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TIPO INTUIZIONE

Con atteggiamento estroverso Con atteggiamento introverso

È orientato verso l’oggetto, ma, al

contrario di quello sensoriale, il valore Indirizza la propria intuizione verso il

delle cose risiede non in ciò che è mondo interno, distanziandosi dalla

universalmente riconosciuto, ma in ciò realtà tangibile → come può accadere ai

che promette di realizzarsi nel futuro → profeti, ai mistici, ai sognatori e ai poeti.

assume «un certo atteggiamento di attesa,

cercando di guardare addentro alle cose»,

per costruire «immagini o idee di relazione

che con altre funzioni non potrebbero

essere ottenute» (stai in meditazione in

attesa che si realizzi qualcosa).

ARCHETIPI E INCONSCIO COLLETTIVO

Inizialmente Jung definisce gli archetipi come immagini primordiali che non hanno ancora

una forma, delle categorie mentali che noi esseri umani condividiamo a prescindere dal

livello culturale o posizione geografica e che riguardano anche le società primitive.

Sono derivati da una sorta di memoria filogenetica: affondano le proprie radici nella biologia

umana e nelle tradizioni culturali stratificate nel corso dei secoli.

Sono collettivamente inconsci perché trasversalmente presenti in questa memoria arcaica,

primitiva. Questi infatti vengono riproposti nei miti e nelle favole e si presentano nelle

fantasie, nei sogni e anche nei deliri.

es. favola di cappuccetto rosso: lupo cattivo rappresenta un archetipo che al bambino non

trasmette l'idea che deve avere paura del lupo in quanto animale, ma in realtà rappresenta

l’immagine ampia del pericolo che si corre quando ci si muove da soli in ambienti in cui non

ci si doveva addentrare.

In Riflessioni teoriche sull’essenza della psiche (1947), Jung distingue tra:

Archetipo: struttura biologica, carica di energia motivante, irrappresentabile e afferrabile

solo approssimativamente → «fattore psicoide che appartiene (...) alla parte invisibile,

ultravioletta dello spettro psichico»

Rappresentazioni archetipiche: a differenza dell’archetipo, queste possono essere

riconosciute e se ne può cogliere l’incidenza sul piano psichico individuale e collettivo, nella

forma di simboli, motivi religiosi e immagini mitologiche.

I SIMBOLI: svolgono una funzione fondamentale di mediazione fra l’inconscio e la

coscienza (l’inconscio è l’archetipo, la parte inafferrabile che non ha una forma e a

cui viene data una forma attraverso questo simbolo) → ciò che essi esprimono non

viene mai compreso e afferrato totalmente, ma è un linguaggio che va tradotto (sono

qualcosa che rappresenta qualcos'altro che invece è inafferrabile). Il simbolo è la

forma della rappresentazione archetipica.

Ciò che i simboli esprimono è sempre qualcosa di più di quello che può pervenire alla

coscienza: «il simbolo è vivo finché è pregno di significato», ma perde il suo valore

nel momento in cui, dando alla luce il suo significato diventa un segno.

es. se si pensa che, con la favola di cappuccetto, l'obiettivo sia quello di far capire al

bambino che deve aver paura del lupo, quel lupo non è più un simbolo, ma è un segno.

Affinché l’archetipo assuma una forma che possa essere condivisa sotto forma di

simbolo, deve essere rappresentato simbolicamente; le rappresentazioni archetipiche

sono riconosciute e se ne coglie il valore perché sono sottoforma di simboli con i

quali siamo in grado di entrare in contatto.

ARCHITETTURA DELLA MENTE

Con architettura non facciamo riferimento a come è formata la mente, ma al ruolo giocato

dall’inconscio dell’individuo e collettivo all’interno di un processo che accompagna la crescita

dell’individuo per portarlo alla massima realizzazione del Sé → processo di individuazione

Si articola secondo tre modalità di funzionamento:

● La coscienza (regolata dall’Io);

● L’inconscio personale;

● L’inconscio collettivo.

PROCESSO DI INDIVIDUAZIONE

Prevede diversi stadi, che partono dalla originaria indifferenziazione del bambino e dalla

totale dipendenza dai genitori, per arrivare allo stato di maturità, passando attraverso

graduali differenziazioni ed emancipazioni, che consentono di divenire un essere unico, nella

più intima, incomparabile e singolare peculiarità

→ diventare se stessi, realizzare il proprio Sé.

Quando iniziamo ad accedere a processo di consapevolezza che ci porta alla piena

realizzazione dell'individuo noi stiamo iniziando un processo di individuazione che, a partire

da quello che avviene nelle prime fasi dello sviluppo, arriva ad uno stato di alta maturità

(massima realizzazione del sé) attraverso una serie di emancipazioni. Queste emancipazioni

sono il prendere coscienza di quella parte opposta che ci rappresenta, a diversi livelli.

Il processo di individuazione passa attraverso una serie di fasi che dalle dimensioni più

coscienti a che uniscono l’individuo nella sua unicità arrivano a qualcosa di più ampio che è

collettivamente riconosciuto.

Lo scopo dell'individuazione è quello di concepire intimamente sé stessi come soggetti veri,

concreti, reali, viventi, ma che stanno sotto a un essere più alto (che non è necessariamente

dio, è una mente collettiva che ci rappresenta tutti).

Meta dell’analisi freudiana: rafforzare l’Io

Meta dell’analisi Junghiana: l’individuazione, ossia la massima realizzazione dell’esperienza

personale

La libido spinge verso la crescita psicologica e l’INDIVIDUAZIONE.

La libido è dunque anche un’energia creativa, nella misura in cui produce rappresentazioni

simboliche dello stato mentale inconscio e le propone alla coscienza individuale: se il

significato di tali rappresentazioni simboliche viene interpretato correttamente, la coscienza

individuale può procedere verso forme nuove di adattamento.

Indicatori archetipici del processo di individuazione sono:

● L’Ombra;

● L’Animus e l’Anima;

● Spirito (Il Vecchio Saggio e la Magna Mater);

● Il Sé.

INCONSCIO PERSONALE

Viene descritto come un gioco dinamico che si esercita tra le opposte istanze della Persona

e dell’Ombra → strato intermedio che conduce all’inconscio collettivo

PERSONA: traduce la relazione dell’Io con il mondo esterno e comprende l’insieme dei

comportamenti esteriori della personalità dell’individuo → è una «maschera», un'apparenza

che può essere utilizzata a seconda delle diverse esigenze della collettività, è quello che

coscientemente io presento esteriormente come caratteristiche della mia personalità.

(primo stadio funzionale del falso Sé di Winnicott)

In alcuni casi la Persona può paralizzare qualsiasi aspetto dell’esperienza soggettiva.

Quando la maschera che decido di mostrare diventa preponderante, questa dimensione

paralizza tutta l’esperienza dell’individuo.

(stato patologico del falso Sé di Winnicott)

Ciò accade quando l’Io si identifica con la Persona, impoverendo la propria

esperienza → questo appiattimento ostacola il processo di individuazione dell’individuo

OMBRA: parte oscura della personalità, è meno differenziata dall’Io rispetto alla persona

perché è più inconscia, rappresenta quello che facciamo fatica a riconoscerci;

è la parte dell'inconscio personale che media la relazione con l'inconscio collettivo

Siccome anche l’Ombra segue la legge della compensazione, cioè si comporta in

modo compensatorio rispetto alla coscienza, il suo effetto può essere tanto negativo

quanto positivo:

Negativo: quando include aspetti indesiderati della personalità della famiglia e della

collettività, che vengono proiettati all’esterno e, dunque, non riconosciuti come propri;

Positivo: quando facilita istinti normali, reazioni appropriate, percezioni realistiche e impulsi

creativi.

L’ombra è il primo stadio del processo di individuazione che vede poi immagini

archetipiche - come l’animus e l'anima - poi ancora più a livello trascendentale quelle

dello spirito, per arrivare infine al Sé.

Dopo l'ombra, che mette in connessione l’inconscio individuale con l'inconscio collettivo,

arrivano le immagini archetipiche dell'inconscio collettivo che sono l’Animus e l’Anima.

INCONSCIO COLLETTIVO

Sono «personificazioni dell’inconscio» inevitabilmente accoppiate (come nella biologia)

e rappresentano rispettivamente il maschile ed il femminile → nell’uomo e nella donna, la

virilità e la femminilità hanno caratteristiche rimosse e contrastanti con le manifestazioni

psichiche esteriori

Nell’inconscio della donna: l’ANIMUS interpreta l’immagine ereditaria collettiva dell’uomo

(solitamente proiettata sul padre e sull’uomo amato);

Nell’inconscio dell’uomo: l’ANIMA interpreta l’immagine ereditaria collettiva della donna

(solitamente proiettata sulla madre e sulla donna amata).

Nella donna e nell’uomo, rispettivamente, le istanze interiori dell’Animus e dell’Anima

devono essere integrate con le istanze nella realtà esterna in quella che è anche l’immagine

che io presento all’altro, interpretata dalla Persona.

Questo confronto dialettico è una tappa importante del processo di individuazione

perché fa da apripista a quello che viene dopo che è ancora più profondo (ma se

vogliamo ancora più elevato, in senso trascendentale) che invece vede sempre

nell’inconscio collettivo l’immagine dello spirito.

L’individuazione può progredire se si è in grado di pervenire ad un livello di inconscio ancora

più profondo, simboleggiato dall’archetipo dello Spirito, includente il Vecchio Saggio e la

Magna Mater.

Queste figure archetipiche, che personificano rispettivamente il principio spirituale e

l’oggettiva verità della natura, rappresentano l’immagine primordiale della nostra

costituzione maschile o femminile.

VECCHIO SAGGIO: personificazione del principio spirituale. Può manifestarsi come un

antenato, un sacerdote, un uomo in grado di impartire consigli nei momenti critici o, al

contrario (nel suo lato oscuro), come uno stregone o un mago malvagio.

MAGNA MATER: figura materna, sovrana, universale, piena di pietà, di misericordia e di

abnegazione. Può manifestarsi come un’antenata amata, come la figura di una santa, la

madre chiesa, la

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher violette26 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dinamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Trentini Cristina.
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