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LA DURATION E LA VOLATILITA’
La duration valuta la variazione del prezzo al variare del tasso d’interesse.
Essa fornisce sia misura della vita media di un titolo, sia di un’indicazione
sulla sensibilità del prezzo del titolo al variare dei tassi di mercato. La
variazione di prezzo provocata da una variazione (in aumento) del tasso è
minore di quella provocata da una variazione (in diminuzione) del tasso r.
Macaulay suggeri l’uso di un indice in grado di misurare la durata media
finanziaria di un titolo o la duration che esprime la scadenza media dei
flussi di cassa che l’attività genererà.
La duration risulta funzione dei parametri che definiscono un prestito
obbligazionario quali:
- A parità di cedola e di tasso di rendimento effettivo, la duration è minore
per i titoli con maggiore vita residua
- A parità di vita residua e di tasso di rendimento effettivo la duration è
minore per i titoli con cedola maggiore
- A parità di cedola e di vita residua, la duration è minore per i titoli a
maggiore rendimento effettivo.
Oltre a rappresentare un indicatore di vita media di un titolo, la duration
può essere utilizzata come misura di sensibilità del prezzo al variare del
tasso di interesse. L’indicatore che consente di ottenere questa
informazione è la duration modificata. Il valore della duration modificata
consente di stimare la variazione percentuale del prezzo in corrispondenza
di una determinata variazione del rendimento.
+ I requisiti dei titoli azionari
L’azione è, quindi, un titolo di credito rappresentativo di una quota parte
del capitale sociale di un’impresa costituita in forma di società per azioni,
in accomandita per azioni o in società cooperativa a responsabilità
limitata. Tutte le azioni hanno uguale valore nominale. Per quanto
concerne il prezzo di emissione, le azioni non possono emettersi per
somma inferiore al loro valore nominale. Diversamente dai titoli di debito
per le azioni non è fissata una data di scadenza, né risulta stabilito un
prezzo di rimborso. Il possessore di azioni che voglia liquidare il proprio
investimento prima del rimborso si deve rivolgere al mercato, vendendo
l’azione al prezzo che in quel momento verrà determinato dall’incontro tra
la domanda e l’offerta. I diversi valori dell’azione: valore nominale,
patrimoniale, di mercato (o prezzo), e di emissione.
+ I diritti e le categorie di azioni
+ diritti attribuiti al titolare delle azioni
Le azioni presentano una serie di diritti che determinano sia la facoltà di
intervento nella vita della società, sia le garanzie indipendenti dal
comportamento tenuto e riconducibili alla pura veste di socio. Il diritto di
voto è la facoltà di un socio o di un suo rappresentante di esprimere la
propria opinione, sia in termini di intervento in assemblea, sia in termini di
giudizio di merito, su una particolare questione che può essere definita
direttamente dal codice civile o su richiesta del menagement. Il diritto di
impugnativa la possibilità di impugnare le decisioni prese dall’assemblea
qualora queste possano arrecare danni ingiusti. Il diritto agli utili è uno
degli aspetti di maggior interesse per un investitore i possessori di azioni
hanno il diritto di ricevere, in base alle condizioni stabilite dal codice civile
e dallo statuto, parte dei risultati economici positivi conseguenti
dall’azienda. Il diritto alla quota di liquidazione una volta raggiunta la
scadenza della società il patrimonio rimanente o il risultato finale deve
essere equamente condiviso tra coloro che ne hanno garantito il
raggiungimento. Il diritto di opzione consente agli azionisti di sottoscrivere
nuove azioni in occasione delle operazioni di aumento a pagamento del
capitale sociale in un modo da assicurare la tutela della propria quota di
partecipazione alla società. Il diritto di recesso l’azionista può decidere di
disimpegnarsi dalla società senza subire perdite rispetto al prezzo di
mercato.
+ Le categorie di azioni
Tutte le azioni ordinarie in linea di principio conferiscono ai loro possessori
uguali diritti visto che ognuna comporta un’identica partecipazione alla
formazione del capitale vi sono a fianco di quelle ordinarie, azioni con
diritti diversi, dette speciali.
- Azioni ordinarie sono nominative e pertanto sempre intestate ad una
persona fisica o giuridica con relativa annotazione sul libro sei soci. I
possessori delle azioni ordinarie partecipano pienamente e direttamente
alla gestione della società poiché dispongono di pieno potere di voto sia
nelle assemblee ordinarie che in quelle straordinarie.
- Azioni con diritto di voto limitato (az. Speciale). L’art. 2351 c.c. disciplina le
opzioni in capo alle aziende nella determinazione delle caratteristiche delle
azioni con diritto di voto limitato. Il limite che riguarda le emissioni a voto
limitato è riferito al valore massimo che possono assumere tali titoli. Una
categoria azioni completamente prive del diritto di voto. Una seconda
categoria prevede azioni a voto limitato per argomento per cui gli azionisti
facenti parte di una specifica categoria hanno il diritto di voto. Un’ulteriore
categoria è quella delle azioni con diritto di voto sottoposto a condizione al
verificarsi di alcune condizioni che possono riguardare la persona del
socio, la società, ecc., le azioni di questa categoria assumono il diritto di
voto.
- Le azioni di risparmio. A fronte di un vantaggio patrimoniale, le azioni di
risparmio sono del tutto prive del diritto di voto sia nelle assemblee
ordinarie sia in quelle straordinarie. Esse consentono la partecipazione alle
sole assemblee speciali dei possessori di azioni di risparmio, costituite per
la tutela dei diritti della categoria.
- Azioni con diritti patrimoniali limitati. Un esempio di azioni con diritti
patrimoniali limitati è l’azione correlata, si prevede che la società possa
emettere azioni fornite di diritti economico-patrimoniali correlati ai risultati
dell’attività sociale in un determinato settore.
- Azioni con privilegi di natura patrimoniale. Un esempio di azione
caratterizzata da privilegi di natura patrimoniale è l’azione postergata. In
caso di liquidazione, saranno i primi ad essere pagati.
+ Le valutazioni dei titoli azionari
+ Il modello generale
La remunerazione delle azioni dipende dal livello degli utili netti conseguiti
dalla società e dalla parte di utili che l’assemblea approva in bilancio di
esercizio. il prezzo dei titoli di capitale può essere considerato la risultante
dal processo di attualizzazione dei flussi di cassa futuri, scontati ad un
tasso di rendimento richiesto dal mercato. A differenza dei primi, la
valutazione richiede alcune ipotesi:
- I flussi di cassa (FC) che l’investitore deve attualizzare hanno il valore dei
dividendi percepiti nel corso del periodo di investimento.
- Il periodo t durante il quale effettuare l’attualizzazione dei flussi di cassa.
L’arco temporale da considerare può essere rappresentato dal periodo
durante il quale l’investitore desidera mantenere il possesso del titolo. In
alternativa il periodo di attualizzazione può essere stimato in funzione
della data probabile di liquidazione della società. In quest’ultima
circostanza appare evidente l’aleatorietà della stima.
- Il tasso di mercato richiesto dall’investitore r: occorre tenere in
considerazione non solo la struttura dei rendimenti su titoli non rischiosi
ma anche la rischiosità specifica dei titoli azionari rispetto al titolo
obbligazionario.
+ I modelli del dividendo
Tra i principali modelli indirizzati a valutare il prezzo di un’azione è
possibile rintracciare i c.d. modelli del dividendo. Per stimare i prezzi di
un’azione ci sono due modi il discaunt model e multipli di mercato. Se i
esprime il prezzo del titolo azionario in funzione dei dividendi percepiti nel
periodo di detenzione e del prezzo realizzato attraverso la vendita del
titolo, entrambi attualizzati ad un tasso richiesto pari ad r, si avrà.
Rimane il problema concreto di come poter prevedere i dividendi in un
arco temporale infinito. La soluzione più semplice è ipotizzare che i
dividendi dell’impresa crescano ad un tasso g costante all’infinito, in modo
che la formula per la determinazione del valore dell’azione converga a:
l’equazione anche nota come modello di gordon. Le ipotesi alla base del
modello di gordon sono flusso dei dividendi perpetuo, politica dei dividendi
consolidata e immodificabile; tasso di rendimento superiore al tasso di
crescita dei dividendi.
+ I multipli di mercato
Essi ci dicono se l’azione che vogliamo acquistare è sopra o sotto valutata
dal mercato. i multipli di mercato appartengono alla categoria dei modelli
di valutazione relativi; il valore delle attività è derivato dal prezzo di
attività paragonabili, standardizzate sulla base di una variabile comune
(utili, flussi di cassa, valore contabile, fatturato). Gli indicatori appartenenti
a questa famiglia sono semplici quozienti per i quali uno degli elementi
esaminati (il prezzo dell’azione) è soggetto continue variazioni. La prassi
operativa utilizza diversi multipli di mercato. Tra i principali: price earning
ratio (P/E), price to cash flow dividend yield (DIV/P), rapporto tra prezzo e
mezzi propri (P/MP). Il prince earning ratio è il più utilizzato. Il prince
earning ratio (P/E) b è il tasso di ritenzione degli utili aziendali e con (1-b)
il tasso di distribuzione degli utili aziendali
Tre sono i fattori che determinano un certo rapporto P/E:
- all’aumentare di (1-b) aumenta il rapporto P/E
- all’aumentare di r diminuisce il rapporto P/E
- all’aumentare di g aumenta il rapporto P/E
+ La valutazione del rischio
Anche per i titoli a reddito variabile il rischio è espressione della variabilità
e della volatilità del risultato atteso. È possibile distinguere differenti tipi di
rischio. Vi è il rischio connesso alla performance (condizioni individuali)
della società emittente, detto rischio specifico; in secondo luogo abbiamo il
rischio di settore che, come dice il termine stesso, dipende dall’andamento
del settore economico in cui la società opera. Minimizzare il rischio
specifico e il rischio di settore può essere semplice, tramite un’opportuna
composizione del portafoglio che si concretizza nel diversificare
l’investimento su aziende diverse appartenenti a settori diversi. Gestire il
rischio specifico è possibile non può essere detto per quanto riguar