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L’identità personale e il criterio psicologico.

In seguito al ‘naufragio’ del criterio della memoria, i filosofi hanno sostenuto che è

necessario ampliare la portata dei fattori presi in considerazione, affinché si dia

identità tra persone.

Il criterio psicologico, quindi, tiene in considerazione fattori quali il ricordo, la

costanza delle mie credenze, del mio carattere, dei miei desideri, …

Per il sostenitore di questo criterio, l’identità personale si ha quando c’è

connessione/continuità fra stati mentali in grado sufficiente.

Da notare, sin da subito, che anche il criterio psicologico distingue tra continuità e

connessione psicologica. Si ha continuità psicologica quando a e b sono il primo e

l’ultimo membro di una sequenza di persone, legate tra loro da nessi psicologici

diretti. Diversamente, si ha connessione psicologica quando le due persone sono

legate tra loro da nessi psicologici diretti.

La differenza tra il criterio della memoria e quello psicologico è:

1) Il criterio della memoria prendeva in considerazione solo la memoria,

diversamente dal criterio psicologico che considera anche altri fattori (costanza

delle mie credenze, dei miei desideri, del mio carattere, …).

2) Il criterio psicologico fa dell’identità personale una relazione graduabile, mentre

il criterio della memoria no.

Il criterio psicologico recita: “Siano a e b due persone, esistenti in un istante t e in un

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successivo istante t , a=b sse sono psicologicamente continue”.

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Anche questo criterio di identità personale è stato molto criticato.

Ecco le maggiori obiezioni:

1) Necessità e sufficienza: Williams ha fatto notare che ci potrebbero essere casi in

cui il criterio psicologico non fornisce né le condizioni necessarie né le condizioni

sufficienti perché si dia id. pers.

Immaginiamo che un neurochirurgo spietato decida di operarmi senza anestesia,

poiché così risparmierei, trasformandomi in una persona psicologicamente

continua con Napoleone. Il neurochirurgo premerà tre interruttori, il primo dei

quali cancellerà tutti i miei ricordi precedenti l’operazione, il secondo immetterà

nel mio cervello i quasi-ricordi di Napoleone, il terzo trasformerà il mio carattere

e lo renderà identico a quello di Napoleone. Bene, se Williams avesse ragione, ci

sarebbe una persona psicologicamente continua con Napoleone, ma non di meno

diversa organicamente da Napoleone; ci sarebbe, inoltre, una persona

psicologicamente discontinua con me, ma non di meno identica organicamente a

me.

2) Questione di quantità: il criterio psicologico fa dell’identità personale una

questione di gradi. Ma, se fosse così, e se stabilissimo una soglia precisa al di sotto

della quale non si dà identità tra persone, allora si darebbero casi in cui, a causa

della mancanza di un ricordo (ad esempio), io cesserei di esistere. Diversamente,

se lasciassimo impreciso il criterio psicologico, allora ci sarebbero casi in cui è

indeterminato se io esisto o meno.

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A.A. 2016-2017
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/01 Filosofia teoretica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher stefano_sonzogni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia teoretica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Bottani Andrea.