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L'estetica razionalisitca di Crousaz Pag. 1
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Estratto del documento

organizzati sensorialmente e gli effetti

dell’arte. Un altro elemento che troviamo è

la distinzione tra il gusto naturale e quello

acquisito che si lega a esperienze più

culturali e solo quest ultimo obbedisce a

principi e regole mentre l’altro è innato.

Anche D’Alambert è influenzato da Du

Bos, si chiede se un analisi filosofica sul

bello poterle renderlo meno intenso

abituandoci a parlarne con freddezza ciò

che in realtà dovremmo sentire con

trasporto. La sua risposta cerca di mediare

tra i sostenitori della razionalità del gusto e

quelli della sensibilità del gusto. Cerca di

mediare perché sostiene che nei giudizi di

gusto il sentimento costituisce l’elemento

prioritario del giudizio, e per seconda

interviene la razionalità ma senza ledere i

diritti della sensibilità. Nell’estetica del 700

non si trova solo un’estetica che valorizza

la sensibilità, ma si trova anche un’estetica

razionale in Jean-Pierre de Crousaz nel

“trattato sul bello” e in Yves-Marie André

nel “saggio sul bello”. L’importanza di

Crousaz è dato dal fatto che è il primo tra i

moderni a sviluppare sistematicamente il

tema del bello, e lo sviluppa in una

prospettiva cartesiana (dunque

razionalistica) e la prova del suo

orientamento è che egli sottolinea

l’esigenza di arrivare ad una definizione

razionale della bellezza. Questa oggettività

si confronta poi con il piano della

soggettività che però è a sua volta

razionale. La preoccupazione di Crousaz è

quella di ricercare i caratteri essenziali del

bello, egli sostiene che proprio per cercare

questi caratteri bisogna sganciarlo dalla

sfera dei sentimenti. In questa prospettiva

Crousaz approda ad una celebre formula

del bello come l’unità nella varietà: il bello

è tipico di oggetti o situazioni in cui

abbiamo da una parte un lato

unitario\globale, e dall’altra varietà.

Crousaz con questa formula intende a volte

una legge generale della natura, quindi

sono belli gli oggetti formati da parti coese,

altre volte intende invece una legge tipica

della conoscenza per cui il soggetto pur

attrae dalla varietà cerca a ricondurla a

ordine e unità. Quando egli parte a unita

nella varietà si riferisce infatti ad entrambe

le cose. Da questo punto di vista diventa

molto importante la dimensione teleologica

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Publisher
A.A. 2017-2018
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/04 Estetica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher toto_giada_g di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Estetica filosofica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia o del prof Contini Annamaria.