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DRENAGGI
Servono a drenare quindi a portare all'esterno qualcosa. Un drenaggio è composto da una prima parte che si inserisce all'interno della ferita chirurgica e l'altra si porta esternamente e costituisce il contenitore di raccolta; si realizza mediante l'applicazione di tubi, garze o altro materiale che mantengono aperto l'orifizio da cui il liquido può defluire all'esterno.
Perché è necessario portare fuori? Quando si crea una ferita abbiamo la necessità di farla richiudere, ma la lesione stessa comporta la perdita di sostanze, che possono essere sangue o altre sostanze. Questa fuoriuscita ha la funzione di spia ossia ci dà informazioni su ciò che sta accadendo all'interno del sito chirurgico.
Funzioni: I drenaggi quindi vengono posizionati a scopo preventivo per evitare l'accumulo di fluidi in sede di intervento chirurgico e monitorare eventuali perdite anomale. Possono essere posizionati anche a...
Scopo terapeutico per favorire la fuoriuscita di fluidi accumulati per patologie (ematomi, raccolte pleuriche, peritoniti, raccolte purulente). Tuttavia il drenaggio ha anche aspetti negativi. Può essere fonte di collegamento tra esterno e interno per portare infezioni. Non è infatti appropriato mettere un drenaggio in tutti gli interventi chirurgici; dove non ci sono complicanze non sarà posizionato (per esempio su intervento di ernia). Inoltre l'infezione del drenaggio deve essere monitorata quando si mette una protesi nella ferita stessa per "correggere" tipo le reti: queste non dovranno più avere contatti con l'esterno perché se si infettano andranno rimosse.
Quando si rimuove? Quando il liquido diventa più sieroso che ematico. Per esempio in caso di tiroide (in cui si posiziona drenaggio) si accumula molto sangue perché molto vascolarizzata e la complicanza più temibile è l'emorragia, soprattutto.
Nelle prime ore dopo l'intervento. - Che sia un paziente con o senza drenaggio bisogna sempre monitorare la ferita. Ci possono essere casi in cui la paziente ha segni e sintomi dell'emorragia ma il drenaggio è normale. In caso di emorragia grave il paziente viene riportato in sala operatoria. - Il controllo serve a prevenire dei danni al paziente e anticipare delle problematiche e porre rimedio nel minor tempo possibile.
Caratteristiche del drenaggio:
- Morbidezza: non deve causare danni ai tessuti circostanti dubitando
- Levigatezza: per evitare o ridurre al minimo il deposito di ferrina sulla superficie ed all'interno del lume
- Radiopacità: deve essere visibile alla radiografia per valutare la posizione rispetto agli organi circostanti
Spesso il drenaggio stesso è l'intervento: posizionare un drenaggio è curativo!
Esempi di drenaggi:
- I contenitori più comuni sono:
- Contenitori a caduta, servono semplicemente a raccogliere un secreto.
è un introduttore metallico e all'esterno vi è il drenaggio toracico. Si posiziona facendo un'incisione tra le coste toraciche. Sono grandi, e oltre ad essere rotondeggianti a punta, con fori, devono essere connessi ad un raccoglitore con valvola.
In linea di massima sono valvole ad acqua cioè unidirezionali, una soluzione fisiologica che viene inserita nel contenitore la cui estremità permette la fuoriuscita dell'aria.
Anche questo drenaggio non deve essere sollevato e non deve rimanere senza acqua, altrimenti entrerebbe l'aria nello spazio pleurico. Il tubo viene inserito tra i due foglietti pleurici per impedire pneumotorace, il drenaggio elimina l'aria facendo unire i due foglietti pleurici. Se dovessimo incidere la pleura si creerebbe uno pneumotorace ma non spontaneo.
- Il tubo Penrose: può avere un diametro vario, sono dei tubicini molto morbidi e canalati che hanno la capacità di drenare a livello capillare. Vengono
Quando la ferita secerne molto materiale, per evitare che si verifichi deiscenza della ferita vengono messi questi tubicini. Venivano utilizzati per drenare gli ascessi per evitare che si chiudesse il foro prima di una cicatrizzazione interna.
Per quanto riguarda invece i tubi, possono essere vari:
- Toracici, hanno una sorta di mandrino metallico per il loro posizionamento
- Morbidi, biocompatibili, filo radiopaco per individuarli durante ecografia
- Tubo di Kher, endoluminale del coledoco serve per portare fuori la bile. Si effettua un RCP (La ColangioPancreatografia Retrograda Endoscopica (ERCP) è una procedura che utilizza l'endoscopia e la radiologia per studiare le vie biliari (dotti) intra ed extra epatiche ed il pancreas e per trattare alcune delle loro malattie.), si va ad incidere la papilla di water per far si che la bile passi normalmente eliminando anche i calcoli, con il cestello di DORMIA.
- Il tubo Penrose: può avere un diametro vario, sono dei
Tubicini molto morbidi e canalati che hanno la capacità di drenare a livello capillare. Vengono utilizzati quando la ferita secerne molto materiale, per evitare che si verifichi deiscenza della ferita vengono messi questi tubicini. Venivano utilizzati per drenare gli ascessi per evitare che si chiudesse il foro prima di una cicatrizzazione interna.
Drenaggi piatti e scanalati (interventi all'addome), hanno una parte che funziona per capillarità e una parte che porta all'esterno la parte rotondeggiante. In questo tipo di tubo non si formeranno dei coaguli di sangue.
Altri sistemi di raccolta possono essere anche le garze, soprattutto nel caso di drenaggi capillari (per esempio nel tubo di Penrose).
COMPLICANZE
OSTRUZIONE: tutti i drenaggi possono ostruirsi se magari il tubo sia ripiegato, fare attenzione ai morsetti che non devono rimanere chiusi a lungo. Per evitare la coagulazione bisogna eparinizzare il sangue, perché la coagulazione può comportare
ostruzione del drenaggioMANCANZA DI TENUTA DEL VUOTO: quando? Per i tubi multi-foro, devono essere inseriti all'interno della ferita poiché se posizionati al margine o al di fuori possono aspirare aria.
RIMOZIONE ACCIDENTALE: può essere causata quanto dall'operatore tanto dal paziente stesso. Può avvenire involontariamente "volontariamente" soprattutto in caso di pazienti incoscienti.
ROTTURA AL MOMENTO DELLA RIMOZIONE: durante l'assistenza fare attenzione durante la rimozione.
INFEZIONI: perché un intervento non comporta sempre la presenza di un drenaggio. Là dove non c'è un'eccessiva secrezione possiamo non vedere un drenaggio. Questo è a scelta del medico.
MEDICAZIONE DEL DRENAGGIO: i drenaggi hanno la fuoriuscita in un punto diverso rispetto alla ferita chirurgica. Di solito viene utilizzata una garza ritagliata a coda di rondine, per non avere nessuna parte scoperta. Il drenaggio
come sappiamo viene fermato con dei punti di sutura ma possiamo fermarlo anche con un cerotto per non avere molto dolore, grazie al fatto che la pelle è tesa. Tempi e modi di rimozione sono decisi dal chirurgo. La rimozione può anche essere effettuata dall'infermiere ma con estrema attenzione. Si può verificare la linforrea, fuoriuscita dell'alina. Anche se non è un vero e proprio drenaggio, la sonda naso-gastrica viene introdotta attraverso la via naso-faringea o orofaringea all'interno dello stomaco allo scopo di: - decomprimere lo stomaco rimuovendo liquidi e gas - somministrare cibo, liquidi e farmaci - eseguire a scopo diagnostico - rimuovere dallo stomaco delle sostanze dannose - comprimere l'esofago e lo stomaco in caso di emorragia da varici esofagee; Ha unica via. Deve andare in esofago: in pz collaborante ci accorgiamo se va nelle vie aeree perché fatosse. insufflando dell'area e auscultando la zona dello stomaco. Dalla narice,Arriva in esofago e poi nello stomaco. La sonda di Blackmore è simile al sng ma ha più vie (lume centrale per somministrazione e fuoriuscita materiale), due palloncini (uno allungato e più vicino all'uscita per comprimere le varici, l'altro... La sonda va a finire nello stomaco per drenare il sangue che è andato a finire lì: è importante eliminarlo perché ha azione erosiva e può portare melena.
NUTRIZIONE DEL PZ CHIRURGICO
IL SOGGETTO NORMALE POSSIEDE MECCANISMI DI ADATTAMENTO CHE GLI CONSENTONO DI SOPPORTARE PERIODI PROTRATTI DI DIGIUNO. NEI PAZIENTI CHIRURGICI (INTERVENTI SEVERI) NELLE USTIONI E TRAUMI GRAVI, NELLE PATOLOGIE SETTICHE O INFIAMMATORIE GRAVI LA DENUTRIZIONE SI INSTAURA RAPIDAMENTE NELL'ARCO DI 2-3 SETTIMANE
Per nutrizione artificiale s'intende una nutrizione esterna fatta con sostanze che sono presenti negli alimenti. Può essere di tipo:
- enterali, tiene conto delle vie naturali