vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
INFARTO DEL MIOCARDIO
quali sono i test di laboratorio che servono per poter effettuare la diagnosi di infarto del miocardio. L'infarto del
miocardio è sicuramente la causa più frequente di decesso anche se rispetto al numero di infarti che si verificano
le morti sono molto minori. Questo perché già da diversi decenni è possibile effettuare una terapia molto
efficace,ovvero la terapia trombolitica,la quale opera la lisi del trombo che è andato ad ostruire l'arteria coronaria
che ha provocato l'infarto. La condizione essenziale affinché la terapia trombolitica sia efficace è la diagnosi
precoce,infatti prima si fa la diagnosi,prima si inizia la terapia trombolitica,più il paziente ha probabilità di
salvarsi. L'infarto deve essere diagnosticato velocemente e non basta un semplice elettrocardiogramma ECG per
farlo,perché in circa la metà dei casi di infarto ECG non è diagnostico. Allora servono altri mezzi,non
strumentali,che permettono di fare una diagnosi precoce di infarto,e tali strumenti sono stati forniti dalla
medicina di laboratorio. Stiamo parlando di marcatori biochimici usati esclusivamente per la diagnosi di infarto
del miocardio. Questi marcatori devono essere sensibili (cioè devono risultare positivi in tutti i casi di infarto in
modo tale da evitare di avere risultati falsi negativi),poi devono essere specifici (cioè nei sani deve essere
negativo e quindi esclude risultati falsi positivi,e ciò significa che i positivi riscontrati sono i malati effettivi),e
devono avere un'ampia finestra diagnostica. Avere ampia finestra diagnostica vuol dire che il marcatore deve
riuscire a diagnosticare l'infarto sia molto precocemente che tardivamente. Il marcatore dell'infarto deve anche
essere molto abbondante nei miociti(cellule cardiache muscolari) e scarso nel sangue,in maniera tale che quando
si verifica la necrosi del cardiomiocita,questo immette a valanga il marcatore nel circolo sanguigno,e dunque noi
dalla sua presenza inusuale nel circolo capiamo che si è verificato un infarto del miocardio. Infine il marcatore
deve essere rapidamente dosabile. Le 4 molecole usate come marcatori per la diagnosi di infarto sono
mioglobina,troponina,CK e LD e sono normalmente presente in concentrazioni elevate all'interno del
cardiomiocita.
MIOGLOBINA
La mioglobina ha un peso molecolare di 18000D,dunque essendo una proteina molto piccola esce
immediatamente dal cardiomiocita,anche se la lesione è minima,e ciò la rende il primo marcatore che si
positivizza durante l'infarto,è il primo ad essere rilevabile e dosabile nel sangue. La mioglobina nel sangue
aumenta entro 2h dall'evento acuto. Se noi troviamo un aumento di mioglobina nel sangue dobbiamo prima di
tutto capire se essa deriva da una lesione del cardiomiocita o da una qualsiasi altra patologia di altri tessuti
muscolari scheletrici(come la rabdomiolisi) perché la mioglobina non è una proteina esclusiva del muscolo
cardiaco,ma è presente anche in altri muscoli scheletrici. Dunque la mioglobina è sicuramente molto precoce e
sensibile,ma è poco specifica perché non tutti i valori alti di mioglobina corrispondono ad un infarto(X ES. un
uomo arriva in ospedale perché ha avuto un incidente ed è in stato di semi coscienza dunque non gli si possono
fare domande,la mioglobina è alta e dunque viene lecito pensare se l'uomo ha avuto l'incidente per un infarto
oppure ha la mioglobina alta perchè l'incidente gli ha provocato qualche altro trauma muscolare). In misura
minore anche patologie renali possono associarsi ad aumenti di livelli di mioglobina. La finestra diagnostica
della mioglobina prevede un incremento molto rapido già dopo 2-4h,un picco massimo entro 10-12h dall'evento
acuto e rimane aumentata per circa30-36h,dopo di che dopo 36h ritorna al valore basale(ciò vuol dire che se
vado dopo 2 giorni che ho avuto l'infarto all'ospedale e doso la mioglobina,questa sarà normale perché sono
passate 36h dall'evento acuto,e quindi non sarà utile dosarla in questa circostanza). La principale utilità del
dosaggio della mioglobina è dunque la sua precocità e la sua sensibilità del 100%,quindi se un individuo arriva
in ospedale con i sintomi dell'infarto ma la mioglobina è normale vuol dire che sicuramente l'infarto non c'è.
Dunque se la mioglobina è normale non c'è infarto,invece se è aumentata può essere infarto o altro trauma
muscolare e per poter distinguere con certezza tra infarto e danno muscolare ho bisogno di dosare un altro
metabolita,il quale stavolta deve essere molto specifico perché permettere di distinguere i veri positivi di infarto
dati rispetto al totale dei positivi dati dalla mioglobina,e si tratta della troponina.
TROPONINA
Quello che andiamo a fare è il test della troponina C cardiaca. In realtà non esiste una sola troponina ma un
complesso di troponine che regola la contrazione muscolare in cui si riconoscono 3 unità: la cTn-C(calcio
legante),la cTn-I(ATPasi inibente), e cTn-T(tropomiosina legante). Queste 3 subunità sono diverse dalla
controparte presente nel muscolo scheletrico(la c minuscola indica proprio che sono prettamente cardiache),cioè
muscolo scheletrico e cardiaco hanno entrambi le troponine C,T e I però le isoforme di queste troponine nel
cuore e nel muscolo scheletrico sono diverse,e ciò è importantissimo perchè se anche la mioglobina avesse
questa caratteristica, basterebbe solo il suo dosaggio per poter diagnosticare con certezza l'infarto. In particolare
le TN T e I hanno delle isoforme cardiospecifiche,però anche la C ha isoforma sia cardiaca che muscolare solo
che per questa è più difficile distinguere tra le 2 isoforme. Dunque per la diagnostica dell'infarto del miocardio