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NER.
Effetto biologico indiretto. Presenza di sostanze esogene o endogene capaci di provocare effetti
fotodinamici a livello cutaneo:
-profumi o prodotti estetici contenenti furocumarine (8-MOP);
-oli minerali contenenti idrocarburi policlinici (olio di bergamotto);
-farmaci;
-sostanze endogene;
-ingestione di cibi particolari.
Tale sistema è costituito da 5 fasi:
1. riconoscimento della lezione sul DN; 2. taglio del filamento danneggiato su entrambi i lati della
lesione; 3. rimozione degli oligonucleotidi; 4. sintesi di un oligonucleotide che sostituisce quello
rimosso; 5. legame del segmento neosintetizzato al DNA.
Le lesioni da radiazioni sono da attribuirsi a radiazioni beta, gamma e gamma-beta. Le radiazioni
alfa non hanno capacità penetrativa per cui si fermano agli strati epidermici.
Modalità di irraggiamento: si parla di:
-irraggiamento esterno: quando la sorgente radiale è situata al di fuori del rivestimento mucoso-
cutaneo.
-irraggiamento interno: quando la sorgente radiante è situata dentro il rivestimento mucoso-cutaneo.
In teoria anche una sola radiazione ionizzante ha in se la capacità potenziale di provocare una
lesione genetica, ma in pratica l'incidenza delle lesioni genetiche aumenta con l'aumentare della
dose di radiazioni.
Tempo di latenza: le manifestazioni cliniche delle radiazioni possono non evidenziarsi
immediatamente, bensì dopo un tempo di latenza più o meno lungo.
Diverse sono le variabili che influenzano il tempo di latenza come ad esempio la radiosensibilità
cellulare che è regolata dalla legge di Bergonie e Tribondeau.
Il tessuto emopoietico è uno dei più radiosensibili, la matrice del midollo emopoietico viene
distrutta nello spazio di poche ore.
La diminuzione o scomparsa in circolo degli elementi corpuscolari del sangue avverrà solo dopo
l'esaurimento delle cellule mature alla fine del ciclo vitale.
È stato osservato dai radiobiologici che la sensibilità cellulare all'effetto delle radiazioni ionizzanti
varia in funzione dello stato di ossigenazione delle cellule stesse, cioè diminuisce la sensibilità
cellulare all'aumentare del grado di ipossia.
Il rapporto dose effetto è estremamente vario, in funzione di molti parametri:
-natura delle radiazioni; modalità di irraggiamento ed estensione della superficie corporea.
Curva dose/effetto:
per irraggiamento globale di tutto il corpo si ha:
-una dose di 600 rad è letale nel 100% dei soggetti esposti, in un lasso di tempo di 30 giorni.
-una dose di 450 rad è letale nel 50% dei soggetti esposti, sempre entro 30 giorni.
-una dose di 250 rad è letale nel 5-10% dei soggetti esposti, sempre entro 30 giorni.
L'immunologia è la scienza che studia il sistema immune, ossia l'insieme di molecole e cellule
coinvolte nell'immunità. Il termine stesso immune, vuol dire esente da, indica la capacità che ogni
individuo ha di proteggersi in primo luogo dalle malattie infettive derivanti dall'azione patogena di
microrganismi e di neutralizzare ed eliminare le tossine batteriche, in secondo luogo dalle sostanze
estranee all'organismo.
Schematicamente esistono due tipi di immunità: immunità naturale o innata e l'immunità acquisita o
specifica.
L'immunità naturale è mediata da molecole e cellule preesistenti nell'organismo, non aumenta in
presenza del patogeno ed è aspecifica.
L'immunità naturale si avvale di barriere chimico-fisiche, di cellule dotate della proprietà di
fagocitosi, ovvero fagociti, e di molecole plasmatiche, quali il complemento che può essere attivato
direttamente dal microrganismo con conseguente lisi.
L'immunità acquisita è invece indotta dal patogeno, è specificamente diretta verso il microrganismo
patogeno che l'ha evocata e si attiva al momento della sua entrata nell'organismo. L'immunità
acquisita è invece mediata da linfociti, immunoglobuline, o anticorpi, e citochine prodotte dai
linfociti. I linfociti B si trasformano in plasmacellule per produrre anticorpi e quindi mediano
l'immunità umorale, i linfociti T sono invece responsabili dell'immunità cellulo-mediata.
Linea linfoide:
origina dal common lymphoid progenitor (CLP); linfociti B e T, con risposta adattiva; linfocita
Natural killer, con risposta innata e di queste fanno parte le cellule infettate da virus e cellule
tumorali.
I linfociti B e T sono antigene-specifici, esprimono recettori antigenici sulla superficie cellulare che
si originano con un complesso meccanismo molecolare per garantire la variabilità necessaria per
captare praticamente tutti i segnali estranei antigenici.
Prima di incontrare l'antigene sono piccole cellule inattive. Dopo l'incontro con l'antigene avviene la
maturazione dei linfociti in linfociti effettori pienamente funzionali.
Linfociti B: dopo che un antigene ha legato un antigene presente su queste cellule, il linfocita
proliferare matura in una plasmacellula e secerne anticorpi, detti anche immunoglobuline, che sono
la forma solubile del recettore di superficie.
Linfociti T: dopo che l'antigene lega il T-cell receptor maturano in: linfociti T citotossici, in grado di
uccidere le cellule infettate da virus o batteri intracellulari; linfociti T helper, producono segnali
(citochine) che stimolano le cellule B a produrre anticorpi, ed i macrofagi per stimolare la loro
attività; linfociti T regolatori, sopprimono l'attività di altri linfociti e controllano e limitano la
risposta immune. Durante la risposta immune alcuni linfociti T e B diventato cellula della memoria,
essenziali per una risposta più efficiente e rapida quando lo stesso antigene si ripresenta.
Le cellule dendritiche: hanno prolungamenti come i dendriti delle cellule neuronali; migrano dal
midollo osseo attraverso il sangue ai tessuti; effettuano fagocitosi e macropinocitosi; incontro con
microrganismi: attivazione e maturazione con presentazione dell'antigene ai linfociti T. le più
importanti sono antigen-presenting (APCs) e svolgono ruolo di cerniera fra risposta innata ed
adattiva.
Classi di linfociti:
-linfocita B: neutralizzazione del microbo, fagocitosi, attivazione del complemento.
-linfociti T helper: attivazione dei macrofagi. Infiammazione. Attivazione (proliferazione e
differenziazione) dei linfociti T e B.
-linfocita T citotossico (CTL): uccisione della cellula infettata;
-linfocita T regolatorio: inibizione della risposta immunitaria.
-cellula natural killer: uccisione della cellula infettata.
I tessuti linfoidi: organi centrali, midollo osseo, organo dove maturano i linfociti B, timo, organo
dove maturano i linfociti T. Dopo la loro maturazione negli organi primari i linfociti entrano in
circolo come linfociti naive, e circolano nei tessuti linfoidi periferici dove entrato a contatto con
l'antigene. Organi periferici: linfonodi, milza e tessuti linfoidi mucosali. Intestino, tratto aereo,
mucosa urogenitale.
L'immunità specifica può quindi essere di due tipi:
-umorale, mediata da anticorpi, attiva verso batteri extracellulari che hanno antigeni che vengono
riconosciuti dagli anticorpi. Tali anticorpi si vanno poi a legare ai batteri che vengono in tal modo
opsonizzati ed eliminati ad opera dei fagociti.
-cellulo-mediata, mediata da linfociti T, che interviene nel caso dei microrganismi intracellulari. I
linfociti T possiedono infatti un recettore che può riconoscere piccoli peptidi (l'antigene) quando
vengono loro presentati in associazione con altre cellule. Una volta avvenuto il riconoscimento, i
linfociti T si attivano e possono o produrre citochine che richiamano altri linfociti o uccidere
direttamente.
Caratteristiche della risposta immune:
-specificità: mentre l'infiammazione è una risposta non specifica la caratteristica principale della
risposta immunitaria è la sua specificità. Proprio per garantire la specificità, le risposte immunitarie
hanno una duplice natura, mediata da due classi di linfociti diversi. Il sistema immune è cioè capace
capace di due differenti, anche se correlati, tipi di risposta, la risposta cellulo-mediata e la risposta
anticorpale, garantiti dalla presenza di due classi di linfociti, le cellule T e le cellule B, ognuna delle
quali contribuisce con meccanismi fondamentali all'immunità protettiva.
Immunità specifica: la risposta infiammatoria acuta rappresenta la prima rapida linea di difesa
contro gli agenti patogeni mentre l'intervento del sistema immunitario è invece generalmente
decisivo e necessario per l'eliminazione dell'agente infettivo, la guarigione dalla malattia, e la
protezione da successive reinfezioni.
Il sistema immunitario ha la peculiarità di possedere una memoria ed è grazie ad essa che possiamo
proteggerci dalle malattie in modo permanente tramite le vaccinazioni.
Altra caratteristica fondamentale è la capacità del sistema immune di distinguere il self dal non-self.
Storia del vaccino anti-vaiolo:
Jenner suppose che il contatto con il virus cowpox (vaccino) potesse proteggere dall'infezione con il
virus umano. Jenner introdusse materiale prelevato da lesioni del virus vaccino in un ragazzo sano
(vaccinazione) che poi deliberatamente infetto con il virus del vaiolo umano. Il ragazzo manifestò
una infezione localizzata nel sito di infezione.
Il complesso maggiore di istocompatibilità (MHC): è una ragione di geni altamente polimorfici i
cui prodotti sono espressi da quasi tutte le cellule del corpo, che giocano un ruolo centrale nel
meccanismo di risposta immunitaria ad antigeni proteici. A differenza delle immunoglobuline delle
cellule B che possono essere secrete ed in grado di riconoscere l'antigene solo sotto forma di
peptide legato ad una molecola MHC esposta sulla superficie cellulare. Le molecole MHC sono il
prodotto dei geni corrispondenti e riescono ad attivare le cellule T.
Esistono due classi differenti di molecole MHC: MHC di classe I ed MHC di classe II, ciascuna
delle quali presenta i peptidi originati da un certo tipo di processazione antigenica ad un
determinato tipo di cellule. Le molecole MHC di classe I e II sono glicoproteine di membrana la cui
funzione è quella di legare e presentare gli antigeni alle cellule T.
La molecola MHC di classe I è composta da una catena pesante transmembrana (alfa) che è
complessata in forma con covalente alla beta 2-microglobulina.
La molecola MHC di classe II è invece formata da due catene transmembrana (alfa e beta) ambedue
codificate da geni presenti nell'MHC.
Le molecole MHC I espongono i peptidi di origine virale. Le molecole di MHC I presentano i
peptidi derivati da proteine sintetizzate nel citosol. Le molecole MHC II espongono i peptidi di
origine batterica. Le mole