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Protezione personale durante la manipolazione di materiali biologici
I guanti si utilizzano quando può essere previsto un contatto con materiali biologici, mucose, cute non integra o potenzialmente contaminata; devono essere considerati una misura aggiuntiva e non sostitutiva del lavaggio delle mani con gel alcolico. Possono essere sterili (si usano in caso di manovre invasive o su distretti sterili) o non sterili.
La protezione degli occhi, del naso e della bocca può essere ottenuta utilizzando una mascherina con visiera, uno schermo facciale o degli occhiali protettivi.
La sovracamice serve a proteggere la cute e prevenire la contaminazione degli abiti. Va usata sempre durante procedure e attività dove si prevede il contatto con sangue, fluidi corporei, secrezioni ed escrezioni.
Il copricapo serve a proteggere la testa e prevenire la contaminazione dei capelli. Bisogna evitare di toccarsi i capelli e i capelli lunghi devono essere tenuti legati.
Nella manipolazione di tessuti e biancheria, non bisogna scuotere la biancheria e non bisogna maneggiarla in modo da aerosolizzare agenti infettivi. I capi sporchi devono essere contenuti in un sacco o...
- Contenitore apposito, evitare il contatto del corpo e degli abiti con la biancheria sporca
- Fase preoperatoria esami prericovero
- Accertamento dei fattori di salute che influenzano l'assistito nel preoperatorio
- Intervista
- Stato respiratorio: auscultazione e eventuale rx del torace
- Stato cardiovascolare: elettrocardiogramma, visita cardiologica
- Funzionalità epatica e renale
- Fattori di rischio (anamnesi familiare, personale, lavorativa)
- Esami prericovero (preospedalizzazione)
- Visita anestesiologica
- Eventuali consulenze aggiuntive
- Valutazione della gravità clinica di un paziente prima dell'intervento chirurgico
- Classificazione della gravità clinica secondo ASA score
- ASA 1 paziente in buona salute
- ASA 2 paziente con patologia sistemica non grave
- ASA 3 paziente con patologia sistemica grave ma non disabilitante
- ASA 4 paziente con patologia sistemica disabilitante a rischio di vita
- ASA 5 paziente moribondo che si ritiene
Praticata con rasoio a lama ma non gli appositi è l'intervallo tra tricotomia e intervento chirurgico maggiore è il rischio di rasoi (elettrico), più lunga l'infezione.
Per tipologia d'intervento vengono stabiliti in protocolli standard le aree anatomiche da tricotomizzare.
Educazione dell'assistito: bagno / doccia preoperatoria: la doccia deve essere eseguita con antisettico con particolare riguardo alle pieghe cutanee (zona ascellare, sottomammaria, ombelicale, inguinale), particolare attenzione all'asciugatura, specialmente nelle pieghe cutanee e poi far indossare abiti puliti.
Non eseguire pedicure/depilazione/piercing almeno nelle due settimane precedenti l'intervento.
Igiene orale preoperatoria (denti/eventuale protesi) con collutorio alla clorexidrina, da fare attenzione ai processi flogistici in bocca.
Educazione del paziente:
- Insegnare all'assistito come promuovere la ventilazione polmonare dopo l'anestesia.
Tosse efficace contenimento della parete addominale e delle ferite chirurgiche, manualmente o con fasce o pancere e accentuando la flessione delle anche, per aumentare la pressione intraaddominale, garantendo così una migliore efficacia nella fase espulsiva.
Gestione cateteri venosi
Il pz chirurgico ha sicuramente degli accessi venosi. Possono essere periferici o centrali, l'importante è che questi accessi venosi cateteri vengono
gestiti nella maniera corretta, non solo per quanto riguarda la medicazione, gestione etc. ma è proprio qualcosa che mette in comunicazione l'esterno con il distretto ematico che deve essere mantenuto sterile. I cateteri venosi sono un grandissimo rischio per il pz anche se sono una risorsa. Perché non è importante solo la corretta inserzione e gestione dei cateteri venosi ma anche una corretta programmazione? È importante valutare il patrimonio venoso della persona, ma anche i tempi di ricovero. Non solo dobbiamo valutare di mettere un ago cannula, ci sono anche cateteri venosi centrali come il PICC che è un catetere venoso centrale ad inserzione periferica, FICC quelli femorali, CICC quelli centrali classici, e poi ci sono dei cateteri periferici a inserzione periferica che hanno una performance maggiore rispetto al classico ago cannula che si mette. Se per es mettiamo un midline ad un pz che ha un catetere periferico che però è lungo epuò stare in sede fino a tre mesi, ma possiamo considerare che sia la scelta più appropriata per un paziente che non ha un buon patrimonio venoso, e ha la prospettiva di usarlo per un lungo periodo di tempo, a patto che venga gestito bene e non si infetti. Al fine di evitare infezioni occorre conoscere i vari presidi, sapere come gestirli e conoscere il patrimonio venoso. Attenzione, la disinfezione della cute per l'inserzione di qualunque accesso venoso deve essere effettuata con CLOREXIDINA 2% in soluzione alcolica. La gestione del patrimonio venoso del paziente è una questione 80% infermieristica, perché la gestione infermieristica, anche se la decisione di mettere per esempio un PICC è una decisione che va presa in concerto con il medico perché è un catetere centrale quindi la prescrizione è medica, questa è una delle classiche cose in cui la collaborazione è fondamentale, poiché di solito è l'infermiere che.avverte il medico sul tipo di vene che ha il paziente. Per mettere un midline o un mini midline pochissimi infermieri sono formati, c'è il PICC time apposta per permetterli. Sempre per il rischio infettivo, c'è la gestione di tutti i tramiti tra l'interno e l'esterno come i drenaggi, il sito di incisione quindi la ferita chirurgica, corretta procedura nelle medicazioni per evitare il rischio di infezione. Altra cosa fondamentale per evitare il rischio di infezioni è monitorare e salvaguardare lo stato nutrizionale, la malnutrizione è una malattia nella malattia, ad esempio, uno ha un tumore allo stomaco ha la malnutrizione, deve stare 7gg senza mangiare per esempio, dove c'è un digiuno c'è sempre il rischio della malnutrizione. Come monitorare lo stato nutrizionale da riguardare sono la MUST etc. Infezione e sepsi Abbiamo parlato dei vari gradi in cui un microrganismo può interagire con il nostro organismo. Cosa èla sepsi? È una risposta aberrante e disregolata dell'organismo ospite a un'infezione con disfunzione d'organo in cui l'organo disfunzionale può essere anche distante dalla sede dell'infezione, ed è per questo che per prevenire sepsi e infezioni nella fase anamnestica, nella fase di accertamento iniziale è importante stare attenti ad individuare se ci sono dei focolai già evidenti di infezione, perché quei focolai che in una situazione non chirurgica, sta li buona, se cambia qualcosa nella situazione dell'organismo ospite quindi stress chirurgico, altre porte di ingresso per i germi può portare a qualcosa di pericoloso. La presentazione clinica della sepsi dipende: - Dalla sede - Dal microrganismo responsabile - Dalle specifiche caratteristiche del paziente - Dal momento della valutazione I soggetti più esposti al rischio di sepsi: - Anziani e bambini, - soggetti in terapia con corticosteroidi ochemioterapici, soggetti con malattie croniche (diabete mellito, cirrosi epatica, immunodeficienze come AIDS), soggetti ustionati o con ulcere da pressione perché sono porte d'ingresso, soggetti portatori di catetere, soggetti che hanno subito un intervento chirurgico. In contesti di alta intensità di cure come terapia intensiva vedremo che c'è uno strumento per valutare la disfunzione d'organo si chiama SOFA SCORE (sequential o Sepsis-related Organ Failure Assessment). Prende in considerazione tutti gli organi principali come la valutazione neurologica con la scala di Glasgow, il sistema respiratorio quindi la pressione di ossigeno, la pressione arteriosa media, la creatinina, la diuresi le piastrine, la bilirubina etc etc. Se in un pz chirurgico in una media intensità di cura, in un reparto chirurgico dovessimo studiare tutti questi parametri la cosa sarebbe complessa, quindi si sono inventati qSOFA più veloce rispetto alprecedente. Si valuta con tre parametri: - FR maggiore/uguale di 22 atti/min, - Alterazione dello stato di coscienza, - PAS minore/uguale 100mmHg. Se almeno due di questi parametri sono fuori norma bisogna sospettare la sepsi. Mancano alcuni parametri come la febbre ma non sempre la sepsi da febbre. E allora cosa si fa? ESEMPIO: pz con diverticolite, diverticolo perforato arriva in PS io posso aspettarmi una sepsi anche il giorno stesso dell'intervento perché c'era un focolaio infettivo preesistente, mentre se io vengo in una situazione di elezione, di programmazione la sepsi di solito si sviluppa dopo qualche giorno dall'intervento. Come prima cosa si somministra ossigeno, entro la prima ora dalla rilevazione di queste anomalie si mette in atto il cosiddetto BUNDLE cioè un insieme misure da prendere insieme ovviamente ci sono molti Bundle a seconda del contesto. L'insieme di azioni da intraprendere sono: - Dosaggio del lattato ematico (EGA): marker delcataboli