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Le ghiandole sebacee sono divisibili in due parti: una di esse si occupa della produzione

del sebo e viene detta "porzione secernente", mentre l'altra, che ha la funzione di

trasportare la sostanza grassa prodotta all'esterno, è chiamata "dotto (o condotto)

escretore". La prima parte può essere ulteriormente suddivisa in diversi acini produttori,

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che consistono in rigonfiamenti circondanti il dotto escretore e che in esso riversano il

sebo prodotto; la porzione secernente si trova più in profondità nel derma del dotto

escretore, che invece comunica con l'epidermide tramite il foro del pelo a cui la ghiandola

è collegata.

Il sebo, uscendo la follicolo pilifero, forma sulla pelle un film lipidico detto Skin Surface

Lipid Films (SSLF). Il sebo ha la struttura di una cera con acidi grassi esterificati con

alcoli monovalenti. Il sebo forma sull’epidermide uno strato spesso tra i 4-5 nm. Le cellule

che formano una ghiandola sebacea sono:

 Il pre-sebocita, che prende contatto con la lamina basale;

 Il sebocita che è la cellula che produce il sebo.

L’IGF-1 stimola la sintesi del DNA e quindi aumenta il numero dei pre-sebociti e il numero

dei sebociti.

Sono presenti anche ghiandole apocrine, che producono un secreto alcalino che va a

confluire e a fondersi col sebo. Le cellule che producono il secreto alcalino perdono man

mano pezzi di citoplasma che andranno a fondersi col sebo. Del secreto apocrino

farebbero parte alcuni feromoni capaci di stimolare la libido. Questi feromoni sono le

copuline che inducono all’accoppiamento.

6.7 Le unghie

I peli sono annessi cutanei come le unghie. L'unghia è una lamina cornea

semitrasparente che ricopre l'estremità della dita di alcune specie animali, tra cui l'uomo.

Nell'uomo, l'unghia è composta da varie parti:

 la lamina o corpo ungueale, che è la parte cornea, composta per la maggior parte

da cheratina;

 la radice ungueale, situata al di sotto del corpo;

 il letto ungueale o iponichio, dove la lamina si inserisce nel solco periungueale o

perinichio;

 la lunula, estremità biancastra alla base della radice che è la matrice responsabile

della crescita;

 la pellicola ungueale, che ricopre parte della lamina all'estremità inferiore.

Le unghie crescono indefinitamente circa di 0,1 mm al giorno. Se non le tagliassimo

periodicamente alla fine della nostra vita avrebbero una lunghezza di circa 60 metri.

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6.8 Meccanismi di autoprotezione della cute

La pelle è dotata di meccanismi di autoprotezione. Tali meccanismi difensivi coinvolgono

due tipi di cellule diverse:

 La cellula di Langherans, per quanto riguarda l’immuno-sorveglianza;

 Il melanocita, per quanto riguarda i danni arrecati alla cellule dalla luce solare.

I melanociti (figura 6) producono un pigmento, la melanina, che colora la pelle. Le

melanine sono pigmenti delle famiglie dei poliacetileni o delle polianiline che hanno la

proprietà di rendere di colore bruno i loro copolimeri. Negli esseri umani, la melanina è

nella pelle, nei capelli e nel tessuto pigmentato che è posto sotto l'iride, nel midollo e nella

zona reticularis della ghiandola surrenale, nello stria vascularis dell'orecchio interno e nel

pigmento di alcuni tipi di neuroni. La melanina è la determinante primaria del colore della

pelle umana. La melanina dermale è prodotta dai melanociti che sono nella parte basale

dell'epidermide, che la producono quando sono stimolati dall'esposizione alla luce ed in

particolare alla radiazione ultravioletta (UV) nel campo da 380 a 410 nanometri (UVA).

Anche se tutti gli esseri umani possiedono una concentrazione generalmente simile di

melanociti nella pelle, l'attività dei melanociti è differente in individui appartenenti a diversi

gruppi etnici esprimendo più frequentemente o meno frequentemente i geni melanina-

produttori, conferendo con ciò una maggiore o minore concentrazione di melanina nella

pelle e quindi una diversa pigmentazione. Alcuni individui sia di animali che umani hanno

pochissima o nessuna melanina nella loro epidermide, una condizione nota come

albinismo. Si ritiene comunemente che la melanina sia l'agente che protegge la vita dagli

effetti dannosi della

radiazione UV

solare, ma recenti

studi suggeriscono

che questo polimero

possa avere funzioni

diverse nei vari

organismi.

Negli umani la forma

più frequente di

melanina è la

Figura 6: Sezione di epitelio, i melanociti sono indicati con la lettera "m".

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eumelanina. La natura precisa della struttura molecolare della eumelanina è ancora

oggetto di studio. L'eumelanina esiste nei capelli di colori grigio, nero, giallo, e marrone.

Nelle creature umane è più abbondante in persone con pelle scura. Ci sono due tipi diversi

di eumelanina, che si distinguono per il loro modo di formare legami polimerici. I due tipi

sono comunemente indicati come eumelanina nera ed eumelanina marrone. In assenza di

altre cause una piccola quantità di eumelanina nera causa i capelli grigi, mentre una

piccola quantità di eumelanina marrone causa i capelli di colore giallo (biondo).

Ma la melanina oltre a difendere le cellule dal danno della radiazione solare ha anche altri

scopi. Il melanocita poggia direttamente sulla lamina basale, a livello dello strato

germinativo della pelle. Il melanocita possiede numerosi prolungamenti citoplasmatici che

hanno lo scopo di facilitare la diffusione della melanina alle cellule limitrofe. Il citoplasma

del melanocita è pieno di vescicole scure o melanosomi, vescicole specializzate nel

trasporto della melanina. I melanosomi sono strutture ovoidali di 0,2-0,6 µm e sono

paragonabili a degli scaffold proteici carichi di melanina.

La melanina ha origine dalla tirosina che viene trasformata in DOPA dall’enzima

tirosinasi. Con una successiva reazione della tirosinasi si ottiene il dopachinone. Se la

concentrazione di cisteina è alta il dopachinone diventa cisteindopa, e alla fine si avrà la

PHE-melanina, cioè la melanina che viene prodotta dai melanosomi durante l’esposizione

al sole e che è responsabile dell’abbronzatura. Se la concentrazione di cisteina è bassa, il

dopachinone diventa dopacromo, e alla fine si ottiene l’EU-melanina, cioè la melanina che

colora la pelle di nero. Il colore della pelle non è legato al numero di melanociti, infatti un

nero non ha più melanociti di un bianco (paradosso di Szabo). I melanosomi di una

persona con pelle chiara sono stretti e ipodensi, mentre quelli di una persona di colore

sono larghi e densi.

Un melanosoma è costituito da una biomembrana e un corpo ovoidale denso. La struttura

all’interno del melanosoma è una gabbia fullarenica. Il materiale di cui è composta la

gabbia svolge le funzioni di:

 Materiale geodetico isolante;

 Materiale per incrementare la resistenza meccanica;

 Attività scavanger, cioè è una trappola per gli elettroni;

 Schermo anti-UV.

È proprio per queste caratteristiche che la melanina si trova anche sullo scroto dei testicoli

(in questo caso funge da isolante termico ed impedisce che i testicoli si raffreddino troppo

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bloccando la spermatogenesi) e sull’areola della mammella (in questo caso aumenta la

resistenza meccanica del capezzolo facilitando l’operazione di suzione del neonato al

momento dell’allattamento).

Non appena le cellule dell’epidermide vengono esposte ai raggi solari, il melanocita inizia

la sintesi di melanina. Tale melanina avrà lo scopo di schermare le cellule dell’epidermide

dai raggi UV. I melanosomi giungono

nelle cellule grazie ai numerosi

prolungamenti del melanocita, che in

questo modo si assicura un’ampia area

di copertura. Per ogni 10 cellule basali

o germinative vi è un melanocita (figura

7). L’unità melanica-epidermica è

costituita da un melanocita e da quei

cheratinociti che possono essere

raggiunti dai prolungamenti dendritici

del melanocita stesso. L’abbassamento

di tirosinasi inibisce la sintesi di nuova

Figura 7: Rappresentazione di un melanocita. melanina. L’abbassamento della

tirosinasi è attuato da IL-1α e TNF-α. Al contrario l’aumento della concentrazione di

tirosinasi, ad opera di IL-6, stimola la sintesi di melanina.

6.9 Osservazione della Cute

L’esame dermatologico deve avvenire in condizioni di ottima illuminazione (possibilmente

a luce naturale) e a paziente completamente svestito. Vanno esaminate in sequenza: le

unghie, le superfici anteriori e posteriori, il cuoio capelluto, la faccia, il tronco, le estremità

inferiori, la cute interdigitale, il cavo orale e le mucose ano-genitali.

Il colore della pelle allo stato naturale dipende dai globuli rossi. Se la pelle di un individuo

è troppo rossa molto probabilmente soffrirà di ipertensione. Se invece la pelle è di un

colore bluastro (cianosi) la persona è affetta da cardiopatie o insufficienza respiratoria. Il

colore giallo della pelle è associato all’ittero. Sulla pelle possono essere presenti alcune

macchie come le lentiggini e le efelidi. 15

Da un punto di vista anatomo-patologico vengono utilizzati dei termini particolari per

descrivere le alterazioni anatomo-istologiche della pelle e tali termini sono:

 Esocitosi, ovvero la migrazione di elementi provenienti dal sangue, che vanno a

formare dei microascessi;

 Esosierosi, cioè la fuoriuscita del sangue dai capillari;

 Acantolisi, perdita delle connessioni intercellulari;

 Paracheratosi, persistenza dei nuclei nelle cellule cornee;

 Discheratosi, isole di cheratinizzazione nel contesto Malpighiano;

 Ipercheratosi, ispessimento dello strato corneo;

 Poichilocarinosi, modificazione del nucleo nel sistema Malpighiano.

Le patologie della pelle possono essere catalogate in:

 Patologie del pelo;

 Patologie della ghiandola sebacea;

 Patologie della ghiandola sudoripara;

 Patologie di cheratinizzazione;

 Psoriasi;

 Patologie vascolari/metaboliche.

Tra le patologie associate al pelo le più interessanti sono l’irsutismo e l’alopecia. Una

percentuale di donne che varia tra il 5% e il 10% sono soggette al cosiddetto fenomeno

dell’irsutismo, definito come la presenza di peli terminali, con aspetto androgeno-

dipendente, in aree che sono considerate primariamente mascoline. L’eccesso di

androgeni, che causa tale fenomeno, può essere causato da ovaio policistico (nel 65-85%

dei casi), patologie surrenaliche o gonadiche, oppure ancora in rapporto alla

somministrazione eccessiva di ormoni androgeni o derivati del progesterone. L&rsquo

Dettagli
A.A. 2013-2014
21 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/17 Istologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher antonioromanelli86 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istologia ed embriologia umana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Tajana Gianfranco.