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Metodi di valutazione aziendale

I principali metodi di valutazione di un'azienda sono quello patrimoniale e quello dei DCF (o dei multipli), si ha anche il metodo misto patrimoniale reddituale.

DCF sono CF attualizzati.

Metodo patrimoniale: capitale netto rettificato + avviamento.

Misto reddituale-patrimoniale: reddito che produce l'azienda - (remunerazione media del settore * CN rettificato (1+i)^n)

Quindi la prima operazione da fare è rettificare il capitale netto perché ci potrebbero essere investimenti che valgono di più, oppure del plusvalore nel magazzino, oppure crediti che non si riesce ad incassare. La seconda operazione da fare è considerare l'avviamento. L'avviamento non è altro che la capacità futura dell'azienda di creare nuovo valore. Si può calcolare prendendo come parametro il reddito medio normalizzato dell'azienda e confrontandolo con la remunerazione media di mercato degli azionisti. Se il...

reddito dell'azienda eccede la remunerazione media del mercato allora si parlerà di avviamento, altrimenti si avrà una perdita di valore. La terza ed ultima operazione da fare è verificare come ci si sta comportando da risk manager, ovvero un'efficace politica di risk management, fatta in un'ottica di enterprice risk management è in grado sia di preservare che di creare valore. Si preserva valore perché nel caso si dovesse usare un metodo finanziario o reddituale puro, i flussi di cassa vengono stabilizzati, quindi avrò dei CF costanti nel tempo. In più si avranno riflessi positivi anche sul tasso, nel senso che abbassa il tasso, che trovandosi al denominatore vuol dire che il valore aumenta. L'aspetto finanziario viene considerato di riflesso perché non vado a vedere quanto investo all'attivo, ma come finanzio l'attivo, e quindi si avrà un riflesso del WACC sul tasso i%. Parlando di polizze

dobbiamo dire che esistono due macro-filoni: A-tecniche: che si dividono a loro volta in: - Polizze in percentuale del danno property: Es: a fronte di 100 di danno diretto, si dà il 10% in via forfettaria come danno indiretto - Polizza Diaria: Si fissa un ammontare di indennizzo giornaliero che viene dato per ogni giorni di fermo. In sostanza l'assicuratore paga la differenza tra l'attività prima e dopo il danno da B.I. c. - Polizza per unità di prodotto: Si fissa un ammontare di indennizzo per la quantità che non è stata possibile produrre. Es: produzione di piastrelle, non può essere bloccata ma rallentata, ma i costi fissi devono comunque essere coperti. Tecniche: si basano su indicatori di bilancio quali loss of profit e margine di contribuzione, che creano alcune discussioni fra assicurato e assicuratore in base all'attendibilità delle stime e quindi dei dati prospettici fra un anno e l'altro; che si dividono a loro volta.

In margine di contribuzione: Nei manuali aziendali è definito come la differenza tra i ricavi e i costi variabili della gestione caratteristica. Assicurativamente, in un'ottica di risk management, non è così perché bisogna considerare i ricavi e i costi cessanti della gestione caratteristica.

Loss of profit: È una polizza nata per coprire il rischio da business interruption oltre che essere un meccanismo di clausola di polizza con cui si va a vedere il periodo di riferimento dell'anno precedente e verificare gli eventuali aggiustamenti.

VIGILANZA: L'ammontare di capitale che dovevano avere le compagnie di assicurazione (come le banche con Basilea I) era calcolato in base all'ammontare dei premi. Per esempio, per ogni X premi bisognava tenere Y di capitale. Maggiori erano i premi maggiore era il capitale e molto spesso ci si trovava in situazioni mal ponderate perché non si considerava la sinistrosità/rischiosità dei

premi stessi. Quindi in una situazione in cui si riuscivano ad avere delle riserve di capitale e avendo una crescita poco elevata di premi, una strategia che poteva essere messa in atto era il buyback di azioni. In questo modo il capitale flottante diminuisce e in proporzione aumenta il rendimento. La direttiva Solvency II invece, ha richiesto degli aggiustamenti. È una direttiva dell'UE che ha lo scopo di rafforzare l'attività di vigilanza sulle assicurazioni. È suddivisa in tre pilastri che hanno indicazioni inerenti alla capacità e la possibilità delle compagnie di assicurazione sia di svolgere che di espandere la propria attività assicurativa:

Pillar 1:

  • Requisiti Quantitativi
  • Valutazione delle attività e passività diverse dalle riserve tecniche e regole di investimento
  • Valutazione delle riserve tecniche
  • Calcolo del Solvency Capital Requirement (SCR)
  • Calcolo del Minimum Capital Requirement (MCR)
  • Determinazione dei premi minimi

Implementation- Valutazioni market-consistent- Standard formula o modelli interni

Il primo pilastro tende quindi a fare una valutazione delle attività e passività, incluse le riserve tecniche, secondo il principio della market-consistent. Il bilancio contabile non è più in punto di partenza per le valutazioni prudenziali. I principi di valutazione sono market consistent, ovvero le attività e le passività sono valutate all'importo al quale potrebbero essere scambiate, trasferite o regolate, tra parti consapevoli e consenzienti in un'operazione svolta alle normali condizioni di mercato. Con Solvency I invece il capitale proprio era la differenza contabile (attivo-passivo) del bilancio. Solvency II opera una profonda innovazione, perché il patrimonio netto non sarà più la differenza contabile ma riesponendo le

attività, la differenza viene registrata come riserva di riconciliazione. Questa riserva serve a garantire che il capitale contabile sia adeguato per coprire tutte le passività dell'azienda. - Il coefficiente di solvibilità è un indicatore importante per valutare la solidità finanziaria di un'azienda. Esso si calcola dividendo il capitale proprio (SGR) per il capitale regolamentare minimo (MCR). Un coefficiente di solvibilità più alto indica una maggiore capacità dell'azienda di espandersi o di assumere rischi senza dover ricorrere a finanziamenti esterni. - La riserva di riconciliazione è un conto che tiene traccia delle differenze tra il capitale proprio e il capitale contabile. Queste differenze possono includere gli utili attesi inclusi nei premi futuri. La riserva di riconciliazione viene istituita per garantire che il bilancio dell'azienda sia in equilibrio quando si considerano le attività e le passività a valore di mercato. - Quando il valore delle passività supera il valore delle attività, la differenza viene registrata come riserva di riconciliazione. Questa riserva serve a garantire che il capitale contabile sia sufficiente per coprire tutte le passività dell'azienda.

attività siva ad attingere da questa riserva. Le riserve tecniche sono accantonamenti per rischi che non possono essere coperti, quindi per irischi puri. Si ha la best estimate, dove per migliore stima si intende quello che pagherebbe unsoggetto terzo per prenderle. E poi si ha il minimo di riserve hedgeable, che sono gliaccantonamenti che si fanno per eventuali svalutazioni dell'attivo. In solvecy II il valore delleriserve tecniche corrisponde all'importo attuale che le imprese di assicurazione e riassicurazionedovrebbero pagare se dovessero trasferire immediatamente le loro obbligazioni di assicurazione e/oriassicurazione ad un'altra impresa. Concettualmente le riserve tecniche dovrebbero corrispondereall'ammontare necessario per trasferire gli impegni ad una "willing, rational third party". Cos'ècambiato rispetto a Solvency I? Ora si usano basi tecnico-finanziarie e demografiche realistiche enon più prudenziali. In

più la valutazione effettuata è coerente con i dati di mercato. Quindi si dice di utilizzare il criterio del Fair Value.

Calcolo dei requisiti di capitale

Ci sono due livelli di requisiti di capitale:

MCR- Minimun Capital Requirement È il requisito patrimoniale minimo, al di sotto del quale viene revocata l’autorizzazione ad operare. Viene calcolato trimestralmente. L’MCR corrisponde a un importo di fondi propri di base ammissibili al di sotto del quale i contraenti e i beneficiari sarebbero esposti ad un livello di rischio inaccettabile. Viene calcolato non solo sui minimi richiesti dalla legge (3.7 mln vita e 3.6 mln danni) ma calcolando il valore a rischio degli investimenti e dell’attività assicurativa svolta. L’MCR deve essere compreso tra il 25% ed il 45% dell’SCR.

SCR- Solvency Capital Requirement È quello che dice se e quanto si può e come si stanno fronteggiando i rischi. È il vero requisito

Il patrimoniale è il livello di capitale necessario per coprire le perdite inattese nell'arco di un anno e nell'ipotesi di going concern. Viene calcolato risk-based, quindi considera i rischi quantificabili. Il SCR corrisponde al VaR dei fondi propri di base dell'impresa soggetto a un livello di confidenza del 99.5% in un anno.

Solvency II chiede alle compagnie di assicurazione di effettuare degli stress test per cercare di capire come reagiscono i capitali per vedere se sono in grado di fronteggiare i vari shock sia finanziari che catastrofali. L'obiettivo è quello di andare a stressare i fondi propri che sono la garanzia ultima non solo per gli investitori ma soprattutto per gli assicurati. I fondi propri a copertura dei requisiti di capitale sono composti da:

  • Fondi propri di base (basic own funds)
  • Fondi propri accessori (ancillary own funds), soggetti ad approvazione del Supervisore.

Pillar 2: Requisiti

Qualitativi

Sistema di Governace

ORSA

Principi della Persona Prudente

L'elemento principale è l'ORSA (Own Risk and Capital Assessment) è un organo amministrativo che deve essere in grado di orientare non solo l'assunzione del rischio ma anche la relativa gestione. Perché ci può essere la possibilità di trovarsi in situazioni in cui il rischio viene assunto ma non gestito. Ha diversi ruoli, tra cui quello di sistema di controllo interno, che è sviluppato in tre livelli:

  • Linea
  • Compliance: controlla che tutta l'organizzazione segua delle procedure.
  • Internal Auditing: controlla che le procedure siano rispettate.

L'ORSA ha duplice natura:

  • Tool per l'impresa: una procedura di valutazione interna all'impresa da utilizzare come strumento di gestione e nel processo decisionale.
  • Tool per il supervisore: i supervisori ricevono il Report ORSA per il supervisore e valutano (nel corso dei processi di vigilanza) i risultati.

della valutazione effettuata dall'impresa.

Pillar 3: Informativa

Public disclosure

Supervisory reporting

Disclosure: Pi&ugrav;

Dettagli
A.A. 2021-2022
13 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giancarlo.pagani03 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Insurance e real estate e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Cacciamani Claudio.