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Convenzioni che danno stabilità alle manifestazioni espressive degli uomini che parlano una stessa lingua in un dato tempo e in un dato spazio

La grammatica

Le grammatiche cambiano. La prima conseguenza è che una lingua ha una sua grammatica; non esiste una lingua senza grammatica perché ogni lingua ha un insieme di regolarità. In alcune lingue la grammatica è stata oggetto di codificazione e quindi la regolarità diventa la regola con una grammatica di tipo normativo, in altre lingue, come i dialetti, non c'è stata questa codificazione.

Ci sono due tipi di grammatiche, DESCRIPTIVA (dialetto) e NORMATIVA (italiano). Possiamo pensare all'interlingua come a una grammatica transitoria, dinamica e flessibile perché la guardiamo come sistema che fa funzionare la lingua in quella determinata fase. Parliamo in questo caso di grammatica descrittiva. Il parlante sta ipotizzando il meccanismo di funzionamento di quella lingua. Storicamente la

La grammatica normativa è nata scegliendo una lingua di riferimento e si è deciso che tutti per parlare correttamente quella lingua dovevano prendere quello come modello di riferimento. Il compito di chi studia la lingua è cercare di ricostruire un modello di lingua che sia il più possibile vicino a quel modello di lingua. Devo ricostruire la regola.

Il depositario del sapere linguistico è il parlante, se parliamo di grammatica descrittiva. Studiare la grammatica di una lingua vuol dire cercare di capire quale conoscenza le persone che usano quella lingua hanno delle strutture.

Se io parlante sono il depositario del sapere linguistico diventa fondamentale l'accettabilità, se una cosa è accettabile allora può essere grammaticale. ACCETTABILITÀ È IL RICONOSCERE DA PARTE DEL PARLANTE NATIVO CHE UNA DETERMINATA STRUTTURA È POSSIBILE NEL SISTEMA DELLA SUA LINGUA. LA LINGUA È UN SISTEMA, UN INSIEME DI RELAZIONI.

CHE FANNO FUNZIONARE LESUE VARIE PARTI, ALL'INTERNO DEL SISTEMA CI SONO UNA SERIE DI POSSIBILITÀ DIREALIZZAZIONE DI STRUTTURE QUINDI IL SISTEMA PUÒ ESSERE CONSIDERATOCOME UN INSIEME DI REL AZIONI POSSIBILI IN UNA DETERMINATA LINGUA.

La norma invece è qualcosa che determina tra tutte le possibili relazioni cheesistono l'attualizzazione di una di queste possibilità.

Il sistema è più ampio della norma, perché la norma è la realizzazione delsistema che è legata ad una delle possibilità.

L A NORMA TRADIZIONALE SI BASA SUL CONCETTO DI PRESTIGIO

In Italia la norma di basa su un italiano letterario e quindi sul prestigio e sullatradizione letteraria.

Esiste una norma basata sugli usi prevalenti, se tutti i parlanti usano unadeterminata forma allora diventa norma che però si basa sugli non norma ditipo prescrittivo.

L'uso può far diventare una forma norma a partire dagli usi dei parlanti.

Da quello che loro considerano accettabile. Dobbiamo sempre pensare in tre termini: sistema, norma e usi. Possiamo avere una norma prescrittiva che si basa su un modello o descrittiva che assorbe gli usi. NELLA NORMA PRESCRITTIVA GLI USI CHE NON SI ADEGUANO SONO ERRORI IN QUELLA DESCRITTIVA INVECE GLI USI DIVENTANO NORMA. Conoscenza non-analizzata. Conoscenza analizzata. Piena coscienza. Uno studente di italiano L2 può usare la lingua, ma non essere consapevole al cento per cento, è il docente che deve avere la piena consapevolezza. La conoscenza analizzata è quella del parlante L1. LA GRAMMATICA È ARBITRARIA, NE PARLIAMO COME OSSERVAZIONE DEL. Le funzioni di cui si occupa sono di numero FUNZIONAMENTO DELL A LINGUA finito e arbitrariamente si sceglie quali funzioni osservare. La nozione di numero generalmente è presente in tante lingue però è arbitrario nel modo in cui queste lingue codificano il numero, in alcune lingue si parla di singolare e plurale.

altre singolare, plurale e duale. Non c'è un motivo per il quale una grammatica selezioni determinate caratteristiche di una lingua piuttosto che altre. La grammatica di una lingua è sistemica. È De Saussure che dice che le lingue sono arbitrarie e dei sistemi, la lingua è un sistema perché è un insieme di inter-relazioni tali che modificando una parte di questo sistema modifichiamo tutto. Nel momento in cui si è passati dal sistema verbale latino a quello italiano osserviamo che in latino c'era un perfetto e imperfetto, il perfetto si è poi bipartito nel passato remoto e passato prossimo, questo comporta che alcuni significati in latino siano stati assorbiti dal passato semplice e altri dal passato composto, la distribuzione dei significati è una conseguenza della modifica di una parte. Il cambiamento della posizione di un mobile ha delle conseguenze su tutta la stanza ad esempio. Siccome è un sistema è ovvio.

che uno spostamento cambi tutto. Gli elementi di una lingua sono uno diverso dall'altro e quindi ognuno si comporta a modo suo? NO. Questa cosa non è possibile perché altrimenti la lingua sarebbe un codice ingestibile per la memoria umana. La lingua si adatta alle esigenze dei parlanti. CI SONO QUINDI DELLE REGOLE NEL FUNZIONAMENTO DI ALCUNE PAROLE CHE PERMETTONO DI DIVIDERLE IN CLASSI CHE SONO DOTATE DI SOMIGLIANZE. LE CLASSI DI PAROLE SI IDENTIFICANO FACILMENTE, SONO LIMITATE NEL NUMERO E HANNO NUMERO VARIABILE DI ELEMENTI CHE LE COMPONGONO. Questi elementi sono sia le parti del discorso (5 variabili e 4 invariabili) sia le nozioni grammaticali come tempo, modo, aspetto o numero, genere, caso. Una categoria intesa come nozione grammaticale cioè individua un concetto grammaticale (numero, genere, ecc...), questi.

I concetti hanno due caratteristiche di essere complementari e omogenee. Se io attribuisco un nome al genere femminile quella non può essere maschile quindi nel momento in cui faccio una scelta sto automaticamente escludendo l'altra. Se scelgo un'alternativa sto escludendo l'altra, questa caratteristica si chiama complementarietà. Omogenee perché tutto quello che ha a che fare con maschile e femminile rientra nella stessa idea cioè scegliere un genere.

MORFOLOGIA

Quando parliamo di forma parliamo del significato del morfema, quando parliamo di funzione parliamo del ruolo sintattico che quel determinato morfema assume.

Il nominativo ha una forma che gli permette di attribuire quella parola a quel caso e quella che gli permette di esprimere la funzione di soggetto. Da una parte la forma e dall'altra la funzione.

PER LA MORFOLOGIA LA PAROLA È IL COSTITUENTE MASSIMO, PER LA SINTASSI QUELLO MINIMO PERCHÉ STUDIAMO IL RUOLO DELLA PAROLA

NELL A FRASE.Possono comparire da sole,LE PAROLE SONO SEGMENTI DELLA CATENA PARL ATA.ha un significato proprio (criterio semantico), che può essere anche esclusivamente di tipo grammaticale come "per" che non ha significato semantico, ma solo grammaticale perché è una preposizione (criterio morfologico); la parola può essere mobile, la posso collocare in vari punti nella frase. Non può alterare l'ordine degli elementi che la formano. Morfema lessicale + grammaticale, non può essere il contrario. Esiste il criterio distribuzionale che ha a che fare con la posizione che una determinata parola può assumere nella frase. Intendiamo anche quali parole possono ricorrere con altre parole, "il mio preferito è la divina commedia" non è grammaticale perché manca il sostantivo "libro"; la frase "il mio treno preferito è la divina commedia" è grammaticale perché ilsostantivo è messo nel posto in cui ci aspettiamo che sia, ma non funziona perché sappiamo che la divina commedia è un libro e non un treno. I MORFEMI SONO PICCOLI PEZZI DI SIGNIFICANTE, È UNA PICCOLA UNITÀ LINGUISTICA DOTATA DI SIGNIFICATO. IL SIGNIFICATO DELLA PAROLA È DATO DALLA COMBINAZIONE DEI SIGNIFICATI DEI MORFEMI. Ci sono che quindi sono anche parole autonome che sono i MORFEMI LIBERI morfemi lessicali che rimandano a dei referenti concreti. Le congiunzioni e i pronomi hanno un significato grammaticale invece sono quindi come congiunzioni e pronomi. MORFEMI FUNZIONALI che possono essere o grammaticali-flessivi o morfemi MORFEMI LEGATI derivativi che sono impiegati per formare parole nuove. I morfemi lessicali sono una classe aperta, quelli grammaticali sono una classe chiusa, tutto ciò che ci dà informazioni grammaticali sono classi chiuse. Il livello morfologico è quello superficiale del significante che ci permette di avere ache fare con un'analisi dei significati legati alla dimensione grammaticale. Il morfema è il più piccolo significante portatore di un significato proprio, un significato grammaticale. I morfemi lessicali sono una classe aperta, quella grammaticale è chiusa e sono parole vuote perché il significato che hanno è solo quello della funzione grammaticale che esprime. Nei morfemi legati abbiamo da una parte i morfemi derivativi che arricchiscono il lessico, dall'altra abbiamo i morfemi flessivi che ci danno informazioni sia grammaticali che di significato. La parola casa ci dà significato di casa, mentre la parte del morfema grammaticale (morfema flessivo) è piena perché ci dà dei significati legati al genere e al numero. La parola "per" è una parola funzionale, perché ha un significato legato al ruolo che svolge.all'interno della grammatica ed è quindi una parola vuota. Nel caso della parola cris-i il perché non ci MORFEMA GRAMMATICALE è coperto da chiaramente le informazioni relative al singolare e al plurale, dobbiamo ricorrere all'uso dell'articolo; è una CATEGORIA DI NUMERO NASCOSTA la categoria è una classe di opzioni omogenee e complementari. Il morfema grammaticale non esprime solo un significato, ma un insieme di significati, un PACCHETTO MORFEMICO è un insieme di informazioni di tipo grammaticale che sono veicolate da quel particolare morfema. Comprende genere e numero per il nome, per il verbo abbiamo GRAMMATICALE tempo, modo, aspetto e persona. Nome, ag
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Publisher
A.A. 2021-2022
39 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher _Chiara_S di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Italiano per stranieri e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Amenta Luisa.