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Caratteristiche dell'intelligenza

Le caratteristiche dell'intelligenza possono essere suddivise in due categorie:

  1. Caratteristiche strutturali: queste caratteristiche sono legate alla costituzione del sistema nervoso e degli organi di senso. Forniscono utili strutture all'intelligenza, ma sono comunque essenzialmente limitative.
  2. Caratteristiche funzionali: queste caratteristiche si riferiscono all'ereditarietà del funzionamento. L'organismo non potrebbe adattarsi alle variazioni ambientali se non fosse già organizzato. L'intelligenza, quindi, non potrebbe cogliere nessun dato esteriore senza determinate funzioni di riferimento reciproco comuni ad ogni organizzazione intellettuale.

L'intelligenza è una forma di adattamento che si basa sull'equilibrio tra assimilazione e accomodamento. Questo processo permette all'individuo di attuare meccanismi che favoriscono l'adattamento all'ambiente.

unaun’incorporazione/introiezio modificazione degline di tutti i dati schemi/strutture cognitive indell’esperienza esterna seguito alle interazioni con la realtàMai pura, in quanto, Le cose non sono maiincorporando gli elementi conosciute come sononuovi in schemi anteriori, realmentequest’ultimi sonocostantemente modificatiper adattarli ai nuoviL’adattamento non avviene quando manca l’equilibrio tra il meccanismoassimilatore e l’accomodamentoDunque, è possibile concludereche:- l’intelligenza è una forma di adattamento all’ambiente molto plastica, in quantoriesce a trasformarsi durante lo sviluppo e riesce a trasformare la realtà in cuil’individuo vive- l’assimilazione incorpora gli elementi nuovi negli schemi interni e il processo diaccomodamento modifica incessantemente questi ultimi per adattarli ai datinuoviN.B.: L’equilibrio e la compresenza di assimilazione e accomodamento simantengono

sia durante tutto il periodo maturativo, sia in tutte le forme di apprendimento (anche adulto) e ne costituiscono la struttura fondante. La psicologia di Piaget è epistemologica perché si pone l'obiettivo di individuare condizioni che consentono alla mente di riorganizzare cognitivamente la realtà esterna. EPISTEMOLOGIA GENETICA = studio dell'origine ("genesi" -> genetica) e dello sviluppo della struttura della conoscenza umana. L'epistemologia genetica cerca di studiare fenomeni come la formulazione della conoscenza e i mezzi verso i quali la nostra mente, da un livello di conoscenza inferiore, passa ad uno giudicato superiore. Essa cerca di analizzare questi fenomeni attraverso la ricostruzione del pensiero umano. La conoscenza che noi abbiamo del mondo non è una conoscenza innata. Abbiamo imparato a stare al mondo gradualmente, passando attraverso stadi diversi di sviluppo: il nostro patrimonio genetico possiede le funzioni.

cognitive (possibilità di immaginare, pensare e parlare), ma esse necessitano di un sviluppo, devono maturare. Lo sviluppo del pensiero, così come quello del linguaggio, è un processo lento e graduale; esso viene attivato dalla relazione con l'ambiente (non è necessario un apparato pedagogico precostituito per lo sviluppo delle funzioni psichiche superiori: dato un contesto biologico e sociale normale, le risposte di adattamento si attivano in modo spontaneo) ed è strumento indispensabile per l'adattamento al mondo esterno.

Nei suoi studi sullo sviluppo e, in particolare, sull'età evolutiva, Jean Piaget si accorse che vi erano momenti dello sviluppo nei quali prevaleva l'assimilazione, altri nei quali prevaleva l'accomodamento e altri ancora in cui vi era un certo equilibrio. In seguito alle sue ricerche individuò delle differenze sostanziali nel modo con il quale, nelle sue diverse età, l'individuo si approccia.

alla realtà esterna e ai problemi di adattamento che essa pone all’individuo stesso. Lo studioso elaborò dunque una teoria dello sviluppo cognitivo, individuando quattro periodi (“stadi”) fondamentali, comuni a tutti gli individui, che si susseguono sempre nello stesso ordine.

Stadio senso-motorio (da 0 ai 2 anni) = Come si evince dal nome, in questa fase lo sviluppo cognitivo del bambino è prevalentemente non verbale e consiste nella creazione e nell’organizzazione sempre più complessa di schemi di azione: egli utilizza i sensi e le abilità motorie per esplorare l’ambiente in cui esso è posto e relazionarsi con ciò che lo circonda. In questo periodo, dunque, il bambino sviluppa la prima forma di intelligenza, che è quella legata ai sensi alla motricità e alla relazione con l’ambiente.

Essendo, questa fase, molto ricca di stimoli, Piaget suddivide lo stadio senso-motorio in altri 6 sottostadi:

riflessi innati (dalla nascita a 1 mese), reazioni circolari primarie (dai 2 ai 4 mesi), reazioni circolari secondarie (dai 4 agli 8 mesi), coordinazione mezzi-fine (dagli 8 ai 12 mesi), reazioni circolari terziarie (dai 12 ai 18 mesi), comparsa reazione simbolica (dai 18 mesi in poi).

Nella seconda parte dello stadio senso motorio, il bambino comincia a parlare e si avvia verso il periodo pre-operatorio.

Stadio pre-operatorio (dai 2 ai 6 anni) = il pensiero non è più solamente di tipo motorio: l'acquisizione del linguaggio comporta lo sviluppo di un'attività simbolica, che permette di nominare azioni e oggetti (nonostante essi non siano presenti).

In questo periodo l'individuo acquisisce alcune nuove competenze: è in grado di imitare, fare giochi simbolici, tratta gli oggetti come se fossero qualcosa di diverso da quello che sono realmente e utilizza il linguaggio verbale per riferirsi a oggetti, persone e situazioni assenti; questo periodo è

caratterizzato da una funzione semiotica, cioè una rappresentazione simbolica degli oggetti, infatti, i bambini sono in grado di formarsi delle immagini mentali, anche se non riescono ancora a trasformarle nella mente; prima dei 6 anni i bambini iniziano a pensare in modo astratto e a utilizzare il linguaggio; il bambino presenta modalità di pensiero egocentriche ("pensiero egocentrico"), in quanto egli non è in grado di considerare prospettive diverse dal proprio punto di vista. Lo stadio pre-operatorio è, inoltre, caratterizzato da una difficoltà del bambino a comprendere che il mondo è mutevole: egli è in grado di capire gli stati della materia, ma non le trasformazioni.

Stadio operatorio concreto (dai 6 agli 11 anni) = Caratteristica di questa fase è la capacità di eseguire operazioni mentali e di spiegare la realtà mediante la ragione. Il pensiero nel periodo operatorio concreto è logico (cioè

permette la coordinazione di diversi punti di vista) e reversibile (inquanto ciascuna azione reale o mentale è logicamente collegata alla sua inversa)

Lo sviluppo delle operazioni mentali consente di acquisire il concetto di conservazione della sostanza, secondo cui la trasformazione della forma, del volume e delle dimensioni non altera la quantità della materia.

Tra i 7 e i 9 anni i bambini riescono a coordinare nel disegno le dimensioni e le distanze fra gli oggetti.

Stadio operatorio formale (dai 11 anni in poi): A partire dagli 11 anni o circa, i bambini cominciano ad avere sempre meno bisogno di oggetti concreti ed esempi specifici. Il pensiero si basa in misura maggiore su principi astratti ed è capace, una volta individuati i possibili fattori in gioco di un fenomeno, di variarli per verificare quali siano le cause di quel fenomeno. È in questo periodo che si sviluppa il pensiero ipotetico-deduttivo.

I preadolescenti acquisiscono gradualmente la capacità

di base per lo sviluppo del pensiero logico-matematico e della capacità di risolvere problemi.” Il principio di conservazione è un concetto fondamentale nello sviluppo cognitivo dei bambini. Esso si riferisce alla capacità di comprendere che alcune proprietà degli oggetti o delle sostanze rimangono costanti nonostante le trasformazioni esterne. La conservazione dell'oggetto si manifesta quando un bambino comprende che un oggetto non cambia le sue caratteristiche fisiche, come la forma o le dimensioni, anche se viene spostato o nascosto da una vista temporaneamente. La conservazione della sostanza, invece, si riferisce alla comprensione che la quantità di una sostanza rimane la stessa, anche se viene cambiata la sua forma o il suo contenitore. Ad esempio, un bambino che comprende la conservazione della sostanza capisce che un bicchiere d'acqua rimane lo stesso, anche se viene versato in un contenitore più largo o più stretto. Questi due aspetti della conservazione sono importanti perché indicano lo sviluppo del pensiero logico-matematico e la capacità di risolvere problemi. Quando un bambino acquisisce la conservazione dell'oggetto e della sostanza, dimostra di essere in grado di comprendere concetti come la conservazione della quantità e la reversibilità delle trasformazioni. In conclusione, il principio di conservazione è un importante traguardo nello sviluppo cognitivo dei bambini e rappresenta una base per il pensiero logico-matematico.

necessaria perqualsiasi attività razionale e per il pensiero aritmetico”.Piaget indagò molto su questo fenomeno, e giunse alla conclusione che ibambini nello stadio pre - operatorio (dai 2 ai 6 anni) non possiedono ilprincipio di conservazione, ovvero non si rendono conto che la quantità diuna certa sostanza non cambia al cambiare della sua forma.

N.B.: Il fatto che i soggetti non riescano a comprendere la conservazionedella sostanza (o quantità) dipende dal fatto che essi non sono arrivati acostruire la nozione della quantità stessa, in quanto quantità totale ciòdipende dal fatto che non sono in grado di comporre le relazioni o le partiin causa, in quanto il loro spirito non oltrepassa il livello delle qualità odelle quantità brute.

Esperimento n° 1:

- Una bambina di 5 anni siede davanti ad un tavolo sul quale ci sono due bicchieri diuguale grandezza: uno di essi è pieno di succo di frutta,

l'altro è vuoto. - Lo sperimentatore le chiede cosa fare per riempire il secondo bicchiere esattamente come il primo e la bimba da istruzioni "versa il succo... ancora un po'". Con le manine avvicina i due bicchieri e controlla se il livello del liquido è alla stessa altezza. Lo sperimentatore ha un po' esagerato: è necessario toglierne qualche goccia dal secondo. Ora è tutto a posto: sono pieni uguali.

Adesso il compito diventa più complesso: compare un terzo bicchiere di forma completamente diversa dai primi due (è alto il doppio e molto più stretto, circa la metà). Lo sperimentatore prende il primo bicchiere e, lentamente, ne versa tutto il contenuto in quest'ultimo. I bicchieri pieni, sul tavolo sono ancora due, ma questa volta non hanno uguale forma: uno è

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher seadrop01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Classici della psicologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Meneghetti Chiara.