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LA LINGUA ITALIANA IERI E OGGI
Fu miglior fabbro del parlar materno.
(Purg. XXVI 116)
Ma [il mio poema] l’Africa, che da tempo io posseggo e a cui ho lavorato più che non credessi,
non ha ancora avuto l’opera finale del sarchiello; non ho ancora con esso spezzato le inutili zolle;
non ancora col vaglio uguagliai i ponticelli dei campi disuguali, non ancora, come fa il potatore,
tagliai con la falce i pampini lussureggianti e le siepi spinose. […] Fertilissima parte del mondo è
l’Africa; ottimo tra gli uomini è Scipione, ma nessun uomo è tanto virtuoso, nessuna terra così fertile,
che non abbia bisogno di un solerte cultore, e non basta coltivare una volta, ma chi desidera ricavare
qualche bel frutto dall’animo o dal terreno, non deve stancarsi. (F. P , Familiari XIII 12)
ETRARCA
Molto spesso il lavoro dello scrittore veniva considerato come lavoro manuale, artigianale. Per
“leggere” “raccogliere
esempio significava e mettere in un fascio”. La scrittura che comunica
“stile”
veramente non può prescindere al reale contatto con la vita quotidiana. La parola indica il
“bacchetta”
modo di essere di un autore. La parola stile indicava lo stilus, la che serviva per incidere
sulle tavolette di cera. L’associazione della scrittura alla materialità del lavoro è qualcosa che riguarda
la tradizione antichissima. Anche Dante riconosceva nello scrittore il lavoro del fabbro. Il testo è
tratto da una lettera che Petrarca scrive a un suo amico riguardo al punto di lavorazione del suo poema.
Petrarca raccoglie lettere inviate agli amici nelle quali si notano i suoi modi di lavorare, di scrivere
“Rerum
ecc. nell’opera Familiari Libri”. L’ultimo libro (XXIV) di queste lettere contiene una serie
di epistole che Petrarca invia ad autori classici latini (Cicerone ecc.). il poema Africa è scritto in
latino, riguardava Scipione l’Africano e la conquista di Cartagine da parte dei latini. Il sarchiello è un
attrezzo agricolo che serve per levare le erbacce dall’orto. Togliere le erbacce da un poema significa
togliere tutto ciò che è inutile, gli eccessi, gli argomenti troppo lunghi che sopravvengono sugli altri.
un testo troppo pieno di cose è un testo che risulta poco comunicativo e difficile da capire. Poi vuole
rendere il testo piano, equilibrato, senza quelle parti (zolle) che rendono il percorso del testo poco
coerenti. Petrarca si propone di levigare quelli inciampi cosicché il cammino dentro la sua opera sia
lineare. I passaggi devono venire naturali, non devono creare fatica. Ci vuole un equilibrio tra le parti
di un testo per non rendere disagevole la comprensione. Petrarca si accorge che ci sono parti marginali
del testo che lo possono soffocare. Petrarca sta dicendo che l’argomento del suo poema è fecondo e
sollecita tante ispirazioni, invenzioni e quindi rende ricca la scrittura. Pero non basta che per un poema
si scelga un argomento ricco. Bisogna che l’argomento sia trattato da uno scrittore molto attento a
quello che scrive. Serve un impegno quotidiano per ottenere un testo valido. I contenuti e la lingua
devono essere praticati con una lunga fatica, senza mai stancarsi. La chiarezza di u testo è frutto di
un lunghissimo lavoro.
Io ho un libretto assai più breve d’Aristotile e d’Ovidio, nel quale si contengono tutte le scienze,
e con pochissimo studio altri se ne può formare una perfettissima idea: e questo è l’alfabeto; e non
è dubbio quello che saprà bene accoppiare e ordinare questa e quella vocale con quelle consonanti
o con quell’altre, ne caverà le risposte verissime a tutti i dubbi e ne trarrà gli insegnamenti di tutte
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le scienze e di tutte le arti, in quella maniera appunto che il pittore da i semplici colori diversi,
separatamente posti sopra la tavolozza, va, con l’accozzare un poco di questo con un poco di quello
e di quell’altro, figurando uomini, piante, fabbriche, uccelli, pesci, ed insomma imitando tutti gli
oggetti visibili, senza che su la tavolozza sieno né occhi né penne né squamme né foglie né sassi. (G.
G , Dialogo dei massimi sistemi, Giornata seconda)
ALILEI
Galilei si pone nei confronti della scrittura. La scrittura ha l’intento di manifestare il proprio
sistema fisico e le ipotesi scientifiche attraverso una prosa chiara e comprensibile da tutti. Galileo
scrive in volgare per trasmettere le scoperte a tutti. La lingua sollecita il lettore in modo polemico nei
confronti degli avversari. La lingua per galileo deve riuscire a rendere la complessità dei fenomeni
fisici attraverso le parole. Galilei di fronte a fenomeni mai visti prima deve usare un linguaggio
quotidiano per dire qualcosa che non è mai stato visto prima, quindi usa un linguaggio metaforico
(es. gli anelli di saturno). Galilei analizza l’alfabeto: l’alfabeto potenzialmente contiene tutto il sapere
di ci l’uomo dispone, perché le combinazioni delle lettere danno origine a tutte le parole attraverso le
quali il sapere è trasmesso. Le lettere dell’alfabeto servono per comunicare il sapere. La scrittura per
galileo ha la capacità di far esistere i fenomeni davanti agli occhi di chi legge. Hanno la stessa forma
comunicativa di un pittore si mette sa dipingere.
Ma sopra tutte le invenzioni stupende, quale eminenza di mente fu quella di colui che si immaginò
di trovar modo di comunicare i suoi più reconditi pensieri a qualsivoglia altra persona, benché
distante per lunghissimo intervallo di luogo e di tempo? parlare con quelli che son nell’Indie, parlare
a quelli che non sono ancora nati né saranno se non di qua a mille e diecimila anni? e con qual
facilità? con i vari accozzamenti di venti caratteruzzi sopra una carta. (G. G , Dialogo dei
ALILEI
massimi sistemi, Giornata prima)
Galileo dice che la scrittura ha la capacita di comunicare ciò che uno pensa a un numero indistinto
di destinatari nell’infinità dello spazio e del tempo. La scrittura è il ponte tra il passato e il futuro. È
ciò che fa della tradizione umana qualcosa di dinamico e di vivo, che non si disperde. È la garanzia
della comunicazione, una comunicazione durevole. Combinando le lettere possiamo avere il dono
dell’ubiquità e dell’immortalità, come gli dei. Possiamo andare al di là del limite dell’uomo, e con la
scrittura abbuiamo superato il limite della vita umana. Attraverso la scrittura i limiti vengono superati
e possiamo ricevere la scrittura che è stata prima di noi e la possiamo tramandare alle generazioni
successive. 20.11.15
Hermes-Mercurio, dio della comunicazione e delle mediazioni, inventore della scrittura […].
Mercurio con le ali ai piedi, leggero e aereo, abile e agile e adattabile e disinvolto, stabilisce le
relazioni degli dèi tra loro e quelle tra gli dèi e gli uomini, tra le leggi universali e i casi individuali,
tra le forze della natura e le forme della cultura, tra tutti gli oggetti del mondo e tra tutti i soggetti
pensanti. […]
Vulcano-Efesto, dio che non spazia nei cieli ma si rintana nel fondo dei crateri, chiuso nella sua
fucina dove fabbrica instancabilmente oggetti rifiniti in ogni particolare, gioielli e ornamenti […],
armi, scudi, reti, trappole. Vulcano che contrappone al volo aereo di Mercurio l’andatura
discontinua del suo passo claudicante e il battere cadenzato del suo martello. […]
Il lavoro dello scrittore deve tener conto di tempi diversi: il tempo di Mercurio e il tempo di
Vulcano, un messaggio di immediatezza ottenuto a forza di aggiustamenti pazienti e meticolosi;
un’intuizione istantanea che appena formulata assume la definitività di ciò che non poteva essere
altrimenti. (I. C , Rapidità, in Lezioni americane)
ALVINO 16
“lezioni
Per Calvino l’atto della scrittura è composto da due fasi, entrambe fondamentali. L
americane” sono l’ultima cosa che Calvino ha scritto quando è stato invitato da un’università
americana. Calvino morì prima di andare ad Harvard a sostenere queste lezioni. La prima fase che
appare nell’atto della scrittura è quella che pertiene a Hermes Mercurio, il dio della scrittura e della
comunicazione. La immediatezza di comprensione, l’efficacia corrisponde alla figura di Mercurio.
La scrittura deve avere la prerogativa di creare un ponte tra il cielo e la terra, un ponte composto da
un passo abile e leggero. Mercurio stabilisce le relazioni tra gli dei e le relazioni degli dei con gli
uomini. La scrittura nasce dal particolare per poi giungere all’universale. Per Calvino la scrittura da
voce al diverso in quanto è diverso, altrimenti si andrebbe contro ad un’epidemia pestilenziale.
L’epidemia pestilenziale è il contrario della comunicazione. Calvino parla di epidemia che svuota il
linguaggio. Il linguaggio è impoverito secondo Calvino dai Media. Calvino dice che la scrittura mette
in relazione i casi individuali e i casi universali, essa crea una relazione tra le forze della natura e le
forme della cultura. Nel linguaggio c’è una componente sia irrazionale (componente melodica,
immaginaria, sensoriale, vocazione poetica, naturalità) che razionale (la dimensione della cultura,
riguarda la sfera del significato). Anche ciò che appare inanimato contiene una componente di vita
propria che entrando in relazione con i soggetti viene tirata fuori. I poeti vogliono far parlare le cose.
Lo scrittore vuole portare alla luce il significato delle cose.
L’altra dimensione fa leva sulla dimensione del lavoro artigianale: si parla del Dio Vulcano
Efesto: fabbrica delle entità perfette, compiute con precisione.si paragona l’opera letteraria come un
oggetto intellettuale prezioso tanto quanto quegli oggetti non intellettuali preziosi come i gioielli.
L’opera letteraria assume un’oggettualità preziosa. L’oggetto che fabbrica Vulcano è un oggetto che
si può scambiare e donare. Questo Vulcano Efesto va in profondità, si trova nel fondo dei crateri, e
resta staticamente immobile nella sua verticalità, scende nelle viscere della terra. È il dio raffigurato
“storpio”
come ed è stato buttato nelle profondità, è una divinità che zoppica. Quando si legge un
testo compiuto si deve avere l’impressione che questo sia nato di getto, nell’immediatezza, ma
quest’immediatezza in un testo comunicativo, non può essere raggiunta senza che ci sia stato un
grande lavoro da parte dello scrittore. Tanto più un messaggio appare fresco e vivo, più è frutto di un
grande lavoro. L’obiettivo dell’autore non è quello di ottenere l’eleganza, ma quello