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In sintesi, gli elementi fondamentali elisabettiani (soprattutto nella prima fase) ed influenzati da
queste opere: la libertà spazio-temporale (Antonio e Cleopatra in contrasto con il rispetto delle
regole aristoteliche della Tempesta, rispetto che ritorna in seguito canonico con la Restaurazione),
l’autorialità (collaborazioni ed opere scritte a più mani individuate anche in alcune parti della
bibliografia attribuita a Shakespeare; da questo punto di vista si tratta di un’epoca di passaggio;
Shakespeare non ha mai pubblicato le sue opere), la commissione di registri (tragico e comico
uniti, la tendenza a far apparire personificazioni di vizi/virtù/elementi sovrannaturali, i personaggi
approfonditi psicologicamente ed individualizzati (vi sono però alcuni “personaggi funzione” ed è
molto interessante lo sviluppo della personificazione del vizio che ritroviamo come fool o come
villain e che ha una straordinaria vitalità come per esempio Iago dell’Otello e Macbeth stesso o il
folle del King Lear).
DATE E DIVISIONI:
Ci concentreremo su tre filoni fondamentali: teatro, lirica ed epica (Paradise Lost, concepito come
una tragedia; siamo invitati a leggerlo).
Elisabetta I Tudor (1558-1603).
Giacomo I Stuart (1603-1625, riunione di Scozia ed Inghilterra, primo tentativo verso lo United
Kingdom).
Carlo I (1625-1642, rivoluzione puritana, decapitato).
Questi tre regni formano il periodo elisabettiano (“rinascimento” tardivo inglese più inquieto
caratterizzato da una forte continuità con il passato e da una forte affinità con le fasi successive
come il manierismo ed il barocco, periodo definito anche “early modern”).
I limiti convenzionali sono la creazione del The Theatre nel 1576 e la chiusura dei teatri da parte
del parlamento puritano nel 1642.
IL CONTESTO ELISABETTIANO:
E’ un periodo di grandi cambiamenti: siamo negli anni delle grandi scoperte scientifiche e
geografiche che con la rivoluzione copernicana fanno sì che l’autopercezione dell’uomo sia
completamente trasformata e messa in dubbio. C’è anche molta irrequietezza dal punto di vista
religioso: l’Inghilterra per tutta l’età Tudor attraversa un periodo di grandi lotte, anche dal punto di
vista politico (Machiavelli) ma soprattutto sotto gli aspetti economico-sociali con l’emergere di una
nuova classe mercantile, una nuova classe borghese. Queste influenze si vedono soprattutto nel
teatro che parla a queste nuove classi sociali e che viene molto osteggiato dai puritani. E’ quindi
un periodo di trapasso dal mondo medievale a quello moderno e questo è uno dei motivi per cui
riusciamo a relazionarci con le opere creative di questo periodo dato che oggi alcuni di questi
elementi che rendono il mondo opaco stanno ritornando. E’ importante però mantenere un
equilibrio: questi testi trattano sì temi moderni ma si tratta comunque di una realtà diversa con
elementi incomprensibili e lontani dalla nostra sensibilità. Il teatro è comunque il modo più
pervasivo per comunicare. Si percepisce una discordanza tra l’essere e l’apparire (Amleto).
Pensando a questo è chiaro che il teatro risulti essere il medium più affine a questa situazione.
Questo aspetto è molto forte nel teatro elisabettiano tanto che esso va a riflettere su se stesso
creando metateatro (Amleto, a play within the play: Amleto all’inizio del dramma incontra lo spettro
del padre che gli dice di essere stato ucciso da Claudio e che quindi il suo ruolo è stato usurpato;
Amleto ha il compito di vendicarlo; per Amleto si pone il problema di capire se questo fantasma sia
davvero quello del padre o qualche demone e se gli ha detto la verità; per capire ciò egli utilizza
appunto il teatro nel teatro, inscenando la morte del padre e vedendo la reazione di Claudio).
Accanto a questi motivi culturali per cui il teatro è così pervasivo c’è anche un altro aspetto: nella