCIA
I principali esponenti dell'oratorio in Francia furono Marc-Antoine
Charpentier (allievo di Carissimi), Lully e Delalande. Esso fu la
base per il Grand Motet, composto da solisti, coro doppio e grande
orchestra. A differenza dell'oratorio veniva rappresentato sia nelle
funzioni religiose che nelle esecuzioni dei concerti durante il resto
dell'anno.
FINE XVII sec.
Verso la fine del XVII secolo, un numero nutrito di compositori
preferì discostarsi dal dramma religioso, scegliendo come argomento
dell'oratorio tematiche sentimentali e preromantiche:
"La creazione, Le stagioni" - Franz Joseph Haydn
"Cristo al Monte degli Ulivi" - Ludwig Van Beethoven
L'emergere del romanticismo nacque la corrente dell'oratorio
leggendario:
"Christus" - Franz Liszt
(14 oratori, stilemi simili a quelli del Melodramma)
"Paulus, Elias" - Felix Mendelssohn
CANTATA SACRA (IL CANTO ACCOMPAGNATO SACRO)
In Italia, da metà XVII sec., si sviluppò la cantata sacra, un
insieme di brani strumentali e vocali (recitativi, arie, duetti e
cori). Trattava temi biblici e la lingua usata era il latino.
Bach scrisse cicli completi di cantate per tutte le festività.
La più importante fu "La nostra bocca sia tutta aperta al riso", in
Re maggiore, con testo di G. Lehms (bibliotecario alla corte di
Darmstadt) composta per il giorno di natale del 1725.
Era strutturata con:
- Coro: l'organico era particolarmente ampio con l'aggiunta di una
coppia di flauti.
L'introduzione era orchestrale (con citazione del 1°
movimento della Suite n. 4). Grande coro concertante con
Allegro fugato. Passaggi solistici del basso.
- Aria: in Si minore con introduzione strumentale. Duetto di
flauti. Tenore accompagnato da due flauti. Aria bipartita.
- Recitativo: ostinato degli archi superiori sulle note tenute del
Basso. Recitativo tendente ad Arioso.
- Aria: in Fa# minore con introduzione strumentale per oboe.
Entrata del Contralto, concertante con oboe. Aria
bipartita. Ritornello conclusivo (come per il coro).
- Duetto: in La maggiore per Soprano e Tenore con intro solo per
basso continuo. Nella seconda parte è presente un andamento
parallelo delle voci.
- Aria: in Re maggiore per basso con intro strumentale e forma
bipartita.
- Corale: Armonizzazione a 4 parti. Intervento tromba solista e uso
di intero organico.
Elemento caratterizzante della cantata era la particolare struttura
dell'aria che poteva assumere la forma ABA, AB, AABB.
L'accompagnamento veniva fatto tramite il basso continuo, l'orchestra
o uno strumento concertante.
MUSICA STRUMENTALE - BAROCCO
Nel XVII sec. ci fu uno sviluppo di nuove forme musicali, un
progresso tecnico degli strumenti e una loro stabilizzazione
morfologica.
Le modalità di scrittura per strumenti assunsero forme proprie e
distinte.
Vennero create nuove forme di virtuosismo compositivo ed esecutivo.
Il basso continuo prese piede stabilmente come caratteristica
predominante del periodo barocco.
Si svilupparono gli stili nazionali italiani, francesi e tedeschi.
Forme strumentali vengono suddivise in 4 gruppi :
1. Composizioni in STILE IMPROVVISATIVO
2. Composizioni con DERIVAZIONE DA MODELLI VOCALI, CON
CONTRAPPUNTO IMITATO
3. Composizioni con VARIAZIONI SU CANTO O BASSO DATO
4. Composizione per DANZE/BALLO
1) STILE IMPROVVISATIVO
- Ricercare
Liuto
“Raccolte per Liuto” - Ottaviano Petrucci
- Toccata
Nacque dall'esigenza di anticipare sull'organo l'intonazione dei
canti eseguiti in chiesa dai fedeli o dalla cantoria.
Si generalizzò poi l'impiego della toccata prima di una fuga, con la
quale aveva in comune la stessa tonalità.
Organo, clavicembalo
“Toccata da Libro II” - Girolamo Frescobaldi
DERIVAZIONE DA MODELLI VOCALI, CON CONTRAPPUNTO IMITATO
2)
- Canzona Strumentale
Versione profana del Ricercare. Deriva da Chanson francese.
Ritmi vivaci, note ripetute per ingraziosire temi,
limpidezza polifonica, alternanza di sezioni imitative e dialoganti,
varietà di struttura.
- Ricercare
Forma più severa di contrappunto strumentale.
Impiegate scale modali, senza modulazioni.
Scrittura rigorosamente contrappuntistica.
Forma realizzata attraverso concatenamento di più sezioni o episodi
Liuto
“Ricercare” - Girolamo Cavazzoni
- Fantasia
Stile imitato e stile libero insieme.
Rapporto tra libera inventiva e procedimento imitativo diverso a
seconda della personalità dell'autore.
- Fuga
Organo
“L’arte della fuga” - Bach
- esposizione
- divertimenti
- stretto
- (pedale)
VARIAZIONI SU CANTO DATO O BASSO DATO
3)
- Partita
Brano musicale strumentale per uno strumento solista.
In seguito usato per intere raccolte di brani, sinonimo di Suite.
(J. S. Bach)
- Corale
Eseguito dal cantus firmus per i cattolici.
Alternava parti strumentale organistiche
- Passacaglia & Ciaccona (XVII sec.)
Derivano da precedenti danze.
Ritmo ternario, andamento moderato.
Produzione specialmente per strumenti a tastiera.
DANZE / BALLO
4)
- Pavana
danza di corte.
metro binario, andamento moderato.
- Saltarello
si afferma nelle regioni centro-settentrionali.
metro 3/8 o 6/8, in ambito popolare anche 2/4 o 4/4
- Gagliarda
danza rinascimentale molto popolare
- Bassa danza
più popolare danza di corte.
metro combinato di 6/4 e 3/2
SUITE
Già nel XVI sec. ci furono le prime aggregazioni di diverse forme
musicali (Pavana e Gagliarda).
Fu la principale forma musicale, sviluppatasi da forme di danza, da
metà del XVII in poi. Era composta da 4 tipi di danze stilizzate e
una serie di altre possibili, legate dalla stessa tonalità:
- Allemanda
tempo binario, moderato, con attacco in levare.
- Corrente
tempo ternario, mosso e vivace, movimento melodico che passa di
continuo da una voce all'altra.
- Sarabanda
ritmo ternario, spesso secondo quarto puntato, in movimento lento.
Brano che consente maggiore espressività grazie ai suoi valori
melodici
- (eventuali altre danze)
- Giga
ritmo binario, semplice o composto, spesso con suddivisione ternaria,
di andamento mosso o a volte veloce.
Nel XVIII sec. la forma della Suite assunse più libertà in quanto il
brano introduttivo era d'obbligo ma potevano essere variate i brani
che seguivano.
SONATA - SINFONIA - CONCERTO
Le prime definizioni in termini generici di Sonata, Sinfonia e
Concerto si ebbero verso la fine del XVI sec. e inizio XVII sec.
SONATA
La Sonata fu l'evoluzione della Chanson francese, partendo da forma
di intrattenimento e arrivando ad essere un opera d'arte autonoma.
|--> Sonata a 2 | --> Da chiesa (Adagio,
| Allegro fugato,
| Adagio, Allegro)
|
Canzone --> Sonata |--> Sonata a 3 | --> Da camera (Allegro,
Adagio, Allegro,
Adagio, Allegro)
|--> Sonata solista
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ziomala666 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle forme e repertori musicali 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Conservatorio Statale di Musica Cesare Pollini - Padova o del prof Fortunato Federica.
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