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INDICAZIONI GENERALI PER LA PREPARAZIONE DELLA NE

È necessario lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone prima di iniziare la preparazione degli

alimenti. Se gli alimenti sono già disponibili sotto forma liquida, in flacone o in sacca idonei ad essere

collegati alla linea di infusione, vanno agitati bene e si deve predisporre tutto l’occorrente rispettando le

tecniche asettiche.

Se il preparato da infondere è in polvere, aggiungere la quantità di acqua richiesta come indicato sulla

confezione, e comporre la soluzione. Se le preparazioni vanno conservate in frigorifero, portarlo a

temperatura ambiente prima di somministrarle.

A volte per preparare la dose per il singolo pasto o la dose giornaliera può essere necessario mescolare i

vari alimenti in un appositi contenitore in PVC, dotato di chiusura.

MODALITÀ DI SOMMINISTRAZIONE

Esistono varie tecniche di somministrazione, la cui scelta, prescritta dal medico specialista dipende dalle

condizioni cliniche del paziente e dalle possibilità anatomiche e funzionali dell’intestino.

Le tecniche più usate sono l’intermittente e la continua.

Intermittente

E’ la tecnica di “gavage”, ossia la somministrazione in alcuni minuti di un unico bolo (200-400cc) mediante

siringane da 60cc, ripetuto ad intervalli di 4-6 ore nelle 24 ore; è sconsigliata per l’elevato numero di effetti

collaterali (distensione gastro-addominale, nausea, reflusso gastroesofageo, ab ingestis, diarrea da

contaminazione).

Continua

In questo caso la somministrazione viene diluita nell’arco delle 24 ore, tramite l’ausilio di una pompa da

infusione o per caduta (goccia a goccia meno utilizzata per problematiche legate all’imprecisione del

quantitativo somministrato).

La somministrazione continua presenta le seguenti caratteristiche: riduzione delle manipolazioni delle

miscele nutritive, limita molto l’autonomia della persona, che spesso è immobile sia per le sue condizioni di

salute, che per la dipendenza della linea infusionale, allungando il tempo di assorbimento si migliora la

capacità intestinale, nei pazienti in condizioni più stabili, e con un intestino che si adatta a flussi veloci, si

può avviare al problema della dipendenza concentrando la somministrazione in 8-14 ore, preferibilmente

nelle ore notturne.

IL PROCESSO ASSISTENZIALE IN NUTRIZIONE ARTIFICIALE

Il professionista deve fare particolare attenzione alla gestione della sonda nutrizionale, mantenere la

posizione semi-seduta per facilitare lo svuotamento gastrico ed evitare il reflusso gastro-esofageo.

Valutare la quantità di residuo gastrico: se il residuo è superiore a 100 -200 cc, interrompere la

somministrazione per 1-2 ore o ridurre la velocità di infusione, se persiste il ristagno sospendere la NE ed

avvisare il medico. Valutare la tecnica e la modalità di somministrazione più adeguata per quella persona,

attenzione alla somministrazione dei farmaci, che analizzeremo dopo.

E’ importante sapere gestire le complicanze, qualora queste si presentino. 22

Trascrivere alla fine della somministrazione, la quantità di NE infusa e riportare come e quando richiesto, il

peso corporeo.

Valutare alla fine l’efficacia della prestazioni erogate.

LA SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI IN NE

Preferibilmente utilizzare forme farmaceutiche liquide, che non richiedono preferibilmente manipolazioni,

come le supposte, le soluzioni iniettabili, transdermiche, sublinguali ed aerosol.

Assicurarsi che la formulazione orale frantumata e solubilizzata non occluda la sonda, verificare le

incompatibilità e le eventuali interazioni, utilizzando farmaci il cui assorbimento sia compatibile con il sito

dove è collocata la sonda. Per la somministrazione dei preparati utilizzare siringhe cono catetere da 60 ml

e acqua minerale o sterile, utilizzare protocolli per il lavaggio della sonda con 15-30 ml di acqua, prima e

dopo la somministrazione dei farmaci, e comunque ogni 4-6 ore.

Il professionista prima di somministrare i farmaci attraverso la via enterale, deve documentarsi e conoscere

il tipo di sonda, dove è stata collocata, se a livello dello stomaco o del digiuno. Preferire possibilmente

formulazioni liquide, non triturare le compresse a rilascio prolungato o modificato, somministrare un

farmaco alla volta e in un unico bolo.

Prima di infondere i farmaci, sospendere l’infusione enterale, e diluire i farmaci ipertonici o viscosi con 60-

90 ml di acqua.

In previsione di una dimissione e qualora il trattamento continuasse a domicilio, istruire l’utente

ambulatoriale e/o i caregiver sulle modalità di corretta somministrazione.

COMPLICANZE GENERALI PIU’ FREQUENTI IN NE

• nausea e vomito: si presentano nel 10-20% dei casi, in caso di nausea non forzare l’alimentazione

ma sospenderla momentaneamente, se persiste ridurre la quantità del preparato da somministrare ed

interrompere l’alimentazione e riprenderla

aumentare la frequenza dei pasti; in caso di vomito

gradualmente 25-30 cc/ora, se il vomito persiste chiamare il medico.

• diarrea: è la complicanza più frequente, che provoca riduzione dell’assorbimento favorendo la

malnutrizione, la facilità a contrarre infezioni, il rischio di sviluppare lesioni da decubito, la perdita di

elettroliti e liquidi con conseguente disidratazione. Può essere causata da: intolleranza al lattosio contenuto

nei preparati (ev. usare quelli privi di tale sostanza), dalla contaminazione degli alimenti (rispettare la

corretta igiene nella preparazione e conservazione degli alimenti), dall’elevata osmolarità delle miscele

(usare preparazioni iso-osmotiche), dalla velocità di somministrazione (controllare la velocità), dalla

temperatura fredda (portarla a temperatura ambiente prima dell’uso). La persistenza di diarrea per + di 1-2

giorni necessita comunque di una valutazione da parte del medico curante.

Altre complicanze possono essere il reflusso gastro esofageo, rigurgiti, aspirazione tracheo bronchiale e la

conseguente polmonite ab ingestis, stipsi a causa delle miscele utilizzate senza la presenza di fibre ed

ancora impedimenti al deflusso della miscela causati da occlusione della sonda, angolatura del set

deflussore, angolatura e/o dislocazione della sonda.

NUTRIZIONE PARENTERALE (NP)

La nutrizione parenterale totale (NPT) per essere somministrata richiede l’utilizzo di un catetere venoso

centrale (CVC), in quanto permette la somministrazione di nutrienti a concentrazioni più elevate, quindi ad

alta osmolarità, e con volumi di liquidi inferiori, assicurando una completa copertura nutrizionale;

La nutrizione parenterale parziale (NPP) può essere somministrata in una vena periferica, non soddisfa

completamente le esigenze nutrizionali, può essere utilizzata solo per brevi periodi, legati alla tolleranza

della persona e alla disponibilità di accessi venosi.

INDICAZIONI ALL’USO DELLA NPT

• •

ustioni gravi, fratture multiple;

• •

necessità di porre a riposo l’intestino in sepsi;

caso di pancreatite grave, rettocolite patologie aparato gastrointestinale in eta’

ulcerosa, morbo di Chron; pediatrica come ad es. anomalie

• chirurgia maggiore; congenite e le diarree prolungate; e in altri

• casi come ad esempio il cancro

malnutrizione grave (dopo intervento stenosante dell’esofago, ecc.

chirurgico, radio o chemioterapia);

La somministrazione della NPT non è esente da complicanze, che possono essere differenziate in

metaboliche e non metaboliche.

COMPLICANZE 23

Quelle non metaboliche sono una conseguenza del posizionamento del cvc i danni alle strutture

anatomiche in sede di posizionamento, come il pneumotorace, indispensabile è l’esecuzione del rx torace

per verificare il corretto posizionamento ed escludere eventuali complicanze, oppure potremmo verificare

l’insorgenza di un’ematoma da puntura di un vaso arterioso o la dislocazione del catetere (che deve

sempre raggiungere la vena cava superiore) .

E’ importante rilevare precocemente, un eventuale rialzo termico durante la somministrazione della NPT, in

quanto potrebbe essere indice di uno stato patologico grave, dovuto ad un processo di infezione diffuso in

tutto l’organismo, dovuto alla moltiplicazione nel sangue di un agente patogeno, detto sepsi. Se la febbre

(39-40) persiste per più di 24-48, e non siamo state identificate cause diverse, è indicata la sospensione

dell’infusione, la rimozione del CVC e l’invio della punta del catetere venoso al laboratorio di microbiologia

per l’esame colturale.

Complicanze metaboliche sono le seguenti:

• Iperglicemia: al fine di prevenirla vengono prescritte delle unità di insulina da aggiungere alla

soluzione, a seconda dei valori della glicemia della persona stessa, che devono essere rilevate più

volte al giorno, secondo la prescrizione medica;

• Ipoglicemia: legata soprattutto alla rapida sospensione della NPT, quando contengono elevate dosi

di glucosio;

• Squilibrio elettrolitico e vitaminico quando il trattamento con la NPT perdura per lunghi periodi;

• Disidratazione iperosmolare rilevabile dall’aumento della concentrazione dell’azoto ematico;

• Alterazione funzione epatica dovuta all’apporto eccessivo di proteine;

• Reazioni di intolleranza che si possono manifestare a causa dei lipidi contenuti nelle soluzioni, si

possono manifestare con reazioni cutanee, sudorazione profusa, vertigini, nausea, vomito

cefalea,ecc;

• Sovraccarico idrico causato dalla elevata quantità di liquidi somministrati e riscontrabile con un

aumento del peso corporeo superiore a 1 kg/die.

MODALITÀ DI SOMMINISTRAZIONE DELLA NPT

La somministrazione della NPT si esplica in due fasi:

INDUZIONE è limitata alla prima settimana, in questa fase il medico prescrive una soluzione che

 copre il 50% delle necessità nutrizionali del soggetto, si procede con un’infusione molto lenta. Il

medico aumenta progressivamente la concentrazione, il volume della soluzione e la velocità di

infusione allo scopo di favorire l’adattamento dell’organismo; in questa fase vanno monitorizzati il

peso corporeo, il bilancio idrico, l’emocromo, gli elettroliti, l’azotemia, la glicemia e l’emogasanalisi.

STABILIZZAZIONE il medico valuta diversi parametri, utilizzati per il monitoraggio e definisce la

 concentrazione, il volume e la velocita’ di mantenimento della NPT, anche in questa fase gli esami

ematochimici devono essere ripetuti con minor frequenza, e sempre come da prescrizione medica

oppure coma da protocollo.

Quando la NE non è sufficiente a coprire i fabbisogni del paziente è comunque indicata una nutrizione

mista (enterale+parenterale) piuttosto che la s

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Publisher
A.A. 2013-2014
36 pagine
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SSD Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher maura16 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Infermieristica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trieste o del prof Bertuzzi Daniele.