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CARATTERISTICHE DEL SISTEMA DELL'EMERGENZA

Il sistema dell'emergenza è fatto di due sistemi: la risposta del 118 e una rete di servizi ospedalieri

organizzati in maniera gerarchica. Sono 2 sistemi indipendenti ma che sono costretti a collaborare

strettamente. Quindi il sistema sanitario dell'emergenza urgenza è costituito da un sistema di allarme

dotato di un numero telefonico (118), che funziona sempre e comunque, anche se la persona bisognosa è

senza credito. Il sistema di soccorso prevede poi tutti i i mezzi di soccorso.

La risposta in termini di presidio è invece organizzata su 4 livelli: il più semplice è il punto di primo

intervento, quelli sede dell’ ambulanze medicalizzate del 118, dove c'è un medico e anche un infermiere,

se non sono usciti, e quindi le persone posso andarci in caso di necessità (per diagnostica minima e

interventi limitati, ma comunque più agibile dell'ospedale). Ci sono poi i pronto soccorso, di solito situati

negli ospedali molto piccoli, e svolgono attività di accettazione, ovvero filtrano i pazienti in ingresso e

stabiliscono se essi devono essere ricoverati o meno. Devono assicurare la possibilità di stabilizzare i

pazienti, quando devono essere trasferiti in centri maggiori. Quindi possono ricoverare pazienti non molto

critici, ma anche fungere da punto di appoggio per stabilizzare un paziente critico, prima di trasferirlo. Un

paziente si centralizza prima di tutto per step clinici, ovvero pazienti che hanno alterazioni della

respirazione, grave emorragia in atto, e quindi pazienti con alterazioni dei parametri vitali; secondo

criterio è un criterio anatomico, ovvero se si è fatto male a due o più ossa lunghe; terzo livello di

centralizzazione è il criterio dinamico, ovvero il paziente è sveglio e clinicamente non sta male (ha i

parametri stabili), ma magari è stato tolto da una macchina accartocciata,e ha subito una grossa energia

(es: paziente accanto al guidatore che muori), e c’è quindi il sospetto che abbia comunque dei traumi (es:

persona che cade da più di 3 metri, persona che cade dallo snowboard e fa capriole). Se c'è un incidente

con due persone colpite, una clinicamente stabile e una clinicamente instabile, entrambe da centralizzare,

scelgo di portare al trauma center prima la persona stabile, perché non fa paura spostarla, mentre l'altra,

clinicamente molto instabile, viene portata nel pronto soccorso più vicino per cercare di stabilizzarla e poi

portarla al trauma center in sicurezza. Ci sono poi i DEA, di primo livello. Questi devono garantire le

funzioni di pronto soccorso, l'osservazione breve (un modo di prolungare la presenza in pronto soccorso,

in cui i pazienti vengono assistiti e osservati, e quando si arriva alla fine dell'osservazione i pazienti

vengono dimessi come se fossero rimasti in pronto soccorso. Prevedono un'osservazione inferiore alle 48

ore, tempo in cui si deve o fare una diagnosi che porta ad un ricovero oppure un programma di follow-up).

Rete up and spoke = rete che ha al vertice il pronto soccorso--> ..--> dea di primo livello--> dea secondo

livello.

Il sistema dell’emergenza (in urgenza) è un sistema non c’è tempo per ragionare (non troppo), ma in cui è

comunque necessario il ragionamento. Quindi si usano molto protocolli standardizzati diagn-terap che

fanno da guida sia nel soccorso territoriale che nei pronto soccorso ospedalieri. Altro fondamento

importante, è l’utilizzo di mezzi computerizzati attraverso i quali si può anche vedere su internet quanta

gente è in attesa nei vari pronto soccorsi. Attraverso questa rete informativa, oggi (a differenza di qualche

tempo fa) si sa con che codice sta arrivando un paziente.

E' importante che il sistema di emergenza territoriale comunichi con quello ospedaliero. Ci deve essere

aggiornamento del personale sanitario sia di quello del pronto soccorso sia dei volontari.

Per gli infermieri è stata introdotta formazione specifica per il triage o per il see and treat.

La programmazione sanitaria viene fatta a diversi livelli: la massima la fa lo stato, poi la regione, prima le

aree vaste (cè oggi una sola ESTAV), e poi le varie aziende sanitarie che contestualizzano al territorio di

riferimento e cosi via.

Un po' di numeri per capire il fenomeno dell’emergenza: poco più di un terzo degli ospedali ha un

dipartimento di emergenza, il pronto soccorso c’è in quasi tutti gli ospedali, la media è di 4 accessi ogni

10 abitanti (su 10 ne vanno 4). Alla fine gli accessi in pronto soccorso in un anno vede tutta la

popolazione perché nonostante entri il paziente arrivano con lui anche i famigliari accompagnatori. Il

pronto soccorso è la “porta” dell'ospedale, è il biglietto da visita. Di quei 4 ogni 10 che arrivano in

ospedale, uno viene ricoverato, l’altro torna a casa.

Prima non c’era un numero unico di riferimento e le persone a volte non sapevano chi chiamare.

Si va da un 12% ma si arriva anche a un 40% per quanto riguarda le persone che dal pronto soccorso

accedono in ospedale; questa percentuale varia in base all'efficienza della funzione filtro; una regione che

ammette la metà dei pazienti in ospedale, vuol dire che non funziona bene.

Mezzi di soccorso: quello più nuovo è l’auto medica in cui vi stanno o il medico e l infermiere o il medico

più un volontario. L’auto medica viene accompagnata da un’ambulanza e se poi si vede che il paziente

deve essere portato all’ospedale allora lo porta via l’ambulanza, altrimenti rimane a casa del paziente

l’auto medica. L'auto medica è dotata in tutto e per tutto di quello che ci necessita (ha i soliti strumenti

presenti in ambulanza) e l’unica differenza che ha con l’ambulanza è che qui non vi si può trasportare il

paziente. E' in grado di portare “aiuto” avanzato ad altri mezzi. L'ambulanza è detta automobile di

soccorso di tipo A e di tipo B … in quelle di tipo A c’è le stesse cose presenti nell’automedica, nella B c’è

l’ossigeno come gas medicale e poco altro. Tutte quelle che lavorano in Toscana hanno il defibrillatore.

Volontari o soccorritori professionisti: non c’è regione ale, ma è tutto molto variegato. Ci sono

regioni, a differenza della Toscana, in cui non ci sono soccorritori volontari. Quali competenze? In territorio

non si fa diagnosi, non abbiamo strumenti per fare diagnosi fini (a parte rari casi con infarto stemi e allora

dal semplice ecg si vede), si fa un ragionamento probabilistico quindi focalizzato sulle cause probabili, per

trasportare il paziente in SICUREZZA in ospedale. L’unica manovra che può fare l infemiere (che

ovviamente non deve fare le solite cose del medico) è l’intubazione in paziente con Glasgow 3 (se lo

pizzico etc il paziente non risponde) cioè che non risponde..dove non c’è bisogno di farmaci e quindi il

paziente non rispondono agli stimoli dolorosi. Protocolli: da qualche tempo la regione toscana ha

uniformato i protocolli, quali manovre gli infermieri possono fare e in che casi lo possono fare. Il protocollo

è una cosa rigida Circa un ambulanza su 5 ha un medico a bordo.

SISTEMA 118

E' il numero unico per le emergenze sanitarie in Italia. Chi sta a rispondere al telefono non

necessariamente è uno del pronto soccorso. In tutti i paesi si trova il 112 che è il numero da chiamare per

tutte le emergenze, e che dovrebbe diventare il 911 (stati uniti) europeo. (anche negli Stati Uniti c’è un

numero unico che è il 911). Di norma c’è una centrale operativa per ogni provincia perché ci sono realtà

diverse. In Italia il numero unico non è ancora entrato ma è stato solo sperimentato (sulla provincia di

Varese). Lo scopo del 118 è quello di ricevere le domande di soccorso e di inviare il mezzo idoneo per

portare il paziente nell’ospedale più vicino.

Deve garantire efficienza ed efficacia: il telefono non deve squillare troppo perchè è emergenza; il mezzo

deve essere nel luogo entro 8 minuti se è una chiamata urbana, se è extraurbana non oltre 20 minuti. Il

118 deve funzionare in qualsiasi condizione, anche in caso di catastrofi, blackout (continuità

dell'attività); deve garantire uguaglianza ed imparzialità. In alcune regioni il paziente viene portato

all’ospedale di riferimento della zona e dietro questa cosa non c’è un discorso banale, ma è tutto ben

studiato: infatti se porto un paziente di Scandicci in un ospedale diverso da Torre Galli tengo il mezzo più

occupato e ciò non andrebbe bene; se il medico però fa la richiesta allora il paziente può essere portato al

di fuori di Scandicci.

Responsabilità: il direttore centrale è sempre un medico; la responsabilità infermieristica è di tipo

operativo nell’ambito di protocolli decisi dal medico della centrale. Ostacoli: gli infermieri sono tenuti a

seguire i protocolli stabiliti dal medico. Obiettivi: la centrale operativa riceve ed invia; il sistema di

ricezione delle chiamate e l’invio del mezzo viene detto dispatch, gli obiettivi di questo dispactch sono

quello di garantire che le chiamate siano uniformi nel territorio...etc adottare una metodologia corretta ed

uniforme, rilevare gli indicatori di priorità e definire i criteri di attivazione e gestione delle risorse

operative territoriali.

Articolazione della telefonata:

1. LUOGO DELL EVENTO!!!! Così so in che luogo si deve andare anche se per sbaglio casca la linea. Si sa

dove ci si deve recare anche senza sapere che ha il paziente.

2. identificare la capacità informativa dell’interlocutore (se giovane, anziana, impanicata o no, se chiama

ma vede la cosa in distanza..)

3. Cerco di capire se c’è bisogno di soli sanitarie o di altri equipaggi (carabinieri, pompieri etc)

4. identifico cosa è successo

5. procedo con l’intervista: vede se si muove? (si capisce se ha circolo), con difficoltà si dice se respira o

no, intanto per capire se c’è un emergenza e di conseguenza muoversi. Appena ho l’informazione che mi

fa capire che mezzo devo mandare, l’informazione telefonica finisce.

6. definisco il giudizio in sintesi

7. do il codice colore (cod. RGVB).

8 fornire le istruzioni pre arrivo

9. attivare le risorse operative territoriali

10 coordinare e gestire il soccorso fino a che il mezzo non rientra alla postazione (lo fa la centrale).

E' importante la centrale perché è lei che ha sott’occhio tutta la situazione dei vari pronto soccorsi (se la

centrale vede che a Pistoia non c’è posto, ad esempio, dice al mezzo di portare il paziente ad esempio a

Caregg

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
5 pagine
SSD Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher engyfro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Infermieristica clinica in area critica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Lumini Enrico.