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Il ruolo di P. Salvio Giuliano nell'editto pretorio di Adriano

XX XXIper incarico dell'imperatore Adriano stabilì il testoIntorno al 130 d.C. Salvio Giulianodefinitivo dell'editto pretorio chiamato editto perpetuo, che però significa non più mutabile, aXX P. Salvio Giuliano è un giurista del periodo medioclassico, da Nerva a Marco Aurelio (96 - 180). Tra le sue opere visono i digesta (in 90 libri) sotto l'imperatore Adriano. Discepolo di Giuliano furono Sesto Cecilio Africano che redassele quaestiones e L. Volusio Meciano che fu maestro di diritto di Marco Aurelio e scrisse un'opera su i fedecommessi.XXI Publio Elio Traiano Adriano (24 gennaio 76 - 10 luglio 138), noto semplicemente come Adriano, fu imperatoreromano dal 117 al 138. È considerato uno dei cosiddetti Adriano nacque a Italica, unaCinque buoni imperatori.cittadina della Spagna, da una famiglia benestante. Anche la moglie di Traiano, Plotina, lo aiutò notevolmente nelcursus honorum. Inoltre sembra sia stata lei a

spingerlo a sposare Vibia Sabina, anche lei parente di Traiano. Il matrimonio avvicinò ulteriormente il futuro imperatore alle stanze del potere, grazie anche agli ottimi rapporti intrattenuti con la suocera Matidia. Per il resto il matrimonio fu un fallimento.

Dopo che l'imperatore Nerva ebbe nominato Traiano suo successore, presentandolo in senato nel 97, la carriera di Adriano fu notevolmente agevolata. Le cariche accumulate nel cursus honorum del futuro imperatore furono numerosissime. Per tre volte ricoprì la carica di tribuno presso una legione, rispettivamente la II in Pannonia, la XII in Mesia e la XXII in Germania. Fu anche questore, tribuno della plebe e pretore.

Al contrario del suo predecessore, Adriano non fu mai adottato ufficialmente, tramite la presentazione in senato. Il suo avvento al potere fu conseguente a una presunta nomina effettuata da Traiano morente. In realtà è molto probabile che si sia trattato di una messinscena organizzata da Plotina.

Che avrebbe orchestrato abilmente l'operazione, d'accordo con il prefetto del pretorio Attiano. Tuttavia la ratifica da parte dell'esercito, che acclamò il nuovo imperatore, chiuse la questione.

Il senato, ricevuto un messaggio dal neo eletto, nel quale quest'ultimo riferiva di non essersi potuto sottrarre alla volontà dell'esercito, si allineò a sua volta. Sia i militari che i senatori trassero notevoli benefici dalla loro acquiescenza: i primi ricevettero il tradizionale donativo in misura più cospicua che in passato ed anche i membri del senato ebbero dei vantaggi.

La fulmineità dell'ascesa al potere, accompagnata dall'eliminazione fisica dei principali potenziali dissidenti o concorrenti, portò ad un insediamento rapido, seguito da un continuo rafforzamento che durò per tutto il ventennio.

Zxçà|Äxdifferenza dell’editto che significa che non cambiava solo per l’anno di carica delperpetuumpretore.Il termine editto ha avuto vari significati nella storia del diritto romano perché da un lato significavadichiarare e dall’altro erano anche i provvedimenti dei magistrati. Editti erano anche alcuniprovvedimenti del principe che avevano il carattere di una disposizione generale o regionale.Ci potevano anche essere editti urgenti per singole situazioni, i c.d. l’editti repentini.Gli editti avevano la rubrica che era una breve scritta riassuntiva iniziale che annunciava ilcontenuto. Una rubrica di un editto del pretore parlava della famiglia, ma con un altro significato.La rubrica si occupa di schiavi per affermare che questi sono sottoposti all’autorità del capofamiglia.La famiglia fa parte del diritto comune, comuneiure, il diritto che riguarda tutti e indica unraggruppamento all’intero della tribù.

Il rapporto potestativo si chiama di agnazione, il vincolo di sangue si chiama vincolo di cognazione, mentre il vincolo con i parenti del coniuge prende il nome di rapporto di affinità. Solo alcune donne avevano la mater potestas ed erano solo quelle che erano entrate sotto il potere del padre del marito o del marito stesso.

ma successivamente il termine viene usato per tutte le mogli, persino liberte. La donna poteva diventare capo famiglia dopo una cerimonia particolare in cui si faceva in modo che la donna uscisse dal potere del padre o del marito per costituire una nuova famiglia monocomposta e senza la possibilità di acquisire altri componenti.

Il padre ha il potere sui figli di vita e di morte ed è l'unico che risponde dei membri della famiglia. Costantino, ma già le XII Tavole prevedevano che se il padre vendeva, senza esisto, per tre volte consecutive il figlio, questo usciva dalla sua famiglia.

Questo potere fu abolito dalla costituzione di. Il padre vendeva, senza esisto, per tre volte consecutive il figlio, questo usciva dalla sua famiglia.

Questo fu un artifizio escogitato dai padri per liberare i figli prematuramente. Questa è una costante del diritto romano: non intervenire nell'atto, ma esercitare pressioni affinché certi atti non vengono compiuti. Quindi si agisce al di fuori dell'atto; per alcuni ci sarebbe stato un tribunale che avrebbe giudicato i.

comportamenti del padre e dei suoi sottoposti, ma soprattutto viera l'intervento dei censori (magistrati eletti ogni 5 anni ed in carica per 18 mesi) che avevano il compito primario di fare il censimento.

I censori avevano un compito importantissimo nell'antica Roma, perché fare i censimenti significava conoscere la vita delle famiglie. Il censimento è uno strumento di potere di cui gli antichi sono gelosi, perché era un mezzo per conoscere le ricchezze della famiglia. Inoltre serviva a valutarne il costume, ad esempio se uno aveva ucciso il figlio senza motivo, anche se economicamente meritava la prima classe, la famiglia veniva censita per la seconda.

Il padre ha una posizione di grande potere e di grande responsabilità che esercita per la crescita e per il bene della famiglia, con la quale ha un rapporto di immedesimazione. Vi è, infatti, una espressione che afferma che il padre e il figlio sono la stessa persona.

Inizialmente il comizio era la

Riunione degli armati, mentre nell'età regia e repubblicana il Senato è l'assemblea dei patres (qui il termine non indica i padri, ma i patrizi), successivamente costituito dalla nobiltà e dagli ex magistrati. Cui Adriano rimase al potere. Fu uno degli imperatori morti naturalmente e non eliminati violentemente in una congiura. Anche la designazione del successore e il suo insediamento, dopo la morte di Adriano, non furono ostacolati.

L'esercito resta nel comizio e ne fanno parte tutti i maschi idonei a fare la guerra, cioè tutti quelli che abbiano raggiunto la pubertà. Far parte di un comizio era importante perché si poteva arrivare anche alla carica di Console.

La famiglia, oltre agli scambi di vario genere, era fatta di religione. La famiglia conservava lo spirito dei morti e poi si aveva il culto delle divinità familiari.

Nelle famiglie vi sono credenze religiose che venivano celebrate dal padre insieme alla madre. Poi ci sono delle cerimonie in cui le madri celebravano il culto senza tutti i maschi. Questi culti si chiamavano "culto mater matura" della dea Bona. Poi vi erano altri culti essenziali alla vita della famiglia e in cui il sommo sacerdote era il padre. Uno di questi era il battesimo: appena nato il figlio appartiene alla terra e per entrare nella famiglia è necessaria la cerimonia del battesimo. Il battesimo consisteva nel riconoscimento del figlio da parte del padre, attraverso un rito molto semplice che si chiamò "checondere libero", significa sollevare, cioè distaccato dalla terra da cui apparteneva per entrare nella famiglia del padre e quindi per appartenere a lui. Se il figlio non veniva sollevato veniva gettato, come testimonia la stessa storia di Romolo e di Mosè e come accade ancora oggi in Cina. Il riconoscimento del padre comportava un fatto giuridico molto.

importante: gli dava il nome. Il bambino aveva così il suo nome, quello della famiglia e quello del gruppo (gens) e in più al bambino veniva regalata una biglia d'oro, se ricco, di bronzo, se povero che è il simbolo dellagiovinezza che si rompe quando diventa pubere, uomo, da cui inizia una nuova vita.

I romani fanno questa cerimonia in primavera, perché il bambino è come una pianta che in primavera esce dal letargo. È molto diverso se il ragazzo è pubere o non è pubere quando entra nel comizio, in quanto un ragazzo è idoneo a compiere un atto solo se è pubere, cioè a 14 anni.

Per accertare la pubertà il ragazzo viene denudato e viene accertata (inspectio la presenza corporis) di peli. Questo per le donne non avveniva perché coincideva con il primo mese mestruale o comunque a 12 anni.

Sull'argomento vi sono due scuole di pensiero: quella dei proculiani che dice che bisogna avere un cambiamento

fisico e quella dei sabiniani per bastava avere 14 anni.Successivamente si resero conto che 14 anni è un'età ancora troppo giovane e quindi vennero annullati tutti gli atti compiuti da questi e fissarono l'età matura a 25 anni.Le donne erano ossia fanciulle che potevano essere non cioè non capaci di puellae, viri potens, unirsi in matrimonio, oppure cioè capaci di unirsi in matrimonio. Fino alla Repubblica viri potens, XXII XXIII Labeone parla di donna che può sopportare, o patire, di essere posseduta da un vira patent, uomo, può procreare e per questo diventa puberta e quindi contribuisce al processo di crescita della società. Successivamente il termine diventa viri potens.Le quando crescono sono (vergini) o (nubili) per poi diventare puellae virgo nubiles mulieres (mogli), matrone (prostitute) o Questa distinzione serve perché con una legge di mater familias.Augusto le e la non possono avere rapporti sessuali, possonoonfronti della matronemulier nubilis nasce il concetto di prostituzione. La prostituzione è considerata un'attività illegale in molti paesi, ma è ancora diffusa in molte parti del mondo. Le donne che si dedicano alla prostituzione sono spesso vittime di sfruttamento e violenza. È importante promuovere la consapevolezza e combattere la tratta di esseri umani per contrastare questa forma di violenza contro le donne.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
67 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/18 Diritto romano e diritti dell'antichità

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto romano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Tafaro Sebastiano.