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DISABILITA'

Per applicare un processo di nursing bisogna prima capire quali sono i bisogni dei pazienti per rispondere correttamente alle loro richieste. Occorre essergli sempre vicino con il dialogo costante e personalizzato per conoscere le preferenze, le intenzioni, le azioni, il tipo di vita e quindi il valore.

Molto importante è il linguaggio utilizzato, usando un linguaggio produttivo emotivante parlando più che altro di una situazione da risolvere o di una sfida. Un altro aspetto importante è la flessibilità, è importante sapersi adattare alle risorse che si hanno a disposizione, inoltre è molto utile essere abili a cambiare strategie quando cambia la situazione.

Le scale di valutazione sono gli strumenti per individuare i bisogni del paziente e se ripetute nel tempo possono dare indicazioni sull'andamento dello stato generale del paziente, permettendo di qualificare miglioramenti o peggioramenti. Quindi le scale di valutazione e gli

Indici sono un utile mezzo per l'infermiere per pianificare il proprio intervento e valutare l'appropriatezza dello stesso.

Le scale di valutazione si classificano in 4 categorie:

ADL (Activities of Daily Living): definisce il livello di non autosufficienza nello svolgere le attività quotidiane, dando dei valori da 0 (incapace) a 15 (indipendente) con un risultato che va da 0 (dipendente) a 100 (indipendente). Il più diffuso è quello di Barthel ed è usato per valutare la disabilità fisica.

IADL (Instrumental Activities of Daily Living): indice che tiene conto del saper utilizzare strumenti quotidiani (telefono, soldi, farmaci, ecc.). La scala più usata è quella di Frency, basata sulla valutazione dell'attività sociale, di vita domestica e lavorativa e quella del tempo libero.

Scala dei risultati o di recupero: viene utilizzata per le verifiche nei trattamenti riabilitativi delle

patologie (post-infartuato, ecc.)

Misurazione dello stato globale di salute: è una scala che valuta le modifiche alle funzioni comportamentali del paziente causate dall’avvento della malattia, soprattutto per i sentimenti e gli stati emozionali.

3 – ASSISTENZA DOMICILIARE, RESIDENZIALE E SEMIRESIDENZIALE

L’assistenza infermieristica domiciliare è rivolta a pazienti di tutte le età e può avere durata variabile, mentre alcuni requisiti fondamentali sono: assenza di fattori che rendono indispensabile il ricovero in una struttura, condizione abitativa adeguata e autonomia familiare nel complesso.

Il coinvolgimento della famiglia è indispensabile perché l’assistenza domiciliare non è continua ma discontinua nelle 24 ore.

I caregiver sono coloro che svolgono funzione di cura e assistenza diretta a un’altra persona, condividendo quotidianamente la vita con la persona malata.

L’infermiere di famiglia è un

professionista inserito nella comunità in grado di creare una relazione di fiducia con gli individui che la compongono, per promuovere la salute e consentire di raggiungere il più elevato livello di benessere possibile.

Le cure domiciliari, pur non richiedendo attrezzature sofisticate, richiedono grande preparazione professionale.

L'assistenza domiciliare può essere di 4 tipi:

  1. Assistenza domiciliare programmata: erogata dal medico di medicina generale a casa del proprio assistito, previa autorizzazione dell'ASL, con un programma ben definito
  2. Assistenza domiciliare integrata (ADI): comprende interventi sanitari e socioassistenziali, erogati secondo un piano assistenziale individualizzato. L'erogazione di tale servizio è competenza delle ASL per il sanitario e delle regioni per il sociale
  3. Ospedalizzazione domiciliare: erogare a domicilio prestazioni di alta complessità per mezzo di equipe di professionisti e tecnologie
dipertinenza ospedaliera Servizio di assistenza domiciliare (SAD): ha caratteristiche puramente assistenziali e serve a fornire sostegno nelle attività di vita quotidiana e nella cura della propria persona. L'assistenza residenziale è definita come un insieme di interventi sanitari, socio-sanitari ed assistenziali, erogati da equipe multidisciplinari presso strutture apposite (Hospice). Invece nell'assistenza semiresidenziale vi rientrano servizi che operano in regime diurno, destinate a persone non autosufficienti o ad alto rischio di perdita dell'autonomia, alle quali vengono garantiti interventi di natura socio-assistenziale e sanitaria, quindi è un servizio intermedio fra residenziale e domiciliare. Alcuni esempi di prestazioni residenziali e semiresidenziali sono ad esempio le case di riposo, la casa protetta, le comunità, le RSA, ecc. Un tipo molto particolare di assistenza domiciliare è quella al malato terminale. In questo caso nonÈ consigliato il ricovero per non modificare l'equilibrio emotivo e fisico del paziente, quindi bisogna cercare di trasferire l'assistenza dall'ospedale al domicilio. I criteri di eleggibilità per attivare queste cure domiciliari sono: - Diagnosi di malattia neoplastica - Non autosufficienza del paziente - Disagio nell'accedere a strutture sanitarie - Ambiente abitativo e familiare idoneo Queste cure domiciliari devono garantire disponibilità 24 ore su 24 e le figure principali sono il medico, l'infermiere e il volontariato. 4 - L'HOSPICE è una struttura residenziale che svolge attività di cure palliative finalizzata ad assicurare ai malati terminali una migliore qualità di vita. Accoglie pazienti inguaribili che non possono o non vogliono più essere curati a casa. Le cure palliative sono definite come la cura totale prestata alla persona affetta da una malattia che non risponde più.alle terapie utilizzate per raggiungere l'aguarigione (permettono inoltre l'eliminazione quasi totale del dolore).
  1. Il ricovero in Hospice può essere:
    • Di sollievo
    • Definitivo

Nel nostro paese gli Hospice sono praticamente rivolti ai malati neoplastici terminali, ai malati di AIDS, SLA, ecc.

Al fine di svolgere un lavoro eccellente, negli Hospice sono molto importanti gli indicatori che possono essere:

  1. Indicatori di struttura: definiscono le caratteristiche del servizio e le risorse sulle quali si può contare (numero di personale, numero di posti letto, ecc.)
  2. Indicatori di processo: valutano le visite mediche e quelle infermieristiche, i day hospital, ecc.
  3. Indicatori di risultato: valutano se le cure hanno soddisfatto il bisogno del paziente, il numero di pazienti deceduti, ecc.

L'infermiere che si approccia al paziente terminale deve avere osservazione attenta, contatto affettivo, capacità di ascolto, gestione dello stress e dell'ansia, comprensione.

ecc. Quindi gli obiettivi dell'Hospice sono quelli di migliorare la qualità della vita residua, migliorare la qualità della morte e coinvolgere al massimo le famiglie del paziente. 5 - IL DOLORE Il dolore è una sensazione estremamente sgradevole e molto personale che non può essere condivisa con altri, inoltre è un concetto difficile da comunicare e un infermiere non può né sentire né vedere il dolore di un paziente. La differenza nella percezione individuale e nella reazione al dolore, rendono difficile il lavoro dell'infermiere nello sviluppare il piano assistenziale per alleviare il dolore. Esistono vari tipi di dolore: - Dolore acuto: compare solo nel periodo del ricovero - Dolore cronico: ha una durata di 6 mesi o più e interferisce nella qualità della vita - Dolore cutaneo: limitato alla cute - Dolore somatico profondo: ossa, vasi, tendini, nervi - Dolore viscerale: cavità addominale, torace e

cranio• Dolore irradiato: ci percepisce alla fonte del dolore e si irradia ai tessuti• vicini 5

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
6 pagine
SSD Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher wallacekr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Infermieristica clinica 2 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Catanzaro - Magna Grecia o del prof Carullo Carmelo.