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DELLE RESTRIZIONI DIETETICHE E DEL FABBISOGNO IDRICO
1. Spiegare le relazioni fra disidratazione, stasi urinaria, acidità urinaria, dieta e formazione
dei calcoli.
L’importanza di un’adeguata idratazione:
2. a) 100 ml ogni ora fino a 3L al giorno
b) 300 ml prima di andare a letto
c) da 200 a 300ml di notte se ci si sveglia per urinare.
evitare la concentrazione delle urine durante l’estate,il lavoro etc.
d)
3. Insegnare al paziente ad evitare lunghi periodi di immobilità.
4. Insegnare al paziente le modificazioni dietetiche necessarie per prevenire un ulteriore
formazione di calcoli
5. Se indicato insegnare al paziente come controllare da solo ilPhdelle urine
Obiettivo:
- Alleviare il dolore e il malessere
- Evitare le recidive e prevenire le complicanze
Gli interventi principali riguarderanno:
1. Rilevare il dolore con apposito score: scala VAS se il pz non ha degrado cognitivo
2. Somministrare la terapia prescritta
3. Incoraggiare la persona ad assumere una posizione antalgica
4. Monitorare i PV
filtrare ed osservare le caratteristiche dell’urina
5. Misura,
6. Istruire la persona a riferire una diminuzione della diuresi e una presenza di ematuria
7. Stimolare la persona a bere abbondantemente durante il giorno, durante la otee bere un 1
di acqua ad ogni risveglio
8. Incoraggiare la persona a deambulare
9. Seguire la dieta prescritta
10. Evitare improvvisi aumenti di TC
11. Evitare attività fisiche che provocano sudorazione
NOC risultati attesi
- La persona riferisce una diminuzione del dolore
- Non presenta segni o sintomi di infezioni
- Non accusa complicanze
- Urina 200-400 ml ad ogni minzione. Le urine sono limpide e non presentano ematuria
- Presenta una maggiore conoscenza dei comportamenti idonei a prevenire le recidive
17
Assistenza infermieristica alla persona sottoposta a nefrectomia
è l’asportazione chirurgica parziale o totale di un
La nefrectomia
rene. Ma quando viene fatta una nefrectomia?
• Patologie neoplastiche
• Malformazioni renali
• Traumi
Periodo pre-operatorio
L’accertamento infermieristico si basa su:
• Valutazione delle conoscenze relative all’intervento chirurgico e al periodo pre e post
operatorio
• Valutazione delle capacità della persona di comprendere le informazioni
• Valutare il livello di ansia che si ripercuote sul livello di dolore
Obiettivi:
- Ridurre ansia e paura
- Educare la persona relativamente a tutte le procedure
- Spiegare le procedure post operatorie
Gli interventi infermieristici, quindi, mireranno a:
Invitare l’assistito ad esprimere dubbi e paure
1.
2. Educare la persona relativamente alle procedure pre, intra e post-operatorie
Le vie di accesso alla chirurgia totale sono:
Lombotomia
Accesso laterale al di sotto delle coste
Via toraco-addominale
Accesso posteriore dilatando alcune coste e
passando attraverso il diaframma 18
Sottocostale
Big Smile:
il taglio provoca un grande sorriso anteriore
Anteriore longitudinale
Incisione tipo mercedes
Viene aperto un lembo
Ma quali possono essere le potenziali complicanze?
✓ Emorragia e shock: sia negli interventi parziali che soprattutto in quelli totali in cui viene
clampata l’arteria renale
✓ Polmonite: il taglio, generalmente, è alla base del diaframma; questo comporta un respiro
superficiale, che causa un ristagno delle secrezioni; queste ultime possono infettarsi, nel
post operatorio, con rischio di polmonite
✓ Alterazioni del bilancio idro-elettrolitico:
✓ Infezioni del sito chirurgico: è la 4 infezione più frequente in ospedale. (infezioni
urinarie, infezioni correlate a ventilazione etc)
✓ per l’ipomobilità dovuta all’operazione (segni:
Tromboflebite Venosa Profonda, la profilassi consiste nell’utilizzo
indurimento cutaneo, dolore, edema, arrossamenti, ecc.)
di calze antitrombo e farmaci antitrombo
Dopo un intervento chirurgico, frequentemente si possono manifestare:
1. Sanguinamenti
2. Emorragie
3. Ipovolemia (da controllare anche col test del polpastrello) 19
Rilevare, poi:
1. Perfusione
2. Monitoraggio del sistema di drenaggio per qualità e quantità. Dopo un intervento
chirurgico viene posizionato un drenaggio ed è importante controllarlo
3. Somministrare cristalloidi, colloidi, emoderivati e sangue
Prevenzione TVP interventi infermieristici:
- Valutazione di precedenti eventi di discoagulopatie
- Eventuale somministrare di farmaci per la profilassi
Utilizzo fin dall’immediato pre operatorio di calze elastiche a compressione graduata
- per la prevenzione della stasi venosa
- Accurata gestione e monitoraggio post-opereratorio per questo aspetto assistenziale
Segni e sintomi di TVP:
- se superficiale dolore e dolenzia
- se profonda abbiamo edemi e dolore profondo
In caso che la persona sia portatrice di catetere venoso centrale, è possibile valutare il
riempimento attraverso la PVC (pressione venosa centrale).
l’accertamento,
Durante dovremo monitorare:
✓ Stato respiratorio
✓ Stato circolatorio e perdite ematiche
✓ Dolore
✓ Drenaggio urinario (per quantità, qualità, aspetto e possibili problematiche)
Quindi, nel post-operatorio le DI saranno:
Rischio di insufficiente pervietà delle vie aeree, dovuto alla posizione dell’incisione
1. chirurgica dovuto alla posizione dell’incisione chirurgica e
2. Rischio di atti respiratori inefficaci,
dell’anestesia
Dolore dovuto all’incisione chirurgica, alla posizione forzata su tavolo operatorio e alla
3. (sia per l’utilizzo degli anestetici che in caso di laparoscopia)
distensione addominale
4. Ritenzione urinaria dovuta a dolore, immobilità e anestesia
Dunque, fra gli interventi troviamo:
Somministrazione di analgesici per favorire un’adeguata ventilazione e una tosse efficace
1.
2. Compressione della ferita per una miglior espansione toracica e per permettere la tosse
3. Cambiare periodicamente la posizione nel letto
Incoraggiare l’uso dello spirometro incentivatore (per stimolare la ventilazione
4. delle basi
polmonari e per migliorare il movimento diaframmatico)
associata all’utilizzo
5. Eseguire una mobilizzazione precoce, di calze antitrombotiche
6. Stimolare la persona alla deambulazione precoce
7. Valutare il sistema di drenaggio urinario e la sua pervietà
8. Valutare il livello di dolore attraverso specifici strumenti: VAS 20
9. Somministrare analgesici secondo prescrizione
Applicare impacchi caldi: non nell’immediato PO.
10.
11. Comprimere con un cuscino la sede chirurgica
Eseguire un’asepsi accurata
12.
Risultati attesi
- La persona riferisce una diminuzione del dolore
- Assume la terapia correttamente
- Comprende le ragioni degli impacchi
Aumenta progressivamente il movimento e l’attività
-
- Esegue gli esercizi per la respirazione
Mantenimento dell’eliminazione urinaria; assenza di infezioni del tratto urinario
Interventi:
- Valutare il sistema di drenaggio urinario e la sua pervietà
- Asepsi accurata, sistema di drenaggio chiuso
- Se necessaria irrigazione usare un sistema chiuso (usando un CV a tre vie o un
sistema di raccolta che può essere svuotato direttamente) e rispetto di quantità
prescritte
- Aiutare nei movimenti a mantenere il sistema in sede e correttamente collegato
- Osservazione del drenato
Attenzione all’igiene e alla gestione del catetere / stent ureterale: attenzione al sito, il
- punto di inserzione è un punto debole e al meato urinario che deve essere pulito
perché è terreno di coltura dei germi
- Fissare correttamente il tubo di drenaggio
- Assunzione adeguata di liquidi
- In caso di dimissione con il presidio adeguata educazione
Conclusioni:
- La persona non presenza complicanze alla dimissione
- Educazione sanitaria adeguata
Nefrostomia
La nefrostomia si inserisce nel rene per via percutanea o attraverso un accesso chirurgico. Può
essere temporanea o permanente. Viene ancorata alla cute con dei punti di sutura e collegata ad
una sacca di raccolta. Può essere permanente in caso di cistectomia
Un fowley deve essere sostituito dopo 7 giorni. Il materiale di silicone è più impermeabile e
meno attaccabile dai germi rispetto al tubo di caucciù. La persona portatrice di nefrostomia deve
essere visionata nel tempo.
In questo caso, gli interventi infermieristica vireranno su:
1. Valutazione della presenza di possibili complicanze
2. Valutare la cute peristomale
3. Controllare la pervietà del tubo di drenaggio: vedendo se continua a drenare 21
4. Usare tecniche asettiche nel cambio della medicazione (kit sterile e medicazione sterile)
5. Controllare la diuresi proveniente dalla nefrostomia
6. Stimolare la persona a bere
Stent ureterale
E’ un dispositivo che permette di ristabilire la pervietà e la posizione dell’uretere. Si utilizza in
caso di ostruzione ureterale. Si inserisce per via endoscopica, chirurgica o attraverso la
nefrostomia.
Assistenza infermieristica alla persona con traumi urogenitali
I traumi urogenitali sono presenti nel 10% dei soggetti traumatizzati. Le cause possono essere
molteplici:
✓ Incidenti stradali (50%)
✓ Attività sportive (15%)
✓ Altre cause comprese ferite di armi (35%)
E’ più colpita la fascia di età compresa fra 10 e 40 anni, principalmente di sesso maschile.
Il trauma dell’apparato genitourinario è generalmente associato a traumi complessi del
torace, dell’addome o del bacino.
Trauma apparato genitourinario del torace dell’addome
- in associazione a traumi complessi
- Necessità di equipe multispecialistica (rianimatore, neurochirurgo, chirurgo
generale, ortopedico)
- Determinazione delle priorità degli interventi (A-B-C) (Airway, Breathing,
Circulation)
I traumi possono essere:
✓ Diretto, indiretto
✓ Aperto, chiuso
✓ Chirurgico, endoscopico (iatrogeno)
✓ Da arma da fuoco, da taglio
A livello renale, esistono tutta una serie di fattori di difesa (è un organo retroperitoneale,
intratoracico, è avvolto nel grasso e dalla capsula di Gerota ed è molto elastico e mobile);
tuttavia, sono presenti anche fattori facilitanti il trauma, come:
E’ molto vascolarizzato e, quindi, soggetto a forti emorragie
1. E’ friabile, quindi soggetto a lacerazione
2.
3. Se presenta malformazioni o se la persona presenta un rene solo è grave
Presenta una capsula propria renale che, se si rompe, spacca anche il rene all’interno
4.
5. Mobilità sul peduncolo (arteria renale) 22
I traumi renali, a second