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I CONTRATTI SWAP
Lo swap è un contratto in cui due controparti si scambiano un flusso di cassa.
Quello che conta è la regola con cui vengono scambiati i flussi di cassa.
Ci sono due soggetti e bisogna definire il valore nozionale, è il valore su cui si calcolano i
flussi di cassa da scambiare.
Bisogna stabilire la
regola con cui sono scambiati i flussi di cassa.
Per esempio: su un valore nozionale di 100.000, A ogni mese si paga un tasso di interesse a B
del 5% e B paga ad A un tasso pari all’Euribor + 3%.
A potrebbe avere un mutuo e trasforma un tasso variabile in un tasso fisso.
B potrebbe essere interessato a fare questo contratto perché è una banca e ha fatto troppi
mutui a tasso variabile e ha paura che un ribasso dei tassi diminuisca la sua redditività.
Allora per 50% del controvalore dei mutui concessi fa questa operazione per assicurarsi un
tasso fisso proteggendosi dal ribasso dei tassi.
I più comuni sono lo swap sui tassi, lo swap sulle valute e i credit default swap.
I Credit Default Swap sono contratti in cui per un valore nozionale abbiamo il pagamento da
A a B di un premio periodico, mentre B conferisce ad A un determinato controvalore al
manifestarsi di un evento che in questi casi è il fallimento di un’emittente: una banca,
un’impresa, uno Stato.
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I CDS sono strumenti che nascono dal mercato; il premio che pago per proteggermi dal
fallimento è deciso in tempo reale a differenza della valutazione dei rating che forniscono una
fotografia e che fornisco informazioni in ritardo rispetto al reale rischio che caratterizza
un’emittente.
Il rating non è sbagliato ma un buon asset manager e un buon risk manager guardano il
rendimento del titolo, di stato per esempio, e il valore del CDS. Un rating alto e un rendimento
di un CDS alto sono in contrapposizione, c’è qualcosa che non va.
In Italia ora siamo nel caso opposto: il CDS è basso ma il rating continua a scendere. Il CDS è
un indicatore dinamico mentre il rating è statico.
Il CDS tradizionale prevede che nel caso di fallimento A dia a B il pacchetto di bond che teneva
in cambio di un controvalore e B entra nella lista dei creditore e potrebbe ottenere un
recovery value. Se A decide di tenersi i bond dopo il fallimento, pagherà un premio minore e
otterrà in caso di fallimento il valore nozionale meno un tasso di recupero stimato.
Il fatto che A detenga o meno il bond è irrilevante perché il valore nozionale, il tasso di
recupero e il premio vengono decisi prima. Questo aspetto ha reso possibile il proliferare di
questi strumenti anche se non si posseggono i bond o i titoli sottostanti sono contratti
à
sintetici che hanno fatto esplodere questa forma di investimento uso speculativo.
à
B ha gli stessi rischi di chi VENDE OPZIONI. B è un assicuratore, il suo guadagno viene
dall’incasso dei premi.
IL VARIANCE SWAP
Il variance swap è un altro modo per proteggersi nei confronti della volatilità.
Può permetterci di avere dei benefici sfruttando la volatilità.
Per un valore nozionale N, A si regola con B sulla base di un differenziale dato da:
volatilità realizzata da un sottostante ad una certa scadenza;
• una volatilità strike.
•
Il profilo di payoff per un variance swap è:
N * ( -‐ )
2realized 2strike
σ σ
A vende volatilità e B compra volatilità. Se sale la volatilità, A perde e B guadagna e viceversa.
I WARRANT
Il warrant è uno strumento finanziario che fornisce al possessore il diritto di acquistare le
azioni della società che lo emette ad un prezzo prestabilito al momento dell’emissione.
I warrant sono spesso strumenti che vengono “attaccati” ad altri strumenti finanziari come
obbligazioni (generando le obbligazioni convertibili). Il funzionamento di un warrant è molto
simile a quello di un’opzione call ma presenta anche alcune differenze importanti:
-‐ Il warrant viene emesso dalla società sottostante allo stesso e non da un intermediario;
-‐ L’esercizio del warrant comporta che la società emetta contestualmente nuove azioni,
nel caso della call, invece, chi scrive l’opzione si limita semplicemente a fornire le
azioni;
-‐ I warrant sono strumenti eterogenei, le regole di funzionamento non sono standard ma
sono indicate nel prospetto.
LE OBBLIGAZIONI CONVERTIBILI
Le obbligazioni convertibili sono strumenti obbligazionari con un warrant che permette di
convertire l’azione ad un prezzo prestabilito. Questa caratteristica rende lo strumento
flessibile e, soprattutto, in grado di proteggere nelle fasi di ribasso.
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I concetti fondamentali di Risk Management
Una prima definizione di rischio dice che il rischio è la probabilità che l’investimento fatto
abbia un ritorno diverso da quello atteso. Questo include la possibilità &nbs