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PRINCIPI BASE DELL’INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA
Cap. 3 Perché esistono le istituzioni finanziarie
Nozioni sulla struttura finanziaria. Fenomeni che emergono: 1. Le azioni non sono la
principale fonte di finanziamento esterno per le aziende 2. L’emissione di debito negoziabile
(obbligazioni) e di titoli rappresentativi di capitale proprio (azioni) non costituisce la fonte
primaria di finanziamento delle aziende 3. Il circuito indiretto (finanziamento tramite
intermediari) è di gran lunga più rilevante di quello diretto (finanziamento tramite
emissione di strumenti sui mercati finanziari) 4. Gli intermediari finanziari sono la principale
fonte di approvvigionamento di fondi esterni 5. Il sistema finanziario è uno dei settori più
rigidamente regolamentati dell’intera economia 6. Solo le aziende grandi hanno facile
accesso ai mercati dei titoli per finanziare la propria attività 7. La presenza di una garanzia
reale è un caratteristica molto diffusa nei prestiti bancari. La garanzia reale è costituita da
un bene di cui la banca può disporre nel caso il debitore sia insolvente 8. I titoli di debito
sono contratti che pongono restrizioni al comportamento del debitore (clausole restrittive).
Costi di transazione. I costi di transazione non permettono ai piccoli risparmiatori di
accedere ai mercati finanziari e non permettono di diversificare adeguatamente
l’investimento, rendendolo soggetto ad alto rischio. Gli intermediari riducono i costi di
transazione e danno la possibilità di trarre vantaggio dai sistemi finanziari. Essi riuniscono
insieme i fondi di molti investitori in modo da beneficiare delle economie di scala, che
riducono i costi di transazione per unità via via che aumenta la scala delle operazioni e
riducono il costo unitario dei beni. Gli intermediari hanno la capacità di sviluppare
competenze che contribuiscono a ridurre i suddetti costi.
Mercato dei bidoni: selezione avversa nella struttura finanziaria. Nel mercato dei titoli
(azioni e obbligazioni) sono presenti titoli buoni (che offrono profitti attesi elevati e a un
rischio ridotto) e titoli scadenti (che offrono profitti attesi bassi e a un rischio alto). Un
investitore è disposto a pagare soltanto un prezzo che si colloca a metà tra le due tipologie
di titoli. Tuttavia, chi emette titoli buoni non vorrà venderle ad un prezzo sottovalutato,
mentre chi emette titoli scadenti accetta il prezzo di vendita perché il prezzo è superiore al
valore effettivo. L’investitore, decidendo di non rischiare, preferisce non acquistare nessun
titolo. Il mercato dei titoli, in assenza di informazioni su qualità e prezzo equo dei titoli
scambiati, non funzionerà bene, perché saranno poche le aziende disposte a finanziarsi
tramite l’emissione di titoli. Questo spiega la nozione 1 e 2: la presenza di “bidoni”
impedisce ai mercati di titoli di essere efficienti.
Strumenti per risolvere la selezione avversa. In assenza di asimmetria informativa, il
problema dei “bidoni” non si manifesta. Se gli investitori sanno distinguere le aziende sane
da quelle in difficoltà, saranno disposti a pagare solo per i titoli buoni. Il mercato sarà
efficiente. Un modo per eliminare l’asimmetria informativa è ricorrere ad aziende private
che raccolgono e vendono informazioni sulle aziende che emettono titoli, dette “agenzie di
rating”. Tuttavia, il sistema privato non risolve il problema a causa del free rider problem.
Questo fenomeno fa sì che un investitore free rider, vedendo acquistare determinati titoli,
replica quell’investimento senza aver pagato per ottenere quelle informazioni sulla qualità
dei titoli. Un altro modo potrebbe essere la divulgazione pubblica di informazioni sulle
aziende, ma questo implicherebbe allo stesso tempo informazioni negative su aziende. Il
problema dell’asimmetria informativa che porta alla selezione avversa spiega la nozione 5: i
controlli di autorità pubbliche incrementano le informazioni a disposizione degli investitori
e possono attenuare il problema. Gli intermediari finanziari risolvono il problema della
selezione avversa. Infatti, essi sono specializzati nella raccolta di informazioni sulle aziende
che hanno esigenze di finanziamento e sono in grado di selezionare le imprese che
richiedono fondi in base al rischio di insolvenza. In questo modo erogano crediti ad aziende
di buone qualità e percepiscono un rendimento sui prestiti concessi. Inoltre, minimizzano il
fenomeno del free riding perché concedono prestiti privati e poco liquidi. Questo spiega le
nozioni 3 e 4: gli intermediari creano e gestiscono contratti non negoziabili che rendono più
dei mercati dei titoli. Quanto più è affermata un’impresa, maggiori saranno le informazioni
disponibili sul mercato e più gli investitori possono valutare la qualità della sua attività. Ciò
spiega la nozione 6: gli investitori investono direttamente sui titoli di un’azienda affermata
perché temono meno i fenomeni di selezione avversa. La presenza di una garanzia reale a
cui dispone l’investitore nel caso di insolvenza, diminuisce gli effetti negativi della selezione
avversa perché riduce le perdite del creditore in insolvenza ed è inoltre più semplice
ottenere un finanziamento. Questo spiega la nozione 7.
Azzardo morale nel contratto azionario. I contratti azionari attribuiscono il diritto a una
quota dei profitti e delle attività di un’azienda. Questi contratti sono soggetti all’azzardo
morale, denominato principal-agent problem. In questo caso si ha una distinzione fra
proprietà e controllo: i responsabili del controllo (agent) possono massimizzare il proprio
interesse anziché quello della proprietà (principal) perché chi gestisce l’azienda non ha
incentivi ad aumentare i profitti dei proprietari. Questo problema si presenta perché chi
gestisce l’azienda ha maggiori informazioni sulle sue performance rispetto all’azionista.
Quindi questo problema non sussisterebbe se i proprietari di un’azienda avessero
informazioni complete sui manager.
Strumenti per risolvere l’azzardo morale. Per ridurre questo fenomeno bisogna produrre
informazioni, monitorando le attività aziendali e verificando l’operato dei manager. Il
problema è che questa attività è molto costosa. Anche in questo caso il problema del free
riding riduce la quantità di informazioni prodotte. Ciò spiega la nozione 1. Le autorità
pubbliche hanno un incentivo a individuare soluzioni per ridurre l’azzardo morale, il che è
un motivo per cui si spiega la nozione 5.
Azzardo morale nel contratto del debito. Il contratto di debito è un accordo in cui il
debitore corrisponde al creditore importi fissi a scadenze fisse (obbligazione). Le aziende
che emettono debito hanno incentivo a intraprendere progetti di investimento più rischiosi
di quanto i prestatori gradirebbero. A causa dell’azzardo morale si tende a non concedere il
prestito. Nel caso di un capitale netto elevato si attenua il problema dell’azzardo morale
perché si mettono sullo stesso piano gli incentivi del debitore e del creditore. Più è alto il
capitale netto, minore sarà il problema di azzardo morale e più facile per l’azienda ottenere
un prestito. Nel contratto di debito si possono inserire delle clausole restrittive per
eliminare comportamenti che richiamano l’azzardo morale: clausole per scoraggiare
comportamenti indesiderabili, clausole per incoraggiare comportamenti desiderabili,
clausole che impegnano a mantenere alto il valore della garanzia, clausole che forniscono
informazioni. Questo spiega la nozione 8. La soluzione delle clausole non è del tutto
efficacie perché possono non essere rispettate e sorge il problema del free riding. Gli
intermediari riescono a evitare questi problemi perché concedono prestiti privati e non
negoziabili e quindi hanno il rispetto delle clausole. Questo spiega la nozione 3 e 4.
Conflitti di interessi. La presenza di economie di scopo genera costi potenziali sotto forma
di conflitto di interesse. Esso è una manifestazione del problema di azzardo morale che
sorge quando un individuo ha molteplici obiettivi e deve scegliere tra obiettivi contrastanti:
riduce la qualità delle informazioni disponibili e aumenta l’asimmetria informativa. Attività
che generano conflitti di interesse. 1. “underwriting e banche d’investimento”. Le banche
d’investimento svolgono attività di ricerca sulle società che emettono titoli, li sottoscrivono
e li rivendono al pubblico. Un conflitto di interesse è presente tra il brokeraggio e
l’underwriting, perché la banca sta servendo due tipi di clienti: società che emettono titoli e
gli investitori a cui venderli. Tuttavia, la banca vende ad entrambi i gruppi le stesse
informazioni. Quanto più l’attività di sottoscrizione è più profittevole del brokeraggio, più si
presenta un incentivo ad alterare le informazioni fornite agli investitori per assecondare le
società emittenti. Un’altra pratica che sfrutta il conflitto di interessi è lo spinning, che si
verifica quando la banca d’investimento assegna delle azioni di nuova emissione ad un
prezzo inferiore ai dirigenti di altre aziende in cambio del loro impegno a operare con la
banca stessa. 2. Consulenza alle agenzie di rating. Gli investitori usano il rating per
determinare il valore del credito degli emittenti. Un conflitto di interessi sorge quando più
operatori con interessi divergenti dipendono da rating creditizi. Può capitare che le agenzie
di rating possano emettere valutazione benevole per attirare più clienti. Inoltre possono
assegnare rating benevoli per attirare clienti per la loro attività di consulenza.
Cap. 5 Le crisi finanziarie
Le crisi finanziarie. Le crisi finanziarie sono gravi perturbazioni dei mercati finanziari
caratterizzate da forti cali dei prezzi delle attività finanziare e dal fallimento di molte
istituzioni finanziarie. I problemi di asimmetria informativa fungono da barriera al
trasferimento efficiente di fondi dai risparmiatori agli investitori: questi problemi sono detti
frizioni finanziarie. Se esse si intensificano, è più difficile per i datori di fondo accertare la
capacità di credito dei prenditori. Quindi, i creditori richiedono un tasso di interesse più alto
per proteggersi nel caso di insolvenza: ciò comporta a un aumento dello spread creditizio,
cioè la differenza tra tassi di interesse sui prestiti alle imprese e tassi di interesse sulle
attività prive di rischio. Una crisi finanziaria si verifica quando i flussi informativi subiscono
una grave perturbazione, aume