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La casa di Meudon: un centro di incontri spirituali e dibattiti culturali
Intanto i Maritain avevano fatto della loro casa a Meudon, un sobborgo di Parigi, un centro di incontri spirituali e di dibattiti culturali ai quali oltre a filosofi come Berdiaev e Gilson e a teologi come Garrigou-Lagrange e Journet, partecipano letterati e romanzieri come Mauriac, Cocteau, J. Green, Claudel, pittori come Rouault, Severini, Chagall, scultori come Arp, musicisti come Satie, per ricordare solo i nomi più significativi. Da questi incontri nascono i circoli tomisti per approfondire lo studio della filosofia scolastica. L'attività di questo periodo è così descritta da Maritain nei suoi Ricordi e appunti: "Fu dunque a Meudon, come già dissi, che si svilupparono i circoli tomisti e i loro ritiri annuali. Anno per anno venne aumentando il numero dei partecipanti al ritiro ed anche quello di coloro che assistevano alle riunioni mensili. (Negli ultimi anni parteciparono ai ritiri circa due-trecento persone). Questi circoli di studi tomisti."si diffusero anche all'estero, soprattutto in Inghilterra, sotto la presidenza di Richard O'Sullivan, e poi in Svizzera, in Belgio... Quando adesso mi capita di ripensare agli anni di Meudon, non so capacitarmi di come facessimo a sopportarne tutte le fatiche. Oltre alla preparazione dei corsi che tenevo annualmente all'Institut Catholique e dei miei libri (senza parlare delle conferenze all'estero), oltre al tempo dedicato agli amici vecchi e nuovi, che costituivano la nostra grande consolazione, ai visitatori sconosciuti che giungevano con speranze imprecisate e che bisognava soprattutto ascoltare, alle conversioni, ai battesimi, alle vocazioni religiose - cose alle quali non ebbi mai l'empietà di dar la caccia: non erano affar nostro, bensì opera della grazia e qualche volta di consiglieri troppo frettolosi; tuttavia non bisognava mai sottrarvisi non c'erano soltanto i circoli tomisti e i ritiri ma una molteplicità di altreriunioni soprattutto quelle che, scherzando, si chiamavano "esoteriche" (si discuteva in pochi solo qualche punto difficile), le interconfessionali che avvenivano da Berdjaev e in casa nostra, le riunioni purtroppo senza risultati allo scopo di costituire una società di 'filosofia della cultura', altre per fondare una 'società della filosofia della natura' (queste ebbero effetto e la società che si costituì prese un buon avvio, pubblicò tre o quattro libri di valore prima di estinguersi in seguito ai conflitti politici sorti fra i suoi membri). C'era la collezione del Roseau d'or (divenuta, in seguito, delle Iles), quella delle Questions disputees, quella della Bibliothèque française de philosophie con tutto l'ammucchiarsi dei manoscritti da leggere, della corrispondenza e delle conseguenti recriminazioni. C'erano gli Studi Carmelitani di Padre Bruno e i congressi di Avon, la necessitàculturale dirimanere al corrente della poesia, della musica, della pittura. Ci fu la crisi dell'Actionfrançaise, e i drammi di coscienza a causa della guerra civile in Spagna, l'affare "Vendredi" la fondazione di 'Temps present', e la collaborazione al periodico stesso - e tuttii manifesti che dovevo compilare, dal momento che quelli propostimi peccavano dipartigianeria, e infine le conferenze piuttosto agitate, organizzate da Andre David alTheatre des Ambassadeurs. Se mantenni la pace dell'anima e mi sforzai sempre di esseresaggio, pur trovandomi in mezzo a un tale scompiglio, so bene da chi e come il conto èstato pagato".I "Circoli di studi tomistici", che si riunirono in ben 15 convegni annuali tra il 1921 e il1937, non erano solo occasioni di dibattiti culturali, ma una vera e propria "scuola dispiritualità" per laici impegnati nelle più diverse attività culturali e sociali con un
vero e proprio statuto sociale, che, pur richiedendo la direzione spirituale di un religioso dell'Ordine dei domenicani, un voto privato di preghiera, un impegno allo studio sistematico del pensiero di s. Tommaso, garantiva l'autonomia dell'associazione da ogni forma di subordinazione all'autorità ecclesiastica proprio per confermare il valore razionale della ricerca filosofica. Questa "laicità" e "autonomia" del sapere filosofico non viene posta da Maritain in contrapposizione o in sostituzione al sapere teologico, come avveniva nella cultura illuministica di derivazione cartesiana, che separava e contrapponeva ragione e fede, ma in correlazione con l'esperienza religiosa, tanto da portarlo, in un importante dibattito, alla definizione dello statuto della "filosofia cristiana" (da cui deriverà lo statuto epistemologico di una morale adeguatamente intesa e di una pedagogia cristiana), in occasione di una tavola.rotonda che si svolse nel 1931 presso la «societe française de philosophie» con la partecipazione di E. Gilson, E. Brehier, L. Brunschwicg, M. Blondel. Proprio di questo periodo è la prima edizione dell'opera più importante della produzione maritainiana nel campo della epistemologia, Distinguere per unire, ossia i gradi del sapere, ove l'autore partendo dalla scienza sperimentale, attraverso la matematica e la filosofia della natura, giunge alla metafisica, alla teologia e alla mistica, affermando la intelligibilità dell'essere, senza ridurre l'essere al pensiero, perché la filosofia è insieme un «mistero» e un «problema».
Accanto a questo lavoro di ricerca teoretica, Maritain, sollecitato dai suoi lettori, continua anche il lavoro didattico con piena consapevolezza delle difficoltà di tradurre il discorso filosofico in «lezioni». Nella sua prefazione alle Sette lezioni
sull'essere e sui primi principi della ragione speculativa, pubblicate nel 1933, osserva: "non si comincia con un lavoro di compendio: si compendia quello che è stato in precedenza portato a un sufficiente grado di elaborazione". Che dire dei "professori", che preparano le loro lezioni sui libri di testo usati dagli allievi! Maritain nel "periodo di Meudon" non solo definisce la sua posizione filosofica, ma stabilisce chiaramente anche la sua posizione politica. Dopo aver per un certo tempo simpatizzato, pur senza mai iscriversi, per il movimento di destra "Action Française", dopo la condanna di Pio XI, prende le distanze dal gruppo politico che faceva della politica un parametro assoluto, perché la politica non può machiavellicamente essere fine a se stessa, e il potere temporale deve subordinarsi al potere spirituale, pur conservando la sua autonomia di campo d'azione. Nel 1932 Maritain fa amicizia con E. Mounier.siano i loro programmi e le loro promesse». In questa lettera, ribadisce la sua volontà di mantenere la sua indipendenza e di non schierarsi con nessun partito politico, poiché ritiene che il ruolo del filosofo sia quello di agire in base ai principi e ai valori universali, che vanno al di là dei programmi politici.essi siano. Siano essi di destra, di sinistra, non appartengo ad alcuni diessi. L'indipendenza del filosofo è voluta dalla natura propria di un sapere che di per sé è una saggezza e che, anche quando si riferisce nel modo più diretto al contingente, lo domina sempre; l'indipendenza del filosofo testimonia la libertà dell'intelletto di fronte all'istante che passa. L'indipendenza del cristiano testimonia la libertà della fede di fronte al mondo. È tutto l'opposto di una fuga o di una evasione; tutto l'opposto di una defezione davanti al dramma dell'esistenza e della vita, di un rifugio in una curiosità da "spettatore" disinteressato. Si tratta di un impegno tanto più reale e profondo quanto più la libertà interiore è intatta». Questa posizione dell'intellettuale, che è insieme libertà e testimonianza, a cui Maritain resterà fedele
per tutta la vita, pur elaborando, prima in Francia e poi in America, una politica personalistico-comunitaria, una dottrina dello Stato democratico, dovrebbe essere la posizione dell'educatore impegnato nelle strutture scolastiche, che non dovrebbe farsi uomo di "parte". Gli "intellettuali impegnati", quando militano in una organizzazione politica perdono la loro libertà di intellettuali. Nel 1953 in una conferenza tenuta al Graduate College dell'Università di Princeton, Maritain ritornerà sulla questione del "filosofo nella società" precisando che le due grandi "funzioni" del filosofo nella società riguardano la verità e la libertà; "Il filosofo, che dedicandosi al suo compito speculativo, affranca la sua attenzione dagli interessi degli uomini, o del gruppo sociale, o dello Stato, ricorda alla società il carattere assoluto ed inflessibile della Verità. Per quantoriguarda la Libertà, egli ricorda alla società che la libertà è la condizione stessa dell'esercizio del pensiero. Malgrado queste sue chiare prese di posizione, e questa sua indipendenza dai diversi gruppi politici, Maritain dovette difendersi da fraintendimenti ed incomprensioni, polemizzare contro chi strumentalizzava il suo pensiero. L'opera di filosofia politica più nota e più diffusa nel mondo, anche se non può essere considerata la sua opera più importante, Umanesimo integrale, nata da una serie di conferenze a Poznam in Polonia e a Santander in Spagna, fu oggetto in Sud-America ed in Europa di violenti polemiche, ma contribuì alla fondazione culturale dei movimenti politici che intendevano trarre ispirazione dal Vangelo per una testimonianza cristiana nella vita sociale, senza confondere il temporale con lo spirituale, la storia con il Regno di Dio, lo Stato con la Chiesa. Da una parte Maritain era accusatoreligione sul terreno della politica, perché affermava l'esigenza di una "politica cristiana", autonoma dalla fede, ma coerente con l'ispirazione evangelica senza impegnare la religione sul terreno della politica.