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Il ruolo dell'acciaio nell'industria italiana

Il prezzo delle materie prime, in particolare dell'acciaio, è di fondamentale importanza per l'industria italiana. La riduzione dei costi delle materie prime permette all'Italia di avere accesso a materiali strategici a prezzi convenienti, favorendo così lo sviluppo industriale del paese.

Nel 1883, viene abolito il corso forzoso, introdotto nel 1866. Questo cambiamento coincide con due importanti conseguenze: da un lato, l'Italia aderisce al sistema nazionale prevalente, ovvero il gold standard, che sostituisce il bimetallismo. Ciò significa che l'Italia entra in un sistema di cambi fissi, garantendo maggiore stabilità nei rapporti commerciali con gli altri paesi.

Questa adesione al gold standard aumenta la fiducia degli imprenditori stranieri nel sistema economico italiano. Di conseguenza, si verifica un notevole afflusso di capitali esteri, soprattutto da Belgio e Francia, che contribuiscono ulteriormente alla crescita economica del paese.

vanno alla ricerca di nuove occasioni di investimento, quindi aprono nuove industrie e finanziano le industrie italiane già presenti o in via di costituzioni sul territorio. Gli istituti di credito a loro volta reagiscono favorevolmente alla congettura, nel senso che le attività artigianali e quelle che fanno riferimento al settore secondario, trovano il sostegno degli istituti di credito, l'aumento degli sconti e dei crediti, a breve termine e mobiliari, a favore delle piccole imprese e delle grandi imprese che sorgono o si consolidano in questo periodo, svolgono una funzione anticiclica, nel senso che amplia la liquidità contrastando la congiuntura deflattiva in atto; il settore creditizio, che negli anni '80 mostra segni di ammodernamento, presenta una straordinaria dilatazione. Al di fuori dei sei principali istituti di credito, si articola con numerose società ordinarie di credito, che sono le banche commerciali operazioni, e società di

Credito mobiliare, che agiscono in gran parte imitando il Credit Mobilier francese ele due principali sono il Credito Mobiliare e la Banca Generale; nel 1890 sono 156 gli istituti di credito che presentano questa funzione di sostegno alle imprese. C'è inoltre una fioritura del settore delle banche avocazione sociale, tanto da caratterizzare il sistema bancario italiano: esse sono le casse di risparmio, che nel 1890 arrivano ad essere 218 e hanno lo scopo di incentivare il risparmio dei ceti popolari, e le banche popolari, prima delle quali è quella di Lodi, e arrivano ad essere 738; entrambe hanno come modello di riferimento istituti analoghi sorti precedentemente soprattutto in Germania. Questa ampia articolazione del sistema bancario indica la presenza capillare di banche sui territori al servizio delle popolazioni e delle attività, e nel corso degli anni '80 agisce in favore dello sviluppo industriale italiano: a livello delle grandi imprese agiscono le

società di credito mobiliare, mentre a livello di attività minori, di tipo familiare, artigianale, agiscono le casse di risparmio e le banche popolari, attraverso lo sconto delle cambiali, quindi il credito a breve termine. Ultimo elemento che affianca i precedenti e che dà il tono agli anni '80 per lo meno in ambito industriale è il mutato atteggiamento dello Stato verso il settore industriale: la Sinistra Storica, contrariamente alla anti-industrialista Destra Storica, recepisce le indicazioni degli industriali, fatte dal comitato di inchiesta, la pressione dell'opinione pubblica, che ha influenza sull'andamento delle vicende del paese a favore dell'industria, le indicazioni di parte degli accademici del paese, soprattutto degli economisti a favore del potenziamento del settore secondario, dunque orienta diversamente rispetto al recente passato l'intervento dello Stato in economia. Il dibattito accademico sull'intervento dello

Stato in economia coinvolge gli economisti, che stanno sempre in prima linea nella discussione sugli eventi, prospettive economiche del paese; nel paese si fronteggiano due diverse correnti: una guidata da Francesco Ferrara, fondatore della società Adam Smith, che mantiene un atteggiamento più ortodosso, liberista, e l'altra guidata Luigi Guzzanti, protagonista di una serie di iniziative economiche, a partire dalla creazione delle banche popolari, che presiede l'Associazione per il Progresso degli Studi Economici, la quale sostiene, anche attraverso la pubblicazione della rivista Giornale degli economisti, la necessità che lo Stato muti atteggiamento nei confronti dell'economia, facendo un salto qualitativo rispetto al periodo precedente, cioè orientando gli investimenti verso il settore industriale per poter competere con le nazioni già industrializzate. Questo determina l'avvia di politiche doganali e di rapporti col settore.

industriale fondamentali per l'avvio dell'industrializzazione. 14NOEMI AMMIRATI

Un primo risultato del mutato atteggiamento dello Stato si ha con l'elaborazione di una tariffa doganale, entrata in vigore nel 1878, che offre una certa protezione ad alcuni settori industriali più tradizionali, in particolare all'industria tessile, dello zucchero, del vetro, della carta; nel 1885 il deputato Boselli presenta un provvedimento di legge che ha come finalità quella di irrobustire e consolidare il settore della cantieristica, attorno al quale si muove una serie di ulteriori lavorazioni, come società siderurgiche, meccaniche. La legge Boselli consiste in sgravi fiscali per le imprese cantieristiche, localizzate su parte della costa ligure e della costa toscana, sussidi statali per la costruzione di navi da ferro e premi di navigazione; queste misure sono tali da favorire i maggiori costruttori di navi, in particolare la Società di Navigazione Generale,

Costituitasi nel 1881 come fusione tra le due maggiori società di navigazione, la Rubattino di Genova e la Florio di Palermo.

La politica industriale dello Stato consiste nel potenziamento dell'industria pesante, siderurgica e cantieristica, con l'obiettivo di dotarsi di un apparato militare imponente, che consentirebbe di intraprendere iniziative di carattere coloniale, così come sta già avvenendo, durante l'età dell'imperialismo, nei due paesi più industrializzati; la promozione dell'industria pesante, in particolare della marina militare, viene sostenuta ulteriormente dal ministro della marina Benedetto Brin, con l'idea che un paese che aspira a diventare una grande potenza industriale, deve disporre di una struttura militare autonoma, il più possibile indipendente da forniture estere e che per questo l'Italia deve disporre di una industria pesante nazionale.

La promozione dell'industria siderurgica

viene inaugurata attraverso la creazione della Terni nel 1884, la quale è funzionale allo sviluppo della marina militare; la localizzazione della costruzione della prima grande acciaieria operante in Italia dipende dal fatto che Terni si trova al centro dell'Italia, lontana dalle coste, per questo è ritenuta in una posizione strategica dal punto di vista militare, in quanto protetta da eventuali attacchi dal mare. A Terni inoltre già è presente una manifattura di ferro di una fonderia di ghisa, quindi esiste in qualche modo uno strato produttivo su cui innestare una grande impresa; infine, la città è poco distante dalla cascata delle Marmore, usata per fornire energia idrica alla fabbrica. Anche i settori della cantieristica e della meccanica navale godono di consistenti commesse da parte dello Stato; questo avviene in particolare per alcune società, che diventano grandi imprese grazie alla domanda pubblica: l'Ansaldo di Genova, che

Nasce nel 1853 alla periferia della città come impresa Taylor & Brandi, e poi viene acquistata dai fratelli Ansaldo, e avrà un ruolo rilevantissimo nella storia economica italiana fino almeno ai primi anni '20; l'Orlando di Livorno, cantiere navale che produce su sollecitazione dello Stato; la Piaggio di Sestri Levante, un complesso di cantieristica meccanica pesante imponente, che produce inizialmente arredamento navale e successivamente carrozze ferroviarie.

Lo Stato avvia il processo di creazione di grandi imprese, tanto che anche i settori che non vengono inizialmente beneficiati dalla domanda pubblica, riescono per questo a trovare benefici indiretti; tra questi l'industria meccanica, uno dei settori più innovativi, che tende a concentrarsi nella periferia di Milano, dove vengono create a Legnano e Sesto San Giovanni due grandi imprese: la Franco Tosi, del 1882, che produce caldaie a vapore utilizzate all'interno degli impianti industriali.

Per metterli in moto, e la Breda, creata nel 1886 che invece produce locomotive e macchine agricole. Altri settori moderni che in parte beneficiano del boom depretisiano, anche se non direttamente coinvolti dalla domanda pubblica, sono l'industria chimica e l'industria elettrica; per quanto riguarda l'industria chimica come novità si ha la produzione di acido solforico e di fertilizzanti chimici, i perfosfati, e in quest'ultimo ambito inizia a mettersi in mostra un'impresa che farà gran parte della storia economica italiana, cioè la Montecatini. In riferimento all'industria elettrica sorge nel 1884 a Milano, grazie all'impulso dell'ingegnere Giuseppe Colombo, la Edison, che diverrà una delle principali imprese per la produzione e distribuzione di energia elettrica.

In altri termini, la domanda pubblica dello Stato, che è direttamente responsabile del consolidamento dell'industria pesante e

Indirettamente sollecita la nascita di industrie innovative, produce come conseguenza una concentrazione di attività industriali molto peculiare: le attività industriali che iniziano a connotare il paese nel senso non più solo agricolo, si concentrano nel famoso triangolo industriale, i cui vertici sono Torino, Milano e Genova; la meccanica si accentra a Milano e in parte a Torino, l'industria elettrica a Milano, quella siderurgica a Genova. Tutto ciò provoca una crescente accentuazione del divario col Mezzogiorno: c'è lo sviluppo di nuovi e moderni settori, e contemporaneamente c'è l'ulteriore meccanizzazione dei settori tradizionali, come il settore tessile; con l'eccezione delle Acciaierie Terni, la cui formazione è in larga parte dovuta all'intervento dello Stato, le iniziative e i capitali privati tendono a concentrarsi nelle aree più progredite e dove maggiore è la tradizione protoindustriale.

Meridione. Questa richiesta è stata avanzata per ottenere una protezione doganale avanzata dagli industriali del nord, che ha avuto un primo riscontro nella tariffa del 1878. Inoltre, c'è stata una richiesta simile da parte della grande proprietà latifondista del Meridione.
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Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ammiratinoemi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Fornasari Massimo.
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