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Feuerbach e il
fondamentali.
- Nelle tesi Marx definisce qual è la posizione gnoseologica del marxismo elaborando la nozione di
prassi.
- Attraversi queste tesi si compie il distacco di Marx da Feuerbach (tesi 4-9)
- Infine definisce il superamento della filosofia nella politica
Nella prima tesi Marx affronta la : la filosofia di Hegel è concentrata sul ruolo dell’intelletto e non sulla
sensibilità, mentre quella di Feuerbach è concentrata sulla sensibilità (è cioè passiva). Per Marx sbagliano
entrambi, perché la conoscenza dell’uomo si basa su una sensibilità attiva, perciò recupera da Feuerbach il fatto
tipica dell’intelletto
che la conoscenza parta dalla sensibilità, ma la concepisce attiva, riprendendo la caratteristica
Da qui, inserisce la nozione di prassi; l’uomo nel corso della sua esistenza
hegeliano. fa delle esperienze che
elaborano delle teorie, che debbono essere continuamente confrontate con la pratica perché a pratica è l’unica
cosa che ti fa capire quali sono gli errori teorici, e quindi ti consente di correggere la teoria. Per prassi noi
intendiamo un circuito virtuoso tra teoria e pratica
Le tesi dalla quarta alla nona riguardano la critica a Feuerbach, nelle quali Marx ritiene che Feuerbach è stato
bravo nell’individuare il fatto che il segreto della Sacra Famiglia fosse all’interno della famiglia terrena. Tuttavia
l’errore di Feuerbach sta nel fatto che la sua critica non fu abbastanza radicale, perciò avrebbe dovuto tornare
ancora più indietro, perché non ha capito che l’uomo non ha un’essenza, un ma l’uomo è l’insieme dei
wesen,
rapporti sociali.
Nell’ultima tesi su Feuerbach Marx sostiene che i filosofi hanno soltanto diversamente interpretato il mondo; si
tratta di trasformarlo.
Marx nel 1856 che viene concepito come “sintesi” de “Il capitale”, nel senso che tutti i temi presenti nel capitale
sono presenti anche qui, che si intitola “Per la critica dell’economia politica”. Di quest’opera è importante anche
l’introduzione, in cui è presente la presentazione dei concetti di struttura e sovrastruttura, importantissimi in
Marx. La prefazione fu scritta nel 1857 Marx dice che nell’analisi della società bisogna distinguere la struttura e
la sovrastruttura.
La struttura è il tipo di economia che è presente in un determinato momento storico. Si compone delle forze
produttive più i rapporti di produzione. Le forze produttive sono i produttori (contadino, artigiano, operaio,
i mezzi di produzione (terra, lavoro e capitale) e le conoscenze tecniche che una determinata
imprenditore…),
epoca possiede. I rapporti di proprietà sono i rapporti di produzione, perciò sono intesi come chi possiede i mezzi
di produzione.
La sovrastruttura riguarda i rapporti giuridici, cioè le leggi, le dottrine etiche, religiose, il tipo di filosofia e la
cultura del paese. Il fatto che Marx parli di cultura come sovrastruttura, significa che la struttura economica
condiziona la sovrastruttura, e quindi la cultura, ma lascia anche aperta la possibilità che sia la sovrastruttura a
influenzare la struttura economica.
Attraverso questi concetti Marx spiega anche i motivi per cui avvengono le rivoluzioni nella storia, e cioè che
quando le forze produttive entrano in scontro con i rapporti di produzione scoppia una fase di rivoluzione sociale.
3. Il manifesto del partito comunista
Il manifesto si apre con una celebre affermazione:
“Uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro del Comunismo”
e si chiude con
“Proletari di tutto il mondo, unitevi.”
L’Europa viene vista come qualcosa che ha paura di uno spettro. Con il manifesto nasce il materialismo storico.
Antonio Gramsci, nei “Quaderni dal carcere”, dirà poi che bisognerà dare più importanza al termine “storico” che
al termine “materialismo”. Il manifesto cerca quindi di trovare spiegazioni materiali della storia, ma risulta essere
Hegel riteneva che la storia fosse evoluzione dello spirito e dell’assoluto.
in una posizione anti-hegeliana;
Marx inventa la nozione di Classe sociale, ovvero un raggruppamento di persone che combattono per i medesimi
obiettivi. La classe può essere in sé, quando manca la coscienza di classe e la consapevolezza di essere tale, o per
sé, quando la classe acquisisce la consapevolezza e ne diviene un partito.
Marx, inoltre, nel Manifesto ritiene che tutta la storia sia una lotta di classi; in essa ci sono sempre stati e sempre
ci saranno oppressi ed oppressori che entrano in conflitto fra di loro. Nel mondo greco, ad esempio, la lotta era tra
liberi e schiavi; a Roma tra patrizi e plebei; nel medioevo tra Re e nobili e poi tra nobili e borghesia. La classe
rivoluzionaria. Cambia quindi la modalità con cui l’economia è strutturata quando vince la
vincente è detta classe
classe oppressa; cambiano le leggi per adeguarle ai propri interessi. Marx infatti definisce lo stato come il
comitato di affari della borghesia; cambia anche la mentalità e la cultura. Con una battuta crudele Marx dice
che quando ha vinto la borghesia sono venuti meno i valori come la nobiltà d’animo, il valore cavalleresco e tutto
è stato trasformato nel nudo pagamento in contanti. Nella contemporaneità di Marx (1800) il conflitto è tra
borghesia e proletariato, rispettivamente oppressori e oppressi. Il termine proletario in Marx ha il significato di
sopravvive soltanto grazie all’utilizzo della forza lavoro.
colui che La classe proletaria, possedendo solo la forza
lavoro, è costretta quindi a lavorare per i borghesi che
posseggono capitale e terra, ed è sfruttata, perché quando il
proletario lavora non viene pagato per i numero di ore lavorate,
ma di meno, e la quantità di ore non pagate è detta plusvalore, o
pluslavoro, che entra a far parte del profitto del capitalista.
L’unico modo per superare lo sfruttamento è espropriare i mezzi di produzione. Secondo Marx, infatti, esiste una
classe che possiede il capitale come mezzo di produzione e i proletari, che invece posseggono la forza lavoro. Per
eliminare lo sfruttamento dei primi sui secondi, bisogna abolire la proprietà privata dei mezzi di produzione.
Per fare ciò ovviamente potrebbero essere necessarie configurazioni violente. Queste posizioni nel manifesto sono
tipicamente giovanili, e infatti nel corso del tempo Marx cambierà opinione: ne “Il capitale” immaginerà che il
capitalismo morirà di morte propria, soccombendo alle proprie contraddizioni, tendendo a diminuire gli esponenti
della classe borghese, aumentare il numero dei proletari, finché la rivoluzione non si configurerà come una
“spallata” finale. In seguito alla rivoluzione
1. Il proletariato deve espropriare la proprietà fondiaria
2. Bisogna inserire una imposta progressiva sui redditi
E’ necessario abolire il diritto di successione
3.
4. Si deve accentrare il credito nelle mani dello stato
5. Si deve accentrare i mezzi di trasporto nelle mani dello stato
6. Lo stato deve dare vita alle imprese e gestire i terreni in maniera collettiva
7. Il lavoro deve diventare obbligatorio per tutti
Bisogna rendere pubblica e gratuita l’istruzione per tutti i fanciulli
8.
9. Si deve abolire il lavoro minorile
Deve nascere l’istruzione
10. tecnica
La rivoluzione è articolata in tre parti.
–
Parte 1 Rivoluzione più o meno violenta.
–
Parte 2 Stato transitorio o dittatura del proletariato: si applicano questi 10 punti e si accentua il potere tutto
nelle mani dello stato.
– Abolizione dello stato e nascita di ciò che Marx chiama “società o “regno dei fini”. In
Parte 3 comunista”
questa parte si deve abolire la divisione del lavoro per consentire che “Il libero sviluppo di ciascuno sia la
condizione per il libero sviluppo di tutti”.
4. Il Capitale
Negli anni successivi Marx si dedica alla pubblicazione de “Il capitale”, diviso in 3 volumi, pubblicati
rispettivamente nel ’67, nell’85 e nel ’94. Considerato che Marx morì nell’83, è chiaro che lui stesso revisionò
solo il primo volume, mentre gli altri 2 furono a cura di Engels.
Nel primo volume Marx distingue i mezzi di produzione in terra, lavoro e capitale (come Adam Smith). Ognuno
di questi mezzi possiede una propria remunerazione. La terra viene remunerata con la rendita, il lavoro con il
salario e il capitale con il profitto.
TERRA RENDITA
LAVORO SALARIO
CAPITALE PROFITTO
Per spiegare cosa sia il profitto, Marx introduce il concetto di valore d’uso e valore di scambio.
valore d’uso di un prodotto dipende “dallo stomaco e dalla fantasia”. E’ il valore che ogni persona attribuisce
Il
ad un pene da un punto di vista. Esso non fissa un prezzo standard, perché dipende dalle condizioni di mercato, e
annulla il feticismo della merce, cioè l’idea che la merce abbia un valore in sé.
invece è il valore che permette ad una merce di essere scambiata con un’altra. Ne deriva che
Il valore di scambio
varia quindi dalla quantità di lavoro socialmente necessaria per produrre un bene, cioè secondo la produttività
media esistente in un determinato periodo storico. Riprende quindi la teoria del valore-lavoro di Adam Smith e
David Riccardo.
La formula generale che segue il Capitale è D M D
1
Denaro merce denaro
Quindi D < D
1
Secondo Marx il valore di scambio viene sancito dal tempo impiegato per produrre una merce. Dicendo ciò
aderisce alla teoria del valore-lavoro, ovvero alla teoria che ritiene che il valore di un bene dipenda dalla quantità
di lavoro che contiene. Marx fa anche una critica al “feticismo che ritiene che la merce abbia un
della merce”,
valore in sé: per Marx non è cosi, bensì il valore cambia con il tempo. Il denaro ha valore perché è la misura
fenomenica del lavoro. Il capitalismo è caratterizzato da una formula. Si investe del denaro (D) per produrre una
merce (M) che rivendo per ricavare altro denaro (D ), che deve necessariamente essere maggiore del denaro
1
investito.
Il plusvalore (o pluslavoro) è il grado di sfruttamento economico (non morale) della classe lavoratrice, perché
rappresenta la quantità di ore non retribuite attraverso il salario. Il salario per la visione capitalistica deve essere
non uguale o comunque minore della quantità di lavoro, e deve rappresentare il denaro minimo necessario alla
sussistenza. Più il plusvalore sale, più