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IL SENATO
• Dal latino senex= vecchio;
• Fianco del re;
• Consiglio formato da 100 senatori (i patres);
• Fatto risalire ad un atto di Romolo;
• Portatori di saggezza e capacità politica;
• Rappresentanti parte società più significativa su piano politico e sociale —>aristocrazia;
• Capi dei gruppi parentali —> asse portante società romana arcaica;
• Cooperazione con il re in età arcaica (no auctoritas patrum, facoltà del senato di ratificare
le delibere comiziali —> senato repubblicano);
• Tarquinio Prisco da ducento a trecento, senatori perderanno carattere di anziani —> facto
regia (partito del re) nuovo gruppo di patres minorum gentium entrato in senato x
rafforzare potere re.
Prima forma di governo di Roma arcaica —> Monarchia
• Re con potere militare, politico e religioso;
• Elettiva da assemblea dei rappresentati famiglie più in vista;
• Re affiancato dai patres, di funzione consultiva (capi clan —> gruppi di famiglie antenati
dei patrizi per la tradizione) —> nucleo futuro senato;
• Re supremo capo religioso e in celebrazione culto affiancato da collegi dei sacerdoti;
• Cermonia elezione inauguratio —> lettura auspici (volo uccelli);
• Re figura eroica e salvifica in contatto con gli dei;
• Popolo convocato in assemblea per decisioni militari (comizi curiati);
• Potere, in teoria, proviene ed è delegato dal popolo;
• Meccanismo di successione —> no ereditarietà, periodo di interregno tra un re e l’altro (5
giorni) in cui il potere è in mano a 1 dei patres al giorno.
• Morto il re i poteri sacrali (auspicai) tornano ai patres, l’imperium (potere militare) torna al
popolo —> designato poi nuovo re che detiene auspici ed imperium;
• Nei 5 giorni di interregnum convocati i comizi curiati ai quali viene presentato il nuovo re;
• Con lex de imperio il popolo conferisce al re il potere militare, imperium (capacità politica
e sacrale di condurre il popolo in guerra) —> attribuzione personale.
Sacerdoti:
• Pontefici —> depositari e interpreti norme giuridiche prima della redazione corpus leggi
scritte;
• Auguri —> interpretare volontà divina a scopo di propiziarsela per garantire felice esito
impresa;
• Vestali —> donne votate ad una castità trentennale che custodivano il fuoco sacro che
ardeva perenne nel tempio della dea Vesta.
Due testimonianze in età successiva della realtà storica di una fase monarchica a Roma:
1. Rex sacrorum —> sacerdote che aveva il compito di realizzare i riti prima eseguiti dal re;
2. Interrex —> magistrato che subentrava nel caso di indisponibilità di entrambi i consoli.
GENTI E CLIENTI
Non si può definire con certezza la natura originaria delle genti che a Roma ce ne sono di
origine latina, sabina, etrusca e anche albana. Due ipotesi diverse sulla loro origine:
1. Raggruppamento anteriore alla civitas —> clan che raccoglieva insieme di quanti erano
legati da antenati, culti domestici e sepolture comuni ed in fase successiva ogni gente
frazionata in diverse famiglie;
2. Sviluppate nell’interno dello stato romano, già dotate di un’organizzazione politica (ipotesi
meno fondata).
Le Gentes:
• Solo fisionomia in età storica perché dominarono vicende primi secoli età repubblicana;
• Un’unità formata dalla familia, contornata da un cerchio di parenti con fortissima identità e
solidarietà interna tra appartenenti;
• Ogni gens aveva:
1. culti suoi propri, di tipo privato;
2. celebrava riti suoi (ad es. Lupercali genti Faia e Quinta);
3. costumi particolari (ad es. gens Quinta non poteva portare oggetti in oro) ;
4. un nome che la distingueva.
• Possedevano vaste terre e bestiame;
• Si aggregavano dei clienti che accrescevano il prestigio e la forza del gruppo;
• La tradizione attribuisce origine a Romolo (clienti = plebei);
• Alla testa il pater, figura depositaria potere assoluto su tutti i componenti, compresi schiavi
e clienti;
• Famiglie che riconoscevano di avere un antenato in comune;
• Gruppo organizzato politicamente e religiosamente.
Lupercali: Festa in onore di Fauno celebrata a metà febbraio e antichissima, aveva un
significato apotropaico e propiziatorio per tenere lontana la sfortuna. Dei giovani nudi
(lupeschi) sferzavano di corsa i passanti con strisce di pelle di capra, in particolare le donne
cui infondevano in tal modo la fecondità, intorno al Palatino dove ci sarebbe stata la grotta,
lupercale di Romolo e Remo. Rito esercitato da membri di due sole famiglie, la gens
Fabia e la gens Quintia.
Il Cliens:
• Da cluo = ascolto qualcuno;
• Legato da un rapporto di fedeltà (fides) al patrono, nobile ricco e potente che assumeva la
sua protezione personale e aveva l’obbligo di assicurargli assistenza giudiziaria;
• I clienti in cambio garantivano fedeltà, obbedienza ed amicizia, davano aiuto nella
coltivazione delle terre e se necessario, sostegno in guerra ed obblighi d’ordine
finanziario cui era tenuto (—> condizione economica clientela arcaica non modesta);
• Patrizi obbligo di spiegare propri clienti leggi che essi ignoravano e aver cura di loro;
• Intentare processo a favore dei clienti offesi e difenderli a loro volta quando citati in
giudizio;
• I clienti dovevano fornire la dote alle figlie dei patroni per le loro nozze;
• Se i padroni scarseggiavano di beni i clienti dovevano versare il riscatto ai nemici;
• Pagare con i loro beni quando essi perdevano le cause private o erano stati condannati a
pagare ammenda allo stato;
• Dovevano contribuire alle spese dei patroni;
• La clientela a Roma divenne un a vera e propria istituzione riconosciuta anche dalla legge
—> leggi delle XII Tavole, metà del V secolo a.C. obbligo patrono di tutelare il
cliente —> sacertas (pena che abbandonava chi ne era colpito alla mercè di chi
volesse ucciderlo) cioè la pena contro il patrono che avesse ingannato il cliente.
Rapporto nel Clan (gruppi di famiglie):
• Ordine gerarchico;
• Rapporto unificante della fides;
• Reciproco rapporto di fedeltà e dedizione;
• Garanzia di protezione;
• Rapporto di clientela da cluere = ubbidire, a seconda della gerarchia;
• Garanzia potere politico al capo-clan;
• Clan = gens —> grande interrogativo se civitas si forma prima o dopo gentes;
• Più la civitas diventa importante, più le gentes si sfaldano.
LA FAMIGLIA
• Prima forma di aggregazione;
• Famiglia romana raggruppamento sociale ampio;
• Facevano parte di una medesima familia tutti coloro che ricadevano sotto l’autorità di uno
stesso capofamiglia, al quale spettava anche controllo sui beni —> paterfamilias;
• Vincolo di fondo è il potere (potestas) esercitato dal pater su coloro che rispettavano la sua
autorità;
• Figli generati dal matrimonio, ma anche quelli adottati che sceglievano di sottoporsi alla
sua potestas;
• Caratteri tipici società pre-statale —> unità economica, religiosa e politica;
• il fine era quello della perpetuazione;
• In età arcaica primo diritto di un padre nei confronti dei figli era quello di poterli rifiutare
al momento della nascita;
• Anche figli legittimi per far parte della famiglia necessario atto formale (gesti pubblici o
esposizioni);
• Vincolo religioso fondamentale;
• I riti familiari (sacra privata) trasmessi di padre in figlio e osservanza doverosa;
• Antenati del ramo paterno (i primi manes = le anime dei defunti) oggetto di culto
all’interno della famiglia;
• Figlio sotto autorità del padre finché il padre era in vita;
• Diritto del pater quello di diseredare i figli anche se la vita quotidiana prevedeva che un
genitore provvedesse al mantenimento economico del figlio (peculium) in
proporzione al suo patrimonio e alle sue aspettative.
LA DONNA
• Donna aristocratica riceveva educazione intellettuale;
• Vita domestica: sorveglianza lavoro schiave e svolgimento lavori più fini;
• Accompagnava il marito nella vita pubblica e con lui compito educazione figli;
• Autorità nella casa e in società del marito;
• In epoca arcaica supremazia uomo su donna;
• Il potere del marito sulla moglie si chiama manus e non conosce limiti;
• Rigida tutela della castità femminile e repressione di ogni atto di un costume più libero;
• Concetto di matrimonio finalizzato al solo scopo di avere figli legittimi;
• Si sposavano presto;
• Legge proibiva che le ragazze prendessero marito prima dei 12 anni;
• Il padre doveva cercare uno sposo per le figlie;
• Spesso promesse in matrimonio ancora bambine;
• Cermonia di fidanzamento —> sponsali accompagnata da una serie di riti;
• Felicità di una sposa subordinata a sua capacità di avere figli;
• Per le donne sterili destino del ripudio, ritorno alla casa paterna attraverso un atto
semplicissimo di separazione dei due coniugi, di norma per decisione unilaterale
dell’uomo;
• Molte morivano prematuramente di parto;
• Adozione per: garantirsi discendenza, realizzare proprie scelte patrimoniali, concretizzare
delle strategie politiche;
• Matrimonio in età arcaica istituzione privata, situazione più di fatto che di diritto con però
importanti conseguenze giuridiche;
• Frome diverse per contrarre un matrimonio:
1. Confarreatio (divisione di una focaccia di farro tra i due sposi);
2. Mancipatio (sorta di atto di compra-vendita);
3. Usus (sistema più comune a Roma, cioè ininterrotta convivenza dei coniugi per un anno);
• Divorzio atto informale;
• Divorzio consensuale iniziativa presa anche dalla moglie, ma solo nel corso el tempo ci si
arrivò.
PATRIZI E PLEBEI
Nei primi anni della Repubblica, cioè nei primi anni del V secolo, ci sono crisi e lotte di
potere interne; per la prima volta nelle fonti si parla di Plebei e Patrizi. Nel IV e III secolo a
Roma domina la politica la lotta interna tra i due nomina che porterà ad un radicale
cambiamento strutturale nell’aristocrazia romana. Le fonti antiche fanno risalire le organi dei
patrizi e dei plebei all’antichità, ma nel periodo monarchico non compaiono perché è una
diatriba di inizio V secolo.
Massima incertezza riguardo origine del conflitto tra i due nomina (nome identificativo,
gruppo ben definito e recint