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II. TRA UMANESIMO E RIFORMA:LA FUCINA DELLA GRANDEZZA
Per l’Inghilterra il 500 fu un inizio grandioso,l’inizio della sua identità nazionale e linguistica, della
sua letteratura, della sua potenza politica ed economica e la sua espansione mondiale.
Abbandonata ogni pretesa sui territori francesi , i sovrano Tudor decisero di unificare l’isola
annettendovi il Galles, la Scozia e l’Irlanda . Enrico VIII dichiarò l’indipendenza della Corona
inglese dalla Santa Sede e con l’Atto di supremazia nel 1534 si dichiarò capo della Chiesa
d’Inghilterra. Il monarca riprese le nuove idee prodotte nella Germania di Lutero, al solo scopo di
appropriarsi delle cospicue ricchezze ecclesiastiche da distribuire ai suoi alleati. Si diede così inizio
ala famosa Riforma che distrusse tradizioni , abazie e libri anche se permise la nascita di una
nuova cultura politica e letteraria.
Isole reali, isole ideali: More , Tyndale
L’opera più nota di Thomas More è Utopia , pubblicata in latino nel 1516 e tradotta in inglese solo
nel 1551. Utopia, che vuol dire non luogo oppure luogo del bene, è il nome dell’isola visitata da
Raphael Hythlodoeus in una località indefinita del Nuovo Mondo. Un’isola che contiene 54 città-
stato, identiche nella lingua, tradizioni, costumi e leggi. Qui More stabilisce la sede di uno stato
ideale, dove non esistono proprietà privata, né denaro, né differenza di rango , dove la guerra è
sconosciuta e tutti lavorano 6 ore al giorno, non c’è posto per ambizione personale o conflitto
politico, né per il lusso, né per il privilegio. Qui i desideri privati sono attenuati in nome
dell’interesse comune e della convivenza civile. L’isola di Utopia sembra voler essere la
rappresentazione e contrario dell’attuale isola d’Inghilterra, divisa da gerarchie sociali,ingiusta,
violenta, mal governata. L’Utopia di More costituisce forse il primo esempio di critica della società
contemporanea, l’Utopia infatti non serve designare la città ideale ma a scoprire i vizi del reale.
Utopia è una società troppo virtuosa per esistere o addirittura per essere desiderata.
Principalmente il dialogo tra Hythlodoeus e Morus mette in scena il dilemma cruciale
dell’umanesimo europeo: il sapiente, il filosofo può avere un ruolo nella vira politica del suo paese?
Un dilemma che occupò un posto centrale nella carriera di More, tanto che dopo la pubblicazione
di Utopia Enrico VIII gli offrì la carica più importante del governo. Laureatosi in giurisprudenza
all’’università di Oxford, More ricevette una educazione legata alll’umanesimo. Insieme con
Erasmo , More fu il promotore del più brillante programma di riforma del cristianesimo e fu per
questo che Enrico VIII lo volle al suo servizio. Ma i suoi progetti vennero ostacolati dal professore
di teologi all’’università di Wittemberg, Martin Lutero, che dopo aver fatto circolare le sue celebri 95
tesi nel 1517, fu scomunicato e dichiarato fuorilegge da Carlo V.
La guerra di libri
Lutero non rimase passivo di fronte alla scomunica,pubblicò infatti La prigionia di Babilonia , dove
proponeva la liberazione dalla corruzione delle istituzioni della chiesa cattolica. Respingeva inoltre
i sacramenti a eccezione del battesimo dell’eucarestia a cui conferiva però un diverso significato
dato dalla chiesa. inoltre mentre per i cattolici la grazia si guadagna con le opere, per Lutero essa
dipende interamente da dio , perché la concede solo ad un certo numero di anime. fu proprio
questa differenza che interessò maggiormente More. In primo luogo la negazione delle opere
sostenute da Lutero avrebbe portato ad una apatia sociale e civile. In secondo luogo i riti, le
cerimonie, le immagini che Lutero voleva abolire sono forme simboliche per mettersi in contatto
con dio e per tenere uniti i fedeli.
More come Erasmo, pur condividendo con Lutero la necessità di una riforma, temeva più di ogni
altra cosa la disobbedienza civile e la frammentazione dell’Europa cristiana. È per questo che il
More umanista lascia il posto ad un More polemista, usando toni duri, seri, decisi, anche violenti. E
lo divenne ulteriormente quando , nonostante i tentativi di fermare l’arrivo la letteratura protestante
che veniva stampata clandestinamente nei Paesi Bassi, si diffuse sul suolo inglese.
Non fu Lutero tuttavia il più accanito avversario di More , bensì l’inglese William Tyndale.
Tyndale si laureò a Oxford dopodiché pronuncio i voti. arrivo a Londra con la speranza di produrre
una Bibbia in inglese che anche’’un aratore potesse capire’’. Ma la traduzione dei testi sacri iniziò
ad essere identificata con la causa luterana e la richiesta di Tyndale fu respinta. Fu allora cambiò
progetti e paese. Si recò all’università di Wittenberg dove conobbe Lutero, completò la prima
traduzione inglese del Nuovo Testamento. Le prime copie che attraversarono la Manica furono
sequestrate e bruciate addirittura re Enrico proclamò dure pene per chi si fosse accostato alla falsa
e corrotta versione di Tyndale.
Il Nuovo Testamento di Tyndale è scritto in inglese semplice, non solenne, diretto, tradotto non dal
latino ma direttamente dall’originale greco. A lui si devono neologismi come ‘passover’ (passaggio)
ma la scelta di tradurre la parola ‘ekklesia’ con ‘congregation’ piuttosto che con ‘church’ suscitò l’ira
filologica di More.
Proprio il dibattito tra More e Tyndale è stato definito la classica controversia della Riforma, anche
se non fu la diversa interpretazione della Bibbia che divise i due scrittori , quanto l’interpretazione
del potere del sovrano. Il re infatti governa lo stato per diritto divino come vicario di dio ha il dovere
di punire il male e dunque anche il clero che ha usurpato le sue funzioni giuridiche e si è arricchito
a spese dei sudditi. L’autorità del clero va limitata alla predicazione. Né Tyndale né i suoi
confederati erano convinti sostenitori della supremazia del sovrano. Tydale la difese solo per
parlare dell’autorità di dio, ma Enrico fu ovviamente attratto da una teoria che lo liberava dalla
sottomissione della chiesa romana. Tyndale non assecondò mai il divorzio del re e anche per
questo motivo fu giustiziato per eresia. Il suo Nuovo testamento continuò comunque ad essere
letto e per ironia della sorte la traduzione della bibbia fu autorizzata dallo stesso Enrico e in
seguito anche la famosa Bibbia di Ginevra e la Bibbia di Giacomo I si avvalsero senza mai
riconoscerlo della traduzione di Tyndale.
Ragioni di stato
L’Inghilterra divenne protestante non tanto per un questione religiosa quanto per motivi dinastici.
Enrico voleva a tutti i costi divorziare da Caterina d’Aragona, che non gli aveva dato nessun erede
maschio, voleva a tutti i costi sposarsi con Anna Bolena. Il Papa Clemente VII negò solo perché
Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia (genitori di Caterina) erano suoi alleati. La corte di
Enrico allora si divise in due fazioni, una filo cattolica che faceva capo a Caterina e l’altra filo
luterana che faceva capo ad Anna Bolena. Enrico riuscì progressivamente ad abolire tutti i diritti
acquisiti dal clero e con l’atto di sottomissione (1531) lo privò di ogni autorità spirituale e giuridica,
assumendo pieno potere e dando luce alla chiesa inglese più tardi chiamata Anglicana Ecclesia,
sposando ovviamente Anna Bolena.
I beni di 7mila monaci, monache furono confiscati e venduti o donati agli esponenti della piccola e
grande aristocrazia alleata. I luoghi dedicati ai santi furono distrutti e fu così che more consegnò le
sue dimissioni e si rifiutò di riconoscere Enrico come capo della chiesa d’Inghilterra. Fu richiuso
nella torre di Londra dove venivano detenuti i prigionieri e dove scrisse le sue ultime opere, fino
alla sua morte avvenuta per decapitazione con l’accusa di alto tradimento.
Poeti alla corte di Enrico : Skelton, Wyatt, Surrey
John Skelton è il più vecchio poeta della corte di Enrico. Nella sua poesia Phyllyp Sparrowe
denuncia la rozzezza della lingua inglese. Skelton è la figura di un poeta in bilico tra Medioevo e
Rinascimento. Non sembra assorbire le novità culturali che venivano importate dall’Italia da More e
da Erasmo, al contrario, assunse posizioni conservatrici sulla cultura e lo studio del latino. fu molto
famoso per le sue satire aperte, scritte in verso irregolare, breve e rimato ma non incolto, con cui
Skelton è in grado di attaccare gli abusi e l’ipocrisia del clero alla maniera di Langland o Chauser. I
suoi componimenti non trovano eredi nell’immediato futuro in Inghilterra. Li trova invece la poesia
di Thomas Wyatt.
Wyatt fu il primo poeta inglese che portò la lirica italiana e latina in Inghilterra. Fu cortigiano di
Enrico e trascorse la maggior parte della sua vita adulta all’estero, impegnato nella vita politica e
diplomatica del tempo . fu imprigionato per ben due volte nella Torre di Londra. Per il suo mestiere
acquisì la consapevolezza del significato di traduzione di una lingua in un’altra, proprio perché gli
inglese veniva parlato solo dagli inglesi mentre tutta la classe dirigente parlava il latino, la lingua
del Petrarca. Molte delle sue poesie infatti sono traduzioni delle Rime Sparse del Petrarca. Della
poesia italiana, in primo luogo, Wyatt importò la disciplina formale allontanandolo dal verso
medioevale inglese e dalla musica. nella sua traduzione di Una candida cerva di Petrarca, sembra
che la cerva cacciata sia proprio Anna Bolena, con la quale si dice lo scrittore abbia avuto una
relazione amorosa prima che divenisse amante e poi sposa del re, e che il ‘Cesare’ dell’opera sia
proprio Enrico VIII. La sua poesia più importante è invece dedicata alla cinica politica della corte,
They Flee from me scritta in rhyme royal. Qui il poeta lamenta la legge che mutua i rapporti tra gli
uomini a seconda del posto che essi occupano nella gerarchia di corte. l’eros così come la politica
sembrano seguire le medesime leggi di sottomissione dominio.
Fu Henry Howard, conte di Surrey, il primo a riconoscere il merito di Wyatt di aver rinnovato il
verso inglese attraverso l’uso ingegnoso del modello italiano, continuando la lezione traducendo
anche’egli alcuni sonetti del Petrarca. Surrey apparteneva ad una famiglia della vecchia
aristocrazia cattolica, fu un guerriero, e si narra delle sue scorribande notturne con il figlio di Wyatt.
Surrey crebbe insieme al figlio illegittimo di Enrico VIII, il duca di Richmond. La sua fortuna fu
quando sua cugina andò in sposa al re, e decadde qua