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Che cosa caratterizza la scienza politica rispetto a filosofia politica, diritto pubblico, storia e sociologia politica?
1) La scienza politica si differenzia dalla filosofia politica quando esclude dal proprio ambito i giudizi morali, prestando attenzione alla raccolta e all'analisi dei dati empirici.
2) La scienza politica si distacca dal diritto pubblico quando la ricerca si concentra sui processi reali, piuttosto che su quelli formali-legali.
3) La scienza politica si distingue dalla storia quando l'analisi dei dati empirici mira a generalizzare, piuttosto che a conoscenze circoscritte a una realtà specifica nello spazio e nel tempo.
La scienza politica è stata definita "lo studio o la ricerca, con la metodologia delle scienze empiriche, sui diversi aspetti della realtà al fine di spiegarla il più compiutamente possibile".
Dalla polis alla politica moderna: l'evoluzione storica del concetto di politica.
In genere, molte
dalla polis greca per l'uomo politico (lo zỡon politikòn) la politica non si differenzia dalla società: la polis è "l'unità costitutiva e la dimensione compiuta dell'esistenza". Sebbene già la filosofia greca si fosse cominciata ad occupare,con Platone, degli ideali del buon governo, è nella città romana che emerge un elemento considerato come fondamentale per una convivenza civile: l'ordinamento giuridico, la legge. La civitas romana è infatti organizzata giuridicamente, "è un'aggregazione che trova il suo fondamento nel consenso della legge". Bisognerà, comunque, attendere il XV secolo, e Machiavelli, perché la politica assuma quella dimensione verticale - "di potere, di comando e, in ultima analisi, di uno Stato sovraordinato alla società". Con Machiavelli la politica si afferma diversa dalla morale: il principe deve essere disposto, per mantenere lo Stato, ad essere "cattivo", ed agire in maniera contraria alla fede e all'umanità. La politica diventa così autonoma, cioè guidata da proprie leggi. Sarà poi con la nascita della scienza economica, nel XVII-XIX secolo, che la politica si distinguerà.anche dalla società o, più esattamente, dal mercato. Smith, Ricardo e gli altri economisti liberisti assumeranno che esiste una sfera dell'agire umano che si sviluppa meglio quando lo Stato non interviene, che è capace cioè di autoregolarsi. Essi affermano così che "le leggi dell'economia non sono leggi giuridiche: sono leggi del mercato". Al termine di questa evoluzione storica resta comunque aperto il problema della definizione delle caratteristiche proprie del comportamento politico. Per comprendere le caratteristiche dei comportamenti politici occorre guardare al chi, al dove, al come e al perché della politica. La risposta a "chi fa politica" può essere molto specifica o piuttosto generica: se la classe politica è specializzata nelle attività politiche, tutti cittadini, più o meno, vi partecipano. Il luogo principale della politica è stato individuato, da alcuni, nello Stato, ma si"Fa politica" anche in altri luoghi (dalla famiglia all'impresa). Gli strumenti principali della politica sono dialogo e consenso, ma anche l'uso della forza. Le motivazioni alla politica possono essere varie.
La definizione della politica è così stata mutevole nel tempo, variando insieme ai principali approcci alla politica.
Nella scienza politica, un approccio che ha avuto molto successo negli anni '60 ha intrecciato elementi di una concezione statalista-verticale della politica con un'attenzione alle diverse risorse utilizzabili nel gioco politico, elaborando il concetto di sistema politico.
Nell'analisi più recente, la ricerca sulla politica oscilla tra l'attenzione alle azioni in difesa di interessi individuali, propria di un approccio razionale alla politica, e l'individuazione di un ruolo specifico della politica nella costruzione di norme e identità collettive, proposto dall'approccio neoistituzionale.
& Mary Pink ~Della Porta – Introduzione alla scienza politica3. Quali sono i principali elementi che permettono di definire lo stato moderno?
La scienza politica è stata per lungo tempo identificata con lo studio delle istituzioni statali.ha definito lo come quellaPierangelo Schiera Stato moderno europeo forma di organizzazionedel potere storicamente determinata che si differenzia dalle altre per: a) la territorialità delcomando, che si realizza attraverso un processo di accentramento territoriale; b) l'obbligazionepolitica, attraverso il riconoscimento allo Stato del monopolio della forza legittima; c) lo sviluppodi una burocrazia pubblica, vincolata al rispetto dello Stato di diritto (impersonalità del comando).Sono questi i principali elementi che permettono di definire lo Stato moderno.
Il processo di costruzione dello Stato comprende, innanzitutto, unLa territorialità del comando.processo di accorpamento territoriale e la concentrazione
del potere su uno specifico territorio. L'accentramento del potere comprende, inoltre, l'attribuzione Il monopolio della forza legittima. ad un'unica istanza del potere di "usare la forza per difendere la comunità politica da attacchi esterni e per mantenere l'ordine interno". Nella classica definizione di Max Weber, l'elemento fondamentale che caratterizza lo Stato è il monopolio della forza legittima. L'obbedienza allo Stato è legata al controllo della forza necessaria a sanzionare le violazioni. Nello Stato moderno, l'obbedienza al dominio politico non è L'impersonalità del comando. tuttavia dettata tanto dalla paura della punizione, quanto da un senso di obbligazione morale, con un riconoscimento da parte di chi è soggetto a comando della legittimità del potere che viene esercitato. La legittimazione del sovrano viene dall'esistenza di una serie di regole riconosciute: l'uso dellaforza è controllato dalla legge. 4. Quali spiegazioni sono state date della crescita dell'intervento dello Stato? Nella crescita dello Stato un ruolo importante avrebbero giocato fattori politici internazionali quali i conflitti militari. Tradizionalmente, lo Stato si affermò innanzitutto come strumento di difesa del sistema verso l'esterno, quindi con una funzione orientata alla sicurezza; a questa funzione si aggiunse poi il mantenimento dell'ordine interno. Per poter svolgere quei due compiti occorreva, comunque, assolvere ad una terza funzione: il reperimento di risorse, attraverso il prelievo fiscale. I moderni Stati-nazione, cioè gli stati che pretendono di racchiudere all'interno del proprio territorio un'unica comunità caratterizzata da comune storia ed etnia, emergono, almeno in parte, dalla guerra. Riassumendo: l'amministrazione statale cresce a seguito degli sforzi militari; le attività pubbliche introdotte intempo di guerra si mantengono anche in tempo di pace;• in tempo di pace vengono rivendicati dalle popolazioni i diritti che erano stati loro promessi in• tempo di guerra;i debiti di Stato, accumulatisi durante le guerre, portano ad accrescere l'intervento dello Stato in• economia.Il sistema degli Stati assolutisti si forma infatti attraverso le guerre in Europa e la creazione degliimperi oltremare. Se le guerre hanno accresciuto il bisogno di risorse materiali, con esse èaumentato anche il bisogno di leggittimazione per lo Stato: maggiore il ruolo giocato dallo Stato,maggiore il suo bisogno di consenso. La costruzione degli Stati porto così con sé una gradualetrasformazione dei sudditi in cittadini. Il bisogno di legittimazione di un potere centrale sempre piùesteso richiedeva infatti lo sviluppo di un sentimento di identificazione con una entità territoriale diampie dimensioni, fino all'affermazione dello Stato-nazione.
Ciò ha portato ad ampliare i compiti dello Stato, in particolare in relazione all'offerta di servizi, attraverso lo sviluppo dello Stato del benessere e la promozione dello sviluppo, attraverso lo Stato programmatore. La crescita dell'intervento statale è stata sollecitata, almeno in parte, da pressioni provenienti da diversi gruppi sociali. La democrazia ha accresciuto la capacità dei cittadini di organizzarsi e chiedere benefici allo Stato. I gruppi più deboli economicamente hanno utilizzato il loro peso elettorale per migliorare la loro condizione, attraverso una legislazione che ha regolato le condizioni di lavoro e introdotto meccanismi di redistribuzione economica. Richieste di espansione dello Stato sono venute comunque anche da gruppi economicamente forti: si è parlato, ad esempio, di una borghesia nazionale o anche di una borghesia di Stato. Fonte: Della Porta - Introduzione alla scienza politicadefinisce il potere e quali sono le principali risorse di potere?
Tra il 1920 e il 1940, la cosiddetta Scuola di Chicago ha criticato l'approccio legalistico alla politica che identificava lo studio della politica con uno studio delle istituzioni statali. L'attenzione alla politica "reale" ha spostato il fuoco della ricerca verso un diverso modo di concepire la politica: l'approccio alla politica come potere.
Ha osservato che "non c'è teoria politica che non parta in qualche modo direttamente o indirettamente da una definizione di 'potere' o da un'analisi del fenomeno del potere.
Il potere è in prima approssimazione definibile come capacità di un attore A di influenzare il comportamento di un attore B. Si può dire che A ha potere su B nella misura in cui A è capace di far fare a B qualcosa che va nella direzione voluta da A e che B non avrebbe fatto altrimenti. Nella classica definizione di Norberto Bobbio,
una resistenza o un'opposizione. Può essere intesa come la capacità di influenzare gli altri, di ottenere ciò che si desidera o di imporre la propria volontà. La potenza può essere esercitata in vari contesti, come ad esempio nella politica, nell'economia, nelle relazioni personali o nel mondo del lavoro. Nella politica, la potenza è spesso associata al potere, che è la capacità di prendere decisioni e di imporre regole. I politici cercano di ottenere il potere per poter influenzare le decisioni e le politiche del governo. La potenza politica può essere esercitata attraverso il voto, la partecipazione attiva alla vita politica o l'appartenenza a un partito. Nell'economia, la potenza è spesso legata al denaro e alla ricchezza. Le persone o le aziende più ricche hanno spesso più potere economico, in quanto possono influenzare il mercato, prendere decisioni finanziarie importanti o influenzare le politiche economiche. La potenza economica può essere esercitata attraverso l'investimento, l'acquisto di azioni o l'influenza sui prezzi. Nelle relazioni personali, la potenza può essere esercitata attraverso la manipolazione, il controllo o l'uso di informazioni privilegiate. Una persona può cercare di ottenere potere su un'altra persona attraverso il controllo delle risorse, come ad esempio il denaro, il tempo o l'affetto. La potenza nelle relazioni personali può essere positiva, se utilizzata per il bene comune, o negativa, se utilizzata per scopi egoistici o dannosi. Nel mondo del lavoro, la potenza può essere esercitata attraverso la posizione gerarchica, l'esperienza o le competenze. I manager o i dirigenti hanno spesso più potere rispetto ai dipendenti, in quanto possono prendere decisioni importanti, influenzare le politiche aziendali o assegnare compiti e responsabilità. La potenza nel lavoro può essere esercitata in modo equo e giusto, o può essere abusata per fini personali o discriminatori. In conclusione, la potenza è una caratteristica presente in molte sfere della vita e può essere esercitata in modi diversi. È importante che la potenza venga utilizzata in modo responsabile, equo e rispettoso degli altri, al fine di promuovere il benessere e il progresso sociale.