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L' ITALIANO LINGUA DI CONTATTO

Dagli anni 80 in avanti sempre più persone straniere fanno il loro ingresso in Italia. Ciò ha ampliato

la richiesta di formazione linguistica a cui sono chiamati a rispondere quanti si occupano di

formazione. Il termine MIGRANTE (in inglese coloro che si stabiliscono momentaneamente in un

paese),in Italia ha assunto un'accezione positiva rispetto al termine IMMIGRATO, in inglese

coloro che si stabiliscono permanentemente in un altro paese.

MOTIVAZIONI E BISOGNI DI APRRENDIMENTO

I bisogni dei minori apprendenti la lingua italiana sono di due tipi. Uno,più semplice,legato ad

esigenze comunicative coi pari,l'altro,più complesso legato al bisogno di comprendere

lezioni,sostenere un'interrogazione o studiare libri. Lo studioso Cummins ha messo in risalto i due

tipi di esigenze comunicative possibili in soggetti bilingue: la prima,basilare (basic),legata al

contesto concreto d'azione quotidiana è conseguibile in due anni,la seconda, più complessa,legata a

contesti accademici in cui occorrono capacità d'astrazione,analisi sintesi e generalizzazione.

Purtroppo le istituzioni italiane mirano allo sviluppo quasi esclusivo delle competenze di base della

lingua trascurando le competenze accademiche,le quali permetterebbero,esse si,di attenuare il gap

esistenze tra minori italiani e minori stranieri. I dati delle ricerche del ministero della pubblica

istruzione mettono infatti in risalto come i rendimenti scolastici,specie dalle scuola secondaria sia

primaria che secondaria,sono a favore degli alunni con cittadinanza italiana. Cummins spiega col

PRINCIPIO D'INTERDIPENDENZA LINGUISTICA il trasferimento di capacità in strutture

cognitive da un idioma ad un altro,ad esempio la padronanza in L1 migliora le abilità in L2.

Inoltre,sempre secondo Cummins, il miglioramento in una lingua porta oltre che un potenziale

miglioramento nell'altra,anche ad uno sviluppo delle capacità cognitive e sociali. Va tenuto conto

come le misure didattiche sono rilevanti affinché il minore sviluppi motivazione all'apprendimento

della lingua,la quale,se male appresa,comporta inevitabile sentimenti di inadeguatezza.

CARATTERISTICHE DELL'INPUT

L'input che riceve il minore,cioè il suo grado di esposizione alla lingua italiana,può essere sia

intrascolastico che extrascolastico. L'input extrascolastico varia molto in base all'ambiente familiare

e sociale in cui è inserito il minore. E' evidente come un ambiente chiuso o con pochi contatti con

persone che parlano bene l'italiano non facilita l'apprendimento della lingua,si pensi ad un cinese

nella comunità di Prato. Viceversa uno scambio ricco con persone che conoscono bene la lingua

permette un veloce apprendimento. Il contesto spontaneo dove avvengono le comunicazioni

quotidiane offre il supporto di comunicazioni extralinguistiche che permettono anche a chi non ha

grandi dimestichezza con lingua di farsi comprendere dell'interlocutore. Invece, nel contesto

classe,durante le spiegazioni dell'insegnante,il minore straniero non ha l'aiuto della comunicazione

extralinguistica,così diventa indispensabile una mirata AZIONE DIDATTICA. Diventa importante

allora la collaborazione tra gli alunni,diverse fonti per la codifica degli input l'impiego di mezzi

multimediali che coinvolgo diversi canali sensoriali.

CARATTERISTICHE DELL'OUTPUT E TIPI D'INTERAZIONE

Dopo l'arrivo in classe il minore attraversa una FASE DI SILENZIO,una fase cioè dove non

proferisce parola e preferisce ascoltare. Dopo questa fase,la cui durata è variabile in base alla

personalità,l'impatto con la nuova lingua e col contesto culturale nuovo,i minori apprendono

seguendo un percorso a fasi ben preciso,a prescindere dallaL1,dall'età e dal contesto di

acquisizione. La prima fase prende il nome di PREBASICA,in tale fase l'output dell'apprendente è

costituito da un vocabolario di parole minime utili per la sopravvivenza,senza regole sintattiche,col

semplice accostamento delle parole,con l'aiuto del contesto extralinguistico e dell'interlocutore dai

quali dipende la possibilità di farsi capire. A questa fase segue quella BASICA dove le parole

iniziano ad organizzarsi intorno ad un predicato verbale e il lessico si amplia consentendo pure l'uso

di avverbi. Ma la fase dove la lingua inizia ad avere una correttezza completa è la fase

POSTBASICA dove si amplia la morfologia,la possibilità di coniugare verbi fino alla possibilità

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
2 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher clara7891 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica dell'italiano per stranieri e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Sardo Rosaria.