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La comunicazione chiara e sincera nella poesia di Sereni
“Tanto più sarò palese e comunicativo, quanto più sarò stato poeta” - sottolinea l'importanza di una comunicazione chiara, intellegibile e sincera per facilitare il coinvolgimento degli altri e di se stesso. L'importanza per essere poeta non risiede nella figura retorica, nella bravura o nella creazione di un testo “affascinante”, ma nella forza comunicativa e nella chiarezza. La forza comunicativa deriva dallo spogliarsi di sé e dal capire di appartenere agli altri.
Occorre creare le condizioni affinché il poeta possa appartenere agli altri e fare in modo che questi si specchino in lui. Ciò significa:
- che Sereni è il poeta dello sguardo di rimando, con attenzione rivolta a tutti coloro che gli scrivevano.
- capacità di farsi da parte. Se lo sguardo è sempre rivolto su sé stessi, è impossibile fare da specchio agli altri. L'uomo che non si cura degli altri è
quelloche non può comunicare. Infatti dittatura è negazione comunicazione.- Ritratti su misura, 1960
Chi vuole comunicare non vive passivamente ma trasforma le proprie esperienze in un scambio, in un messaggio traducendo in energia comunicativa il proprio vissuto. [Type here] [Type here] paola arrigoni-Intervista con Gian Carlo Ferretti, inizio anni Settanta
Stessa idea di Solmi della poesia come universalmente partecipabile, il testo entra nell’esistenza delle persone, se ha una verità da diffondere deve penetrare nelle vene della società.-Testimonianza “la presenza di quel testo davanti ai loro occhi su d’Annunzio, 1971 è equivalente a un incontro con un’esistenza, o con un momento di questa, e ciò li riguarda” c’è un uomo prima che un letterato. Se non si percepisce l’uomo che c’è dietro il messaggio allora la comunicazione non è riuscita.-Poesia per chi?, 1975
Sereni riflette sulla parola
comunicazione che ha subito un logoramento (metà anni '70). I giornali parlano in modo frettoloso e finisce per essere confusa con l'informazione. Sta calando molto il fatto di accomunare, radunare più presenze intorno a un pensiero. Essere specchio degli altri. Se un autore scrive lo fa perché si sente solo e il suo senso di vita si trova nella condivisione di SMT che conta, comunicazione con gli altri. Il piano di sviluppo delle emozioni è ciò che conta nella poesia, non l'astrattismo. Trovare, scorgere, individuare ciò che in prima istanza sfugge a una conoscenza superficiale. Il poeta cerca questo. Andare oltre la superficie dei fenomeni e vedere dietro per poi condividere questo con altri. Facciamo esperienza – in silenzio Interpretazione fatti Fatti che trovano forma nella scrittura definitiva. Lo stereotipo non comunica. Un'esperienza iterata ha comunque un'esperienza fluttuante e materiale, che si rinnova, in unflusso che non si arresta, quello ci garantisce la comunicazione. La capacità di stupirci deve rimanere desta. Cogliere l'originale, avere uno sguardo nuovo, altrimenti tutto rimane grigio, trovare la luce nuova. - Sulla Bufera, 1956
La poesia non è un oggetto di culto (non nasce per essere venerata), ma nasce per una nuova lettura del mondo. Per questo il testo si proietta sugli altri nello spazio, ma anche nel tempo. - Il silenzio creativo, Gli immediati dintorni, in 1962
Chi è fortemente teso a comunicare non soltanto vive le proprie esperienze, ma le raccoglie con una forza inventiva che va oltre il dato fenomenico. Si passa dalla fase negativa del silenzio/afasia/inesistenza del messaggio alla creazione del testo e quindi alla comunicazione. La comunicazione è una continua ricerca dell'angolo illuminante, che rivela. Aderire meglio a quanto ha di vario il moto dell'esistenza. "Mettersi in grado di questo è il prezzo della"
comunicazione”Sempre nella direzione di una comunicazione viva e profonda, Sereni crede necessario per un poeta il raccontare storie, perché è più facile che all'interno di una storia il lettore si possa immedesimare – poeta narratore. È importante narrare con precisione e chiarezza. Occorre far germogliare il fermento interiore, la propria emotività che deve essere fedele alle proprie origini terrestri per poter comunicare, determinare dei flussi di energia comunicativa. Fuochi fatui Camillo Sbarbaro, Riflessione di carattere lessicale/linguistico: "Vi sono parole che i vocabolari danno per equivalenti e che io non confonderei: si eviterebbero ambiguità e la lingua si arricchirebbe." La lingua si adatta alla nostra intonazione personale, precisa, deve essere distinguibile. Il termine che scegliamo deve fare sistema con l'atmosfera che ci circonda, lo stato d'animo che vogliamo.trasmettere.Fi spuma è gioia di un’onda che infrange lo scoglio è schiuma è rimanda a altra smtO nuvola è nube è grigio, scuro, massimo suono cupo della “U”Ogni parola ha una sua area semantica.Zibaldone,, 5 maggio 1822Leopardi
Non è la grammatica che regola l'uso che facciamo nella lingua ma usiamo la grammatica per renderci comprensibili. C'è una componente di individualità del singolo, di libertà nella comunicazione che è imprescindibile.Non dobbiamo parlare una lingua meccanica/universale ma ciascuno con la sua lingua per riuscire a comunicare, operare scarto dal grado 0. Ciascuno parla con la sua intenzione comunicativa, avrà il suo stile che si rivela nella libertà espressiva, nello scarto con questo grado 0 (in certi casi ben venga lui mi ha detto egli mi disse).La lingua viene dall'uso, dalla pratica – non si può fermare il fenomeno dell'evoluzione della lingua.Il mare in un imbuto,G.L.
Beccaria, p. 54
Tutto il sapere normativo deve essere adattato plasticamente alla situazione comunicativa in atto per essere efficaci. Non si parla mai in astratto, bisogna sempre adattare il linguaggio in base alla situazione, al contesto, ai contenuti.
L'obiettivo è quello di usare la lingua come strumento non quello di rimanere ancorati. Dobbiamo essere consapevoli della situazione in cui stiamo usando una lingua. Ciò vale anche per gli articoli. Fi commento richiede > argomentazioni & quindi più termini ricercati. È importantissimo essere sempre alla ricerca di espressioni diverse. Occorre quindi avere un'ottima e vasta conoscenza in generale.
Italo Calvino
La strada di San Giovanni.
Si fonda su una memoria, ie passeggiate quotidiane che Calvino faceva con il padre. Il padre aveva anche la passione di coltivare in questo ambiente. In queste strade Calvino inizia a fare le prime esperienze comunicative.
How? Confrontandosi con il padre e riscontrando
delle differenze. Difficoltà di comunicazione, ma entrambi erano portati a parlare molto in realtà. Il padre era un scienziato, parlava in modo arido e referenziale. Leopardi distingueva tra linguaggio referenziale e allusivo-indefinito, il segreto della ricchezza. Il figlio si ancorava alla potenzialità del reale, cercava di vedere dietro il fenomeno. Si rende conto che ciò che lui vuole conoscere è il mistero dell'uomo. Non può essere letto con un linguaggio del padre che era un dividere e classificare i termini. Questo atteggiamento però esclude il diverso. Nel momento in cui il padre trovava un diverso lo inseriva in una tabella, cerca di dominare. È pieno di sé. Uomo che non ha alcun dubbio. Calvino invece accoglie il diverso. Questo è il senso di comunicare. Per esprimere ciò che era altro usa altre lingue perché aveva viaggiato. Padre: data una situazione vi era un intercalare.fisso: stimolo (X) �risposta (Y). Era prevedibile e reagiva con lo stereotipo per non dare spazio ai motidell'animo. Aveva trovato questo modo per annullarli. Per essere libero va oltre larealtà nel momento in cui il padre si era ancorato alla realtà. Questo implicava unaapertura di condivisione all'altro.Le parole come via di fuga per salvarsi dal dominio arrogante e prepotente. Lascrittura di un brandello di giornale comunicava altro, un nuovo mondo. Il figliofantastica � muro incomunicabilità. Molte volte chi non ha nulla da dire, ha un vuoto,lo colma con una sintassi complessa. Quindi cerchiamo la nostra forma. Laddove c'èuno stereotipo la comunicazione non esiste.
Lezioni americane – rapidità
Il Calvino delle lezioni americane si concentra anche sui media. Rischiano diappiattire ogni comunicazione per eccesso di velocità � occorre rifarsi allaletteratura che mantiene la capacità di comunicare e connettere
In quanto esalta il diverso. La grandezza di chi scrive sta nella capacità di aderire a ciò che è imprevedibile e diverso. Sapendo condividere le differenze possiamo salvarci dalle barbarie. Se non ci fossero le differenze (quantità e tipo di informazioni) l'energia comunicativa non esisterebbe. Il processo sarebbe statico. L'energia può circolare solo se c'è entropia, cioè caos. Le leggi fisiche sono in armonia con le leggi etiche. Pensiamo con il nostro corpo e con la materia di cui è fatto il resto, della stessa stoffa dei sogni.
Esattezza
Esattezza vuol dire soprattutto tre cose:
- un disegno dell'opera ben definito e ben calcolato;
- l'evocazione d'immagini visuali nitide, incisive, memorabili; in italiano abbiamo un aggettivo che non esiste in inglese, "icastico";
- un linguaggio il più preciso possibile come lessico e come resa delle sfumature del pensiero e dell'immaginazione.
Se vogliamo
mettere in atto un linguaggio preciso dobbiamo avere una conoscenza precisa dell'argomento. Altrimenti ci si nasconde solo dietro grandi parole, la lingua si incastra si blocca e questo spezza la forza comunicativa. Ci sono poi gli automatismi – no efficacia. Il giornalista invece dovrebbe andare sul posto e vivere la situazione. Chi legge si sofferma su definizioni-aggettivi non scontati. Se invece abbiamo una formula fissa questo si perde. Dovremmo dire quella cosa per come è realmente. Prenderà una vitalità sua propria. Altrimenti cadiamo informe generiche-anonime-astratte. Il linguaggio è usato in modo sempre più distratto, approssimativo, casuale. Ci si accontenta del primo termine che viene in mente, senza riflettere su altri possibili termini. Calvino parla di linguaggio umano come "epidemia pestilenziale", che dà l'idea di contagio e dell'