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TEORIE DELL'INTELLIGENZA

Esistono 5 classi di teorie dell'intelligenza:

  1. Teorie unitarie

Le teorie unitarie concepiscono l'intelligenza come un'abilità generale e unica, ovviamente misurabile (approccio psicometrico). Spearman, uno dei principali promotori di una teoria unitaria dell'intelligenza, dimostrò che i risultati delle prove e di altre valutazioni (rendimento scolastico, stime) rimandavano a un'abilità intellettiva unitaria.

Secondo Spearman, per ogni abilità si potevano distinguere:

  • fattore generale g (o energia mentale): quid essenziale dell'intelligenza, determinato geneticamente;
  • fattori specifici s, ossia fattori che rispondono a abilità specifiche legate alle caratteristiche delle prove (abilità linguistica, spaziale, aritmetica).

Si parla quindi di teoria bi-fattoriale: è importante precisare che il fattore G e il fattore S non sono paritetici, ma il fattore G è dominante, mentre i fattori S sono specifici e dipendono dalle abilità richieste dalle prove.

s sono secondari: infatti maggiore è il g, maggiore è il livello di intelligenza. Oggi il g viene stimato attraverso il QI. 2) Teoria globali-maturative Le teorie globali-maturative concepiscono l'intelligenza come un insieme di funzioni generali che si sviluppano parallelamente con l'età: in questo approccio, si cerca di comprendere non tanto cosa sia l'intelligenza, quanto piuttosto quali sono i fattori che la rappresentano e che spiegano le differenze evolutive. Le scale originarie di Binet-Simon e di Wechsler si ispirano a questo approccio, anche se oggigiorno queste scale hanno comunque superato la concezione unitaria d'intelligenza. Stern, mettendo in relazione il concetto di età mentale (EM) introdotto da Binet con quello d'età cronologica (EC), definirà il quoziente intellettivo (QI). 3) Teorie multicomponenziali (o multiple) Molti autori concordano nel ritenere che una concezione unitaria

dell'intelligenza non potesse certo spiegare le tante potenzialità e specificità individuali: per questa ragione sono stati proposti modelli multi-componenziali dell'intelligenza (più forme di intelligenza), come i modelli di Thurstone, Gardner e Sternberg.

  1. Teoria triarchica di Sternberg

    Sternberg individuò tre forme di intelligenza alla base della cosiddetta "intelligenza efficace" che permette di agire efficacemente in un contesto:

    • Intelligenza analitica: riguarda le capacità astratte e di ragionamento logico (corrisponde al fattore g delle teorie unitarie); comprende tutto ciò che è: analizzare, confrontare, valutare, esprimere giudizi, etc.
    • Intelligenza creativa: rappresenta la capacità di individuare strade e soluzioni nuove; comprende tutto ciò che è: creare, inventare, scoprire, immaginare, ipotizzare, etc.
    • Intelligenza pratica: rappresenta la capacità di utilizzare quanto appreso

Un contesto concreto comprende tutto ciò che è: utilizzare strumenti, applicare procedure, mettere in atto progetti, dimostrare come fare, etc. Per un apprendimento significativo, è molto importante integrare queste 3 diverse forme di intelligenza. Ad esempio, confrontare 2 posizioni (ab. analitica), progettare ulteriori sviluppi (ab. creativa) e mettere in pratica quanto appreso a livello teorico (ab. pratica).

2) Teoria delle intelligenze multiple di Gardner

Gardner definisce l'intelligenza come la capacità di risolvere un problema o di creare prodotti apprezzabili all'interno di un contesto culturale. Gardner ipotizza la presenza di una molteplicità di forme di intelligenza, che vengono considerate interdipendenti l'una con l'altra e autonome, poiché localizzate in differenti aree cerebrali: prima 7, poi 8, e oggi sono 11.

1) Logico-matematica: capacità di operare su simboli e parole, di ragionare logicamente, stabilendo rapporti e

  • Verbale-linguistica: riguarda la sensibilità per il linguaggio (significato, suono, ordine delle parole) e la capacità di imparare le lingue e di utilizzarle.
  • Musicale: capacità di distinguere il significato e l'importanza dei suoni, nonché la capacità di riconoscere, eseguire e comporre schemi musicali.
  • Corporea-cinestetica: capacità di usare abilmente il proprio corpo per fini espressivi e pratici.
  • Visuo-spaziale: capacità di percepire forme e di riconoscere e utilizzare schemi spaziali.
  • Intrapersonale: capacità di regolare il proprio comportamento e di capire ed esprimere i propri sentimenti.
  • Interpersonale: capacità di cogliere la personalità, le intenzioni e i desideri degli altri.
  • Naturalista: capacità di riconoscere e classificare le specie vegetali ed animali e le caratteristiche dell'ambiente.
  • Spirituale: capacità di cogliere la dimensione spirituale e
  • religiosa.10) Esistenziale: capacità di porsi domande sul significato della vita/morte.

    11) Morale: capacità di rispettare gli altri e la vita.

    Questa teoria segna una svolta epocale rispetto alle teorie precedenti, soprattutto per le implicazioni pedagogiche che ne conseguono.

    Secondo Gardner, infatti, tutti possiedono queste forme di intelligenza ma in grado differente; pertanto, secondo questa teoria, ogni bambino apprenderebbe in modo differente e per questa ragione diventa importante stimolare tutte le forme di intelligenza, e non solo quelle privilegiate dal contesto socio-culturale di riferimento (in Occidente: logico-matematica e linguistica).

    3) Teoria delle abilità primarie di Thurstone

    Secondo Thurstone, esisterebbero delle abilità mentali primarie, cioè con pari dignità e esposizione, che non hanno né i tratti del fattore g né quello dei fattori specifici s; tali abilità sono:

     comprensione verbale

     fluenza verbale

    abilità numerica - visualizzazione spaziale - memoria - ragionamento - velocità percettiva

    NB: Le teorie multiple vennero però criticate:

    • non c'è una visione unica su quelle che sono le forme fondamentali di intelligenza
    • le abilità descritte spesso non sono né indipendenti, né equidistanti, né tantomeno sembrano avere la stessa importanza (le abilità logiche sono molto più importanti rispetto alla coordinazione motoria).

    4) Teorie gerarchiche

    Le teorie gerarchiche hanno tentato di conciliare le teorie unitarie con le teorie multi-componenziali, poiché concepiscono l'intelligenza come costituita da varie forme distinte, organizzate su più livelli gerarchici, che rimandano a un fattore generale (assimilabile al fattore g).

    La teoria di Carroll riprende e completa la teoria proposta da Cattell (= Investment theory), che aveva distinto:

    • intelligenza fluida (fattore principale): si basa su
    capacità logiche e consiste pertanto nellacapacità di elaborare info, ragionare, memorizzare etc (matrici di Raven). Intelligenza cristallizzata: è riconducibile al bagaglio di conoscenze, strategie e abilità che l'individuo sviluppa attraverso l'esperienza (test del vocabolario). L'intelligenza fluida permette di acquisire l'intelligenza cristallizzata. Nella teoria di Carroll, l'intelligenza (rappresentata come una sorta di piramide) è organizzata su 3 livelli: strato III (vertice della piramide): si trova il fattore g, che è ereditario e che influenza i livelli sottostanti; strato II: si trovano 9 ampie abilità cognitive, che comprendono anche la distinzione tra intelligenza fluida Gf e intelligenza cristallizzata Gc (+ visualizzazione, percezione uditiva, memoria a breve termine, recupero della memoria, velocità di elaborazione, conoscenza quantitativa, leggere e scrivere); strato III: si trovano.molteplici abilità ristrette.
    1. Teorie cognitive
    Le teorie cognitive ruotano attorno alla memoria di lavoro, intesa come capacità di tenere a mente ed elaborare più informazioni contemporaneamente. Nel modello a cono di Cornoldi, le varie strutture intellettive di base, che per il modello sono sostenute dalla ML (capacità di considerare/elaborare più info alla volta) sono organizzate gerarchicamente su un cono:
    • Alla base: si trovano le abilità intellettive specifiche, che vengono influenzate dalla specificità del materiale, ma che non richiedono molto controllo da parte della ML (ex: ricordarsi una frase richiede un basso controllo da parte della ML).
    • Al vertice: si trovano le abilità cognitive che richiedono il controllo massimo da parte della ML, ma che non vengono influenzate dalla natura del compito (ex: ricordarsi l'ultima parola di una serie di frasi richiede un notevole controllo della ML).
    Le strutture intellettive di

    base interagiscono con fattori:

    • esperenziali, che agiscono maggiormente sugli strati inferiori (abilità specifiche e influenzate dalla natura del compito);
    • motivazionali-culturali, che agiscono a più livelli;
    • emotivi-metacognitivi, che incidono maggiormente sui processi molto controllati.

    LA NATURA DELL'INTELLIGENZA SECONDO DWECK

    Il contesto in cui si cresce riveste un ruolo fondamentale, poiché può indirizzarci verso una concezione entitaria oppure incrementale dell'intelligenza; a tal proposito, Carol Dweck distingue:

    1. visione entitaria: tipica di chi considera l'intelligenza come un'entità fissa e stabile e pertanto non modificabile.

    Gli individui con una concezione entitaria dell'intelligenza, danno molta importanza al successo e al dover "dimostrare" il proprio valore, e pertanto, temendo il giudizio altrui, evitano situazioni nuove e preferiscono affrontare compiti già noti, possibilmente facili.

    1. Obbiettivi di prestazione: le emozioni associate a questa visione, come ansia e paura, riducono il piacere di imparare.
    2. Visione incrementale: tipica di chi crede che l'intelligenza sia modificabile. Gli individui con una concezione incrementale dell'intelligenza, credono di poter sempre migliorare e imparare, e pertanto ricercano attivamente situazioni nuove in cui poter sfidare le proprie abilità e migliorare (obbiettivi di padronanza). Le emozioni associate sono quindi positive: soddisfazione, entusiasmo, fiducia.

    Queste due prospettive portano a reagire in modo diametralmente opposto davanti al fallimento; infatti:

    • Nella visione entitaria: il fallimento spaventa e questo potrebbe portare al cosiddetto senso di impotenza appresa, la sensazione di chi associa il fallimento alla mancanza di intelligenza (Non sono abbastanza intelligente, è inutile che mi impegno, demotivazione).
    • Nella visione incrementale: il fallimento non spaventa, ma al contrario,
    spinge a
    Dettagli
    Publisher
    A.A. 2022-2023
    6 pagine
    SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

    I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ste_fi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'apprendimento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Cantoia Eliane Manuela.