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Il Mercantilismo nel periodo coloniale
NOEMI AMMIRATIdel '500 dai portoghesi, il Brasile; gli Stati territoriali hanno una responsabilità diretta nel condurre le esplorazioni, che sono costose, avventurose, che implicano un grande sforzo organizzativo, quindi avvianoun tipo di politica economica particolare, la quale per l'importanza assunta dal commercio si chiamerà mercantilismo.
Col termine Mercantilismo, adottato in primis da Portogallo e Spagna, si inizia a identificare le fonti della ricchezza dello stato; la potenza dello stato dipende dalla sua solidità finanziaria, dipendente dalla capacità dei sovrani di estrarre denaro alla propria popolazione e dal saldo della bilancia commerciale; inizia a profilarsi l'idea di bilancia commerciale, uno strumento di contabilità nazionale che identifica il rapporto tra quanto uno stato esporta e quanto importa. L'obiettivo è quello di avere un'eccedenza di esportazioni rispetto alle importazioni, il che può.
essere ottenuta attraverso politiche di tipo protezionistico, politiche doganali protezionistiche, che significa che impongono dazi sulle merci che entrano in un territorio; pertanto si tende a privilegiare la produzione interna, a creare un mercato nazionale dei beni e un effetto positivo sul saldo attivo della bilancia commerciale. La prima fase di queste politiche economiche mercantilistiche, inaugurata da Portogallo e Spagna, si chiama Bullionismo, termine che deriva da bullion, cioè metallo prezioso; ciò significa che in questa fase la ricchezza dello stato e la sua solidità finanziaria si identificano con la quantità d'oro e d'argento presente nelle casse dello stato, e non con la produzione agricola e manifatturiera che sono in grado di fornire. Per quanto riguarda questo aspetto nel corso del '600 ci sono varie dispute tra gli economisti più tradizionali che continuano a sostenere una posizione di questo tipo, e altri più moderni che criticano il bullionismo e sostengono l'importanza della produzione interna e dello sviluppo economico.avanzati che invece vedono la quantità di denaro solo come una conseguenza dello sviluppo dell'economia; per questo motivo si moltiplicano divieti all'esportazione dei metalli preziosi che si vogliono trattenere. Questa visione più restrittiva della politica mercantilistica che pone l'accento sulla ricchezza monetaria e non sulla ricchezza reale è data dal primato di Spagna e Portogallo sull'espansione commerciale extraeuropea, il che significa un vantaggio competitivo in termini di appropriazione di oro e argento presente nelle colonie, in particolare in quelle spagnole. Gli storici parleranno di "maledizione dell'oro" per quanto riguarda la Spagna, perché l'idea che questo processo di accumulazione possa procedere all'infinito fa sì che nel corso del '500 l'economia reale spagnola entri in dissesto, in quanto ceti imprenditoriali diventano nobili e abbandonano le attività produttive;
se un paese abbandona l'attività produttiva deve dipendere dall'estero per i rifornimenti e i beni di prima necessità. La formazione degli imperi coloniali continuerà ad avere ripercussioni e conseguenze rilevantissime sulla storia fino ai primi anni del '900; il primo impero che si forma è l'impero portoghese, il quale è il primo che capisce che occorre bai passare il mar mediterraneo, diventato un mare non più sicuro per fare un tipo di viaggio eccezionale. I portoghesi iniziano a tentare di circumnavigare l'Africa, attraverso una navigazione di cabotaggio scendono lungo le coste dell'Africa; ci mettono quasi un secolo per circumnavigare il capo di Buona Speranza, risalire nell'oceano indiano e raggiungere le Indie orientali, precisamente Calcutta. Promotori di queste esplorazioni sono Bartolomeo Diaz, navigatore che dopo decenni di tentativi riesce finalmente a circumnavigare l'Africa, Vasco da Gama.Il primo tra i portoghesi ad approdare nel 1498 a Calcutta; dietro i viaggi vi è un'organizzazione orientata dal nuovo stato portoghese molto precisa. In particolare vi è un'organizzazione marittima che deve molto al figlio quintogenito del re di Portogallo, soprannominato Enrico il Navigatore, il quale fonda una scuola di navigazione a Sagrès. Questa scuola deve formare il capitale umano tale da consentire ai portoghesi di intraprendere spedizioni così rischiose, edunque ha il pieno appoggio dello stato, che cerca di orientare l'attività di navigazione; in questa scuola vengono progettate nuovi modelli di caravelle, nuove tecniche e strumenti di navigazione, come la bussola e le carte nautiche, che consentono ai portoghesi di praticare il mare aperto.
L'impero portoghese è un impero alla "fenicia"; i Fenici sono una popolazione mediterranea che in un'epoca antica avevano creato sul mar mediterraneo un impero.
fatto di punti di scali commerciali. Nel caso dei portoghesi l'impero è imperniato su scali commerciali che vengono fortificati, cioè man mano che scendono per le coste dell'Africa, si insediano in alcuni punti ritenuti strategici dal punto di vista commerciale, e li fortificano, perché in queste zone converge il commercio svolto dai portoghesi con le popolazioni africane; l'impero portoghese quindi si impernia su alcuni centri, che in alcuni casi costruiscono ex novo, come Elmina, forte costruito a protezione della rete commerciale che converge dall'interno dell'Africa. Pertanto i portoghesi non conquistano la terra, ma i mari, cioè si insinuano in commerci controllati fino ad allora dagli arabi; l'unica eccezione è il Brasile, che viene scoperto nel 1504 casualmente, e diventa uno dei territori più importanti dal punto di vista dell'economia portoghese, e che rimane tale fino agli inizi.Dell'800. Caratteristica di questa struttura imperiale è il fatto che lo stato eserciti il monopolio sul commercio; in altre parole non sono i privati ad agire individualmente, ma è lo stato che organizza il commercio, attraverso un'istituzione creata nel 1500 a coronamento della conquista dei mari su cui si affacciano le Indie orientali, la Casa de India; è un organismo controllato dalla corona, che dà orientamento al commercio tra il Portogallo e le proprie colonie extraeuropee. Dal punto di vista commerciale i traffici svolti dai portoghesi nelle proprie colonie e nei territori con cui esse sono in rapporti hanno due caratteristiche: da un lato esiste un Country Trade, cioè un commercio intra-asiatico, perché si svolge in particolare con le popolazioni indio orientali, e dall'altro un commercio di intermediazione, nel senso che i portoghesi sia esportano dall'Europa verso l'Asia determinati prodotti, e sia riesportano
Verso l'Europa da Asia, Africa e Brasile; dal Brasileriesportano il caffè e lo zucchero di canna, dall'Africa l'avorio, l'oro e gli schiavi, e dall'Asia l'argento e le spezie, mettendosi in competizione coi mercanti veneziani, esportatori del pepe.
Si forma così un mercato mondiale, con riflessi dal punto di vista finanziario molto importanti; in Europa l'ariesportazione di questi prodotti coloniali di lusso avviene ad Anversa, città delle Fiandre, grande centro di riesportazione fino alla metà del '500, dove tra l'altro viene creata la prima struttura architettonica destinata ad ospitare le contrattazioni da un lato dei titoli obbligazionari emessi dagli stati territoriali alla ricerca di finanziamento, dall'altro una borsa merci dove vengono contrattati i beni importati dai tre continenti.
Una delle conseguenze delle grandi esplorazioni geografiche è che il mediterraneo perde di importanza, cioè
Si ha uno spostamento commerciale dai paesi che si affacciano sul mare verso il nord. A differenza di quello portoghese, l'impero spagnolo è un impero territoriale, cioè gli spagnoli non si limitano a conquistare i mari, creare degli avamposti commerciali e dei ponti terminali del commercio, ma occupano interi pezzi del territorio; il momento della sua massima espansione è articolato in due vicereami dipendenti dalla corona spagnola: a sud la Nuova Castiglia e al nord la Nuova Spagna. L'epopea delle scoperte geografiche spagnole viene avviata da Cristoforo Colombo: egli cerca diversi sostenitori, va anche dai portoghesi che sono però impegnati nella circumnavigazione dell'Africa e ritengono che la sua impresa sia dal punto di vista finanziario troppo onerosa e anche priva di basi reali su cui sussistere; Colombo intende verificare l'ipotesi della sfericità della terra, ritenendo possibile raggiungere le Indie navigando verso Occidente.
Le prime carte nautiche del tempo contengono però due errori: da un lato non segnalano l'esistenza di terre intermedie tra l'Europa e il continente asiatico, dall'altro sottostimano la lunghezza del tratto d'Oceano che le separa, facendo ritenere più rapida la traversata. Ciò nonostante, Isabella di Castiglia aderisce all'offerta del genovese e lo sostiene finanziando la spedizione: nell'autunno del 1492 Colombo approda a San Salvador, poi a Cuba e ad Haiti, nelle isole cioè del Mar dei Caraibi, chiamate successivamente Indie Occidentali, termine esteso all'intera area. L'impresa di Colombo inaugura il processo di colonizzazione spagnola; dalle isole dei Caraibi i suoi emuli si lanciano negli anni successivi alla conquista dell'America centrale e dell'America meridionale; i protagonisti di tale fase sono i conquistadores, cadetti di famiglie aristocratiche impoverite dalla crisi del '300 e cheoracercano ricchezza e potere nella conquista del Nuovo Mondo, con pochi uomini e scarsi mezzi. Tuttavia latecnologia di cui dispongono, le armi da fuoco e i cavalli, insieme alle divisioni interne delle popolazionilocali, amerinde o pre-colombiane, risultano sufficienti alla conquista degli Imperi; tali imperi, sui quali farà16NOEMI AMMIRATIriferimento quello spagnolo sono l'impero Azteco, conquistato da Hernan Cortes tra il 1519 e 1521,l'impero Inca, conquistato da Francisco Pizarro tra il 1532 e il 1533, e la civiltà Maya, organizzata innumerosi stati indipendenti, e sulla rivalità tra le città stato fanno leva Francisco Montejo e suo figlio perconquistarsi dei territori; la civiltà Maya aveva dal punto di vista scientifico dei vantaggi rispetto a quellaeuropea, ma tuttavia non possedeva quelle fondamentali tecnologie aggressive possedute dagli spagnoliche infine permettono loro di sottoporli al loro dominio.Sia nel dominio portoghese
he spagnole. Inoltre, viene istituito il sistema delle flotte, che consiste in convogli di navi che trasportano merci e truppe tra la Spagna e le colonie. Questo sistema permette di controllare e proteggere il commercio con le colonie, ma allo stesso tempo limita la concorrenza e impedisce lo sviluppo di un vero libero mercato. Il Consiglio delle Indie ha il compito di gestire tutte le questioni relative alle colonie spagnole, compresa l'amministrazione, la giustizia e l'economia. Inoltre, il Consiglio ha il potere di nominare i funzionari che governano le colonie e di approvare le leggi e i regolamenti che riguardano le colonie. Questa politica di monopolio e controllo da parte della corona spagnola ha portato a un grande arricchimento per la Spagna, ma ha anche causato molte tensioni e conflitti con altre potenze europee, che cercavano di sfidare il dominio spagnolo sulle rotte commerciali e sulle colonie. In conclusione, la Spagna ha adottato una politica di monopolio e controllo sul commercio con le colonie, attraverso l'istituzione del Consiglio delle Indie e del sistema delle flotte. Questa politica ha portato a un grande potere e ricchezza per la Spagna, ma ha anche causato tensioni e conflitti con altre potenze europee.