L'intelligenza musicale secondo H Gardner
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L'intelligenza musicale secondo H.Gardner.
Il talento musicale è il dono che prima di ogni altro emerge
negli individui ma non si sa per quale motivo ciò avvenga.
Il numero di bambini prodigio è veramente alto e si possono
ipotizzare le seguenti motivazioni:
1- il bambino ha preso parte ad un programma d'istruzione
progettato in modo eccellente
2- vive in una famiglia in cui si respira musica
3- ha una forma di autismo particolare
In ogni caso il talento è espresso se l'ambiente lo favorisce in
qualche modo.
Naturalmente le sue prestazioni eccezionali per quanto
incredibili sono solo l'inizio perchè ciascun bambino deve
proseguire per la via intrapresa e conseguire un alto grado di
competenza musicale ma è possibile che non si arrivi mai a
questo alto livello.
Per capire meglio cosa avviene, Gardner ha pensato di
analizzare il percorso musicale di musicisti professionisti nei
quali alle normali doti musicali si è affiancato un
addestramento delle abilità ma non si è fermato qui perchè ha
voluto riflettere anche sulla perdita di competenze musicali
acquisite.
Egli ha analizzato un po' l'organizzazione cerebrale che rende
possibile l'attivazione dell'intelligenza musicale sia in forma
autonoma, nella nostra e in altre culture, ma ha anche voluto
vedere come essa interagisce con altre competenze umane.
I compositori
Gardner per le sue indagini ha preso in esame i compositori
tra le persone che hanno finito gli studi musicali e lavorano
con la musica.
Il compositore è colui che ha sempre le note in testa ed è
sempre impegnato a controllarle e rielaborarle. Quando
queste idee musicali cominciano a cristallizzarsi inizia la
composizione.
Il compositore può partire da qualsiasi cosa: un frammento
melodico, ritmico, armonico che si impadronisce della sua
attenzione e su cui comincia a lavorare. Spesso l'idea iniziale
stimola qualcosa di contrastante o di complementare ma di
sicuro tutto ciò che consegue ha rapporti con l'idea iniziale.
Le scelte vengono fatte quindi sempre all'interno di un disegno
che per il mondo esterno sembra misterioso ma per il
compositore ha una sua logica precisa.
Il compositore deve decidere quante ripetizioni, variazioni
armoniche, melodiche, ritmiche e contrappunti sono necessari
alla realizzazione del suo brano.
Per i compositori creare musica è naturale come mangiare e
dormire e l'unico elemento di mistero è l'idea originaria che
arriva come un dono dal cielo, una volta venuta l'idea lo
sviluppo e l'elaborazione segue in modo naturale grazie alla
conoscenza delle tecniche compositive.
Da dove arriva l'idea prima? La memoria sommerge
nell'inconscio un gran numero di cose che ode e il compositore
le richiama trasformandole.
L'esecutore ha il compito di rendere vivo ciò che il
compositore scrive e di renderlo chiaro anche all'ascoltatore
ma non è sempre facile capire e farsi capire: il compositore
d'avanguardia tenta di creare un nuovo linguaggio che non
sempre riesce a far capire a chi esegue e ascolta le sue opere, il
bambino piccolo cerca di capire le ninna nanne, l'esecutore
cerca di capire e comunicare la volontà del compositore.
In realtà ci sono abilità centrali che si trovano in ogni
individuo e che permettono la partecipazione all'esperienza
musicale di una cultura.
Le componenti dell'intelligenza musicale.
Gli elementi centrali della musica sono il tono, melodia, e il
ritmo.
Il tono è più importante in certe culture come quelle orientali,
ad esempio, che fanno uso di piccoli intervalli chiamati quarti
di tono mentre il ritmo è più sottolineato nelle culture africane
dove troviamo ritmi veramente molto complessi.
L'organizzazione della musica è orizzontale (suoni che si
dispiegano “nel tempo”) e verticale (suoni che si dispiegano
“nello stesso tempo” dando origine ad un suono armonico
consonante o dissonante).
Oltre al tono e al ritmo c'è il timbro che è la qualità del suono
data dallo strumento che lo produce.
Il senso dell'udito è importante ma è anche possibile che
individui sordi percepiscano caratteristiche musicali grazie
alle vibrazioni.
Ma non bisogna trascurare l'aspetto affettivo della musica che
tocca oltre alle orecchie il nostro essere. I positivisti affermano
che la musica non ha nessun riferimento extramusicale e la
descrivono con termini fisici e matematici eppure è difficile
non avere delle implicazioni emotive e Socrate riconobbe
molto presto le associazioni dei modi ionico e lidio alla
mollezza e quelli dorico e frigio al coraggio.
Nella psicoacustica è stato dimostrato ad esempio che i suoni
più acuti evocano emozioni positive negli ascoltatori.
Gli psicologi hanno cercato di esaminare il meccanismo per
mezzo del quale si percepiscono gli schemi musicali e si sono
distinte due posizioni diverse:
1-approccio dal basso verso l'alto: esamina i modi in cui gli
individui elaborano gli elementi basilari della musica quali
schemi ritmici e melodici facili e ai soggetti si chiede di
indicare se due schemi sono uguali, se due note sono eseguite
dallo stesso strumento. Alcuni musicisti contestano questo tipo
di approccio perchè esso non è valido quando si chiede di
individuare le stesse cose all'interno di un brano musicale.
2-approccio dall'alto verso il basso : ai soggetti si presentano
opere musicali e si esaminano le reazioni più semplici come
cambi di velocità, di dinamiche. Si possono anche dare
spiegazioni di tipo metaforico (pesante, leggera, tragica,
trionfale...)
Quest'ultimo approccio sembra più valido del primo ma è
difficile analizzarne i dati.
L'approccio più valido dovrebbe essere quello a metà strada
che propone di usare campioni musicali estesi più vicini alle
entità musicali vere in effetti ultimamente la ricerca a
presentato ai soggetti pezzi corti di brani musicali chiedendo
loro di riunire i brani con gli stessi schemi ritmici o lo stesso
andamento musicale. Quasi tutti i soggetti rilevano qualcosa
della struttura del brano e riescono addirittura a giudicare se
le conclusioni sono più o meno appropriate allo stesso.
Sono in grado di associare il ritmo di brani simili o di
completarlo in modo adeguato.
Anche gli individui con preparazione più modesta riescono a
valutare i rapporti gerarchici di dominante e tonica e quali
sono le tonalità più vicine per operare un' opportuna
modulazione..
A livello generale tutti gli individui posseggono naturalmente
schemi e strutture per ascoltare la musica
L'analogia col linguaggio verbale è piuttosto evidente: così
come possono essere separati i livelli di linguaggio
dall'elementare fonologico passando poi all'ordine delle
parole, al significato, alle storie, anche in ambito musicale è
possibile esaminare i singoli suoni, le frasi e passare poi alla
combinazione di strutture musicali maggiori con regole
organizzate .
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fermo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia musicale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Bologna - Unibo o del prof Fraschini Massimo.
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