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Lo Ius Soli in Italia

In Italia lo Ius Soli è un criterio residuale: viene adottato solo nei casi in cui se non fosse messo in pratica la persona sarebbe apolide.

Apolidia: una convenzione del 1961, ratificata appena nel 2015 in Italia, mira a livello internazionale a ridurre i casi di apolidia. È una situazione deteriore, l'apolide infatti non ha documenti di viaggio, passaporto e non gode di protezione diplomatica.

Il criterio dello Ius Soli opera dunque nell'ipotesi in cui qualcuno i cui genitori sono sconosciuti nasca in Italia. Può anche essere messo in pratica se i genitori sono apolidi oppure se appartengono ad uno stato il cui ordinamento non prevede la comunicazione della cittadinanza di padre in figlio, non seguendo quindi il criterio dello ius sanguinis (in deroga a quello che fanno quasi tutti gli stati).

Criteri non automatici:

  • Cittadinanza elettiva: una persona nata in Italia che vive in Italia continuativamente fino al compimento della maggiore età

Può chiedere e ottenere la cittadinanza italiana.

18- Cittadinanza acquisita per matrimonio: se uno straniero si sposa con un cittadino italiano ottiene la cittadinanza se vive assieme al coniuge per due anni in Italia o per tre anni all'estero. Nel momento in cui la pubblica amministrazione adotta il provvedimento con cui si attribuisce la cittadinanza il matrimonio deve essere ancora in piedi (non deve esserci stato divorzio né separazione). La durata del procedimento era fissata a un minimo di 730 giorni, periodo poi allungato ulteriormente dal decreto sicurezza 1 (decreto 113 del 2018) a 48 mesi. L'allungamento ha ragione puramente politica, vuole infatti rendere più difficile l'acquisizione della cittadinanza. Quando è entrato in vigore, il decreto ha cominciato a valere anche per procedimenti che erano già aperti.

- Cittadinanza concessa: dopo la residenza pluriennale in Italia, uno straniero può chiedere la cittadinanza. Gli anni

I requisiti richiesti per ottenere la cittadinanza italiana variano a seconda della categoria di straniero. Per gli stranieri comunitari è necessario aver risieduto in Italia per almeno 4 anni, per gli apolidi per almeno 5 anni e per gli extracomunitari per almeno 10 anni. Tuttavia, la residenza pluriennale da sola non è sufficiente, poiché la pubblica amministrazione può comunque rifiutare la richiesta anche se lo straniero dimostra di aver vissuto in Italia per più di 10 anni. La decisione tiene conto di criteri come la posizione lavorativa, l'integrazione, la famiglia, ecc. L'interessato ha il diritto di impugnare o contestare la decisione.

La cittadinanza italiana può anche essere persa, ad esempio per rinuncia se si acquisisce un'altra cittadinanza. Se una persona ha più cittadinanze, si trova in una condizione di pluripolidia. In altri casi, la perdita della cittadinanza è una sanzione: secondo la legge del 1912, lo Stato poteva revocare la cittadinanza italiana se un cittadino italiano prestava servizio per un altro Stato.

attivi all'estero e lo stato italiano intimasse di abbandonarla a motivi di conflitti tra i due paesi. Dal 1961 lo stato non può più toglierla se ne deriva un caso di apolidia. La norma in generale è inapplicata e sarebbe molto difficile da applicare. Il Decreto sicurezza del 2018 ha introdotto la norma secondo la quale lo stato italiano, tramite decreto del capo dello stato, può revocare la cittadinanza nel caso in cui un cittadino sia stato condannato in via definitiva per aver commesso determinati reati, in particolare con scopo terroristico. I cittadini per filiazione non sono toccati da questa revoca, ma vengono colpiti solo i nuovi cittadini, ovvero gli stranieri che hanno acquistato la cittadinanza italiana per concessione, matrimonio o per richiesta dopo essere nati qui. La legge ha probabilmente i presupposti per essere dichiarata incostituzionale: non solo creerebbe apolidi ma cozza anche con il principio di uguaglianza. A cosa serve essere

cittadini? Alcuni diritti sono riconosciuti a prescindere dalla cittadinanza (diritti umani).

Il decreto legislativo 286 del 1998 disciplina ingresso e trattamento dello straniero extracomunitario in Italia. Lo straniero in regola dispone di diritti fondamentali ma anche di quelli sociali, economici e civili che spettano a tutti gli altri.

La differenza è fatta dai diritti politici, come il diritto di voto, che spettano solo ai cittadini.

Ci sono state alcune proposte per facilitare l'acquisizione della cittadinanza da parte di stranieri: ad esempio concederla a figli di almeno un genitore con permesso di soggiorno di lunga durata oppure l'adozione dello ius culturae, ovvero la possibilità di ottenere la cittadinanza dopo aver completato un ciclo di 5 anni di studi indipendentemente dalla situazione genitoriale.

Lo Ius cultura era stato votato e approvato dalla camera del 2015 ma poi non è passato al senato per ragioni politiche.

Infine, gli stranieri che fanno

parte di un paese dell'Unione Europea hanno determinati diritti grazie a questa cittadinanza, come la capacità elettorale parziale. Se pongono la residenza in Italia infatti possono votare per la rappresentanza italiana al parlamento europeo o essere eletti per essa. Possono inoltre votare, ma non possono essere eletti, per il consiglio comunale. Queste norme mirano a favorire la circolazione all'interno dell'UE. Lezione 5 Sovranità La sovranità è un attributo connaturato al concetto di stato. Significa in primo luogo una supremazia nei confronti di ogni altro soggetto o organizzazione operante nel territorio statale. Se ne hanno due versanti: esterna e interna. Interna: è la capacità solo dello stato di adottare decisioni efficaci in maniera indipendente. O lo stato riesce a affermare la propria volontà senza condizionamenti di altri organi che operano internamente ai confini oppure non è uno stato. Lo stato nonsono gli stati, in cui non esiste un centro di potere unico ma l'ordinamento è basato su norme consuetudinarie o derivanti da trattati e accordi. Gli stati sono considerati soggetti pari tra loro e non esistono organi che producono norme a livello internazionale. Ogni stato può decidere se accettare o meno un trattato e può anche denunciarlo, liberandosi così dagli obblighi ad esso previsti.

Sono reciprocamente indipendenti. Giuridicamente parlando ogni stato non è soggetto a subire condizionamenti da parte degli altri stati. Il concetto della sovranità nasce poco dopo lo stato. In origine allude alla possibilità di uno stato di poter decidere liberamente all'interno del proprio territorio. Oggi, questo principio non è del tutto corretto: ci sono ad esempio determinate conseguenze che derivano dall'appartenenza dell'Italia all'Unione Europea. L'appartenenza sottrae all'Italia una serie di decisioni che tradizionalmente si riteneva fossero proprie degli stati, come il governo della moneta (determinazione di tassi di interesse, svalutazione...) che è stato sottratto alla banca d'Italia per essere delegato alla Banca Centrale Europea. Le fonti dell'UE producono effetti all'interno del nostro ordinamento e prevalgono su fonti interne, persino sulla Costituzione, anche se limitatamente. Le fonti

dell'UE sono inoltre le sole a decidere sulla disciplina dei contratti pubblici. C'è dunque uno spazio di decisione riservato agli stati e un altro che comporta la cessione di una parte di sovranità. Il criterio di legittimazione della sovranità è il popolo (come nella maggior parte degli ordinamenti moderni) ma non vuol dire che ci sia democrazia diretta, bensì tende a essere rappresentativa. Le forme e i limiti stabiliti dalla costituzione sono infatti costituiti dal fatto che noi eleggiamo chi ci rappresenta. Inoltre, la costituzione rappresenta un argine essendo sovraordinata alle altre leggi. Bisogna poi ricordare che oggi il contesto internazionale è completamente diverso a quello di quando il concetto di sovranità è stato introdotto. Formazione degli stati Poiché ad oggi non ci sono territori non occupati da stati, i modi di formazione sono di tipo derivato. Uno stato tende dunque a nascere per modifica di uno

stato precedente. 20- Per frazionamento/smembramento: Lo stato dà vita a una serie di nuove entità statali, uno stato cessa dunque di esistere e nascono nuovi stati. (Esempi: ex Iugoslavia, exURSS, Cecoslovacchia.)- Per incorporazione: Ci sono due o più stati stati. Uno stato (o più) cessa di esistere, quello che rimane include quello che smette di esistere. Esempio: incorporazione da parte della repubblica federale tedesca (ovest) della repubblica democratica (est). Anche l’Italia è nata per incorporazione da parte del regno di Sardegna.- Per fusione: due stati cessano di esistere perché confluiscono per creare un nuovo stato (Esempio: Yemen nato dalla fusione dello Yemen del nord e del sud negli anni ’90). Separazione dei poteri all’interno di uno statoIn senso orizzontale: Questa separazione ha funzione di controllo reciproco. Se non ci fosse non ci sarebbero tutele per i consociati (come nel caso delle monarchie assolute dove il

Una volta costituito uno stato esercita immancabilmente una serie di funzioni: (designate inizialmente da Montesquieu)

A. NORMATIVA (porre regole)

B. GIURISDIZIONALE (risolvere controversie tramite queste regole)

C. ESECUTIVA. Potere esecutivo (della legge): dai tempi dello stato liberale circoscrive il potere del re e lo obbliga a sottoporsi alle leggi.

D. Oltre alle tre funzioni tradizionali c'è anche la funzione di INDIRIZZO POLITICO. È la funzione tramite la quale in uno stato vengono attuate decisioni da parte dei consociati più importanti. A differenza di quanto accadeva nello stato ottocentesco non c'è dubbio che l'organo maggiormente rilevante a livello di indirizzo politico non sia il parlamento, ma bensì il governo. La funzione legislativa spetta sì al parlamento, ma la stragrande maggioranza dei disegni di legge che vengono approvati è di iniziativa governativa. Il governo dispone di una serie di

strumenti attraverso cui può condizionare i lavori parlamentari, ad esempio la
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A.A. 2019-2020
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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher appuntidispes di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di diritto pubblico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trieste o del prof Monego Davide.