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MODALITA’ CONTROIND. PREPOSTE

Esercizi di Attivi e passivi Mantenere il Flessione ed - indicazioni Non forzare

ROM trofismo estensione, paziente ad alta dispetto ai

muscolare supinazione e criticità ma normali ROM

pronazione, cosciente fisiologici

abduzione e

adduzione - indicazioni

Durata degli pazienta ad alta

esercizi: criticità in stato

- 45/60 minuti nei di coma

pazianti anziani reversibile o

acuti irreversibile o

- 2/3 ore nei sedato

pazienti anziani

non acuti

Esercizi di Contrastare la Ripetute - indicazioni Nessuna Fisioterapista

resistenza perdita di contrazioni di pazienta anziano

massa un muscolo o con malattie

muscolare gruppi di croniche

muscoli contro

un carico per -controind.

un periodo di paziente in fase

tempo acuta di malattia

prolungato

Esercizi di Rafforzare le Forza - indicazioni Nessuna Fisioterapista

forza ossa e la massimale che paziente

muscolatura un muscolo o collaborante con

un gruppo di malattia non in

muscoli genera fase acuta

a una data

velocità –

Nella mobilizzazione precoce la relazione infermiere paziente è fondamentale perché influisce

sull’andamento del percorso di cura e la relativa precoce ripresa funzionale, soprattutto se

l’individuo è anziano.

Occorre stabilire, in collaborazione con altri professionisti, con il paziente e gli eventuali familiari o

riabilitativi personalizzati, condivisi, concordati, negoziati (con l’assistito,

caregiver, gli obiettivi

soprattutto anziano) e raggiungibili, in modo che si instauri una mutua collaborazione.

E’ importante

Il paziente deve essere stimolato e reso partecipe delle tecniche che deve apprendere.

prestare ascolto alle sue sensazioni e dare risposta ai suoi dubbi oltre a cercare di instaurare un

rapporto di empatia per poter trarre il massimo beneficio soprattutto durante fasi acute della

patologia, ovvero quelle in cui c’è il maggiore rischio di insorgenza della sindrome da allettamento

prolungato.

Nella mobilizzazione è importante avere rispetto per le abitudini e degli stili di vita del paziente,

correggendone nel tempo solo gli aspetti che più rischiano di inficiare il successo del programma

riabilitativo e offrendo adeguati tempi e modi affinché egli comprenda l’errore e si corregga

spontaneamente. E’ inoltre essenziale che essa sia eseguita quando i parametri emodinamici siano

precoce possono essere attuate dall’infermiere

stabilizzati. Alcune delle strategie di mobilizzazione

il quale, dunque, ha un ruolo attivo fondamentale nel prevenire la sindrome da allettamento

prolungato, soprattutto con pazienti fragili e anziani.

Cosa fare per una corretta presa in carico:

1. Accertamento (permette di valutare la normale mobilità del paziente, i fattori di rischio per

una possibile compromissione della mobilità e i reali limiti della stessa. Comprende dati

sogg. e ogg.)

2. Diagnosi infermieristica

3. Pianificazione

4. Attuazione

5. Valutazione

Interventi infermieristici prioritari NIC:

1. Esercizio fisico terapeutico (deambulazione), promozione e assistenza alla deambulazione

per mantenere o ripristinare le funzioni autonome e volontarie del corpo durante la cura e la

guarigione di una malattia o di una lesione.

2. Esercizio fisico terapeutico (mobilità articolare), fare uso del corpo attivo o passivo per

mantenere o recuperare la flessibilità articolare.

muovere l’assistito o una parte del corpo per procurargli benessere, ridurre

3. Posizionamento, dell’integrità cutanea e/o promuovere la guarigione.

la compromissione

Caso Assistenziale

Stai assistendo un uomo di 37 anni ricoverato in urologia per essere sottoposto ad un intervento

chirurgico. Non è sposato ed ha vissuto con la madre fino alla morte della donna, avvenuta qualche

anno fa. Lavora come libero professionista. E’ il primo intervento al quale si sottopone, e

nonostante ancora la diagnosi non sia certa, si sospetta un carcinoma della vescica.

Dopo aver effettuato un breafing con i colleghi, comunichi al tuo assistito che lo aiuterai a lavarsi;

All’esame obiettivo rilevi la presenza di sporco

egli risponde di no e che vuol essere lasciato solo.

sotto le unghie, odore di sudore, alitosi e molti fazzoletti sporchi sul letto.

rendere l’assistito riluttante a occuparsi ogni mattina della cura

1. Identifica i fattori che potrebbero

della propria persona.

2. Discuti e analizza le ragioni per le quali, come infermieri, ritieni che l’assistito dovrebbe

collaborare ogni mattina alla cura della propria persona.

3. Rifletti sui sentimenti che potresti provare quando incontri un assistito sporco che emana un

cattivo odore.

4. Identifica due o tre conclusioni che potresti trarre prima di ottenere dall’assistito altre

informazioni. negative potrebbe avere l’affrontare il problema in modo

5. Prevedi quali conseguenze positive e

diretto, costringendo l’assistito a lavarsi.

Scale di Misurazione

Nell’accertamento si utilizzano diverse scale:

- Indice di Barthel (usata a Careggi)

- Scala di IADL e BADL per le attività strumentali nella vita quotidiana

- Scala Stratify per la valutazione del rischio di caduta

- Scala Retoss per la valutazione del rischio di caduta (usata a Careggi)

- Scala di Braden per la valutazione del rischio di sviluppare lesioni da pressione (usata a Careggi)

- Scala di Must per la valutazione del rischio nutrizionale

Riposo e Sonno

Obiettivi:

1. Definire il sonno e le sue funzioni

2. Comprendere i 5 stadi del sonno e le sue funzioni

3. Interventi per promuovere il sonno e il riposo

E’ necessario all’esistenza umana, un irrinunciabile bisogno biologico; la sua mancanza porta alla

morte del soggetto.

Il sonno è definito come uno stato comportamentale reversibile caratterizzato da isolamento

percettivo e assenza di responsività agli stimoli ambientali, ma rappresenta al tempo stesso un

complesso amalgamato di processi fisiologici e comportamentali. E’ definito anche come apparente

stato di quiete, in cui avvengono complessi cambiamenti a livello cerebrale.

Trascorriamo 1/3 della vita dormendo.

I fattori che influenzano il sonno sono:

1. Età

2. Nutrizione

3. Esercizio fisico

4. Stress

5. Ambiente

6. Malattia

7. Farmaci

Gli esami che vengono prescritti per l’analisi cerebrale sono:

1. Elettroencefalogramma (EEG)

2. Elettro-oculogramma (EOG)

3. Elettromiogramma (EMG)

I cicli del sonno:

1. Stadio 1, il soggetto si sta addormentando, è detta fase del dormiveglia. Viene mantenuto il

tono muscolare e gli occhi presentano movimenti lenti.

2. Stadio 2, questo stadio è detto anche del sonno medio.

3. Stadio 3, è un sonno molto profondo, dalla quale è difficile risvegliarsi.

4. Stadio 4, è la fase più profonda del sonno. Da questa fase i soggetti tornano alla fase 3, 2 e

1. o sonno rem, profondamente addormentato, l’attività della corteccia cerebrale è

5. Stadio 5,

molto vicina a quella della veglia. Molti sogni avvengono durante la fase rem.

Le funzioni del sonno sono:

- conservazione e recupero energetico

- memoria e apprendimento

Nel modello funzionale di riposo/sonno normale, 10-30 minuti sono utilizzati per addormentarsi (5

minuti di latenza è indice di bisogno di sonno); solitamente si hanno da 20 a 40 cambiamenti di

posizione e uno o due risvegli per notte sono comuni per i giovani.

Fra gli effetti, invece, della deprivazione del sonno, possiamo trovare irritabilità, sistema

immunitario ridotto, tremori muscolari, rischio di diabete di tipo 2, rischio di malattie cardiache ed

obesità.

Per la “Classificazione ci sono 81 disordini del sonno,

Internazionale per i Disordini del Sonno”,

raggruppabili in 8 famiglie.

Uno di questi è l’insonnia, definita come una sensazione soggettiva di insufficienza o

inadeguatezza del sonno. E’ un disturbo del sonno caratterizzato da una difficoltà di inizio, durata e

mantenimento della qualità del sonno. Il disturbo è presente nonostante l’opportunità di ottenere

condizioni e quantità adeguate di sonno e determina una serie di conseguenze diurne negative.

I sintomi notturni comprendono difficoltà di inizio e/o mantenimento del sonno, sonno leggero e

non ristorativo. I sintomi diurni comprendono sonnolenza, difficoltà di concentrazione, calo del

tono dell’umore, irritabilità, difficoltà sociali-occupazionali o in altre aree importanti del

funzionamento.

In ospedale i principali fattori che possono disturbare il sonno sono:

- luci delle camere di degenza

- sirene

dell’assistenza

- orari

- immobilità

- trattamenti invasivi

Fra gli interventi che possiamo attuare, al fine di prevenire disturbi del sonno, abbiamo:

1. Evitare di far bere la notte o la sera tardi

2. Programmare orari e modalità di somministrazione delle terapie

3. Aumentare le attività diurne

4. Scoraggiare i sonnellini

5. Favorire il sonno la sera tardi

Conformarsi alle abitudini del paziente riguardo ai riti precedenti l’addormentamento

6. Fornire cure serali (coperte, ausili per l’eliminazione)

7.

8. Rassicurare con la presenza degli infermieri anche la notte

Modello di eliminazione: eliminazione urinaria

L’eliminazione dei liquidi di rifiuto è una funzione essenziale del corpo umano. L’infermiere ha,

dunque, un ruolo fondamentale nel promuovere una funzione urinaria ottimale e prevenire eventuali

complicazione. La comprensione dell’anatomia e della fisiologia del sistema urinario e dei fattori

che possono influenzare una normale eliminazione urinaria è importante per l’infermiere che deve

individualizzare l’assistenza al paziente.

Per eliminare le sostanze prodotte dal metabolismo, l’organismo dispone di quattro vie di

eliminazione principali:

1. Apparato respiratorio

2. Apparato cutaneo

3. Sistema digerente

4. Sistema urinario

Ai fini della sopravvivenza, tutti questi sistemi devono funzionare correttamente!

Il sistema urinario è largamente responsabile nel mantenimento del volume ottimale di acqua e

dell’equilibrio di liquidi ed elettroliti.

La funzionalità dell’apparato urinario normale comprende:

1. Strutture del tratto urinario

dell’apparato

2. Funzione

Caratteristiche dell’urina normale

3.

4. Modello normale di eliminazione urinaria

5. Considerazioni legate alle fasi della vita

Dal punto di vista anatomico le strutture di un apparato urinario normale comprendono:

1. Reni, dove si formano le urine

2. Ureteri, che connettono i reni alla vescica

3. Vescica, che raccoglie le urine

4. Uretra, che permette

Dettagli
A.A. 2015-2016
58 pagine
8 download
SSD Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Riassuntiinfermieristica di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Infermieristica Clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Pietrini Luca.