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Estratto del documento

Att amm.vo -> di tipo non provvedimentale: - autorizzazioni – concessioni

L’atto amm.vo è l’atto che viene compiuto dalla P.a. nell’esercizio di funzioni pubbliche (a volte la

p.a. può emanare anche atti di diritto privato come compravendita ecc.ecc. Questi però non

rientrano nell’atto amm.vo)

Quali sono le conseguenze dell’applicazione dell’atto giuridico? Bisogna partire all’origine,

nell’800 dove l’A.A. era espressione della pubblica amministrazione che a quei tempi era

considerata come autorità, cioè supremazia della p.a. di conseguenza l’atto amministrativo era

soltanto al controllo del giudice, quindi i suoi atti erano atti d’imperio. Cera anche un altro aspetto

come cura dell’interesse pubblico. L’aspetto che prevaleva era il primo -> quindi l’atto

amministrativo visto come autorità. Poi nel 900 un giurista Massimo Severo Giovannini ha iniziato

ad unire i due aspetti dell’atto amministrativo. Perciò dal 900 la dottrina ha iniziato ad evidenziare

la cura dell’interesse pubblico. Così si evidenzia la funzione dell’att amm.vo. Sono scaturite 3

conseguenze e oggi sono le utilità e i vantaggi che derivano dall’inserimento di un atto nella

categoria dell’atto amm.vo

800 atto amm.vo = atto d’imperio (espressione dell’autorità amm.va)

900 atto amm.vo= cura dell’interesse pubblico (funzione)

3 conseguenze

Controllo sull’atto da parte del giudice

1) Garanzia verso i terzi (cittadini privati)

2) Rilevanza sul procedimento amm.vo

3)

L’atto è vincolato dalla legge, può dunque essere controllato da parte del giudice (dal 900) e questo

significa garanzia perché io cittadino destinatario dell’atto amm.vo posso sempre impugnarlo. Il

giudice per controllare l’atto amm.vo ha bisogno di vedere tutto quelle che precede l’emanazione

dell’atto.

Es. concessione demaniali marittime: la P.a. può fare un contratto d’affitto p un atto amm.vo e deve

rispettare le norme di parcondicio di tutti quelli che vogliono quella parte di spiaggia, perciò deve

fare un bando con dei requisiti non discriminatori e poi scegliere il soggetto motivando i criteri di

scelta. Tutte queste regole sono una garanzia per il cittadino. Si distinguono due tipi di atti: quelli di

tipo provvedimentale (atta amm.vi) e quindi non provvedimentali. I primi sono provvedimenti che

chiudono il provvedimento amministrativo. I secondi sono tutti gli atti che precedono la

determinazione dell’atto finale.

Atto amministrativo-> provvedimento

Att. Amm.vi non provvedimentali es. pareri, richieste, documentazioni, certificazioni.

Il provvedimento finale è il provvedimento che cura in via diretta l’interesse pubblico e produce

effetti nei confronti di terzi, quindi effetti esterni.

La caratteristica più importante del provvedimento amm.vo è l’autoritarietà/imperatività. Sono

dei provvedimenti capaci di modificare le situazioni giuridiche dei destinatari a prescindere dal loro

consenso (anche contro la volontà dei destinatari) es. espropriazione. Quindi è connotato da

particolare forza, questa gli è data perché persegue l’interesse pubblico. (Infatti spesso il problema è

il consenso).

L’autoritarietà è proprio la linea di demarcazione tra diritto privato e amministrativo.

Solo i provvedimenti sono autoritativi, quindi se è possibile trovare un accordo si esercita il diritto

privato. Diritto privato -> consenso

Diritto amministrativo-> provvedimenti

Tipicità -> è una garanzia del provvedimento amministrativo. La p.a. può porre in essere solo

provvedimenti, espressivamente previsti dalla legge

Esecutività-> il provv. Amm.vo è esecutivo perché produce immediatamente e automaticamente i

suoi effetti, a prescindere dalla sua legittimità.

I provv amm.vi possono essere:

Favorevoli (autorizzazioni e concessioni attribuiscono un utilità godimento)

- Sfavorevoli-> ablatori es. espropriazione (tolgono l’utilità)

-

Tesi di Ranelletti del XIV sec che ancora domina nella giurisprudenza per autorizzazioni e

concessioni:

Le autorizzazioni sono quei provvedimenti che servono a rimuovere un limite o un ostacolo

all’esercizio di un diritto di cui il privato è già titolare (art 16 cost.c2-> libertà di uscire dal

territorio della Repubblica) -> passaporto è un’autorizzazione, patente, apertura centro

Aldo Maria Sandulli dice che il diritto che preesiste al rilascio dell’autorizzazioni è un diritto

potenziale, in attesa di espansione. Nelle concessioni l’interesse pubblico è al centro delle

valutazioni invece nelle autorizzazioni si vede l’interesse del privato.

Però ci sono dei casi in cui questa distinzione non vale, allora si valuta con un auto criterio ->

quello riguardante la disponibilità del bene e dell’attività, quindi si va a vedere se l’utilitas è nella

disponibilità o meno della p.a. Quindi se c’è una riserva di quel bene o attività in capo alla p.a. si

parla di concessione (art 43 cost.); se non c’è riserva, l’attività è tendenzialmente libera, quindi

propria dei privati-> perciò autorizzazione.

C’è un tipo di concessione chiamata concessione contratto in cui al procedimento amm.vo si

affianca un contratto.

Provv (concessione) + Contratto (serve a regolare i diritti e gli obblighi in capo alla p.a. e ai

privati)

Nasce con la corte di cassazione, dove nel contratto si stabilisce i diritti e gli obblighi della p.a. e del

privato.

Diritto di accesso si trova in due norme fondamentali nell’art 10 e poi 24 della legge 241 del 90. Fa

parte dello sviluppo della legge 241/90 ed è particolarmente importante perché costituisce un

particolare procedimento isolato a se stante.

Accedere ai documenti di un determinato procedimento, andare a vedere che cosa fa la p.a. in quel

procedimento è uno strumento fondamentale –> risponde al principio generale della trasparenza.

L’attività amministrativa deve essere conoscibile anche al di là della p.a. Prima di questo diritto di

accesso c’era una regola che sanciva che nulla era visibile/accessibile tranne alcuni casi. Quindi

questa regola ha cambiato tutto ora succede il contrario tutto è accessibile tranne ciò che è segretato.

Già nel trattamento di Maastricht si trovava questo principio del diritto di accesso. Prima

dell’introduzione della legge del 90 c’erano dei metodi per arrivare all’accesso. Perché se io non ho

la possibilità di visionare i documenti non ho mai chiaro se il diniego che ho avuto sia stato

motivato o meno. Per ricostruire il lavoro della p.a. devo vedere i documenti che ho utilizzato.

Quindi è importantissimo il diritto di accesso! Questa necessità c’è sempre stata, anche prima del 90

e della legge, allora andiamo a pescare nella costituzione, che però era solo una mera possibilità ora

è un diritto. Ora c’è la norma: decreto legislativo 167 del 2000 libera accessibilità degli atti degli

enti locali

E’ un vero e proprio principio generale del procedimento amministrativo tale e quale a quelli che

troviamo nell’art 1.

Il diritto d’accesso -> risponde alla logica della trasparenza, io esercitando questo diritto effettuo

anche un controllo sullo svolgimento della p.a. Ha un duplice valenza, perché io potrei anche

utilizzarlo come difesa giudiziale, come garanzia personale.

E’ un diritto particolare, perché la tutela di questo diritto si fa davanti al giudice amministrativo e ha

dei termini/tempo abbastanza ristretti (ha una sua possibilità di valutazione)

Ci sono diverse forme di accesso es:

Art 10 -> all’interno del procedimento amministrativo; riguarda le parti coinvolte nel processo

amm.vo. Qui questo diritto lo esercita ad es. il soggetto che ha fatto l’istanza, dunque il destinatario

del provvedimento. In questo caso si parla di prendere visione agli atti. La particolarità è che può

essere esercitato fino a quando il procedimento non è concluso, perché appunto è interno al

procedimento (endoprocedimentale)

Art 22 (sono due cose diverse) -> c’è anche un accesso esoprocedimentale, quindi esterno al

procedimento e può essere esercitato anche a procedimento concluso. Può inoltre essere esercitato

non solo dai soggetti partecipanti o direttamente interessati, ma anche da parte di soggetti esterni,

non facenti parte del procedimento es. costituzione

In comune c’è la disciplina quindi il procedimento che è simile.

Poi c’è l’accesso politico diritto che hanno determinate persone ed è ancora più esteso.

Quando il diritto di accesso non è riconosciuto?

Quando in un documento c’è un segreto specifico-> segretezza es. segreto di stato

- Riservatezza del documento (es. bagaglio sottoposto a privacy)

-

Queste però sono eccezioni, quindi al di fuori di questi casi tutto il resto è sempre visionabile.

Ovviamente tutto questo è possibile fino a quando il documento è in possesso della p.a. altrimenti

potrebbe risultare un ulteriore blocco.

Questo oltre alla legge 241/90 lo troviamo anche nel regolamento dpr 184 del 2006, anche i

regolamenti di cui si dotano le singole amministrazioni.

Quando parliamo di accesso è un procedimento autonomo e vanno seguiti dei passi indispensabili:

Iniziativa/avvio

- Istruttoria

- Decisoria

-

Analizziamo l’art 10: prendete visione o estrazione copia: qui l’accesso può servire per l’attività

della p.a. e per fare delle memorie alla p.a. in modo da fargli avere tutti i documenti necessari per

ottenere provvedimenti e qui il procedimento per il diritto di accesso, soprattutto l’istruttoria è più

semplice perché non prevede particolari difficoltà, in quanto a richiedere sono le stesse parti che

hanno fato la domanda, perciò le dirette interessate. Le cose diventano un po’ più difficili

nell’accesso esterno:

art 24 diritto di accesso:

Prendere visione documenti diverso da:

1) Estrarre copia documenti

2)

Possono esercitare tale diritto di accesso tutti che quelli che mostrano alla p.a. di avere un interesse

riguardo quel determinato provvedimento. Quindi l’interesse deve essere diretto, concreto,

attuale e rilevante ai fini dell’accesso. Dobbiamo motivare la nostra richiesta. L’amministrazione

valuta l’interesse relativo al documento. Quando si fa domanda d’acc

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Publisher
A.A. 2013-2014
21 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/10 Diritto amministrativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher wegobroke di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di istituzioni di diritto amministrativo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Filippini Andrea.