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I DIRITTI DI LIBERTÀ E DI GIUSTIZIA

Le concezioni dei diritti che hanno influenzato le dichiarazioni costituzionali appartengono alle tre correnti del pensiero politico moderno: liberalismo, socialismo, cristianesimo sociale.

  1. I due orizzonti dei diritti: la libertà e la giustizia, ciascuno dei quali non è disposto a rimpicciolirsi per lasciare posto all'altro. Le due concezioni generali del mondo politico occidentale che danno il loro senso ai diritti possono essere rappresentate, come esempio, dall'umanesimo laico e dall'umanesimo cristiano, ma esse si presentano diverse, per cui la coesistenza dei valori di libertà e giustizia non è affatto pacifica.
  2. L'umanesimo laico parla di quei diritti violando i quali si viola la pretesa di libertà; l'umanesimo cristiano di quei diritti violando i quali si viola la pretesa di giustizia, e quindi, per il primo il nucleo, il fondamento, è la libertà; per il secondo

la giustizia. Ognuna delle due posizioni può divenire assoluta attraverso una riduzione: la prima è quella delle concezioni individualiste (le società giuste sono quelle in cui vige la libertà); la seconda è quella delle concezioni oliste (le società libere sono quelle in cui vige la giustizia). Viceversa non viene fatto un posto a sé alle concezioni socialiste, perché esse non hanno nulla di originale da dire circa la grande distinzione suddetta, in quanto, nella sostanza, la tradizione socialista non marxista (il marxismo, invece, non ha una dottrina costruttiva dei diritti), quando si occupa dei 10 diritti umani, che si devono realizzare con l'uguaglianza, si trova d'accordo con l'umanesimo laico e la differenza di posizione non è sul significato essenziale dei diritti umani, ma sulla loro portata ed effettività.

2) Due esempi cruciali delle suddette due grandi concezioni: il diritto al lavoro e il

il principio del "giusto salario" si basa sulla dignità dell'uomo e sulla giustizia sociale. Il salario non può essere determinato solo dalla volontà delle parti, ma deve tener conto delle necessità del lavoratore e della sua famiglia, garantendo un livello di vita dignitoso. Inoltre, la dottrina sociale della Chiesa sottolinea l'importanza della solidarietà e della responsabilità sociale nell'ambito del lavoro.

La misura del salario è obiettiva e indipendente dalla volontà dei contraenti e deriva dai doveri di giustizia, quindi il fondamento del giusto salario è la giustizia.

Concezione moderna e concezione antica dei diritti dell'uomo.

I diritti dell'uomo nell'umanesimo laico trovano la loro origine nell'innovazione del Rinascimento e nella visione dell'uomo che intende darsi lui un posto nell'universo, quindi divisione individuale del proprio essere nel mondo, da cui deriva la pretesa di potere agire in conformità.

Secondo l'umanesimo cristiano, invece, ogni essere ha un suo giusto posto, conforme all'ordine del creato e, quindi, non vi è spazio per alcuna pretesa individuale di autorealizzazione, ma esiste un dovere fondamentale di tutti di rispettare i posti a ciascuno assegnati dalla ragione universale.

Perciò il significato del termine "diritti" è diverso da quello dell'umanesimo.

laico e non può essere la pretesa al rispetto dell'autodeterminazione, non può significare poter agire secondo la propria libertà, bensì poter agire secondo il proprio dovere. Tale concezione corrisponde quindi alla vecchia idea dello "status" e si può parlare di diritti come pretesa di status, come riflesso di un ordine necessario in cui ciascun soggetto è inserito. E' dunque evidente la diversità di significato che l'espressione "diritti" assume nelle due tradizioni. 4) i beneficiari dei diritti: i vincenti o i perdenti 11 Secondo la concezione moderna i diritti sono un modo di rendere la volontà efficace. Si è parlato di signoria della volontà e i diritti sono stati definiti come pretese della volontà garantite dal diritto. Quindi l'uomo che possiede tale volontà è l'uomo trionfante, sicuro delle proprie possibilità, e che vuole.rompere le catene che gli impediscono di espandere il dominio delle sue facoltà. Secondo la posizione della Chiesa, invece, i diritti umani sono sempre visti nell'ottica degli uomini umiliati, offesi nella loro dignità di persone, per cui è necessario rimuovere il disordine, rimettendo le cose secondo il loro ordine. 5) la funzione instaurativa o restitutiva dei diritti. Da queste visioni consegue che, secondo l'umanesimo laico, il mondo non ha un proprio ordine ma sono gli uomini a poterglielo e doverglielo dare, attraverso atti della propria volontà continuamente rinnovabili in vista del miglioramento di tale ordine: i diritti garantiscono l'esercizio di questa volontà, assumendo così una funzione instaurativa e rinnovativa dell'ordine sociale. Secondo la concezione antica e della chiesa, invece, il mondo ha un proprio ordine ed i diritti hanno il significato di restaurare tale ordine, quindi in sostanza gli uomini nonpossono essere considerati come un "tempo dei diritti". Questo significa che i diritti sono sempre presenti e devono essere rispettati in ogni momento. D'altra parte, i doveri sono legati alla responsabilità e al rispetto delle regole e delle norme. Essi possono essere considerati come un "tempo dei doveri". I doveri sono ciò che ci viene richiesto di fare per garantire il benessere e il rispetto degli altri. In conclusione, i diritti e i doveri sono strettamente legati e si influenzano reciprocamente. I diritti devono essere rispettati, ma allo stesso tempo abbiamo il dovere di rispettare i diritti degli altri e di agire in modo responsabile.ad essi è legata la concezione del progresso. Nella tradizione antica, invece non si può parlare di progresso, ma essendo la funzione del diritto quella di riparare un ingiustizia, essi hanno un valore transitorio in vista del risultato "dell'ordine giusto", raggiunto il quale, perdono significato. Ciò si comprende bene si riflette sul fatto che in questa tradizione la categoria dominante è quella dei doveri. Ne consegue che le società in cui vige la libertà hanno un carattere dinamico, le società in cui vige la giustizia e, quindi i doveri, hanno un carattere statico. 8) il limite dei diritti. a) I diritti in funzione della libertà, della volontà, sono intrinsecamente illimitati, ma questa concezione si basa su una ipervalutazione dell'uomo. Se non si accetta questa logica radicale i limiti sono possibili, ma estrinseci ed il cui unico scopo è quello di prevenire la collisione distruttiva deidiritti e di renderne possibile a tutti l'esercizio. Gli unici limiti dei diritti sono dunque i diritti. La legge ha il compito di delineare le linee di confine tra le dotazioni di diritti, proprie di ciascun soggetto. b) Secondo la concezione antica, invece, la volontà rappresenta un perenne pericolo latente per l'ordine sociale. Non si può dunque prescindere dal limite intrinseco alla volontà individuale di un ordine obiettivo. Ancora una volta la Chiesa cattolica ne è esempio, e l'insegnamento pontificio attuale proclama che i diritti umani "si radicano in un ordine etico obiettivo". In conclusione si può notare ancora una volta la contraddizione fra la concezione moderna dei diritti, che vede i limiti che impongono alla volontà individuale di aderire ad una verità sociale come una contraddizione, e la concezione antica in cui gli stessi limiti sono connaturati. 9) dai diritti alla giustizia. La concezione modernadei "diritti" è quella liberale. CAP.V LA SEPARAZIONE DELLA GIUSTIZIA DALLA LEGGE Altro aspetto del costituzionalismo moderno è la creazione attraverso norme costituzionali di principi di giustizia che devono condizionare l'ordine giuridico. 1-diritti e giustizia I principi di giustizia sono oggi previsti dalla Costituzione come compiti che deve perseguire il potere pubblico. Quindi il quadro è dinamico, aperto al futuro giacché lo Stato non deve solo impedire, ma anche promuovere. Il problema è sottrarre certi campi alla "signoria delle volontà individuali". Il diritto è l'insieme di condizioni entro le quali le attività pubbliche e private devono essere regolate reciprocamente per l'esistenza di interessi intoccabili (indisponibili) perché generali. Le norme di giustizia delle Costituzioni moderne affermano una distinzione tra gli interessi dei singoli (individuali) e gli interessi generali.giustizia è quello di garantire che tali principi siano riconosciuti come fondamentali e vincolanti all'interno del sistema giuridico di uno Stato. Questo implica che i principi di giustizia siano considerati come valori supremi e che siano applicati in modo coerente e uniforme in tutte le decisioni e le azioni del governo e dei cittadini. La costituzionalizzazione dei principi di giustizia è importante perché assicura che i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini siano protetti e rispettati. Inoltre, stabilisce un quadro normativo che promuove l'uguaglianza, la solidarietà e la dignità umana. La giustizia costituzionale svolge un ruolo cruciale nel garantire che i principi di giustizia siano applicati in modo efficace e che le leggi e le politiche siano conformi alla Costituzione. I tribunali costituzionali hanno il compito di interpretare la Costituzione e di verificare la conformità delle leggi e delle azioni del governo ai principi di giustizia sanciti dalla Costituzione. In conclusione, la costituzionalizzazione dei principi di giustizia è fondamentale per garantire un sistema giuridico equo e giusto, che rispetti i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini e promuova l'uguaglianza e la dignità umana.ifica l'inserimento dei principi di giustizia all'interno della Costituzione di uno Stato, al fine di garantire la tutela dei diritti individuali e contrastare la forza disgregatrice che potrebbe minare la coesione sociale. b) l'equità e l'imparzialità nella distribuzione delle risorse e delle opportunità all'interno di una società. La giustizia implica la promozione di un sistema in cui ogni individuo abbia accesso alle stesse opportunità e risorse, indipendentemente dalla propria posizione sociale o dalle proprie caratteristiche personali. c) il rispetto delle leggi e delle norme stabilite da una società. La giustizia richiede il rispetto delle regole e delle leggi che governano una comunità, al fine di garantire l'ordine e la stabilità sociale. d) la punizione dei comportamenti ingiusti e la protezione delle vittime. La giustizia implica l'applicazione di sanzioni a coloro che commettono atti ingiusti e la protezione delle vittime, al fine di ripristinare l'equilibrio e riparare il danno causato. e) la ricerca della verità e della giustizia nel sistema giudiziario. La giustizia richiede un sistema giudiziario imparziale e indipendente, in grado di valutare le prove e prendere decisioni basate sulla verità e sulla giustizia. In conclusione, la giustizia rappresenta un principio fondamentale per garantire la tutela dei diritti individuali, l'equità nella distribuzione delle risorse, il rispetto delle leggi, la punizione dei comportamenti ingiusti e la ricerca della verità nel sistema giudiziario.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
17 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienze giuridiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Giordano Paola.