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CAPITOLO 5. IL TEMPO DELL’ESPERIENZA IN IMPRESA: TRA APPRENDIMENTO E

OBSOLESCENZA

Il problema del “quando” deve intendersi principalmente come un problema di natura culturale,

ossia di coscienza del tempo; questa coscienza del tempo, ben al di là della mera velocità per la

varietà, favorisce l’apprendimento tempestivo e tempistico delle mutevoli istanze emergenti dal

contesto, interno ed esterno, consentendo la necessaria sincronizzazione delle risposte dell’impresa

alla variabilità ambientale. In questo modo, essa viene a rappresentare una forma di conoscenza dei

valori e delle attese espressi dall’organizzazione nel suo divenire e dal contesto esterno con il quale

interagisce. Le dinamiche temporali influenzano anche profondamente le dinamiche cognitive

d’impresa. Tempo e conoscenza si alimentano di cultura e, influenzandosi reciprocamente,

producono sapere premiante in termini di vantaggio competitivo.

Il tempo coevolutivo

Nella sua accezione più strategica, apprendere vuol dire sviluppare conoscenze nuove per l’azione.

La coscienza del tempo e la competenza temporale consentono la minimizzazione dei tempi di

apprendimento dal contesto, la puntualità di apprendimento e la traduzione del sapere accumulato in

progetti innovativi, di ampio respiro e realistici perché attuati al tempo giusto. Esiste dunque un

nesso che lega il tempo alla conoscenza ai fini della creazione di valore, sintetizzabile nel binomio

tempo – conoscenza. Si tratta di un legame che trova manifestazione nell’apprendimento né troppo

tardi né troppo presto, utile per indirizzare l’evoluzione dell’organizzazione in rapporto dialettico

sincronico con la variabilità dell’ambiente (coevoluzione impresa-ambiente). Ciò si rende possibile

adottando un’interpretazione soggettiva o qualitativa del tempo, che ne consideri i caratteri

propriamente di storicità (socio-culturali), pur non prescindendo da quella oggettiva o quantitativa,

focalizzata sui caratteri meccanicistici del tempo (fisico- matematici).

La prospettiva oggettiva:

affonda le sue radici nella impostazione meccanicistica dell’universo (tempo come oggettivamente

dato) ed è alla base della concezione newtoniana di tempo fisico-matematico. Ad essa si correla

l’accezione di tempo fisico-meccanicistico: il tempo è un flusso “oggettivo”, lineare a progressione

costante, che segue le regole del moto meccanico, continuo e uniforme. Come tale, esso è

reversibile, percepibile ed interpretabile univocamente ed è misurabile mediante il metodo

matematico. Questa interpretazione è rilevante per l’impresa, giacché indispensabile per

l’ordinamento delle attività e dei processi al suo interno. Si correla all’apprendimento adattivo!

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La prospettiva soggettiva:

trova le sue radici profonde nella concezione relativistica einsteiniana del tempo (tempo come

soggettivamente percepito) ed è alla base dell’impostazione sociologica e biologica sul concetto di

tempo. A questa prospettiva si correla l’accezione di tempo socio-culturale: il tempo è un flusso

“vissuto”, che esiste nella mente di chi lo percepisce e lo interpreta (percezione qualitativa della

durata temporale). Rappresenta una indispensabile forma di conoscenza da utilizzare per orientarne

l’evoluzione. Si correla all’apprendimento generativo!

La concezione oggettiva è strumentale a quella soggettiva. I Caratteri soci-culturali e caratteri

meccanicistici del tempo si intersecano mirabilmente in modo armonico, perché il tempo non è dato

solamente da una sterile successione matematica di unità temporali razionalmente e univocamente

concepita, bensì costituisce una successione critica di esperienze, alla cui base è la conoscenza.

Nelle discipline aziendalistiche la dimensione temporale è stata finora considerata prevalentemente

secondo una prospettiva oggettiva, producendo impostazioni sul ruolo del tempo nell’impresa

focalizzate su aspetti particolari e parziali della problematica. Si ha avuto quindi la prospettiva time

based competition con approcci quali la time efficiency. Questa si focalizza sulle problematiche di

compressione dei tempi per il vantaggio competitivo, laddove il tempo rappresenta una grandezza

fisica costante (l’unità di tempo) sulla base della quale è possibile misurare i vantaggi competitivi

connessi ai maggiori livelli di efficienza e/o flessibilità raggiunti dall’impresa. In una visione

storicistica, che pure non trascura i caratteri di oggettività del tempo, il tempo si qualifica come

fattore di coevoluzione culturale impresa-ambiente (per brevità, chiamato tempo coevolutivo). Il

tempo coevolutivo è l’espressione del rapporto dialettico tra valori culturali diversi e molteplici che

connotano l’esistenza dell’organizzazione nel suo divenire. In altri termini, il tempo coevolutivo è

conoscenza che si sviluppa nel tempo e col tempo (da cui binomio tempo-conoscenza). Ecco quindi

che il tempo non si configura più solo quale semplice flusso continuo da utilizzare esclusivamente

come unità di misura: esso diviene il tempo “vissuto”, il tempo dell’esperienza interiore che “vive”

il cambiamento. Il dualismo tra prospettiva oggettiva e soggettiva perde significato. Infatti:

- la prospettiva oggettiva viene adottata:

per esigenze di ordine, regolarità e rapidità dei processi operativi (decisionali e gestionali)

prevale la necessità di gestire il tempo nel quotidiano, in termini soprattutto di una sua adeguata

e coordinata compressione, affidandosi inevitabilmente a schemi culturali meccanicistici.

- La prospettiva soggettiva viene adottata:

per esigenze di governo dei rapporti impresa-ambiente per i quali conviene affidarsi ad una

concezione di tempo a chiara impronta culturale, una forma di conoscenza capace di orientare

l’apprendimento organizzativo.

Il tempo coevolutivo è dunque una dimensione del tempo che comprende entrambe le accezioni.

Inoltre, queste sono inscindibili, e quella soggettiva ingloba quella oggettiva. Quindi, il tempo è uno

fra i più preziosi strumenti di orientamento di cui l’uomo dispone e comprende in sé entrambe le

suddette accezioni (oggettiva e soggettiva) in un unicuum difficilmente scindibile, prodotto delle

necessità di socializzazione e di razionalizzazione. Con l’espressione “interpretazione del tempo” si

vuole indicare il processo che conduce individui, gruppi, organizzazioni complesse a prendere

coscienza del tempo. Studiare il tempo significa studiare gli uomini all’interno dei contesti cui

appartengono e non scissi da essi. Non v’è dubbio che una migliore integrazione anche temporale

all’interno della struttura tra persone e tecnologie costituisce una fonte importante della capacità

dell’organizzazione di dare soluzioni tempestive e al tempo giusto ai problemi posti dall’evoluzione

ambientale. L’interpretazione del tempo conduce ad una forma di conoscenza che rappresenta un

arricchimento delle esperienze dell’organizzazione sul piano simbolico. Essa è strettamente

collegata al concetto di indeterminatezza del futuro. La concezione evolutiva dell’apprendimento

organizzativo conduce ad enfatizzare il concetto che le tre variabili:

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- conoscenza,

- tempestività (velocità di apprendimento)

- tempismo (tempo giusto per agire),

se correttamente integrate, costituiscono un presupposto essenziale per mettere in atto dinamiche

cognitive generatrici di valore, perché frutto di una dialettica costante con i contesti di riferimento.

La coscienza del tempo, infatti, permette all’impresa di percepire la continuità e l’integrazione

esistente tra le proprie azioni al presente e gli eventi futuri. In ottica di rapporto tra apprendimento e

vantaggio competitivo la sintesi del legame tra tempo e conoscenza è costituita dalla time based

competitive knowledge:

time based competitive knowledge (conoscenza competitiva basata sul tempo):

Trattasi di un approccio culturale che pone l’enfasi sull’armonica gestione di tempo e conoscenza

nella strategia. Tutti gli sforzi in termini di tempo sono volti a migliorare la capacità di

sincronizzazione dell’impresa alla variabilità ambientale per la creazione di successi o vantaggi

competitivi capaci di generare valore economico nel tempo. Alla base di tale approccio è il

fondamentale passaggio dalla prospettiva temporale fondata sulla velocità dell’impresa per la

creazione di vantaggi competitivi (time based competition) alla prospettiva temporale basata sul

cambiamento dell’impresa attraverso tempestivi e tempistici processi di generazione, sviluppo e

attuazione delle conoscenze per il successo o vantaggio competitivo (time based competitive

knowledge).

In breve, conoscenze adeguate anche nel tempo e col tempo producono una fondamentale fonte del

vantaggio competitivo. Il tempo è dunque un fattore capace di valorizzare il patrimonio di

conoscenze dell’impresa: nessuna conoscenza, nessuna competenza e nessuna azione valgono al di

fuori del loro tempo. Solo dalla combinazione di tempo e conoscenza si possono derivare azioni

dotate di senso in contesti dove regna l’incertezza.

problematiche che sempre più la conoscenza pone nell’organizzazione:

sviluppo nuove competenze

• appropriazione o l’imitazione delle idee altrui

• condivisione della conoscenza all’interno e all’esterno dell’impresa

• la conoscenza è soggetta inevitabilmente ad invalidazione con il passare del tempo

Il tempo può esplicare la sua funzione valorizzatrice almeno in quattro fasi:

sviluppo tempestivo e al momento giusto di nuove conoscenze

• diffusione (condivisione) tempestiva della conoscenza per generare nuove capacità e,

• quindi, nuove azioni; adeguati codici temporali.

attuazione tempestiva e al tempo giusto della conoscenza in concrete azioni

• ottimizzazione della conoscenza accumulata

È necessario apprendere con tempestività (rapidamente) e tempismo (al tempo giusto) per agire al

“tempo giusto” (ossia nel momento in cui è massima la conoscenza degli eventi e dei loro effetti

sull’agire d’impresa). La mera “velocità per la varietà” in mancanza di un’adeguata

sincronizzazione alla variabilità ambientale rimane fine a se stessa e, anziché produrre, può

distruggere valore (dark side of time-based competition).

Si evidenzia l’importante funzione del tempo come catalizzatore di cambiamenti anche d’ampia

portata, sincronizzati alla variabilità ambientale e armonicamente c

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A.A. 2013-2014
89 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jstew di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Knowledge Management e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Paniccia Paola Maria.