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due entità sono identiche o meno, è necessario che tra di esse vi sia una qualche relazione, che
le congiunge.
Ci sono stati anche filosofi che hanno sostenuto si possa essere scettici in merito all’esistenza
di criteri di identità personale.
- Alcuni pensano, infatti, che non si possano dare criteri di id. pers. poiché in realtà il concetto di
persona è un concetto primitivo, inanalizzabile.
- Altri hanno sostenuto che, in realtà, le persone sono entità complesse, entia successiva, riducibili
a entità più semplici.
- Altri ancora pensano che, a funzionare come persone, potrebbero essere anche entità di tipo
diverso (animali non umani).
Comunque sia, i filosofi analitici hanno fornito due tipologie di criteri di id. pers.:
1. Criterio di id. pers. sincronico: quando ci si riferisce ad un’entità esistente in un
determinato istante. Ad esempio, la persona che sto guardando ora è quella che sta
bevendo Martini al bar.
2. Criterio di id. pers. diacronico: quando ci si riferisce ad un’entità esistente in due istanti
diversi. Ad esempio, la persona che sto guardando ora è quella che ho incontrato ieri al
mercato.
Se decidessimo di partire dal problema mente-corpo, si potrebbero dare due soluzioni:
I. Identificare l’identità diacronica con una sostanza spirituale (anima)
II. Identificare l’identità diacronica con una sostanza materiale (corpo).
IL CRITERIO DELLA MEMORIA
Locke, in opposizione alle due soluzioni sopracitate, presentò un criterio di id. pers. che
individuava nella continuità della coscienza l’id. pers.
La continuità della coscienza dipende dalla memoria, perciò, se possiedo un ricordo di esperienze
passate, quel ricordo mi appartiene.
Il criterio recitava: “Siano a e b due persone, esistenti in un tempo t e in un successivo tempo t , a=b
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sse b si ricorda di qualche esperienza vissuta da a”.
Questo criterio ha ricevuto alcune critiche, vediamole:
1) Sonno: nella fase di sonno profondo, non R.E.M., io non ricordo di nessuna esperienza passata,
tuttavia continuerei a credere di essere identico a quella persona che esisteva prima.
- Risposta: il criterio viene riformulato nei termini di “facoltà di ricordo”. Così facendo, l’obiezione
viene smontata, poiché, nonostante io non ricordi nulla nel sonno profondo, potrei/ho la facoltà
di ricordami, e questa facoltà non viene persa nel sonno.
2) Mancanza di ricordi: sembra difficile pensare che io ricordi, in modo dettagliato e preciso, ciò
che 10 anni fa ad un’ora precisa è accaduto, a meno che non sia successo qualcosa di
importante.
3) Relazione non transitiva: nonostante io mi ricordi, o possa ricordarmi di qualche esperienza
vissuta da b; e b possa ricordarsi di qualche esperienza vissuta da c; io, non di meno, non
ricordo alcuna esperienza vissuta da c, nonostante continuerei a sostenere di essere identico
ad esso.
- Risposta a 2 e 3: viene introdotta la distinzione tra continuità e connessione mnemonica.