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Linee guida per la trasfusione di emazie, piastrine e plasma fresco congelato

N.B. Emazie concentrate: 200-250 mL/unità. Devono essere tenute a temperatura ambiente per non più di 30 minuti prima dell'inizio della trasfusione. Infondere lentamente a 20 gocce/min (5 mL/min) per i primi 15 min e poi fino a 40-60 gocce/min. Un'unità di emazie deve essere infusa in un tempo da 30 a 120 min e non deve durare più di 4 ore.

Piastrine: Una sacca contiene solitamente da 200 a 400 ml di liquido. Non impiegare filtri microaggregati. Infondere ad una velocità di 10 mL/min.

Plasma fresco congelato: 200-250 mL/unità. Infondere entro 24 ore dallo scongelamento ad una velocità da 5-10 mL/min. È preferibile che un'unità di sangue intero o di emazie concentrate venga trasfusa in circa 2 ore. Plasma e piastrine possono essere infuse in 30-50 minuti. Questo tempo può essere prolungato a 4 ore se il paziente è a rischio di sovraccarico di volume di liquidi.

Il deflussore per la somministrazione dell'accesso vascolare per la somministrazione di sangue è dotato di un filtro interno per fermare eventuali piccoli coaguli. Il calibro del deflussore è di 18-19 gauge.

N.B. Nessun farmaco o soluzione endovenosa (eccetto la soluzione fisiologica 0,9%) può essere infuso insieme all'emocomponente.

Complicanze trasfusionali

Immediate

Emolisi da incompatibilità AB0 (reazione antigene-anticorpo fra antigeni presenti sui globuli rossi trasfusi e anticorpi del paziente). Il paziente può lamentare malessere e ansia. Possono verificarsi dispnea, febbre, brividi, arrossamento del volto e grave dolore, specialmente nell'area lombare. Può svilupparsi uno shock, con polso debole e frequente; cute fredda e sudata; ipotensione; nausea e vomito.

Febbre (dovuta anche da contaminazione batterica dell'emocomponente). Dovuta ad una reazione in cui gli anticorpi del paziente sono diretti contro leucociti/piastrine presenti.

Reazioni allergiche/Shock anafilattico: Dovute alla sensibilità a proteine del sangue trasfuso. I sintomi sono orticaria, prurito e vasodilatazione fino allo shock.

Insufficienza respiratoria acuta correlata a trasfusione (TRALI): Dovuta alla presenza nel sangue trasfuso di anticorpi in grado di reagire con i leucociti del ricevente; si formano aggregati leucocitari che vengono intrappolati nel microcircolo polmonare. I sintomi possono essere cianosi, dispnea, ipotensione, brividi, tosse, febbre.

Sovraccarico circolatorio/Scompenso cardiaco: Ritardate Emolisi da incompatibilità non AB0. Compaiono solitamente entro 14 giorni dalla trasfusione quando la concentrazione di anticorpi è > al punto da sostenere una risposta immunitaria. Si manifesta con febbre, lieve ittero.

Sovraccarico di ferro: Di solito ogni unità di emazie concentrate contiene circa 250 mg di ferro. I pazienti sottoposti a regimi

trasfusionale protratti possono presentare accumulo di ferro a carico di cuore, fegato, ghiandole endocrine.
Trasmissione di infezioni virali (HIV, HCV, HBV).
Cosa fare in caso di reazione avversa?
→ È importante sospendere tempestivamente l'infusione, mantenendo la via pervia con soluzione fisiologica.
→ Avvisare il medico di guardia ed attivarsi in base alla tipologia di reazione che si sviluppa (farmaci per trattare le reazioni allergiche, antipiretici per stati febbrili, ...).
→ La sacca e il deflussore non vanno gettati, ma conservati ed inviati al centro trasfusionale insieme al modulo che attesta la reazione avversa. Effettuare un attento monitoraggio del paziente, rilevando i parametri vitali e i segni-sintomi patologici.
Farmaco ad alto livello di attenzione: Potassio cloruro (KCl).
→ L'esperienza e la letteratura internazionale riconoscono che l'inappropriato utilizzo di soluzioni concentrate di potassio (K) per uso endovenoso (e.v.).comporta un grave rischio per il paziente ed è una delle principali cause di incidenti mortali nelle Unità Operative ospedaliere. → Gli errori che più frequentemente si associano all'uso improprio di KCl sono lo scambio di fiala, la mancata diluizione, la non corretta preparazione del prodotto da infondere e l'errata identificazione del paziente. → Le U.O., in cui tali soluzioni possono essere presenti, sono: Terapia intensiva, Cardiologia, UCC, Sale operatorie e PS. → In tutte le altre U.O è reso disponibile il Potassio Cloruro già diluito: KCl 20Meq in 500 ml di Glucosio 5% e KCl 20MEq in 500 ml di Sodio Cloruro 0,9%. → Le soluzioni concentrate contenenti KCl e le altre soluzioni ad elevato contenuto di K per uso e.v. devono essere conservate separate da altri farmaci, in armadi ove possibile chiusi e in contenitori che rechino la segnalazione di allarme "Diluire prima della somministrazione: mortale se infuso".. La velocità di infusione del KCl non deve superare i 10 mEq/ora per il rischio di aritmie ventricolari potenzialmente fatali. Solo in casi di necessità estrema, con paziente monitorato e sorvegliato dal medico, si può raggiungere la velocità di 40 mEq/ora, con infusione in vena centrale.. È ovvio che, per infondere correttamente il Potassio e.v., occorre una temporizzazione attraverso l'utilizzo delle apposite pompe infusionali.. Prima della sommistrazione del potassio concentrato (in flebo) deve essere effettuato il controllo in doppio.. Un secondo infermiere dovrebbe controllare, durante la fase di preparazione, la corretta identificazione del prodotto, la dose, la via di somministrazione, la correttezza del calcolo della diluizione rispetto alla prescrizione data, la miscelazione con agitazione vigorosa e ripetuta almeno 10 volte, la corretta etichettatura del prodotto preparato.. Prima della somministrazione,

Il secondo operatore deve verificare l'identità del paziente e la predisposizione della corretta velocità di infusione.→ L'avvenuta somministrazione deve essere subito registrata in cartella infermieristica riportando dose, via di somministrazione, velocità di infusione data, ora e firma dell'operatore.

Trattamento di emergenza dell'iperpotassiemia (iperkaliemia)→ Il trattamento di emergenza è necessario se la concentrazione sierica di potassio è superiore a 6,5mmol /L.→ La procedura è la seguente:

  • Calcio cloruro 10% 10 ml in bolo ev;
  • NaHCO3 50 cc di soluzione all'8.4% in bolo;
  • 50 grammi di glucosio + 10 UI insulina rapida in infusione rapida ev;
  • da ultima, in caso di mancata risposta alla terapia medica, utile ed efficace è l'emodialisi.

Np (nutrizione parenterale)La NP è una forma di supporto nutritivo che fornisce proteine, carboidrati, lipidi ed elettroliti.

vitamine, minerali per via endovenosa centrale (NPT) o periferica (NPP). Gli obiettivi della NP sono:

  • migliorare lo stato nutrizionale
  • stabilire un bilancio azotato positivo
  • mantenere la massa muscolare
  • favorire l'aumento di peso
  • stimolare la guarigione della ferita chirurgica

Bilancio azotato: La deaminazione delle proteine, fondamentale per il loro impiego, porta alla liberazione di azoto, successivamente eliminato come urea mediante le urine, o per mezzo della sudorazione. Quando una persona assume una quantità di proteine e di altre sostanze nutritive non sufficienti a soddisfare il fabbisogno energetico, il bilancio azotato è negativo. Di conseguenza, l'organismo comincia a utilizzare le proteine del tessuto muscolare e le converte in carboidrati che vengono usati come fonte energetica. Ne risultano perdita di massa muscolare, perdita di peso, stanchezza. In generale, la NPT può fornire 30-35 kcal/kg di peso corporeo.

Lo schema nutrizionale dovrà prevedere l'infusione di soluzioni glucosate o lipidiche e soluzioni diaminoacidi. Non si infondono in parallelo soluzioni glucosate con quelle lipidiche per incompatibilità di pH essendo la glucosata molto acida con pH 3,5 - 6,5 mentre le soluzioni lipidiche sono molto basiche con pH 8.

A causa della iperosmolarità della nutrizione parenterale totale (costituita da destrosio >10% e/o diproteine al 5%), il metodo più comune di somministrazione avviene attraverso un catetere venosocentrale, tuttavia le linee guida pubblicate dal Nurses Infusione Society (INS) riconoscono le circostanze in cui talune forme di nutrizione parenterale (vale a dire soluzioni con osmolarità <600 mosm/l e con una concentrazione finale ≤10% destrosio e da proteine ≤5%) possono essere somministrati utilizzando catetere venoso periferico.

Una delle NP più utilizzate è la Periven che è una sacca

predisposta contenente soluzioni diaminoacidi, lipidi, elettroliti e glucosio.→ Per fornire una nutrizione parenterale totale, oligoelementi, vitamine e possibilmente elettroliti(prendendo in considerazione gli elettroliti già presenti in Periven) devono essere aggiunti in accordo albisogno del paziente. La velocità di infusione non deve superare i 3,7 ml/kg /ora.→٭N.B. Secondo il CDC il set di infusione della NP va sostituito ogni 24 ore.

Complicanze della NP

→Embolia gassosa È l’ingresso di aria nel sistema circolatorio dovuta alla presenza di aria nel setinfusionale.→ I sintomi possono includere:Dolore toracico, alla schiena o alla spalla▪ Dispnea▪ Ipotensione▪ Cianosi▪ Aumento del polso▪ Riduzione dello stato di coscienza

→Pneumotorace Se si punge un polmone durante l’inserimento del c.v.c.

→Infezione Dovuta all’alta concentrazione di glucosio che sostiene una rapida crescita

microbica. → È importante utilizzare tecniche asettiche durante la manipolazione del catetere e i cambi di medicazione.

→ Sovraccarico di liquidi Se la soluzione osmotica è infusa troppo velocemente. → Attenzione soprattutto nei pazienti che hanno uno scompenso cardiaco o insufficienza renale che non tollerano rapide infusioni di liquidi.

Complicanze metaboliche ed idro-elettrolitiche: Iper-ipoglicemia ▪ Iper-ipokaliemia ▪ Iper-iponatriemia ▪ Iper-ipofosfatemia ▪ Iper-ipocalcemia ▪ 40• Ipokaliemia (Basso livello di sodio ematico) → Il potassio influenza l'attività musco-scheletrica e cardiaca. Per il mantenimento dell'equilibrio del potassio è importante una buona funzionalità renale, poiché l'80% del potassio è eliminato ogni giorno tramite i reni. Il rimanente viene perso attraverso la sudorazione.

Dettagli
A.A. 2019-2020
82 pagine
SSD Scienze mediche MED/05 Patologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giulinurseinprogress di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Applicazione dei processi diagnostici e terapeutici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università Vita-Salute San Raffaele di Milano o del prof Caravaggi Serena.