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LA LIBERA CIRCOLAZIONE DEI CAPITALI:
Cioè i capitali si vanno ad allocare dove i rendimenti sono più alti
LA CENTRALIZZAZIONE DELLA MANOVRA DEL TASSO DI INTERESSE E DEL TASSO DI CAMBIO
TRA LE MONETE DELL’AREA VALUTARIA:
La centralizzazione della politica monetaria che significa appunto manovrare il tasso di
interesse e il tasso di cambio, viene messa nelle mani di un’istituzione sovranazionale che è la
Banca centrale europea che governa la politica monetaria cioè decide come gestire il tasso di
interesse e di conseguenza come gestire l’andamento del tasso di cambio. Quindi la banca
centrale europea può soltanto decidere qual è il tasso di interesse, ma non piò decidere di
modificare il tasso di cambio.
LA MONETA UNICA:
Che come sappiamo non è un elemento necessario e fondamentale per stabilire che siamo in
un’unione monetaria, questo perché ci può essere come sappiamo un’unione monetaria
anche senza moneta unica.
BENEFICI DELL’UNIONE MONETARIA
-Eliminazione dei costi di transazione
-Aumento dell’interscambio conseguente alla stabilità dei tassi di cambio
-Trasparenza dei prezzi
-Nuovo mercato finanziario conseguente alla libera circolazione dei capitali
ELIMINAZIONE DEI COSTI DI TRANSAZIONE
I costi di transazione ad esempio sono quei costi che si sostengono se ci si reca in una banca di un
paese che è al di fuori di una unione monetaria e si chiede moneta estera (cioè del paese
corrispondente dove si va). Questa operazione è un costo in quanto è la sede centrale della banca
che la effettua e non la singola banca. Perciò l'operazione della gestione dei cambi comporta una
propria struttura fisica, informatica e di personale capace appunto di fare questo tipo di cose.
Nel momento in cui si effettua questo passaggio dalla valuta del proprio paese a quella del paese
estero di una somma, vengono caricate delle commissioni bancarie di circa il 3% perchè esistono
dei costi di transazione. per l'impiego del
Questa commissione che viene rappresenta un cosiddetto “corrispettivo
personale”, dell'affitto del locale, del proprio personale etc.
Il secondo elemento viene definita in termini economici “costo opportunità”,
IL COSTO OPPORTUNITÀ: cioè la banca si dota di un tot di dollari ma non sa quando il cliente verrà,
cioè immagina che un un cliente potenziale verrà a prendersi ad esempio 1000 dollari, 1000
franchi ecc... e quindi la banca si deve dotare di questi.
Quindi li va a comprare sul mercato della valute e ipotizziamo che per comprare questi 1000
Dollari, l'euro era fortemente svalutata (cioè ipotizzando che in quel momento il tasso di cambio
vedeva l'euro fortemente deprezzato) e li ha pagati 1200 euro.
Passa un po di tempo e il mercato valutario cambia, arriva il cliente che vuole 1000 dollari, il
cambio in quel momento è pari ovvero 1000 dollari in cambio di 1000 euro e quindi da ciò si
capisce che la banca ha perso 200 euro. Perciò la banca si cautela e dice che all'interno di quel 3
percento c'è anche una parte del rischio di cambio che si vuole scaricare sul cliente.
questione: nella banca c'è anche l'ufficio che fa i prestiti.
Infine c'è un 'altra
In pratica la banca preferisce cambiare le proprie monete e sperare di guadagnarci e quindi toglie
ad esempio dalla cassa prestiti 1000 euro e li cambia in dollari e li rimette li.
Quindi la cassa prestiti avrà in tal modo 1000 euro in meno da poter prestare e il tasso che
effettuava per poterli prestare era del 5 percento. Quindi la banca sa che avendo tolto quei
1000 euro dai prestiti che poteva dare, è sicura di aver perso il 5 percento.
Per questo motivo con il 3 percento la banca si tutela.
Quindi il primo beneficio di fare un'unione monetaria è che quando qualcuno va a chiedere in
banca per fare una transazione non c'è più bisogno di farla in quanto ho l'euro quindi non devo più
andare in banca perchè non c'è più il cambio di moneta, il rischio di cambio ecc...
AUMENTO DELL’INTERSCAMBIO CONSEGUENTE ALLA STABILITÀ DEI TASSI DI CAMBIO
Questo viene fatto per avere una più efficiente allocazione delle risorse. Ad esempio se decido di
fare un viaggio negli Stati uniti e l’agenzia mi offre un pacchetto di 1000 euro, essa mi dirà salvo
variazioni del tasso di cambio perché tra euro e dollaro c’è un cambio non fisso ma variabile;
quindi il pacchetto n quel momento è di 1000 euro, ma quando andrò a pagare saprò se il tasso di
cambio è cambiato cioè se l’euro è stato deprezzato, al momento del pagamento dovrò dare
all’agenzia 1100, mentre se l’euro è stato apprezzato è l’agenzia a dover dare 100 euro a me.
Quindi io ci potrò andare a guadagnare o a perdere a seconda del tasso di cambio. La conseguenza
di quest’incertezza può condizionare la scelta di acquisto di un individuo, proprio a causa
dell’instabilità dell’andamento del cambio tra euro e dollaro, portandolo a preferire un viaggio ad
esempio in Francia in modo che se l’agenzia mi offrirà un pacchetto di 1000 euro, quando andrò a
pagare saranno sempre 1000 euro.
Infine quindi la stabilità del tasso di cambio massimizza le potenzialità del mercato unico; anche
senza moneta unica avrei comunque un mercato unico, ma l’instabilità del tasso di cambio porta il
mercato unico a non esplicare tutte le sue potenzialità.
LA TRASPARENZA DEI PREZZI
La trasparenza dei prezzi deriva dal fatto che vi è una moneta unica in un’unione monetaria. Ad
esempio se compro qualcosa in Germania io so quanto pago perché pago in euro e quindi vi è una
trasparenza di prezzo; se invece compro qualcosa in America, non conoscendo bene il cambio tra
euro e dollaro non vi è una trasparenza del prezzo proprio per questi motivi.
NUOVO MERCATO FINANZIARIO CONSEGUENTE ALLA LIBERA CIRCOLAZIONE DEI CAPITALI
Il prof. non l’ha spiegato.
Poichè abbiamo detto che la condizione essenziale di un paese che entra nell'unione monetaria è
Cosa vuol dire la perdita della
la perdita della sovranità monetaria (da li possono nascere i costi).
sovranità monetaria? vuol dire che fino al giorno prima di entrare nell'unione monetaria, la banca
centrale del nostro paese governava la politica monetaria. Nel momento in cui si decide di entrare
nell'unione monetaria, non è più la banca centrale del mio paese, ma la commissione europea e in
particolare il presidente della banca centrale europea che governa la banca centrale europea.
COSTI DI UNA VALUTA UNICA – COSTI DELL’U. E.
(costi da sopportare se si entra in un'unione monetaria)
Quando si costituisce un'unione monetaria ci sono una serie di rischi/costi potenziali che fanno
sorgere dubbi ai paesi riguardanti la permanenza nell'unione
N.B. : i costi che i paesi possono incontrare durante la permanenza nell'unione è il peggioramento
del mio benessere
1° COSTO DI UNA VALUTA COMUNE - Mix Inflazione/Disoccupazione
IPOTESI DI UN PAESE SOVRANO
Se un paese ha sovranità monetaria e ha un problema di disoccupazione dovuto alle imprese che
non assumono perchè non hanno mercato, deve cercare di creare occupazione e usando la politica
monetaria Per far crescere la domanda aggregata (y) e tutte le sue variabili y= C+I+G+(x-m). La
prima mossa da fare è abbassare i tassi di interesse, questo porta una serie di conseguenza:
aumenta il consumo perchè non conviene risparmiare, le imprese investono di più (dato il basso
costo del denaro) e di conseguenza aumenta la produttività e l'occupazione, lo stato paga meno
interessi e investe di più e le importazioni e esportazioni aumentano. Il tasso di interesse scende
quando la banca centrale emette moneta. Data questa situazione i consumatori che sono
comunque intenzionati a risparmiare si spostano in altri paesi dove i tassi di interessi sono
maggiori. Cambiano la loro valuta determinando un eccesso di domanda che ha come
conseguenza il deprezzamento della valuta nazionale. Questo incentiva il paese ad esportare, dato
che i prodotti costano meno e sono più competitivi. Dunque si determina anche un vantaggio
competitivo sulle esportazioni
IPOTESI DI UN PAESE NON SOVRANO
Perdere la sovranità monetaria cambia che il paese non è più libero di manovrare i tassi di cambio
e i tassi di interesse. Questo potere spetta a una istituzione sovranazionale: La banca centrale
europea. Questa ragiona come se fosse un semplice stato, effettuando quindi le stesse operazioni
ma senza stampare moneta, dato che i sui poteri non glielo permettono. Questa istituzione ha
però determinati obblighi: L'obbligo della stabilità della moneta (per cercare di mantenere la
competitività sul mercato) e tenere sotto controllo l'inflazione. Sempre per mantenere la
competitività, inoltre, deve tenere il costo del denaro non troppo alto rispetto a quello del resto
del mondo. Da questo si deduce, quindi, che la bce non può preoccuparsi del problema del singolo
paese ma pensare in modo globale controllando l'inflazione e il costo del denaro per essere
competitivi, utilizzando una strategia di medio-lungo periodo, per il BENESSERE SOSTENIBILE
dell'Europa. Può tuttavia accadere che la bce, per andamenti storici, abbia più a cuore il problema
della disoccupazione, mettendo in secondo piano quello dell'inflazione. Esiste, dunque, in
economia un MIX OTTIMALE di INFLAZIONE/DISOCCUPAZIONE che consiste in una politica
economica volta a gestire entrambe le problematiche, accettando un certo tasso di inflazione e di
disoccupazione.
Dunque, all'interno dell'unione monetaria è la bce a scegliere il suo mix ottimale INFLAZ./DISOCC.
per poter essere competitiva e poter assicurare la stabilità dei prezzi. Il suo mix può favorire alcuni
paesi, ma allo stesso tempo svantaggiarne altri. Questo è proprio il RISCHIO che si core entrando
nell'unione monetaria, parlando in termini di PEGGIORAMENTO DI BENESSERE DI UN PAESE.
SITUAZIONE IN ITALIA:
L'Italia è un paese troppo piccolo a livello globale, dunque la bce preferisce occuparsi di tematiche
globali per assicurare un benessere generale. Non avendo più a disposizione la sovranità
monetaria il solo strumento da poter utilizzare per migliorare la situazione è la politica di bilancio,
che tuttavia non basta.
2° COSTO - DIFFERENTI APPROCCI ISTITUZIONALI VERSO IL MERCATO DEL LAVORO
Un'altro possibile potenziale costo (perdita del benessere) si verifica in presenza di