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Il Fascismo
Ci siamo fermati ai primi anni post prima guerra mondiale e al modello lancia e scudo. La politica fascista dal punto di vista militare è un fallimento. Mussolini non rinnova le forze armate, quasi non se ne occupa e non riesce neanche a fascistizzarle (ad eccezione dell'aeronautica, una forza armata nuova, giovane) perché la loro conduzione resta in mano al vecchio establishment militare. Tutto ciò emergerà drasticamente durante la seconda guerra mondiale. Il fallimento del fascismo è prima di tutto un fallimento militare, su tutti i fronti a partire dal 1940. Saranno le sconfitte militari a determinare la sconfitta politica interna.
Il grande demerito di Mussolini e della politica militare fascista è la totale mancanza di rinnovamento tecnologico a cui si aggiungeranno problemi come la mancanza di coordinamento, gestione degli affari militari e ministero principalmente nelle mani di Mussolini. Il fascismo all'inizio non si occupa
degli aspetti militari perché deve consolidare il suo potere. Gli aspetti militari sono dunque per Mussolini secondari. Anche se il regime si ritiene bellicista e incline alla violenza, in questi anni l'attenzione all'esercito è poca. Il primo ministro della guerra è Diaz, ma poi Mussolini assumerà l'interim del ministero. Nel 1923 Diaz propone di rinnovare l'esercito (un rinnovamento sempre molto tradizionale e finanziariamente insostenibile) e scontrandosi col ministro delle finanze, Diaz si dimette. Tra il 1923 e il 1925 c'era il ministro Di Giorgio. Nel 1925, tra le leggi fascistissime, viene istituita la figura del capo di stato maggiore generale/della guerra, un organo che ha compiti di coordinare le varie forze armate e che si somma al capo di stato maggiore dell'esercito e a quello della marina. Il primo capo di stato maggiore generale è Badoglio, con una responsabilità solo formale.
Poiché l'autorità resta comunque quella di Mussolini, che deve già dividerla col re. Nel 1926 Badoglio, come capo di stato maggiore generale si deve l'unica riforma militare fascista: ferma di 18 mesi e forza media alle armi di 250.000 uomini. La riforma, tuttavia, non presta attenzione alle novità tecnologiche (viene trascurata la produzione di carri armati, la produzione di armi chimiche) non si fa cenno alla collaborazione con l'aviazione. Vi è poi un riordinamento senza reale ristrutturazione: le forze armate si riformano e sono già obsolete, un ritardo che l'Italia scopre solo con la seconda guerra mondiale, non nel 1936 con la guerra d'Etiopia. Alla vigilia della seconda guerra mondiale Mussolini attira a sé ancor di più l'ambito militare ed è interessante sottolineare come Mussolini non abbia minimamente le competenze per farlo. Le sue decisioni sono prese in solitudine, senza supporto di organi.
militaricompetenti. L'esercito è usato come uno strumento di propaganda, è inefficiente, è vecchio, rimane il divario traufficiali e truppe ma di facciata il fascismo si rifà alle forze armate. L'esercito è molto presente nella vita dei cittadini, ma è ancora quello della WW1, il regime non saragionare sul lungo periodo, adegua la sua politica militare a seconda del clima internazionale, senza nessuna prospettiva verso il futuro e di lungo periodo. con la conquista dell'etiopia mussolinisi aliena le simpatie delle altre potenze e si avvicina a hitler, prima osteggiato. L'esercito al quale viene affidato un grande compito di propaganda perde un po' quel compito ditutela dell'ordine interno, assolto dagli organi di regime come la milizia fascista. La milizia sisviluppa in parallelo all'esercito, è una forza paramilitare, ma il re non permette che l'esercito simischi con la milizia, checontinueranno ad essere separate, agli occhi della società e dei graduati. È tutto solo facciata, in realtà è un esercito inefficiente, vecchio, rimane il divario tra ufficiali e truppe, problemi di coordinamento e a livello gerarchico. L'influenza dell'aspetto militare nel tentativo del fascismo di cambiare la società italiana è lampante; es: Balilla. Il regime appare incapace di lavorare sul lungo periodo: non ha politica di rinnovamento, adegua di volta in volta la sua politica militare ai cambiamenti del contesto internazionale. Inizialmente, Mussolini aveva posizioni ostili nei confronti di Hitler, all'inizio era difensore dell'Austria. Ma nell'anno della realizzazione dell'impero con la conquista dell'Etiopia (35-36), si aliena rispetto alle altre potenze europee e si allinea a Hitler -> Asse Roma Berlino 1936, guerra civile spagnola 36-29. Patti anti-Comintern 1937 con Giappone, Patto
d'Acciaio 1939. In seguito alla capitolazione della Francia,deciderà di entrare in guerra. L'esercito continua, durante tutto il ventennio, a percepirsi come tutoreultimo dell'assetto sociale e politico italiano, ossia continuare a sentirsi in collegamento con lamonarchia. I soldati giurano fedeltà al re e si sentono ad esso legati. La monarchia sostiene edifende l'autonomia delle forze armate in generale e dell'esercito in particolare.
Le forze armate repubblicane
L'8 settembre 1943 l'esercito si sfalda, 2 milioni di uomini vengono catturati dai nazisti e l'italiacambia schieramentoquesta vicenda porta alla storia degli internati militari italiani che si rifiutanodi tornare in italia prestando servizio per la repubblica di salò. Il ritorno in italia era infatticondizionato al giuramento fascista e anche all'obbligo di prestare servizio nella RSI.
Nelle nuove forze armate repubblicane vanno ad integrarsi le
Brigate partigiane e i resti del regio esercito; con la nascita della repubblica ci si chiede cosa fare delle forze armate. Anzitutto si cancella l'eredità del fascismo e il passato e quindi si pone fine a tutti i ministeri militari creati dal fascismo, si sceglie solo un ministero che viene definito ministero della difesa (con l'idea di rifiutare l'idea di guerra offensiva). A fine anni 40 e durante gli anni 50 c'è una marginalizzazione e burocratizzazione del tema militare perché ci si trova di fronte al basso profilo della politica estera italiana, perché l'Italia vive, in quel periodo, la difesa delegata, ossia ha deciso di mettersi sotto l'ombrello americano e di schierarsi con la NATO. Questo ha ricadute in tutti i piani della storia americana e anche su quello militare: l'Italia non deve preoccuparsi della sua difesa. Vi è una rimozione dei temi della sicurezza e della difesa dal dibattito politico e culturale.
Vi sono 3 articoli della costituzione italiana in cui si fa riferimento al tema militare:
Art. 11 (non è un articolo ma un principio fondamentale non modificabile: artt 1-12)
Rifiuto della guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti internazionali (guerra o offensiva)
Consenso alle limitazioni di sovranità previste dalle organizzazioni internazionali (comma 1). Ossia l'Italia può partecipare a operazioni militari quando c'è l'autorizzazione da parte di un'organizzazione internazionale come l'ONU o la NATO. Vi è sempre la necessità di giustificare, in qualche modo, un'operazione militare (tema della guerra giusta) e per l'Italia è la guerra approvata da un'organizzazione militare. Si rifiuta la guerra fascista, la guerra di aggressione, le vecchie logiche militari di guerra offensiva ma non viene posta fine alle missioni militari italiane.
Questione delle spese militari in Italia
Art 52
(sezione dei diritti e dei doveri dei cittadiniterza sfera. Riguarda il servizio militare. Nellanostra costituzione ci sono pochi doveri, tra cui il servizio militare e pagare le tasse in base alprincipio di progressività)Difesa della patria come sacro dovere del cittadino
Servizio militare obbligatorio “nei limiti e nei modi stabiliti dalla legge”
L’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della repubblica (comma 3).
Il servizio militare e in generale le forze armate è qualcosa in cui è penetrato lo spirito democratico e possiamo spiegarlo con due parole: neutralità e uguaglianza. Neutralità perché l’esercito è apolitico, l’esercito difende le istituzioni democratiche; Uguaglianza che si lega alla scelta del servizio militare obbligatorio, ossia si poteva modificare il sistema di leva in italia (leva di massa con periodo di ferma obbligatorio) passando ad un
armate, il loro comandante supremo. Il presidente della repubblica, inoltre, presiede il consiglio supremo di difesa, che è l'organo di consulenza e decisione in materia di politica militare. L'esercito di massa, scelto dall'Italia, si basa su un sistema di leva obbligatoria, in cui tutti i cittadini maschi sono tenuti a prestare servizio militare per un determinato periodo di tempo. Questo tipo di esercito è considerato più rappresentativo della società civile e garantisce una maggiore partecipazione dei cittadini alla difesa del paese. D'altro canto, l'esercito di professionisti, tipico del modello anglosassone, è composto da soldati professionisti che scelgono volontariamente di arruolarsi nell'esercito. Questo tipo di esercito è considerato più efficiente e specializzato, ma potrebbe essere meno controllabile dalla democrazia. In Italia si è scelto il servizio di massa per evitare derive antidemocratiche e garantire una maggiore fedeltà alle istituzioni. Si ritiene che un esercito legato alle istituzioni sia più coerente con lo spirito democratico delle forze armate stesse. È importante tenere conto che con la fine della monarchia, è venuto meno un importante punto di riferimento per le forze armate. Era quindi necessario trovare un altro modo per legare le forze armate alle istituzioni. L'articolo 87 della Costituzione italiana attribuisce al presidente della repubblica il comando delle forze armate. Il presidente presiede anche il consiglio supremo di difesa, che è istituito per legge e ha il compito di deliberare sulle questioni di politica militare. Questi poteri sono formali, morali ed etici, e il capo di stato rappresenta il punto di riferimento delle forze armate, il loro comandante supremo.dello stato maggiore dell'esercito3. Area delle forze armate: riorganizzazione delle forze armate in base alle nuove esigenze ealle nuove tecnologie. Viene istituito il comando operativo delle forze armate e vieneintrodotta la figura del comandante in capo delle forze armate.Nel 1970 viene istituito il comando operativo delle forze armate, che ha il compito di pianificaree coordinare le operazioni militari. Viene anche introdotta la figura del comandante in capo delleforze armate, che ha il compito di dirigere le operazioni militari e di rappresentare le forze armateall'esterno.a scena internazionale sempre più rilevante, con l'adesione all'Organizzazione del Trattato Atlantico del Nord (NATO) nel 1949 e la partecipazione alla Guerra di Corea nel 1950-1953. - La necessità di riformare le forze armate italiane per renderle più moderne ed efficienti. - La discussione sul ruolo dell'esercito italiano nella difesa del paese e nella partecipazione a missioni internazionali. - L'importanza di garantire la sicurezza nazionale in un contesto di crescente instabilità geopolitica. - La necessità di bilanciare le esigenze militari con quelle economiche e sociali del paese. - Il dibattito sulla leva obbligatoria e sulla sua abolizione, con la conseguente introduzione del servizio militare di leva volontaria. - La questione dei finanziamenti alle forze armate e la loro modernizzazione tecnologica. - La discussione sulle missioni di pace e di supporto umanitario in cui l'Italia è coinvolta. - Il ruolo delle forze armate nella lotta al terrorismo e nella sicurezza interna. - La necessità di promuovere una cultura della difesa e di valorizzare il ruolo dei militari nella società italiana. - La questione dei diritti umani e del rispetto delle convenzioni internazionali nelle operazioni militari. - Il dibattito sulla militarizzazione della società e sulle conseguenze della presenza militare sul territorio nazionale. - La questione del controllo civile sulle forze armate e della loro sottomissione al potere politico. - La discussione sulle politiche di disarmo e sulla riduzione delle spese militari. - Il ruolo delle forze armate nella protezione dell'ambiente e nella gestione delle emergenze naturali. - La questione della parità di genere nelle forze armate e della promozione delle donne nei ruoli di comando. - Il dibattito sulla formazione e l'addestramento dei militari e sulla loro preparazione per affrontare le sfide del futuro. - La questione della difesa cibernetica e della sicurezza informatica nel contesto delle nuove minacce tecnologiche. - Il ruolo delle forze armate nella promozione della pace e nella prevenzione dei conflitti. - La discussione sulle politiche di cooperazione internazionale e sulla partecipazione dell'Italia alle missioni dell'Unione Europea e delle Nazioni Unite. - La questione della difesa europea e della creazione di un esercito europeo. - Il dibattito sulla militarizzazione dello spazio e sulle nuove frontiere della guerra. - La questione della sicurezza energetica e delle risorse naturali nel contesto delle sfide globali. - Il ruolo delle forze armate nella protezione dei confini nazionali e nella gestione dei flussi migratori. - La discussione sulle politiche di non proliferazione nucleare e sul disarmo nucleare. - La questione della sicurezza marittima e della lotta alla pirateria. - Il dibattito sulla difesa civile e sulla preparazione del paese alle emergenze e alle catastrofi naturali. - La questione della sicurezza delle infrastrutture critiche e delle reti di comunicazione. - Il ruolo delle forze armate nella promozione dei valori democratici e dei diritti umani nel mondo. - La discussione sulle politiche di intelligence e sulla lotta al terrorismo internazionale. - La questione della sicurezza alimentare e della gestione delle crisi alimentari. - Il dibattito sulla difesa dello spazio pubblico e sulla tutela della libertà di espressione. - La questione della sicurezza idrica e della gestione delle risorse idriche. - Il ruolo delle forze armate nella protezione dell'ambiente e nella lotta al cambiamento climatico. - La discussione sulle politiche di sicurezza urbana e sulla prevenzione della criminalità. - La questione della sicurezza sanitaria e della gestione delle emergenze sanitarie. - Il dibattito sulla difesa dei diritti umani e sulla lotta alle discriminazioni. - La questione della sicurezza finanziaria e della gestione delle crisi economiche. - Il ruolo delle forze armate nella promozione della cultura e dell'educazione. - La discussione sulle politiche di sicurezza energetica e sulla transizione verso fonti di energia sostenibili. - La questione della sicurezza digitale e della protezione dei dati personali. - Il dibattito sulla difesa della diversità culturale e sulla promozione del dialogo interculturale. - La questione della sicurezza dei trasporti e della gestione delle emergenze nel settore. - Il ruolo delle forze armate nella protezione dei diritti delle minoranze e nella lotta alle discriminazioni. - La discussione sulle politiche di sicurezza alimentare e sulla lotta alla fame nel mondo. - La questione della sicurezza nucleare e della gestione dei rifiuti radioattivi. - Il dibattito sulla difesa dei diritti dei lavoratori e sulla promozione del lavoro dignitoso. - La questione della sicurezza delle infrastrutture critiche e della gestione delle emergenze nel settore. - Il ruolo delle forze armate nella promozione della pace e nella prevenzione dei conflitti. - La discussione sulle politiche di cooperazione internazionale e sulla partecipazione dell'Italia alle missioni dell'Unione Europea e delle Nazioni Unite. - La questione della difesa europea e della creazione di un esercito europeo. - 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