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Infiammazione cronica
quando un processo infiammatorio acuto non si risolve nell’acro di alcune settimane,
vuol dire che si è cronicizzato. Tale condizione è dovuta alla resistenza alla fagocitosi,
provocata da difetti genici nell’ospite che interferiscono con questi processi e alla
continua esposizione dello stesso agente flogogeno che ha indotto in un primo
momento la risposta acuta.
E’ incorretto affermare che l’infiammazione cronica risulta essere sempre l’eventuale
complicazione del processo acuto, in quanto essa può presentarsi come tale fin
dall’inizio. Si distingue inoltre da quella acuta sia sotto l’aspetto sintomatologico che
istopatologico. Mancano alcuni sintomi cardine come la vasodilatazione e la presenza
di fenomeni essudatizi, inoltre non risulta esserci un predominante reclutamento di
neutrofili. Al posto di questi appare esserci un infiltrato parvicellulare infiammatorio
formato da macrofagi, linfociti, nk e plasmacellule; è inoltre presente inoltre la
partecipazione di fibroblasti con formazione di tessuto connettivo che prende il posto
nelle aree necrotizzate.
, la leucocitosi linfomonocitaria, causata dal rilascio di linfociti e di alcune citochine
che agiscono da fattori di crescita emopoietici stimolando il reclutamento ematico e
tissutale di monociti e di linfociti; queste flogosi si dividono in granulomatose e non
granulomatose.
infiammazione cronica non granulomatosa
la composizione dell’infiltrato linfocitario mantiene nel tempo le stesse caratteristiche
indipendentemente dall’agente eziologico, con qualche eccezione nei processi allergici
in cui vi è un reclutamento specifico per gli eosinofili. In genere le cellule dell’infiltrato
formano frequentemente un manicotto attorno la parete dei vasi che vengono in tal
modo compressi dando origine ad ischemia. I fenomeni distruttivi dei tessuti favoriti
dall’ipossia si associano con la proliferazione delle fibre collagene, fenomeno che
predispone all’insorgenza della fibrosi o sclerosi.
sotto l’aspetto eziologico questo tipo di flogosi, è innescata:
- da microorganismi poco virulenti ma resistenti, la cui persistenza nei tessuti è fonte
di danno con la formazione di detriti cellulari che amplificano la risposta
infiammatoria;
- da fenomeni autoimmunitari;
- dal persistente contatto con allergeni;
- da alcuni virus soprattutto quelli epatici e quelli che colpiscono il SNC
- sostanze tossiche quali ad es. l’alcool.
Infiammazione cronica granulomatosa
le infezioni croniche responsabili della flogosi granulomatosa, intervengono quando i
microorganismi sopravvivono nei fagolisosomi dei macrofagi o quando in questi
residuano i loro prodotti o materiali di natura organica o inorganica indigeribili.
L’indigeribilità deriva dalla natura dell’agente infiammatorio, ovvero dalla capacità di
resistere agli enzimi lisosomiali e/o dal danno indotto dai radicali liberi.
Questo tipo di flogosi assume tale denominazione dal momento che l’infiltrato
cellulare è caratterizzato dalla comparsa di formazioni sferiche detti appunto
granulomi in cui sono contenuti i macrofagi.