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costringendo i lavoratori a condurre una vita misera nelle proprie regioni
cercando occupazioni con le quali potessero appena sopravvivere.
Il regime fascista volle poi risolvere con spirito imperialistico il problema
di eccedenza di mano d'opera spingendo il paese alla conquista di nuovi
spazi coloniali o alla messa a valore di colonie già possedute proprio nel
momento in cui però i popoli africani ed asiatici cominciavano a prendere
coscienza della loro condizione di sfruttamento ponendo le basi della fine
di ogni impero coloniale.
Mussolini si preoccupò di trasferire in Libia un notevole numero di
famiglie di contadini affinchè facessero fruttare le terre aride e deserte.
L'emigrazione quindi è iniziata nell'800 a causa delle condizioni sociali,
politiche ed economiche.
Le carestie periodiche, la pressione fiscale (la proprietà terriera aveva 22
tipi di tasse) e la diffusa disoccupazione erano fonte di perenne scontento.
Il latifondismo imperava, la terra era lavorata da affittuari o braccianti.
Dagli affittuari i grandi proprietari esigevano grosse aliquote sui raccolti e
poco restava al contadino, soprattutto nei mesi invernali.
In contrasto c'erano le libere terre del West americano, poco abitate, dalle
spiagge orientali l'America si estendeva all'interno un territorio per 3.000
miglia.
In Europa la terra era poca e molti gli uomini, in America la terra era
molta e pochi gli uomini.
Per gran parte della sua vita il contadino italiano lavorava un terreno
spesso difficile, roccioso, aggrappato a pendenze notevoli.
In certe zone non c'era acqua e in altre avvenivano terribili inondazioni.
Molte erano le regioni paludose dove imperversavano malaria e colera.
In Italia si consumava poca carne (secondo paese in Europa dopo il
Portogallo) e il contadino, soprattutto al sud, mangiava pane ed acqua,
raramente la pasta e quasi mai la carne con conseguenze negative sulla
salute.
L'alternativa all'emigrazione era rimanere in un paese dove le condizioni
di vita diventavano sempre più basse.
I governi della giovane Italia unita ebbero il loro da fare a soffocare le
rivolte dei contadini affamati.
Dal 1880 al 1890 fu un esplodere di sommosse in città e campagna
soprattutto in Lombardia, Calabria, Sicilia. Sommosse che videro gli
operai disoccupati delle città unirsi ai contadini ridotti a vivere così. Tutte
le sommosse si spegnevano sotto la repressione del governo. C'era una
grande disparità tra la relativa ricchezza dell'Italia settentrionale e la
miseria del Sud e il governo viene considerato sempre di più un nemico
perchè i politici non comprendevano le difficoltà del popolo.
Lo scarso slancio della classe dirigente fece sì che i lavoratori fossero