TICKET:
- co-pagamento che rappresenta un entrata in + per il SSN;
case di riposo residenze sanitarie
Le strutture che danno assistenza sono: ,
assistite RSA distretti socio-
( ) alta-media bassa intensità assistenziale,
sanitari che forniscono assistenza domiciliare integrata (ADI), poliambulatori e
ospedale per acuti ad elevata complessità assistenziale, di base, specialistica
e riabilitativa.
I VANTAGGI del SSN sono: assistenza sanitaria universale, Welfare e sistema di
tassa progressiva.
Gli SVANTAGGI del SSN sono: differenze tra regioni, totale spesa sanitaria per
capita è 10% sotto la media europea.
PRINCIPI DI CARING INFERMIERISTICO
Il caring infermieristico è una pratica che si realizza tramite azioni competenti
occupandosi e preoccupandosi intenzionalmente della persona assistita e della
sua famiglia. Il caring ha delle dimensioni che comprendono:
- AZIONI: unica parte visibile del caring che sono fatte per e con;
- PENSIERI: preoccuparsi, avere premura, osservare, decidere, riflettere;
- SENTIMENTI: empatia, ricettività e responsività;
Un punto chiave della pratica infermieristica è la centralità dell'assistito e
della sua famiglia.
Ci sono 3 forme di cure differenziate:
NATURALE
- : attività di supporto correlata all’evoluzione della specie, es.
genitori;
SOCIALE
- : attività di supporto che viene garantita e offerta da caregiver
senza volere nulla in cambio, es. amici;
PROFESSIONALE
- : definita anche assistenza è un’attività di supporto
caratterizzata dall’essere prodotta da soggetti che esercitano ricevendo
per questo un compenso, es. infermiere;
Le condizioni necessarie a realizzare un approccio assistenziale centrato sulla
persona sono:
→ qualità dell’infermiere
possedere una professionalità competente (essere in grado di
decidere cos’è giusto fare in quella situazione)
abilità interpersonale
esplicitare chiaramente i propri valori e credenze e avere la
consapevolezza di come questi valori possono influire sulle decisioni
dei pazienti importante
conoscere sé stessi, ovvero prima di aiutare gli altri è
intuire e comprendere come si funziona come persona (ad es. pensare
“come vorrei che facessero a me” se fossi nella situazione del
paziente)
→ ambiente di cura: il contesto in cui viene erogata l’assistenza influenza
moltissimo la possibilità di prendersi cura, in particolare le scelte
organizzative: le priorità, i tempi, le responsabilità diffuse o accentrate, il
sistema di presa di decisione condivisa ed efficaci relazioni dello staff
curante
→ processi centrati sulla persona: solo a partire dall’esperienza vissuta dal
paziente e dalla famiglia che l’infermiere può aiutarlo a non soccombere al
senso di dipendenza e vulnerabilità e a recuperare il senso della propria
integrità. Aiutare il paziente ad affrontare la malattia significa dunque
lavorare sulle interpretazioni che ciascuno costruisce della propria
situazione, dobbiamo però ricordare il paziente come una persona e non
come una “malattia”.
Allo stesso tempo devo essere anche consapevole del mio ruolo quindi
quando la situazione non è più gestibile devo rivolgermi a persone più
competenti in determinati ambiti (ad es. pz oncologico che è dimagrito
troppo, non sono più sufficienti i miei consigli, devo quindi interpellare un
nutrizionista).
Le azioni del caring infermieristico sono:
1. essere presenti
2. comfort
3. intimità e tocco
4. preservare la dignità della persona
5. vigilanza e sorveglianza
6. autodeterminazione e autocura
7. rispetto delle diversità multiculturali
8. la famiglia e il caregiver
1. ESSERE PRESENTI
“L’essere presenti” vuol dire avere un incontro che trasmetta vicinanza e
interesse.
A seconda della situazione, gli infermieri possono essere presenti in molti modi
e a vari livelli, sia con i pazienti che con i loro famigliari. I livelli di presenza
possono essere:
“essere lì, being there”: presenza fisica, comunicazione e comprensione
“essere con, being with”: essere disponibili e a disposizione in modo
completo, implica il fare spazio mentale per l’altro
Questo tipo di presenza è offerto dalle infermiere al paziente allo scopo di
raggiungere un obiettivo, come per esempio il supporto, l'incoraggiamento per
ridurre l'intensità della sofferenza di sensazioni spiacevoli o per rassicurare.
Infatti l'infermiere si rende disponibile, si mette a disposizione del paziente; se
il paziente accetta l'infermiere, lo inviterà a vedere, a condividere e a toccare
con mano la propria vulnerabilità, la propria sofferenza, sarà in grado di
esprimere a parole i suoi sentimenti e di farsi comprendere in modo da poter
l’infermiere entrerà quindi nel mondo del paziente
identificare delle soluzioni; ,
creando un rapporto aperto e di comprensione.
Essere capaci di stabilire una presenza migliora anche la capacità
dell’infermiere di apprendere dal paziente e la capacità dell’infermiere di
prestare assistenza in modo adeguato. È particolarmente importante stabilire
la presenza quando i pazienti sono sottoposti a eventi o situazioni stressanti:
aspettare il referto del medico o i risultati di un test diagnostico
prepararsi per una procedura non conosciuta
nel corso della malattia di una persona
di situazioni imprevedibili
La presenza dell'infermiere può aiutare a ridurre l'ansia e la paura correlata allo
stress. La rassicurazione e il fornire spiegazioni dettagliate su una
procedura, restare al fianco del paziente e assisterlo durante l'esperienza
trasmettono una presenza di valore inestimabile per il benessere del paziente.
2. DARE COMFORT
Il comfort è un obbiettivo molto importante per l’infermieristica, significa
comodità, agio, benessere, vicinanza, conforto, disponibilità, ecc…
Il comfort è infatti un concetto multidimensionale, un risultato desiderabile per
il paziente e può essere utilizzato come uno standard per valutare la qualità
delle cure infermieristiche. Il comfort coinvolge quattro dimensioni:
fisica : riguarda la dimensione fisiologica e omeostatica (l'equilibrio
idrico, ossigenazione, libertà di muoversi, ecc…)
ambientale : riguarda il percepirsi in un ambiente con temperatura
gradevole, luce, aria, suoni, odori, arredi confortevoli e sicuri
psicospirituale : riguarda la dimensione psicologica che coinvolge il
bisogno di essere indipendenti, informati, rilassati e mantenere la propria
autostima
socioculturale : riguarda le relazioni interpersonali con la famiglia, sentirsi
rispettato nelle proprie credenze, tradizioni e religione
Ciascun individuo nel corso della propria esistenza elabora mobilita strategie
personali di auto-conforto, quali ad esempio: guardare le cose da un punto di
vista positivo, tenersi occupato o distrarsi, acquisire informazioni, avere
fede, pregare, contare sulla presenza dei propri cari, ecc…
L'infermiere deve fare in modo che la persona assistita possa mettere in atto
queste strategie personali e promuovere la costruzione di una relazione che
permetta alla persona di sentirsi sicura e protetta ma allo stesso tempo
coinvolta e partecipe.
Infatti il comfort riguarda soprattutto la possibilità di rendere il paziente
partecipe autonomo. È infatti importantissimo che l'infermiere diventi abile a
riconoscere e soddisfare i bisogni umani di base dei propri pazienti, in relazione
al significato che questi bisogni hanno per il singolo paziente e nel particolare
contesto di cura ospedaliero o domiciliare. Solo conoscendo il paziente e
utilizzando un approccio centrato sulla persona sarà possibile intuire e
provvedere ai bisogni aumentando e favorendo così lo stato di comfort.
3. INTIMITÀ E TOCCO
L’etimologia di intimità deriva da “en timos - dentro il petto” e, come tale, in
emotivo.
stretto collegamento a ciò che è un'operazione di
L'intimità sembra, dunque, avere a che fare con
raccoglimento, in cui delle diversità possono trovarsi connesse, anche e
soprattutto sul piano emotivo. In questo senso, malgrado la simmetria che
caratterizza il rapporto infermiere paziente e la condizione forzata in cui si
trova quest'ultimo, può crearsi una relazione basata sull'intimità.
La relazione assistenziali infermiere/paziente può raggiungere vari livelli di
intimità che riguardano:
lo spazio
vicinanza emotiva
il contatto fisico
Lo SPAZIO intimo di un paziente: in ospedale un paziente ha di norma tre
spazio più intimo e
spazi, soltanto uno dei quali è “completamente suo” lo
riservato, comprende gli oggetti personali, il letto, il comodino, l'armadio, la
poltrona, attraverso i quali il paziente afferma in ospedale la propria identità. I
pazienti percepiscono il desiderio di avere un “territorio da controllare”, che
vivono come proprio anche quando sono ricoverati. È definito come spazio
distanza tra due persone è inferiore a 45 cm.
intimo quando la
I pazienti di norma concedono ad infermieri e medici la possibilità di entrare in
questo spazio intimo anche senza avere una relazione affettiva; gli operatori
tuttavia devono entrare con molta attenzione e delicatezza in questo spazio
riservato e solo quando è strettamente necessario all'assistenza. La percezione
di spazio intimo da parte della persona assistita e della sua famiglia diventa
ancora più significativa nella propria casa quando entrano team di assistenza
domiciliare. spazio comune
Si aggiunge lo condiviso con altri pazienti come la sala di
degenza, da pranzo, i bagni, i corridoi dove il paziente è costretto a conciliare i
propri bisogni con quelli degli altri.
Il terzo spazio non appartiene ai pazienti, pur essendo finalizzato a loro,
ambienti gestiti dal personale sanitario
comprende gli come la sala
medicazioni, gli ambulatori, la cucina di reparto dove l'accesso è regolato dagli
operatori.
Il bisogno di intimità è sempre presente infatti è l’ultimo a scomparire: anche
quando gli infermieri si trovano a gestire situazioni estreme come
dell'assistenza al paziente in coma o con demenza, dove le capacità cognitive e
affettive sembrano fortemente compromesse, percepiscono un'elevata
esigenza di intimità da parte dei pazienti e nel contempo i
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