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AUTOREALIZZAZIONE, AUTOSTIMA, AMORE E APPARTENENZA, SALVEZZA E SICUREZZA DEI BISOGNI

Il bisogno può essere fisico, psichico, sociale o spirituale. Ciascun bisogno deve rispondere a 3 criteri fondamentali:

  • Bisogno fondamentale
  • Costituisce una necessità individuale perché il paziente conservi o ritrovi la sua indipendenza nella soddisfazione del bisogno
  • Deve essere compatibile con le conoscenze attuali

Invece la risposta alla malattia può essere di due tipi:

  • GAS: sindrome generale di adattamento (malessere generale)
  • LAS: sindrome locale di adattamento (si verifica in un singolo organo o area)

Le contrarietà sono gli eventi della vita che si sperimenta e la valutazione della contrarietà influenza lo stile di adattamento, i sollievi sono argini alle contrarietà e agiscono come pause.

3 - LE TEORIE DEL NURSING

3.1 - FLORENCE NIGHTINGALE

Nacque a Firenze nel 1820, da genitori inglesi in viaggio in Italia. La sua

La sua più grande opera fu quella di aver stabilito i principi su cui basare la preparazione infermieristica. La sua fama si propagò rapidamente dopo che insieme ad un gruppo di donne, si dedicò alla cura dei feriti nella guerra di Crimea, e proprio per la sua usanza di visitare i malati nella notte passando nelle corsie con una lampada, venne rinominata "la signora con la lampada". Quindi la professione infermieristica si sviluppa nella metà dell'800 grazie a lei, prima di questo periodo negli ospedali le condizioni erano orrende e i malati soffrivano molto di più per l'ambiente che avevano intorno, piuttosto che per la malattia (sudiciume, interventi senza anestesia, nessuna regola igienica, ecc.).

I principi della Nightingale riguardanti il nursing sono straordinariamente validi ancora oggi e la sua abilità nello scrivere dimostrata in "Notes on Nursing", ha fatto di lei nello scorso secolo una sorta di genio, grazie anche

alla sua abilità di saper prendere nota, di ordinare, classificare, generalizzare, sintetizzare, ecc. Il concetto centrale sulle teorie della Nightingale è l'ambiente, infatti tende a dare maggior risalto all'ambiente fisico che a quello psicologico o sociale. È da considerare però il contesto in cui operava, poiché lavorando in un campo di guerra ha assistito al suo interno alla presenza di parassiti e sudiciume incredibile. La sua azione sull'ambiente ha fatto passare la percentuale di decessi dal 42 al 22%, solamente modificando la condizione ambientale. Si considera ambiente, tutte le condizioni e le influenze esterne che agiscono sulla vita e sullo sviluppo dell'organismo, capaci di prevenire o contribuire alla malattia e alla morte. Nei suoi scritti raccomanda di mettere il paziente nelle condizioni di avere aria ed acqua pulite, illuminazione, pulizia e calore, affinché una volta iniziato il processo riparatore della natura.questo non venga ostacolato. Inoltre consiglia di eliminare quei fattori ambientali nocivi quali lo sporco, il freddo, l'umidità, le correnti d'aria, gli odori e la mancanza di luce. Infine lei considera la pratica medica, non come curativa, ma come una funzione che aiuta la natura, quindi la colloca allo stesso piano dell'infermieristica. La teoria infermieristica della Nightingale può essere raffigurata come un triangolo, il cui ai vertici presenta l'ambiente fisico, l'ambiente sociale e l'ambiente psicologico. Il centro di questo triangolo rappresenta il migliore stato di salute del paziente, raggiungibile grazie al perfetto equilibrio dei tre tipi di ambiente. Nel riesaminare la sua teoria in rapporto ai suoi 4 concetti principali (ambiente, essere umano, infermiere e salute/malattia), diventa ancora più evidente l'importanza dell'ambiente. Ognuno dei 4 concetti avrà una ripercussione sugli altri, e il compito

Il compito dell'infermiere è quello di rendere l'ambiente in cui vive l'uomo atto a promuovere la salute. In questo modo, l'individuo subisce l'influenza positiva dell'ambiente, migliorando il suo stato di salute che a sua volta avrà un impatto positivo sull'infermiere che ha attuato le proprie azioni.

Quindi l'approccio della Nightingale è valido oggi come un secolo fa, anche se molte azioni oggi verrebbero definite come "buon senso", purtroppo non in tutti gli ospedali si attuano azioni banalissime.

Ad esempio: collocare la stanza in modo che il paziente possa vedere l'esterno, incoraggiare i visitatori a portare degli stimoli positivi, limitare i risvegli improvvisi del paziente, favorire un'atmosfera serena, ecc.

Infine, la teoria della Nightingale è strettamente correlata alle teorie scientifiche oggi usate nella pratica clinica che sono:

  • Teoria dell'adattamento
  • Teoria dei...
Bisogni • Teoria dello stress 3.2 – HILDEGARD PEPLAUN

Hildegarde Peplau nacque nel 1909 a Reading in Pennsylvania e dopo essersi diplomata come infermiera e aver ottenuto diversi dottorati e qualifiche, scrisse numerosi articoli e un libro “Interpersonal relations in nursing”.

Secondo la Peplau, l’infermieristica è terapeutica in quanto è un’arte sanitaria che si spiega nell’assistenza di un individuo malato o bisognoso di sostegno.

Inoltre l’infermieristica secondo lei, può essere considerata un processo interpersonale, poiché coinvolge due o più individui che hanno uno scopo comune, cioè il processo terapeutico.

Sviluppò un modello infermieristico definito “nursing psicodinamico”, che consiste nella comprensione del proprio comportamento per aiutare gli altri ad individuare le proprie difficoltà ed applicare i principi delle relazioni umane ai problemi che sorgono durante l’esperienza.professionista. Durante questa fase, l'infermiere raccoglie informazioni sul paziente, stabilisce una relazione di fiducia e definisce gli obiettivi del trattamento. 2. Identificazione: in questa fase, l'infermiere e il paziente iniziano a conoscersi meglio e a comprendere i rispettivi ruoli. Si sviluppa una relazione di collaborazione e il paziente si sente più a suo agio nel condividere le proprie preoccupazioni e bisogni. 3. Sviluppo: durante questa fase, l'infermiere e il paziente lavorano insieme per affrontare il problema identificato. Vengono utilizzate diverse strategie di intervento per promuovere il benessere del paziente e raggiungere gli obiettivi del trattamento. 4. Risoluzione: in questa fase, il problema identificato viene affrontato e risolto. Il paziente acquisisce nuove competenze e risorse per gestire la propria salute e il rapporto con l'infermiere si conclude in modo positivo. La teoria di Peplau sottolinea l'importanza della relazione terapeutica tra infermiere e paziente nel raggiungimento degli obiettivi di cura. L'infermiere viene considerato un facilitatore del processo di guarigione e un educatore per il paziente.

professionista. È importante che l'infermiere e il paziente (con la famiglia) lavorino insieme affinché individuino il problema esistente. La fase di orientamento è influenzata dagli atteggiamenti di entrambi gli elementi, ovvero della loro disponibilità ad aprirsi verso l'altro, se i soggetti lavorano insieme si diminuirà l'ansia.

2. Identificazione: è la fase nella quale il paziente risponde selettivamente alle persone che possono aiutarlo. Ogni paziente risponde in modo diverso, e può sia cercare attivamente l'infermiere e sia attendere che venga cercato. La risposta nei confronti dell'infermiere può essere di 3 tipi: autonomo e interdipendente, autonomo e indipendente oppure passivo e dipendente. Se il paziente partecipa attivamente alla fase di identificazione, comincia a sentirsi a proprio agio e diminuisce la propria sensazione di impotenza.

3. Utilizzazione: in questa fase il paziente trae vantaggio di

tutti i servizi messi a tua disposizione. Il grado di utilizzazione di questi mezzi sta nell'interesse e nei bisogni del paziente che comincia a sentirsi parte integrante di un ambiente a lui favorevole. Durante questa fase i pazienti possono aumentare il numero di domande e richieste atte a richiamare l'attenzione e per il professionista questa è una difficoltà poiché è difficile capirne la motivazione. In questo caso è importante capire il motivo di queste richieste e risolvere il problema alla radice, sempre incoraggiando il paziente e creando attorno a lui un ambiente favorevole ed acritico. Alcuni pazienti manifestano un vivo interesse nell'azione auto curativa e in questo caso si diventerà più autonomi, acquistando indipendenza, fiducia e responsabilità. Naturalmente l'infermiere deve aiutare il paziente ad affrontare le varie sfide e ad arrivare alla risoluzione del problema. 4. Risoluzione: se i problemi del paziente sono stati identificati correttamente, è possibile procedere con la risoluzione.

Paziente sono stati risolti, infermiere e paziente sciolgono i legami fra loro e interrompono il loro rapporto terapeutico. A volte risulta difficile spezzare questi vincoli e spesso anche se il problema fisico è stato risolto permane un rapporto di dipendenza psicologico. Le teorie della Peplau si servono della tecnica del problem-solving, ovvero collaborare al fine di soddisfare i bisogni del paziente. L'infermiere può assumere vari ruoli nella relazione interpersonale:

  • Ruolo dell'estraneo
  • Ruolo della persona come risorsa
  • Ruolo educativo
  • Ruolo di leadership
  • Ruolo di sostituto
  • Ruolo di consigliere

3.3 - VIRGINIA HENDERSON

Nasce nel 1897 a Kansas City e si diploma come infermiera nel 1921. È stata oltre che infermiera, anche scrittrice, insegnante e ricercatrice. I suoi scritti "The nature of nursing" e "Basic principles of nursing care" sono ampiamente conosciuti, e soprattutto il secondo.

è stato tradotto in molte lingue a beneficio degli infermieri che non conoscevano l’inglese.

La Henderson considerava l’assistenza infermieristica come un normale prolungamento dell’assistenza medica e secondo lei molte delle funzioni infermieristiche erano sovrapponibili a quelle mediche, oltre al fatto che l’infermiere aiuta il paziente nella gestione della salute nel momento in cui i medici non sono disponibili.

Definiva la pratica infermieristica così: “la pratica infermieristica professionale è l’esecuzione di ogni atto compiuto nell’osservare, assistere e consigliare un malato, nel promuovere la salute, prevenire la malattia o prepararlo ad una morte serena, atti che compirebbe da solo se il paziente disponesse della forza, della volontà e delle cognizioni necessarie. Inoltre si esplica nell’insegnare ad altro personale e nel somministrare trattamenti e medicamenti prescritti.”

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
11 pagine
SSD Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher wallacekr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienze Infermieristiche Generali e Teorie del Nursing e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Catanzaro - Magna Grecia o del prof Gagliardi Diana.