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LA DOMANDA DI MONETA E L’EQUILIBRIO NEL MERCATO MONETARIO
La teoria neoclassica si fonde su 2 tesi nel campo dell’economia monetaria:
1. moneta = “velo” che copre la dimensione reale dell’economia;
2. moneta = svolge 2 funzioni:
I. NUMERARIO ( unità di conto);
II. MEZZO DI SCAMBIO.
ovvero serve ad attribuire un valore alle merci e agisce come strumento di agevolazione delle transazioni.
Keynes ritiene infondate entrambe le tesi ed elabora a tal fine una struttura teorica fondata su
un’approfondita analisi delle determinanti della domanda e dell’offerta.
Critica alla teoria quantitativa della moneta
Si ricorderà che l’equazione degli scambi è MV = PQ
M = massa monetaria in circolazione (offerta di moneta);
V = velocità di circolazione della moneta (pagamenti effettuati in una unità di tempo);
P = livello generale dei prezzi;
Q = quantità di beni e servizi prodotta.
Gli economisti neoclassici assumevano come costanti V e Q.
Di conseguenza,l’aumento dell’offerta di moneta si traduce unicamente in un aumento nella stessa
proporzione genera solo INFLAZIONE.
La critica di Keynes si svolge proprio all’assunto che Q sia dato,avendo dimostrato che un’economia di
mercato tende a generare DISOCCUPAZIONE, poiché le risorse non sono tutte occupate, la quantità prodotta
può essere accresciuta.
Segue che AUMENTO DELL’OFFERTA
Teoria neoclassica Teoria keynesiana
genera solo Inflazione genera un aumento dell’occupazione e della
produzione.
Per Keynes la moneta non è neutrale.
Keynes individua 3 MOVENTI per i quali gli individui domandano moneta e 3 TIPOLOGIE di DOMANDA di
MONETA. scopi transattivi
a) la domanda di moneta per (L ) ovvero quella destinata a far fronte ai pagamenti
1
correnti;
Keynes assume che L sia crescente al crescere del reddito, in ragione del fatto che tanto > è il reddito, tanto >
1
è ragionevolmente la spesa che gli individui effettuano.
La domanda di moneta L è rappresentata graficamente come una curva decrescente in funzione del reddito.
1
Per semplicità assumiamo che la funzione sia una retta: 28
scopo precauzionale
b) la domanda di moneta per (L ).
2
L’economia descritta da Keynes è un’economia nella quale l’incertezza domina le scelte di tutti gli altri
operatori.
In tali condizioni, è ragionevole domandare moneta per detenerla, ovvero per fra fronte a pagamenti futuri, la
cui necessità e il cui ammontare sono incerti. i i
Naturalmente, il livello del tasso di interesse ( ) influisce su queste scelte, nel senso che tanto > è tanto > è il
costo opportunità detenendo moneta liquida.
L i
e sono legati da una relazione inversa:
2
In più in condizioni di elevata incertezza, gli individui tendono a manifestare un’elevata preferenza per la
liquidità, ovvero tendono a porre in primo piano il primo bisogno di sicurezza.
la moneta è anche riserva di valore,
In tal senso, essendo domandata non solo per effettuare spese correnti,
ma anche per far fronte a eventi futuri incerti.
Più che la moneta è riserva di valore, equivale sostanzialmente a dire che la moneta non è richiesta solo per la
sua utilità indiretta ma anche per la sua utilità diretta.
scopi speculativi
c) la domanda per (L ). È la domanda di moneta che viene espressa da coloro che
3
oprano in borsa, acquistando e/o vendendo titoli.
→ → la proprietà
I titoli ai quali ci si riferisce sono azioni quote di proprietà di imprese di azioni dà diretto a
ricevere un dividendo, ovvero una somma di moneta il cui importo dipende dai profitti che l’impresa ha
ottenuto e dal tasso di interesse.
Sono inoltre titoli anche le obbligazioni = cioè i prestiti che le imprese ricevono e per le quali si impegnano a
pagare un interesse (CEDOLA) a scadenze regolari.
Il prezzo del titolo (o corso) si muove in relazione inversa rispetto al tasso di interesse:
R
=
Pt i
Pt = prezzo del titolo;
R = rendimento (quanto si ottiene dalle cedole);
i = tasso di interesse
CICLO DI BORSA
Supponiamo che il tasso di interesse corrente sia considerato basso (il prezzo dei titoli è quindi alto) e che,
perciò gli operatori si attendono un aumento (riduzione prezzo titoli).
In tali circostanze (TENDENZA RIBASSISTA), conviene vendere, ovvero domandare moneta. 29
Un massiccio aumento di vendite determina una riduzione dei prezzi dei titoli (aumento del tasso di
interesse).
La tendenza prosegue fino a quando gli operatori non cominciano a considerare
ALTO TASSO DI INTERESSE
BASSO PREZZO DEI TITOLI
In tali circostanze conviene acquistare, ovvero ridurre la domanda di moneta per scopo speculativi.
Si determina una svolta e si avvia la TENDENZA RIALZISTA.
In conclusione nel modello keynesiano: diretta inversa
la domanda di moneta è funzione del reddito e funzione del tasso di interesse.
TRAPPOLA DELLA LIQUIDITÁ
= una condizione nella quale il tasso di interesse è considerato così basso da indurre gli individui a non
domandare, più titoli, bensì a domandare soltanto moneta
Il fenomeno è rappresentato così graficamente:
L i
Posta la DOMANDA di MONETA ( ) sulle ascisse e il TASSO di INTERESSE ( ) sulle ordinate
si mostra come la relazione inversa fra le due variabili sussiste solo fino a quando non si raggiunge il tasso di
interesse giudicato minimo. 1
Oltre a quel punto, la curva di domanda di moneta diventa asintotica all’asse della ascisse, il che significa che
la domanda di moneta tende all’infinito, cioè gli speculatori non sono disposti ad acquistare titoli (perché
prevedono una diminuzione del loro corso in seguito ad un probabile aumento del tasso di interesse) e
trattengono presso di loro tutta la moneta di cui vengono in possesso.
Vediamo come è possibile determinare il valore di equilibrio del tasso di interesse sul mercato monetario.
Al grafico precedente, aggiungiamo alla domanda di liquidità (L), l’offerta di moneta (M) che, essendo decisa
dalle autorità monetarie, deve essere considerata indipendente dal tasso di interesse.
L’offerta si rappresenta come una variabile esogena (cioè come una retta verticale parallela all’asse dove è
misurato il tasso di interesse). e
L .
L’incontro tra domanda e offerta di moneta determina il tasso di interesse di equilibrio
1 Retta cui una curva data si avvicina indefinitamente senza mai toccarla. 30
Si può notare che l’incremento dell’offerta di moneta può fare scendere il tasso di interesse e per questa via
può stimolare una crescita degli investimenti.
Un incremento dell’offerta da M a M fa infatti diminuire il tasso di interesse da i a i .
1 2 1 2
Tuttavia l’incremento dell’offerta di moneta diviene inefficace quando siamo in una situazione di trappola di
liquidità.
Il passaggio dall’offerta M a M lascia infatti invariato il tasso di interesse minimo, perché gli speculatori
3 4
ormai convinti che il corso dei titoli scenderà nel futuro, trattengono presso di loro tutta la moneta di cui
entrano in possesso. PROBLEMA DELL’INFLAZIONE
Modello neoclassico Modello keynesiano
Dipende da un eccesso di offerta di moneta, sulla Dipende da un eccesso di domanda aggregata (cioè
base dell’equazione degli scambi su cui si basa la l’eccesso della domanda effettiva rispetto alla
teoria quantitativa della moneta domanda potenziale di piena occupazione).
Infatti se tutte le risorse fossero occupate in modo
efficiente, l’aumento degli investimenti e/o consumi
non potrebbe che dar luogo ad un aumento
generalizzato dei prezzi, dal momento che non
esistono fattori produttivi da occupare e retribuire,
ma soltanto fattori produttivi già occupati e
retribuiti.
L’INTERVENTO PUBBLICO: POLITICA MONETARIA e POLITICA FISCALE
Avendo dimostrato che un’economia di mercato produce spontaneamente un’allocazione delle risorse non
ottimale, in particolare genera disoccupazione, Keynes volge la sua attenzione alle misure di politica
economica più efficaci per accrescere l’occupazione.
I responsabili della politica economica dispongono di due leve per il governo dell’economia:
POLITICA MONETARIA POLITICA FISCALE
È gestita dalla Banca Centrale e il suo principale È gestita dal governo e consiste nella manovra delle
costituiscono una decurtazione del
strumento è la manovra del tasso ufficiale di sconto IMPOSTE (
TUS tasso di interesse che la banca centrale reddito dei consumatori e il loro aumento riduce la
( =
applica nelle operazioni di risconto con le banche domanda aggregata ) e SPESA PUBBLICA:
ordinarie ). 31
L’aumento del TUS configura una politica monetaria - IMPOSTE DIRETTE: ovvero le imposte che
restrittiva, mentre la riduzione del TUS dà luogo a gravano sul reddito delle famiglie;
una politica monetaria espansiva. - IMPOSTE INDIRETTE: ovvero quelle che
Un altro strumento della politica monetaria è il gravano sui prezzi di vendita dei beni;
controllo dell’offerta di moneta. - SPESA PUBBLICA: non è altro che
Un’espansione dell’offerta di moneta, quando noi ci l’immissione di moneta nel circuito economico da
troviamo in una situazione di trappola della liquidità, parte dello Stato; si capisce che il suo aumento
causa una diminuzione del tasso di interesse e ha comporta un aumento del reddito dei consumatori e
effetti reale sulla domanda aggregata, stimolando un dunque della domanda aggregata.
aumento degli investimenti. AUMENTO SPESA PUBBLICA => politica espansiva;
All’opposto, una diminuzione dell’offerta di moneta AUMENTO IMPOSTE => politica restrittiva
causa un incremento del tasso di interesse e di
conseguenza scoraggia gli investimenti.
L’elaborazione sin qui esposta può essere rielaborata così:
G = spesa pubblica;
T = imposizione fiscale = + +
La domanda aggregata diviene DA C I G
= + +
La condizione di equilibrio è dove G ne accresce il valore.
Y C I G
flusso in entrata
La spesa pubblica è un . = −
flusso in uscita
L’imposizione fiscale è un perché diminuisce il reddito disponibile ( ) sulla base del
Y Y T
d
quale, le famiglie possono prendere le loro decisioni di consumo e di risparmio.
Evidentemente la parte del reddito che si risolve in imposte non è a disposizione delle famiglie.
La funzione del consumo diviene quindi ora: = +
C Co cYa
= + −
C Co c (
Y T ) 1
= +
Vediamo come si modifica l’equazione dell’equilibrio .
y (
Co I )
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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