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Jung, l'applicabilità pratica dell'analisi dei sogni
Lo scopo che si propone l'analisi dei sogni è quello di rintracciare e rendere coscienti
contenuti psichici finora inconsci e che si ritengono importanti per la spiegazione o la
terapia di una nevrosi. La nostra ipotesi è che l'inconscio abbia importanza etiologica
e che i sogni siano la diretta espressione di attività psichiche inconsce.
Il sogno riproduce quella situazione interiore del soggetto che la coscienza non vuol
riconoscere, o riconosce solo a malincuore, come vera e tale. Jung considerava i
sogni alla stregua della manifestazioni fisiologiche: se nell'urina appare lo zucchero,
c'è zucchero, e non qualche altra cosa. Il sogno, quindi, deve essere trattato come un
fatto che può essere utilizzato per la diagnosi. Non da tutti i sogni, però, è
rintracciabile un fattore etiologico di una nevrosi.
Per le nevrosi: Jung non nega il fatto che molte nevrosi siano d'origine traumatica, ma
contesta che alla base di tutte le nevrosi vi sia un fatto traumatico, nel senso di
un'esperienza infantile traumatica. Il terapeuta, adottando una tal concezione, assume
di fronte alla malattia una impostazione causalistica; volge cioè la sua attenzione
soprattutto al passato, si occupa solo del “perchè” e non dello “scopo”, altrettanto
essenziale; e ciò costituisce spesso un grave danno per il pz, il quale viene così
costretto a ricercare una ipotetica esperienza infantile, mentre vengono trascurate
cose che potrebbero avere per lui importanza immediata. L'impostazione causalistica,
quindi, è troppo ristretta, poiché si trascura la principale produzione del sogno.
L'interpretazione del sogno, per essere considerata esatta, deve ottenere il consenso
del pz. Con un sogno che non sia senz'altro trasparente, non ci si deve proporre di
comprendere e d'interpretare subito, ma di determinare con cure il contesto. Non
intendo con ciò una serie illimitata di “libere associazioni” a partire dalle immagini
del sogno, ma un accurato e consapevole chiarimento di quei legami associativi che
sono obiettivamente raggruppati in un'immagine onirica. Con le associazioni libere,
infatti, non giungerò allo scopo. Certo, con le associazioni libere arrivo a tutti i miei
complessi; ma per questo non ho bisogno del sogno. Per comprendere il significato
del sogno debbo invece mantenermi fermo per quanto possibile alle immagini
oniriche. Se un tale sogna un “tavolo d'abete”, non serve a nulla che egli vi associ la
propria scrivania: anzitutto perchè essa non è fatta di legno d'abete; mentre il sogno
indica espressamente un tavolo di legno d'abete. Supponiamo ora che al sogg non
venga niente in mente. Ciò che conviene fare è tornare all'immagine e dire al pz:
“supponga per un momento che io ignori il significato delle parole “tavolo d'abete”, e
mi dia lei una descrizione dell'oggetto e delle sue particolarità, tale da farmi capire di
che cosa si tratta”. In tal modo si riesce a stabilire con una certa approssimazione il
contesto complessivo dell'immagine onirica. E quando si è fatto ciò per tutto il sogno,
si può affrontare il rischio dell'interpretazione. Ogni interpretazione è un ipotesi.
Dal momento che i sogni ci permettono di renderci conto della nascosta vita interiore
e di quelle componenti della personalità del pz che nella vita diurna appaiono solo
come sintomi nevrotici, il pz non può essere curato soltanto in base alla coscienza e
in essa, ma ha bisogno anche di una cura dell'inconscio. Ciò si può fare solo
determinando una progressiva assimilazione dei contenuti dell'inconscio da parte
della coscienza. Per assimilazione si intende una reciproca compenetrazione di